Prologo-
La protesta del pianto
Lei era lì, insieme a quelle donne, protestando, chiedendo, piangendo, imprecando, pregando di conoscere la verità. Che era successo? Perché una mamma non poteva avere notizie del figlio, o perché una ragazza non poteva sapere dov’erano i suoi amici e il ragazzo che di lì a poco avrebbe sposato? Martina piangeva come una fontana, e le lacrime calde che le fuoriuscivano dagli occhi rossi come il fuoco della rabbia scorrevano sul suo volto affusolato, bagnando i vestiti cuciti a mano. Ma la polizia arrivò di nuovo, e i poliziotti ebbero il coraggio di mandare delle donne disperate alle loro case, come se tutte loro stessero dichiarando guerra. Forse, la guerra l’avrebbero pure dichiarata, anzi, l’avrebbe dichiarata. Perché una persona sola? Perché solo lei, Martina Stoessel, detta Tini, aveva la forza per compiere un’azione del genere: era la forza dell’amore. Ma perché? Perché Tini voleva tanto sapere la verità sui desaparecidos del regime di Videla? Troppe avventure, troppi avvenimenti che la coinvolgevano. Una storia lunga, che fa piangere la giovane Tini. Di fronte al Palazzo di Buenos Aires ormai era rimasta solo lei, in ginocchio, con un cartello in mano. Gridava:” Jorge! Ridatemi Jorge! Dov’è? Maledetti!” . L’ ultimo poliziotto rimasto, chissà, forse per compassione, non la picchiò con il manganello. Si limitò a dirle :”Signorina, è tardi, per piacere se ne vada non può stare qui. Avanti, sono stanco anch’io, non mi va di portarla in centrale adesso. E non mi va di farle fare figure, poiché l’accuserebbero per prostituzione illegale.” Stremata dalla lunga giornata passata in piedi, si alzò, guardò l’agente con due occhi infuocati che esprimevano rabbia odio schifo e sdegno in un cocktail versato nel cuore di una diciassettenne innamorata persa di un ragazzo sparito. Anzi. Desaparcido. Si avviò verso la strada del luogo in cui viveva, l’orfanotrofio annesso alla parrocchia di San Pedro, dove abitavano anche le sue migliori amiche e i suoi migliori amici. Non appena Mercedes la vide, sfogò la sua preoccupazione:”Tini, dov’eri andata? Ancora con quelle della protesta? Lo sai che è pericoloso! Ti potrebbero arrestare, e ti chiederebbero chi è che hai perso … e allora … capirebbero tutto e …”. Faceva uno strano effetto vedere una ragazza altissima, con dei lunghi capelli biondi e un fisico da paura che era così in ansia per un’amica. Mercedes avrebbe potuto essere una grande star del cinema internazionale, ma il regima era quello che era, e non c’era così tanto denaro in giro. Ma Mercedes, detta Mechi, come tutti gli altri protagonisti della nostra storia, aveva deciso di unirsi al movimento pacifista. Lodovica, la brunetta italiana, invitò Tini a mangiare qualcosa per cena, ma la ragazza , ancora in lacrime rifiutò, e andò subito a letto. Le altre ragazze, Lodo, Mechi e Alba, anche loro, erano tristi in quel periodo. Ma perché? Perché tutti questi pianti, proteste, e questo lutto e tristezza? Dopo questa breve visione del futuro dei nostri personaggi, si comincia. Inizia la storia di amore, musica e passione di Buenos Aires nel 1978.



ANGOLO AUTRICE: ho intenzione di scrivere una ff molto intensa, che riporti al modo romantico delle soap argentine anni 70-80. scriverò gli altri capitoli il più presto possibile, spero tanto che vi piaccia come idea. Sarà un po' forte, un po' drammatico, ma come idea che ne pensate?