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Autore: FletcherRawrs    21/09/2014    1 recensioni
" indossavo un camice bianco e candido, era così morbido..
Quasi non si sentiva sulla pelle e poi aveva un profumo così buono, sapeva di.. Nuova vita. "
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un’infermiera mi si avvicinò e mi mise una mano sulla spalla rivolgendomi un sorriso.
“numero 1”
Il mio cuore saltò un battito,
le gambe mi iniziarono a tremare e guardandomi intorno notai che tutti i ragazzi e le ragazze stavano guardando me,
con tutta la forza che avevo mi incamminai verso la porta che si trovava innanzi a me,
per qualche istante ebbi un capogiro,
ma strinsi i denti e continuai il mio breve ma intenso tragitto,
mia madre notando la mia debolezza si avvicinò a me, e con gli occhi colmi di lacrime e gonfi mi rivolse un sorriso di conforto, ricambiai debolmente e continuai a camminare verso la stanza che mi avrebbe attesa per il resto della mia vita,
indossavo un camice bianco e candido, era così morbido..
Quasi non si sentiva sulla pelle e poi aveva un profumo così buono, sapeva di.. Nuova vita.
Finalmente entrai nella mia stanza.
“Beth, accomodati sul lettino, salve signora Wood, prego si accomodi”
Davanti a me vi erano 3 dottori, una donna sulla quarantina,
con capelli biondi raccolti ordinatamente e due ipnotizzanti occhi grigi che mi trasmisero una sorta di scossa elettrica appena li osservai
E due uomini uguali, gemelli,
con i capelli castani e gli occhi verde scuro,
mi sorrisero e iniziarono ad attaccarmi a varie flebo e fili,
sorrisi a mia madre mentre parlava con i due uomini e lei tentò di ricambiare il sorriso,
ma finì per mostrarmi una smorfia, un misto tra speranza e dolore;
mi chiamo Beth Wood, ho 17 anni e sono stata scelta assieme ad un centinaio di altri ragazzi malati per vivere la mia vita senza pensare alla mia malattia in un mondo virtuale, ci sono voluti anni per questo momento,
ed eccomi qui, mi sento una cavia,
sono una cavia,
ma mia madre vuole tentare,
io voglio tentare;
“chiudi gli occhi….brava”
Ero pronta,sentì mia madre darmi un leggero bacio sulla mano,
sentivo il suo respiro e i suoi singhiozzi,
la mia vita sarebbe iniziata.
“buona fortuna Beth”
Sussurrò tenendomi ancora la mano
“ è tutto pronto…3..2..1”
Strizzai gli occhi e sentì una scarica elettrica scorrere dalla mia testa ai miei piedi e improvvisamente il letto sotto alla mia schiena scomparve,
iniziai a fluttuare nel buio, avevo paura
“aiuto..” cercai di gridare ma a malapena sussurrai
Improvvisamente vidi una porta, poggiai i piedi per terra e notai che non faticavo,
iniziai a saltare e gli occhi mi si riempirono di lacrime di gioia,
corsi verso la porta e la aprì di scatto, finendo addosso ad una persona
Avevo l’orecchio contro il petto di quella persona,
per qualche istante chiusi gli occhi, sentivo quel battito cardiaco,
anche se era tutto finto, era fatto tutto così bene,sembrava così…reale
Dopo poco ricordati di essere sopra ad una persona e mi tirai su col busto,restando a cavancioni su essa,
avevo la vista offuscata ma notai che indossava il camice uguale al mio, sentivo ancora quel profumo
“ehm..”
La persona aveva un tono di voce profondo,
caldo,
la mia vista si fece finalmente nitida e i miei occhi nocciola incontrarono due occhi azzurri,
sentì le mie guance scaldarsi e tornai in piedi velocemente,
il ragazzo fece lo stesso, era altissimo,
a malapena gli arrivavo alla spalla, mi sorrise mostrandomi due bellissime fossette
“scusa..” sussurrai a malapena
Il ragazzo mi sorrise ancora di più
“piacere, Luke, diciotto”
Mi porse la mano, che afferrai delicatamente, aveva una mano enorme, probabilmente il suo pugno sarebbe stato grande quanto il mio piede
“Beth..uno”
“sei appena arrivata a quanto pare”
“ehm..si, dove ci troviamo?”
Mi guardai intorno,
ci trovavamo in una stanza dalle mura color crema e il pavimento di marmo rosa,
vi erano delle finestre dalla quale entrava del sole, mi ci avvicinai e vidi il mare,
c’erano delle persone che giocavano e si rincorrevano,
sorrisi, pensando all’ultima volta che lo avevo fatto, ero in vacanza in Italia, all’Isola D’Elba,
fu bellissimo, mia madre mi promise che saremmo tornati in quel paradiso terrestre,
ma dopo 3 mesi mi diagnosticarono il male che si stava nutrendo della mia vita e tutti i miei sogni volarono via,
spazzati dal vento ,
come delle foglie.
“ti trovi nell’ingresso, da qui puoi andare ovunque tu voglia”
“ovunque?”
domandai
“ovunque”        
Pensai per qualche istante
“vuoi andare al mare? Al parco? Molte persone vogliono andarci, oppure nella sala videogiochi?”
“c’è un teatro?”
Il viso di Luke affondò in un’espressione sorpresa che ben presto divenne un sorriso
“si”
 afferrò la mia mano prendendomi di sorpresa e iniziammo a camminare,
la mia nuova vita era appena incominciata.
  
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