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Autore: bazingaa44    21/09/2014    0 recensioni
è il giorno della laurea di Yev e Ian e Mickey sono ancora insieme. Ian adora Yev, lo considera suo figlio... Mickey è riuscito a trattenersi dalle lacrime fino a quel giorno.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ian Gallagher, Mandy Milkovich, Mickey Milkovich, Phillip 'Lip' Gallagher, Steve Wilton/Jimmy Lishman
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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“Ehi Mick? Dai svegliati, Yev ha chiamato, la cerimonia di laurea è alle undici…” Il calore di quel sussurro roco gli provocò un brivido, Mickey prese il suo tempo per stirarsi i muscoli e stropicciarsi gli occhi finchè all'improvviso, quando il suo cervello cominciò a lavorare nella giusta direzione, fu pervaso da uno stupendo senso di orgoglio. Sorrise, si girò su sé stesso per guardare Ian poi lasciò che la sua vista si abituasse alla luce e ai colori...
Erano passati più di venti anni da quando si erano sposati. I due erano cresciuti e maturati insieme, avevano mandato avanti la famiglia, la casa, la scuola, Yev... ma non si erano ancora stancati l'uno dell'altro. Mickey studiò la faccia di Ian approfittando della vicinanza e non potè far altro che morsarsi il labbro. I segni dei suoi quarantacinque anni gli stavano alla perfezione, i lineamenti erano più marcati, i capelli e gli occhi si erano scuriti, e la pelle del petto era più vissuta… era diventato un uomo intrigante e sexy. Mickey aveva notato come le donne lo guardavano, si leccavano le labbra, ridevano di battute per niente divertenti… Ma era bello vedere come dopo un semplice sguardo rivolto a lui, tutte si tiravano indietro. Anche quella mattina Ian lo stava guardando in quel modo, incantato, perso nei suoi occhi. Poi cominciò a scendere, osservò la bocca e leccò la sua, e continuò, lasciando una linea di fuoco lungo tutto il suo corpo. Il suo corpo che era cambiato, che si era irrobustito nell'addome e nella faccia, che portava ancora più cicatrici, ma che tutt'oggi Ian osservava con desiderio. Mickey gli mise una mano tra i capelli e cominciò ad accarezzarlo, quindi infrenò l’altra a quella di Ian. I loro sguardi si incrociarono e una lacrima cadde sul cuscino. “Non credevo ce l’avremmo fatta…” piagnucolò Ian sotto un sorriso. Mickey sentì la sua guardia cadere e per poco non pianse anche lui. Rise ripensando al fatto che non lo credeva possibile nemmeno lui. Scosse la testa per non scoppiare in lacrime. Ian continuò, con le lacrime di gioia che gli rigavano le guance, “Siamo insieme, è tutto perfetto...” Ian osservò intorno, il soffitto umido, la camera disordinata, le pareti sporche, “Sì, è tutto perfetto… sono più di venti anni che ti stringo sotto le coperte, e che ti amo…”. Mickey sentì il calore di quelle parole colpirgli il viso. “E ora il nostro bambino si laurea…”. A quel pensiero una lacrima si liberò dal suo occhio. Rise sommessamente, Ian considerava Yev come suo figlio... Allo stesso modo il bambino non aveva impiegato molto a chiamare Ian papà dopo che aveva capito quanto il marito di suo padre tenesse anche a lui… Qualcuno direbbe che gli fosse venuto spontaneo. Mickey ricordò lo sguardo emozionato di Ian le prime volte che quel nomignolo era rivolto a lui, e come il suo cuore si gonfiava ogni volta, 'Grazie, grazie'… “Sai… non è stato difficile per me. Ogni cosa tua, la sento mia al cento per cento. Questo include le cose brutte, come le bollette da pagare… e le cose belle, bellissime, come Yev.” Mickey gli stampò un tenero bacio sulle labbra prima di andare a farsi la doccia. 
