Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: BlueBerries98    21/09/2014    3 recensioni
Dal primo capitolo:
[...]-Ascolta, non ti conosco quindi non so che intenzioni hai ma sappi che la scuola non può permettersi degli studenti nullafacenti e che non rispettano le regole, quindi, prova solo ad abbassare la rispettabilitá della scuola e giuro che troverò il modo per farti buttare fuori- continuai a guardarlo negli occhi sorridendo.
-Non fumare a scuola, non bere a scuola, non ubriacarti e , se lo fai, non dire a nessuno che studi qui. Segui le lezioni, studia,impegnati nelle attività,  non sporcare la mensa o qualsiasi spazio della scuola e, cosa più importante, osserva le regole.-
Fece un fischio e rise.
-Questa si che é accoglienza; posso respirare almeno?- [...]
-Questo é il tuo armadietto,  cambia la combinaziond se non vuoi che qualcuno frughi tra le tue cose.-
Notai che con se aveva uno zaino e lo mise dentro senza molto ordine.
Appena aveva sollevato lo zaino i suoi muscoli avevano fatto un guizzo e si erano irrigiditi per poi rilassarsi quando lo aveva lasciato.
-Se vuoi guardare anche gli addominali puoi dirlo. Basta solo chiedere- disse con un tono odiosamente sensuale. Sentii le guance arrossire e gli strappai i fogli dalle mani cercando un pretesto per cambiare argomento.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'My heart has chosen you'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Quello era il mio primo, vero, bacio; quello che avevo voluto seriamente e che, soprattutto, avevo creato io.
No, in realtà lui ci aveva messo abbastanza tensione sessuale ma, sicuramente, l'aveva fatto di proposito.
Morsi leggermente il suo labbro inferiore e lo sentii stringermi le mani intorno alla vita e tirarmi più a se.
Mi scappò un gemito e mi bloccai di colpo imbarazzata.
Che cazzo era quello?
Spalancai gli occhi e lo vidi sorridere teneramente.
-Tranquilla,- sussurrò con tono pacato e mi accarezzò i capelli, come se dovesse calmare un animale irrequieto, facendomi venire i brividi.
Chiusi gli occhi per godermi quella carezza e sentii le sue labbra tornare sulle mie.
Le trovavo morbide e soffici, sapevano lievemente di menta.
Le sue mani scesero fino la bordo della mia maglietta e io mi bloccai quando le sue dita incontrarono i miei fianchi.
Cosa stava per fare?
E io cosa dovevo fare?
Feci per dire qualcosa ma lui iniziò a fare dei cerchi concentrici sulla mia schiena e mi venne la pelle d'oca.
Quando provai a protestare una lieve suoneria fece vibrare il tavolino accanto a noi.
Il telefono di Nate iniziò a vibrare e scivolare verso il bordo del legno mentre la suoneria non cessava. Mi staccai ansante da Nathan e guardai il telefono leggendo "Padre." sullo schermo.
-Nathan, dovresti rispondere.- dissi a pochi millimetri dalla sua bocca.
Tolse le mani dai miei fianchi e mi sfiorò una guancia.
-Lascialo perdere, tra un po' smette.-
Mi sollevai fino a trovarmi con la schiena dritta e mi accorsi solo in quel momento della mia posizione sopra il suo bacino.
Arrossii e ringraziai il buio per aver coperto il mio imbarazzo, ma rimasi su di lui e guardai nuovamente il telefono.
-E' tuo padre.- sussurrai cercando di riprendere fiato e sorreggermi meglio sulle ginocchia per non sfiorare i suoi pantaloni più di tanto.
Perché pensavo a cose del genere?
Lo sentii sbuffare e alzò il busto lasciandomi su di lui; prese il telefono e lesse il nome, poi rifiutò la chiamata.
Aggrottai le sopracciglia e lo guardai negli occhi.
-Perché non hai risposto?- chiesi mentre poggiava il telefono sul tavolino.
Mi fissò per qualche secondo e poi si avvicinò al mio collo asciando un bacio.
-Non mi interessa parlare con lui.-
Lasciò un'altro bacio che mi fece chiudere gli occhi e tornare la pelle d'oca. Le sue labbra si posarono sulla mia clavicola e poi tornarono sul collo.
