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Autore: GD_foREVer    21/09/2014    3 recensioni
Chiusi gli occhi, serrando le palpebre fino a sentir male.
Pregai di morire, con tutta me stessa.
Dio, ti imploro, uccidimi.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Nuovo personaggio, Tré Cool
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NON ABITUARTICI


Venerdì, 7:25 a.m.

La sveglia trillò fastidiosa ed io, svogliatamente, allungai un braccio per spegnerla, ma mancai l’obbiettivo, e dal momento che non avevo voglia di aprire gli occhi, mi girai dall'altro lato, lasciando che la testa sprofondasse nel cuscino che emanava un dolce profumo di gelsomino.
Ma quella, più odiosa che mai, si fece risentire dopo 5 minuti costringendomi ad alzarmi una volta per tutte e così a spegnerla.
-Sei veramente snervante, lo sai?- mi rivolsi a quel piccolo aggeggio color caffelatte, imbronciata, come se potesse capirmi.
-Una volta o l’altra farai un emozionante volo giù dalla finestra. Te lo assicuro.- borbottai mentre mi alzavo e mi infilavo i jeans neri, aderenti, ed una maglia dei The Doors regalatami da mio fratello.
Dio, ma perché tutte le cose che avevo dovevano in un qualche modo essere legate a lui?
Perché lui era l’unica persona che avevo, il mio Tutto, ecco il perché.
Scacciando via quei pensieri, che ormai ogni giorno tristemente bussavano alle porte della mia mente, entrai in bagno e mi sciacquai il viso, poi presi la solita matita nera dall’astuccetto viola e mi definì il contorno degli occhi. Per finire legai i capelli in una lunga coda di cavallo lasciando che qualche capello ribelle, troppo corto ed arricciato, scappasse dalla presa dell’elastico e si andasse a poggiare sul mio viso.
Mentre uscivo dal piccolo bagno osservai distrattamente quei tocchi di azzurro che avevo reso vivi giusto un paio di giorni prima; ora il colore era molto più vivace ed intenso.
Una volta rientrata in camera infilai velocemente le scarpe e presi la solita tracolla nera, poi spalancai la porta ed uscì.
Non appena arrivai giù in cucina un forte aroma di caffè mi invase le narici: che ci faceva lo zio già sveglio?
-Buongiorno.- salutai stranita. -Come mai già sveglio?-
-Ho trovato lavoro da un meccanico, qui vicino.- mi rispose
-Davvero? Ma è fantastico!- dissi sorridendo lievemente.
Ci eravamo trasferiti qui all’inizio dell’estate e da allora aveva solo fatto lavoretti saltuari, qui e li.
-Già. Vuoi?- mi domandò, indicando la moca grigia ancora fumante posizionata sul fornello spento.
-No grazie.- gli dissi, addentando un biscotto ed accompagnandolo con qualche sorso di latte. -Poi sono nervosa tutto il giorno.-
Vidi formarsi un sorrisetto sghembo sul suo volto.
-Che c’è?-
-Tu sei sempre nervosa. Anche se non prendi il caffè!- esclamò, appoggiandosi al piano della cucina.
-Hey! Da qualcuno avrò pur preso!- dissi di rimando, ridacchiando. Lo vidi scuotere la testa.
-Comunque, questa sera, un’amica mi avrebbe invitata ad andare a vedere una band in un locale… posso andarci, vero?- domandai, anche se ero sicura mi avrebbe lasciato uscire senza problemi.
Non era uno di quei tutori che non ti permetteva di andare da nessuna parte. Tempo fa, prima della morte della zia e cioè quando i nostri dialoghi duravano più di un paio di minuti, ci diceva che da ragazzo era proprio come noi: uno spirito libero che amava i concerti e la buona musica.
Almeno, su questo lato dello zio, non c’era nulla da ridire.
-Aspetta. Ferma un attimo. Ho sentito per caso la parola “amica”?- chiese, fingendo di essere sbigottito.
-Si zio, amica.- risposi roteando gli occhi. –Sai, quella forma di vita umana con cui passi volentieri del tempo…- ironizzai.
-Wow. Tu mi spaventi, ragazzina.- disse, portando la tazza di caffè sul tavolo per poi scompigliarmi i capelli con una mano.
Era una cosa che odiavo. Ma non lo faceva da tempo.
-Certo certo. Comunque, ora è meglio che vada o farò tardi e tu potresti venire convocato nell’ufficio del preside. Cosa che non ami. Giusto?- dissi, cercando di sistemarmi i capelli.
-Esatto. Ciao mostro.- detto questo, se ne andò su per le scale a cambiarsi, lasciandomi interdetta.