Ian preparò la colazione, i pancakes, per l’occasione speciale, e il caffè, poi tornò in camera per preparare i vestiti per Mickey. Di tutte le loro tradizioni, quella era una delle sue preferite: scegliere dei pantaloni che gli mettessero in evidenza le gambe muscolose, delle camicie che lo avvolgessero bene, dei colori che avrebbero fatto spiccare i suoi occhi blu…  Ian sorrise, soddisfatto delle sue scelte, andò in bagno dove ancora stava scorrendo l’acqua ed aprì la tenda della doccia. Mickey era seduto sulla sponda della vasca contro il muro, la faccia rivolta in basso, mentre l’acqua gli scorreva addosso. Ian sorrise, grato di poter stare accanto a suo marito anche nei suoi momenti di debolezza. “Ti lavo la schiena?” disse piano, Mickey non alzò lo sguardo, prese un respiro profondo, “Sì, grazie…” rispose sotto un risolino, quindi si alzò e si girò dandogli le spalle. Ian prese la spugna, la insaponò, e poi la passò lungo tutto l’ampio dorso di Mickey. La vista di quella pelle candida gli provocò ancora una volta l’impulso di baciarla, e così fece. Poi continuò a passare le mani sulle sue spalle, lasciando cadere la spugna e gliele massaggiò un po', sentendo che erano tese, Mickey tirò la testa all’indietro, Ian gli baciò i capelli bagnati. Vedendo che ormai era bagnato, decise di insaponargli anche il capo, giocò un po' con i suoi capelli e glieli sciacquò un paio di volte, poi si accorse di avere il pigiama ormai fradicio, così si spogliò ed entro nella vasca con Mickey. Lo abbracciò da dietro, tenendo la faccia sempre vicina alla sua per ascoltare il suo respiro rallentare e intanto annusare il suo familiare odore. Poi con un po' di sapone andò a passargli le mani sul davanti, le spalle, le braccia, il petto, la pancia, i fianchi… Mickey si sciolse dalla tensione e si lasciò andare tra le sue braccia, tenendogli le sue mani mentre gli percorrevano il corpo, quel corpo che Ian adorava sempre di più, così piccolo e morbido. Rimasero un po' sotto lo scroscio d’acqua, ad accarezzarsi tranquillamente, poi mangiarono la loro colazione. Quando montarono in macchina Mickey era ancora imbronciato per non aver potuto indossare quello che voleva lui, cioè dei jeans ed una maglietta. “Basta Mick… Non possiamo andare alla laurea di nostro figlio vestiti come da tutti i giorni… E poi ogni tanto ti fa bene ricambiarti un po'…” Ian ripercorse il corpo di Mickey mentre si stava legando la cintura... Era bello nel vero senso della parola. Quando passarono a prendere Veronica, Fiona e Steve, lo sguardo della sorella gli suggerì che suo marito non era bello solo ai suoi occhi. “Accidenti Mickey! Dove le nascondevi queste chiappe…” Disse infatti Fiona appena scesa di macchina, strizzandogli il sedere. Ian schiaffeggiò la mano della sorella con forza e la sostituì con la sua per pochi secondi, giusto per segnare il territorio e Mickey gli sorrise dolcemente, gli piaceva che Ian fosse geloso…
Il parcheggio era affollatissimo, mancava solo mezzora alla cerimonia e l’agitazione si faceva già sentire. Vide il marito mordersi il labbro inferiore con occhi allarmati e gli strinse la mano sudata, gliela asciugò nella giacca e la riafferrò. Ian si guardò intorno, osservando le persone che facevano foto ricordo con un sorriso, ed ignorando spudoratamente quelle che avevano notato il contatto intimo tra i due uomini. Mickey gli strinse la mano ancora di più e chiamò Yev col cellulare. Dopo pochi secondi il loro ragazzo uscì da dietro l’angolo dell’ampio edificio