Cercai ardentemente la forza di parlare mentre lui saliva fino all'attaccatura della mascella e poi sulla guancia.
-Sono le 3 di notte, non ti sembra strano che chiami a quest'ora?-
Ma perché non ti fai gli affari tuoi, scarlett? Sta zitta e basta.
Un'altro bacio si posò sull'angolo sinistro della mia bocca, poi le nostre labbra tornarono insieme.
Posai le mie mani tra i suoi capelli e sul suo collo mentre mi dimenticavo della domanda che gli avevo appena posto e del fatto che non aveva ancora risposto.
Il suo telefono ricominciò a vibrare e a suonare insistentemente.
Ripresi fiato e mi allontanai riluttante.
-Rispondi, vado a prendere un bicchiere d'acqua.- dissi sapendo che aveva bisogno di un po' di privacy.
Mi afferrò un polso prima ancora che potessi scavalcarlo e tornare sui miei piedi.
-Scusa.- sussurrò incatenando i suoi occhi ai miei.
Sorrisi e annuii lasciandolo solo e andando in cucina.
Mi fiondai sul bancone e cercai di impedire alle mie ginocchia di tremare come se fossero impazzite. Calmati, Scarlett.
Afferrai il bordo del bancone e feci forza per non cadere come un sacco di patate.
Acqua. Avevo bisogno di acqua.
Presi velocemente un bicchiere dallo scolapiatti, afferrai la bottiglia dal ripiano della cucina e riempii il bicchiere.
-Sai benissimo come la penso.- disse Nathan, parlando al telefono.
Bevvi un sorso e chiusi gli occhi per calmarmi.
Cosa sarebbe successo se fosse entrato Greg e mi avesse trovata sopra Nate?
Divenni rossa e scossi la testa bevendo un'altro sorso.
"Così non ti calmerai affatto, stupida."
Posai il bicchiere nel lavandino e mi legai i capelli sulla nuca per raffreddarmi un po'.
-Non me ne frega un cazzo, lo sai benissimo.- ringhiò Nathan dal salone.
Perché era a casa mia? Quali problemi aveva con suo padre?
Spensi la luce della cucina e salii al secondo piano, nella mia stanza; avrei fatto a meno del mio telefono, erano le tre di notte e non avevo ancora chiuso occhio.
Ascoltai i lievi brusii che venivano dal piano di sotto finché i miei occhi non si appesantirono abbastanza da farmi addormentare.
Sentii il peso di qualcuno sprofondare sul letto insieme a me e lo sentii coprirsi con le coperte.
Un braccio mi avvolse e mi beai del suo calore per poi addormentarmi.

Il collo mi faceva male da morire, in che posizione avevo dormito per tutta la notte?
Aprii lentamente gli occhi e mi accorsi di avere la testa piegata in giù; i miei occhi incontrarono una stoffa grigia che fasciava il petto di qualcuno.
Greg era tornato e si era coricato con me?
Lo faceva solo quando ero malata, ma perché era lì? Io non ero malata, vero?
Richiusi gli occhi e li riaprii cercando di mettere a fuoco cià che vedevo.
Alzai di più lo sguardo e incontrai il viso di Nate poco più in alto del mio.
Oh...
Mossi velocemente una mano verso la mia bocca e mi assicurai di non aver sbavato .
Dovevo lavarmi i denti.
Lo guardai nuovamente e scivolai lentamente e controvoglia fuori dal suo abbraccio e corsi in bagno per prendere lo spazzolino ed il dentifricio.
Lavai anche la faccia e mi guardai allo specchio per sistemarmi meglio i capelli.
Oh, ma cosa stavo facendo? Non l'avevo mai fatto in vita mia e adesso mi importava di cosa pensasse Nate?
"Okay, calma."
Respirai lentamente e provai a far calmare il mio cuore galoppante.
Mi guardai nuovamente allo specchio.
Calma...
Buttai fuori l'aria dalla bocca e decisi di uscire dal bagno.
Sbirciai nuovamente nella mia stanza e trovai il biondino attorcigliato placidamente nelle lenzuola. Sorrisi trovandolo, nuovamente, tenero e resistetti all'impulso di andare a baciarlo.