“Mostro”.

Se non mi stropicciava i capelli da tempo, non mi chiamava mostro da ancora di più.
Stava probabilmente cercando di essere il più carino possibile per ciò che era accaduto, prima non parlavamo quasi mai.
Esitante uscì dalla cucina, afferrando il giubbino di James, poi mi avviai a scuola, cercando di godermi quell’aria fresca e frizzantina che da li a qualche ora sarebbe diventata calda ed opprimente.
Arrivai davanti ai cancelli scuri cinque minuti prima dell’inizio delle lezioni e così decisi di rimanere un po’ fuori, cercando di ripassarmi mentalmente inglese per la verifica.
La prima verifica dell’anno… beh, avevamo fatto molto poco, quindi sarebbe stata abbastanza facile e veloce.
Sorpassai i cancelli ed entrai nel cortile, notando Mike davanti alla porta d’ingresso, così andai da lui.
-Ciao!- salutai, ricevendo in cambio un cenno ed un sorriso.
-Questa sera ci sei, vero?- mi domandò, mentre avevamo iniziato ad incamminarci verso le nostre rispettive aule.
-Certo che ci sono. Non ho avuto scelta con Jin!- risposi, ripensando alle minacce della rossa.
-Allora ci vediamo li Heaven, a dopo!- mi disse dandomi una pacca sulla spalla e poi imboccando il corridoio a destra.
-A dopo Mike.- risposi, salendo invece per le scale.
Passai davanti ai soliti bagni e poi entrai nella mia aula, prendendo posto in uno degli ultimi banchi, vicino alla finestra.
Osservai il cielo che nel frattempo si era fatto nuvoloso, diventare sempre più scuro.
Ci sarebbe stato un bel temporale, probabilmente.
-Buongiorno ragazzi, prendete i vostri posti.- il professor Walkmann fece il suo ingresso, puntuale come sempre.
I miei compagni, di cui ancora ignoravo l’identità, si avviarono verso i loro banchi, di malavoglia.
Non appena la confusione cessò, dopo un paio di ammonimenti da parte del professore, iniziò a distribuire i test, venendo però interrotto dalla porta che, scricchiolando, si apriva.
-Oh, signor Armstrong. Quale onore averla qui con noi.- Walkmann si fermò e si voltò verso, appunto, il “signor Armstrong”.
Ma lui che diamine ci faceva qui?
-Su. Vai a sederti di fianco a lei. Veloce.- ordinò severo il professore, indicandomi.
Perché proprio qui? Perché? Cosa avevo fatto di male?
Billie si sedette di fianco a me, senza degnarmi di uno sguardo, ed il prof riprese a distribuire i compiti.
-Bene, potete iniziare. Buon lavoro.- sentenziò, dopo averci osservati rapidamente.
Cominciai a compilare il foglio a crocette, notando con piacere che non era per niente difficile, e nemmeno lungo, dato che dopo nemmeno 40 minuti lo avevo già finito.
Alzai la testa dal mio test e mi guardai intorno, notando come il foglio di Billie fosse totalmente e candidamente bianco.
Mi stava osservando.
-Cosa vuoi?- bisbigliai irritata.
-Un aiuto.- rispose, abbassandosi dietro alla sagoma del ragazzone che aveva seduto
davanti.
-Cioè?- inarcai un sopracciglio, dubbiosa.
-Vorrei dare una sbirciatina al tuo compito.- disse, muovendo leggermente la testa.
-Questo si chiama copiare!- ribattei acida.
-Ma no… vedilo un po’ come… uno spunto.- disse, gesticolando lievemente con le mani.
Uno spunto, eh? Perché avrei dovuto farlo? Non aveva fatto altro che comportarsi da stronzo… però mi aveva aiutata quando ne avevo bisogno, mi aveva dato un tetto sotto cui dormire quando non sapevo dove andare, mi aveva tirata fuori dai casini con quei tipi li… anche se il mattino stesso gli avevo mollato uno schiaffo.
In qualche modo, dovevo pur ricambiare.
-E va bene, puoi “prendere spunto”. Ma non abituartici, Armstrong.- risposi, addolcendo leggermente il tono della voce.
Non appena fui sicura che il professore non ci potesse vedere, gli passai velocemente il compito sostituendo poi il mio con un foglio normale.
Iniziò a riempire il suo test.
-Sbrigati!- lo esortai, tendendo d’occhio nervosamente l’orologio polveroso, di fianco alla lavagna.
Mi lanciò un’occhiata fredda, portandosi l’indice alle labbra carnose.
Roteai gli occhi.
Giuro che se ci avesse scoperti, lo avrei pestato per bene.
La lancetta dei secondi continuava a muoversi velocemente; 3, 2, 1… ed ecco il trillo della campanella.
-Poggiate le penne ragazzi, e consegnate il compito.-
Quando si fu creata abbastanza confusione per il continuo andirivieni, Billie si alzò, passo davanti al mio banco e mi restituì la verifica, per poi buttare in malo modo la sua sopra la
cattedra.