con uno sguardo terrorizzato. Yev corse verso di loro a braccia aperte, gli occhi felici di vedere finalmente qualcuno di familiare, e strinse i due uomini in un unico abbraccio. Ian rise divertito del fatto che il figlio sembrava biologicamente suo per alcune cose, come la mania di abbracciare oppure il facile sorriso. Stretto a lui notò quanto gli battesse forte il cuore, “Calmati piccolo, o non arriverai a fine giornata...” Yev li lasciò andare dalla morsa e li guardò in faccia. Gli occhi blu non smisero un attimo di passare da Mickey ad Ian, pensierosi, poi contenti, poi ancora preoccupati. Era buffo vedere come la sua espressione cambiasse facilmente il soli pochi istanti, come accadeva spesso anche a Mickey. Ian gli arruffò i capelli bruni, per modificare l’aria troppo ordinata con cui li aveva sistemati, poi gli accarezzò la guancia, commosso. Yev era diventato un ragazzo bellissimo, di Mickey aveva preso solo il colore degli occhi e dei capelli, mentre di Svetlana tutto il resto, compresa l’altezza e la pelle leggermente rosea. “State così bene… non importava, siete troppo eleganti…”, Mickey fece uscire uno sbuffo da te-lo-avevo-detto e guardò Ian, questo sorrise, “Non potevamo rischiare di venire male nelle foto… Oggi è un giorno importante: il primo Milkovich che si laurea!” a quel punto sentì la voce di Lip dietro di sé, “è sempre un travaglio essere i primi della famiglia a ricevere queste maledette onorificenze… come ti capisco Yev…”. Il ragazzo accolse lo zio con un abbraccio, poi lasciò che Lip stringesse anche Ian. “Come stai bello… tutto ok?”, Ian rimase per un po’ incatenato a quell’abbraccio, “Sì, davvero tutto apposto… te invece? Amanda è a casa?” rispose Ian guardandosi intorno. Lip si irrigidì, “Temo di aver capito che siamo troppo diversi. Credo che sia finita Ian…”, sembrò triste, e lo riabbracciò per confortarlo. Lip era andato a convivere con Amanda poco dopo la laurea, nessuno credeva che sarebbero durati più di qualche anno… “Credi che sia troppo tardi per rifarmi una vita?” Chiese disperato il fratello, Ian si morse le labbra, “No, Lip, non è mai troppo tardi… E ricomincia a guardarti intorno… Alla fine non avete né interrotto un matrimonio, né rovinato la vita a dei figli…” Ian gli disse toccandogli il braccio, poi si girò quando l’inconfondibile profumo di Mandy gli arrivò al naso. “Ma guardalo il mio nipotino! Agitato come se gli sbirri gli corressero dietro…” disse questa ridendo, poi salutò tutti gli altri. Mickey aveva a malapena aperto bocca nelle cinque ore da quando si era svegliato, Ian notò che quel giorno era particolarmente emozionato, gli strinse un braccio attorno alle spalle larghe. “Tesoro… ti rendi conto di essere più agitato di lui?” gli sussurrò scuotendo la testa verso Yev, “Non sono agitato, ho solo parecchio sonno…” rispose Mickey con nonchalance. Ian rise sommessamente e riprese a partecipare alla conversazione con gli altri membri della famiglia. Alle undici un altoparlante annunciò ai laureandi di entrare. L’unica cosa che fece Yev fu girarsi verso i genitori e guardarli con uno sguardo pieno di gratitudine, poi corse con i compagni verso l’edificio. Mickey abbassò la testa ma seguì comunque la figura del figlio mentre si faceva più piccola e si perdeva nella folla di ragazzi, poi appoggiò la faccia sul petto di Ian e lo abbracciò. Fiona e gli altri guardarono la scena, addolciti da quel gesto, ma fecero finta di niente per non mettere Mickey in imbarazzo, scambiandosi teneri