Perché avrei potuto farlo, no? Si sarebbe ritirato infastidito? Cos'ero per lui, adesso?
Formulai quelle domande mentre scendevo le scale ed entravo in cucina molto presa dai miei pensieri.
-Ehi!- urlò Arianna alzando il cucchiaio dal suo piatto di cereali.
Urlai spaventata e poi sbattei gli occhi per capire cosa ci facesse lei lì.
Appoggiato sul bancone c'era mio fratello, teneva in mano una tazza e la tirò su per berne il contenuto.
-Ciao.- disse sorridendomi e abbassando la tazza.
Agitai lentamente la mano e mi rivolsi ad Arianna.
-Che ci fai qui?-
Presi il caffè e lo versai in una tazza di latte fumante per poi sedermi davanti a lei.
-Greg ha dormito a casa mia e, stamattina, abbiamo deciso di passare da qui per farti compagnia prima di andare al parco.- rispose immergendo il suo cucchiaio nel latte e facendo spostare la massa di cereali da un lato all'altro della tazza.
Ed ecco spiegata l'assenza di mio fratello.
"Peccato che io non fossi sola..."
Decisi di non pensarci troppo e, di colpo, sperai che Nate rimanesse nella mia stanza finché quei due non se ne fossero andati.
-Perché non vieni con noi?- chiese la mia migliore amica guardandomi con un sorriso sincero.
Osservai, di sottecchi, l'espressione di mio fratello e lo vidi fare una faccia non troppo convinta e felice dell'idea.
Scossi la testa verso Arianna e bevvi il mio latte.
-No, devo andare in biblioteca per studiare...- pensai alla prima materia che non avessi insieme a lei-... storia dell'arte.-
-Ah.- fece solo prima di bere il latte sgombro di cereali.
-Ci vediamo direttamente questa sera alla festa, allora?- continuò facendomi aggrottare le sopracciglia.
Festa?
-Quale festa?- poggiai la mia tazza sul tavolo ed accavallai le gambe.
Lei fece un'espressione incerta e guardò mio fratello con un enorme punto interrogativo sulla testa.
-Quella di Amanda. La conosci?-
Certo che la conoscevo, ero la vice rappresentante di istituto e, in più, Amanda era abbastanza mmmmh.. famosa.
Annuii e bevvi l'ultimo sorso di latte e caffè guardandola dal bordo della tazza.
-Questa sera darà una festa, ha invitato tantissima gente con la scusa del "Porta chi vuoi!" ma non sono inclusi quelli del club di scacchi e quelli del giornalino scolastico.- continuò ticcettando le unghie contro la sua ciotola.
-E me.- conclusi mettendo la tazza nel lavandino.
-Non ti ha invitata?!- urlò incredula alzandosi dal tavolo alquanto furiosa.
La guardai e feci schioccare la lingua sul palato. -Già...-
-Ma è una stronza! Non gli è bastato il pugno dell'altro giorno, ne vuole ancora?-
Aspetta... Arianna aveva dato un pugno ad Amanda?
-Un pugno?- chiesi divertita incrociando lo sguardo di mio fratello.
Lei esitò per qualche momento e poi scosse la testa tornando a rilassare le spalle.
-Non importa. Non è fondamentale da sapere. Greg ed io volevamo andarci insieme ma tu vieni con noi. Punto.- concluse con un'aria ferma ed irritata.
Scossi la testa e mi  spostai verso il tavolo con aria neutra e disinteressata.
Il fatto che, quella troia, non mi avesse invitata mi faceva sentire abbastanza di cattivo umore e non vidi l'ora che se ne andassero e mi lasciassero a rotolarmi nella mia solitudine.
-Non mi interessa andarci. L'ultima volta non è finita bene e non ho voglia di vedere tutta quella gente sudata e ubriaca che fa baldoria in una casa.- e arricciai il naso per dare più credibilità alla mia farsa.
Mio fratello sembrò prendere le parti di Arianna e si raddrizzò dalla sua posizione studiata per far morire Arianna.
Sicuramente lei stava pensando a quanto potesse essere figo in quel momento.
-Amanda non darà la festa in casa, userà la sua villa sul lago. I suoi gliel'hanno consentito.-
Ah...