Poi uscì dalla classe.
Mi alzai anch’io, misi velocemente le cose dentro la tracolla, diedi il mio test, e sorpassai la porta dell’aula, guardandomi attorno.
Billie era appoggiato al muro, guardava distrattamente dei fogli dalla carta giallognola che teneva in mano.
Mi avvicinai, schiarendomi la voce ed iniziando a tamburellare con le dita sulla parete grumosa.
Alzò lo sguardo e mi sorrise.
Il primo sorriso non strafottente o canzonatorio.
-E così sai anche non ghignarmi in faccia, di tanto in tanto.- dissi, con voce calma, guardandolo negli occhi questa volta rilassati, di un verde smeraldo brillante.
Lo vidi raccogliere il suo zaino, per poi voltarsi ed andare via.
Mano nella tasca, lo stesso zaino blu a penzoloni in una spalla, testa alta.
Non si voltò nemmeno.
-Vedi di non abituartici però, Whatsername.-

__________HereIam_____________________
Si, lo so.
Sono una persona orribile. 
Sono enormemente in ritardo. 
Vi chiedo umilmente venia! Avevo promesso che sarei ritornata presto ma... non è successo, scusate c.c
Però la buona notizia è che il capitolo nuovo è già pronto e salvato e beh... spero che qualcuno di voi sia rimasto a leggere questa fic; e spero soprattutto che questo capitolo vi piaccia, l'ho cambiato e stravolto ventordicimila volte e continua a non convincermi, ma mi sono costretta ad aggiornare, altrimenti nel 2055 nessuno avrebbe visto ombra d'aggiornamento.
Beh, spero che commentiate per farmi sapere ciò che ne pensate, e, come sapete, le critiche sono ben accette :)
Passiamo ai rigraziamenti per aver commentato lo scorso capitolo, as usual:
- whatsername_xx
- aryanna_freak
- take your time_hurry up
- whatsername of suburbia

Grazie a chi ha la storia tra le seguite/preferite/ricordate:
- A day in the Revolution 
- aryanna_freak
- comeondenelloceano
- greenday_americanidiot
- laragazzasullariva
- AlexisSlyterin
- ashleyofsuburbia
- Flo_ 
- Prescelta di Poseidone
- WelcomeToHell6661
- whatsernameofsuburbia
- whatsername_xx

Spero di rivedervi, alla prossima (che sarà tra pochi giorni) :D
Rage&Nutella,
Me.



 

  
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