sguardi tra di loro. Ian assestò qualche pacca sulla sua schiena, cercando di ridere per non scoppiare a piangere anche lui, poi lo spinse con sé verso l’entrata. Il moro si ricompose subito, prese posto tra quelli assegnati a loro, finché i Gallagher non occuparono metà di una fila, Yev aveva raccontato di aver avuto problemi a prenotare tutti quei posti l’ uno accanto all’altro, eppure non ci stava nemmeno metà della famiglia al completo, infatti Carl, Debbie e Liam erano rimasti a casa, insieme a Frank, Kevin e le gemelle, Svetlana invece non si faceva vedere da tempo, chiamava il figlio ogni tanto per sapere come stava, ma non diceva dove era o con chi. Yev fu il terzo a sfilare sul palco, indossava una tunica e un cappello rosso fuoco, prese con un sorriso la pergamena che il direttore gli porse e si mise a sedere. Guardò verso di loro mentre i Gallagher si stavano risistemando dal loro grido di incitamento, ed osservò più attentamente Mickey. Era chiaro che anche Yev, come Ian, sapesse leggere suo padre dallo sguardo, Mickey lo stava osservando a sua volta, comunicandogli chissà quali cose, poi concentrò l’attenzione alla ragazza scelta per il discorso. Era carina, aveva un bellissimo viso e capelli scuri ricci, gli occhi neri… dallo sguardo con cui Yev la guardò, Ian capì che c’era qualcosa tra i due. Hannah, la laureata col voto più alto, dopo aver speso qualche parola di ringraziamento lasciò la parola a Yev in via del tutto inaspettata. Yev si avvicinò timidamente al microfono. “Buongiorno a tutti, mi chiamo Yev Milkovich, e sono passato con la modesta media di C… Hannah mi ha proposto di fare cambio posto… e non potevo perdere l’occasione di dire ai miei futuri figli ‘vostro padre ha fatto il discorso il giorno della sua laurea’!” Yev rise, insieme a tutta la sala. Ian guardò gli occhi umidi di Mickey, che orgoglioso stava ridendo. “non so esattamente cosa si dice in queste occasioni perché quando mio zio si è laureato ero un po' piccolo…” Yev con un sorriso guardò Lip, che gli fece l’occhiolino. “inizierò col ringraziare la mia enorme famiglia, che mi ha fatto prenotare sette posti, e comunque non ci è entrata tutta...” Yev rise nervosamente verso di loro, e loro lo copiarono. “… molti sono a casa, ma oggi li vedo lì accanto a quelli presenti, accanto ai miei zii e ai miei genitori.” Yev si accorse che Mickey ed Ian stavano piangendo più degli altri. Rise ancora, “Sono nato e cresciuto nel Southside, a Chicago. Ho passato la mia infanzia e la mia adolescenza in uno dei quartieri più pericolosi d’America, tra furti a mano armata ed omicidi in pieno giorno... Voi direte che è stata una sciagura… io non potrei esserne più grato. Vivere lì mi ha aiutato a capire quali sono le persone di cui posso e non posso fidarmi ad esempio, mi ha insegnato a conoscere i veri valori della vita… come la mia famiglia, che mi darebbe il mondo intero, e l’amore, che in un modo o nell’altro ci unisce tutti... Con tutta franchezza, però, devo dirvi che il mio sogno più importante di sempre è diventare un grande uomo. Come i miei papà.” Yev fece una pausa, tutti rivolsero gli occhi verso di loro. “Quei due uomini, signori, hanno passato le pene dell’inferno per amarsi alla luce del sole, e ad oggi, sono ancora in grado di piangere. Non so contare quante volte li ho guardati, mentre si tenevano per mano, o si guardavano ed ho pensato: ‘come hanno fatto?’ eppure mi hanno regalato una vita che più felice non poteva essere. ‘E come posso io diventare un grande uomo se non ho mai sofferto, se sono sempre stato amato?’ fu la mia domanda in seconda media a mio zio Carl, dopo che mi aveva raccontato la storia dei miei genitori. E lui mi disse: ‘Potresti curare il cancro, per esempio…’” ancora delle risate sommersero la sala. Ian e Mickey risero e si guardarono, “Questo è totalmente un discorso da Carl…” sussurrò Mickey. “ed è così che ho deciso di diventare dottore, grazie zio Carl!” aggiunse Yev con un sorriso furbo, in conclusione al suo discorso, poi lasciò il microfono al direttore, che ancora stava ridendo. Questo assestò una pacca amichevole sulla spalla del ragazzo, poi cominciò uno dei soliti, lunghissimi discorsi di incoraggiamento. Dal nulla, Mickey sussurrò un “Ti amo…”, Ian sorrise, si abbassò per baciargli la spalla ed avvicinandosi al suo orecchio rispose: “Ti amo…”. Fiona, accanto a lui fece finta di schiarirsi la voce ed Ian la guardò. La sorella a quel punto lo guardò sincera: “Siete bellissimi, a volte vi invidio così tanto…”, Ian scorse una nota malinconica nella sua voce e sentì il bisogno disperato di ascoltare cosa aveva da dire. “Vuoi venire fuori a parlare? Ho bisogno di un po' d’aria… per dipiù il discorso sarà estremamente noioso”, le disse piano roteando gli occhi, Fiona lo guardò con speranza, “Sì, sì, ti seguo…”. Ian si scusò con Mickey e lui annuì con un sorriso, poi si diresse fuori, accompagnato dalla sorella. “Allora… vuoi parlarmi di qualcosa?” cominciò Ian analizzando l’espressione triste di Fiona. Questa arrivò subito a punto, “Sai… io amo davvero Jimmy. Lo amo davvero tanto…”, ingoiò la saliva, “Abbiamo sempre avuto problemi di comunicazione, fin dal primo giorno in cui ci siamo incontrati… e credevo che col matrimonio e tutto il resto sarebbero cambiate le cose…” Fiona scosse la testa, “Ma non è successo, anzi, se possibile le cose si sono addirittura aggravate… ed io ho sopportato per tutti questi anni e…”, abbassò la testa. Ian le mise una mano nella spalla, “Fiona… in ogni matrimonio ci sono problemi di comunicazione… e convinciti del fatto che non ne esiste uno perfetto…” Ian ci pensò su e la sorella sospirò, “Ma credevo che tu e Mick…”. Sorpreso Ian si affrettò a rispondere, “Io e Mick? Fiona! Io e Mick l’ultima volta abbiamo litigato su chi dei due fosse più bravo a letto… e ce lo siamo giocato a carte! Capisci?! Abbiamo quarantacinque anni!” Ian rise, il ricordo aveva ancora un che di comico. Fiona scoppiò a ridere a sua volta, poi tornò seria, “Sì ma voi vi dite tutto…”, Ian prese un respiro profondo, quello era ridicolo. “Oggi, per la prima volta in trent’ anni che stiamo insieme, Mickey mi ha detto che mi ama…” La sorella lo guardò confusa, “Sì, hai capito bene, quella di prima è stata la prima volta… e probabilmente anche l’ultima. Ma sai una cosa? Ci sono dei momenti nella mia vita, quando non penso dettagliatamente ai migliaia di schifosi problemi che abbiamo, che mi dico: è tutto talmente perfetto! E lo penso davvero, insomma… penso a mio marito che mi ama, alla casa che abbiamo tutta per noi, a nostro bellissimo figlio… e dico: cazzo che fortuna.” I due si sorrisero dolcemente, “Ma effettivamente, oggettivamente, cosa c’è di perfetto nella mia vita? Mickey spesso riesce a comunicare solo con lo sguardo, ci rompiamo il culo per mandare avanti la famiglia, e Yev… la fonte del mio orgoglio e della mia felicità, Yev, lui è frutto di uno stupro, a cui io stesso ho assistito, uno stupro su mio marito.” Ian scosse la testa. “Ogni matrimonio ha il suo perché Fiona, vive di quei piccoli momenti in cui distrattamente Ii senti felice, in cui senti di avere tutto ciò che hai sempre voluto, capisci?”