-Ah...-
Mi preparai per fingere il mio miglior sorriso tranquillo ma Nathan spuntò in cucina grattandosi la mascella.
"Cristo, è bello anche con una maglietta stropicciata e... i boxer?"
Arrossii involontariamente appena lui incrociò il mio sguardo e sorrise.
"Così finisce la giovane vita di Scarlett Devis. Addio."
Perché era entrato in cucina con solo i boxer nonostante fossimo ai primi di dicembre?
-La porto io.- disse tranquillamente sbadigliando e prendendo un bicchiere dallo scolapiatti per poi versarsi un po' d'acqua e berla.
Arianna lo seguì incredula con lo sguardo e Greg si limitò a fucilarmi con gli occhi.
-Che ci fai qui, Nate?-
Il ragazzo in questione mi passò accanto e mi diede un bacio sulla guancia facendomi arrossire sotto gli sguardi increduli dei presenti.
-Ho avuto dei problemi con mio padre.- rispose e lanciò un'occhiata eloquente a Greg che annuì.
Aggrottai le sopracciglia e guardai Arianna provando a capire se lei ne sapesse qualcosa ma lo sguardo confuso che mi mandò fece cadere le mie speranze.
Cosa stava succedendo? Perché mio fratello sapeva tutto e io no?
Il silenzio calò tra noi mentre Greg e Nate continuavano amandarsi occhiatine codificate.
-Noi andiamo, Arianna?- fece sbrigativo mio fratello, alzandosi dalla sua posizione stravaccata e posando la sua tazza nel lavandino.
Arianna annuì e venne ad abbracciarmi.
-Buona continuazione.- sussurrò al mio orecchio e io le diedi un colpo con la mano.
-Vai via.- l'ammonii ridendo.
Greg se la portò via e chiusi la porta facendo tornare il silenzio in casa.
Entrai in cucina e trovai Nate appoggiato con le spalle al muro.
-Hai intenzione di portare me alla festa? Amanda non la prenderà per niente bene. Non c'è bisogno che tu mi porti, l'ultima volta mi hai dovuta portare a casa tua ubriaca. E se finisse come la scorsa volta?- avevo attaccato a parlare come un fiume in piena ma ero veramente molto agitata e Nate si sarebbe stancato di me a metà serata per andare da qualche cheerleader o da qualche ragazza che gli faceva il filo, io avrei trovato Aaron, mi sarei ubriacata come la volta prima e avrei passato la mattina seguente a vomitare.
No. Non potevo andarci.
-Non preoccuparti, non ti perderò di vista e proverò a non farti finire in qualche rissa.- ridacchiò lui venendo verso di me.
Feci qualche passo indietro e mi trovai nell'atrio.
-Ti stancherai di controllarmi e poi non puoi farlo.-
Lui sorrise quando ci trovammo in salone a furia di indietreggiare per evitare che mi raggiungesse.
Alzò un'angolo della bocca e io mi sentii svenire.
-Perché non posso farlo?-
sbattei contro il divanoe mi fermai mettendo le mani avanti a me per poterlo bloccare.
Perché non capiva?
Quando i palmi delle mie mani toccarono il suo petto lui continuò a fare forza e avvicinarsi.
-Mh?- mi incitò a rispondergli.
Sbuffai quando me lo ritrovai così vicino che il dorso delle mie mani mi toccava il petto.
-Perché sarà noioso starmi a controllare e non potersi divertire come fai di solito.-
"Con quelle troie" aggiunsi mentalmente e la prima immagine che mi venne in mente fu quella di Cassandra.
Aspettai una sua risposta ma mi baciò e mi strinse a se.
-Non definirei "noiosa" una persona che ha dato il via ad una rissa tra ragazze. E poi, tutti amano le risse tra ragazze.-
Mi staccai da lui e alzai un sopracciglio. -Dovresti ringraziarmi?-
Lui sorrise e annuì dandomi un'altro bacio che mi fece tremare le ginocchia.
Risi e lo spinsi via, dovevo farmi una doccia. -Mi stai importunando.- dissi scivolando via dal suo abbraccio e salendo il bagno.
-Dove stai andando?- urlò dal piano di sotto e potei vederlo sorridere nella mia testa.