. Fiona annuì, “un matrimonio non deve essere perfetto, quando ami tuo marito, quando ti fidi di lui, quello è ciò che conta… amerai tutto il bagaglio. Ami Jimmy? Ti fidi di lui?”, la sorella sorrise piano ed annuì con più forza. “Bene… allora non vedo dove è il problema. Non adori il suo modo di sorridere quando gli fai una domanda a cui non vuole rispondere? Oppure la sua faccia di sfida quando litigate? O quando ti guarda come se fossi la cosa più spaventosa al mondo?” Fiona rise, “Sì, sì, amo quelle cose…” Ian a quel punto gli chiese, “E allora perché vorresti che cambiasse?” la donna diventò seria, rifletté su quelle parole, “Non ne ho idea…”. Ian sorrise soddisfatto e strinse forte la sorella. “Non facciamoci più problemi di quanti non ce ne siano di già, ok?” sussurrò Ian e gli arrivò un “Mmmh…” di risposta. Dopo qualche secondo Fiona riprese fiato, dando voce ad una daomanda, “Mi sono sempre chiesta come è vivere con uno come Mickey…” Ian sorrise, era carino che qualcuno fosse curioso di suo marito, “E' un uomo in continuo cambiamento… Mickey ha avuto una vita difficile, non puoi capire quali effetti ha avuto sul suo carattere finché non ci vivi insieme, finché nei momenti più inaspettati non ti dice qualcosa di estremamente dolce. Lui prova quelle cose, ogni istante che vive lui sente, è più sensibile di noi per certi aspetti perché per molto tempo ha imparato a nascondersi dai quei sentimenti e sotterrarli. Ed è bellissimo vederlo lottare contro la sua inclinazione fredda… Qualcuno direbbe che non ha fatto grandi passi avanti… Invece io penso proprio di sì. Mickey forse non avrà imparato a scrivere poesie d’amore, non avrà imparato ad accarezzarmi … ma Mickey sa amare meglio di tutti. Ama con lo sguardo, mentre dormi; ama con le braccia, quando ti dice di non toccarlo; ama col sorriso, anche se spesso è sarcastico… è a dir poco affascinante studiare i suoi comportamenti, vedere come si prende cura di tutto nei miei momenti di depressione” Ian si sentì in colpa per essere una maledetta spina sul fianco. “…non tutti lo farebbero…”, Fiona gli mise una mano sul collo e si accasciò su di lui, “Anche tu sei un uomo fantastico Ian, non pensare di non meritarti tutto questo… non so se Mickey te lo dice ma… lo sei!” Ian sorrise tra sé e sé, “Mickey me lo dice in ogni momento, a modo suo, ma me lo dice… lo sta facendo anche ora, sai? Io lo sento…” Fiona aggrottò la fronte, “Sei straaano!” Ian scoppiò a ridere e spinse sua sorella per riprendere i loro posti nell'auditorium. "... Ma grazie, sono orgogliosa di noi Ian..." l'uomo strinse la spalla di Fiona dolcemente e sorrise. "Ti voglio bene Fiona...".


Ok, mi scuso se vi ho annoiato, davvero... questo è l'ultimo capitolo di una storia che ho scritto sui Gallavich, ed ho pensato che fosse carino condividerlo con voi... volevo concentrare l'attenzione sulla relazione tra Ian e Yev, perché credo che il nostro Gallagher si comporterebbe così col piccolino. In quanto a Fiona, lei sarà quella che avrà più bisogno di tutti del sostegno dei suoi cari per quello che penso. Mickey farà dei minuscoli ma sostanziali progressi, l'amore tra i due non sarà e mai è stato solo fisico a mio parere... e questo è bellissimo. Non vedo l'ora di sapere cosa ne pensate. scrivete e commentate!!!! un Bacio
  
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