-Mi faccio una doccia.- risposi ma non urlai.
Lo sentii ridere. -Vuoi che ti faccia compagnia?-
Scossi la testa ed aprii la porta del bagno.
-No, voglio che ti renda utile e rifaccia il letto.-
Chiusi la porta e iniziai a spogliarmi.

Pranzai con Nate e poi se ne andò per tornare a casa sua. A quanto avevo capito suo padre tornava solo la sera e se ne andava verso le 7:00 a.m quindi aveva la casa libera nonostante fosse sabato. Mi lasciò con la promessa che sarebbe tornato per le 9:00 p.m per portarmi alla festa con lui.
Nonostante fossi del tutto convinta che mi avrebbe lasciata appena arrivati mi costrinsi a pensare positivo e feci un'altra doccia.
Arianna mi aveva mandato qualche messaggio per sapere cosa stessi facendo con Nate ma le avevo risposto solo con insulti vari e l'avevo informata del fatto che Nathan se ne fosse andato appena dopo pranzo e che, no, non avevamo fatto niente di strano.
Lanciai il telefono sul letto e mi fiondai all'armadio sperando di trovare qualcosa di decente da mettere.
Non trovai niente di interessante ed entrai nell'armadio di mia madre sperando in qualche dono divino- come un vestito decente o una gonna abbastanza figa.-
Trovai un top ripieno di paillettes nere e dei tacchi rossi.
Scartai i tacchi da spogliarellista e arraffai il pezzo di sopra, riportando il tesoro nella mia stanza e abbinandoci una gonna nera a vita alta che mi arrivava quattro dita sopra il ginocchio. Misi le stesse scarpe della festa prima e andai a truccarmi sperando di creare un'opera d'arte abbastanza decente da guardare.
Stavo passando la seconda mano di mascara quando suonarono alla porta.
Nate.
Mi controllai nuovamente allo specchio e tolsi il lucida labbra alla ciliegia con un pezzo di cartaigenica. Mi si stavano impastando tutte le labbra e mi faceva sembrare una papera.
Okay. Calma.
Suonarono nuovamente e corsi al piano di sotto pregando tutti i Santi del cielo di non farmi cadere da quell'altezza.
Arrivai alla porta sana e salva e feci un'altro, enorme, respiro prima di aprire.
-Ehi.- sorrise Nate guardandomi da capo a piedi.
Mi sentii subito avvampare e mi limitai a sorridere e a cacciare indietro il mio momento d'imbarazzo.
"Dì qualcosa di decente!"
-Ehi.- dissi solo facendolo entrare.
"Idiota."
Mi schiarii la gola e sciolsi i capelli che avevo raccolto in una coda alta.
-Vado a prendere la borsa e poi possiamo andare.-
Lui annuì e io salii al piano di sopra per prendere la borsetta che avevo lanciato sul letto e il telefono.
Controllai la mia figura, nuovamente, allo specchio e mi pettinai i capelli con le dita alla buona.
Spensi le luci e tornai al piano di sotto trovandolo sul divano.
-Possiamo andare.- dissi spostandomi i capelli dalla faccia. Lui sorrise e mi raggiunse.
Feci per aprire la porta, rigida come un palo, ma lui mi bloccò la mano e io lo guardai incuriosita.
-C'è qualcosa che non va?- chiese perforandomi con lo sguardo.
"A parte il fatto che sono tesa come una corda di violino e che mi tremano le gambe?"
-No, tranquillo.- sussurrai a fior di labbra.
Aspettai che lui levasse la sua mano dalla mia e mi lasciasse aprire la porta ma i suoi occhi si abbassarono sulle mie labbra e si fece più vicino.
-Sicura?- mormorò a pochi centimetri da me.
Inspirai con il naso ma non risposi.
Rismase un attimo fermo e poi mi baciò, togliendo la sua mano destra dalla mia e poggiandola sul mio fianco. Allacciai la mano libera al suo collo e lo portai più vicino mentre il mio nodo alla pancia si scioglieva e mi tranquillizzavo.
-Stai parlando con Scarlett Devis. Io sono sempre sicura.- dissi sorridendo beffarda a pochi centimetri dalle sue labbra.
Lui ridacchiò e annuì allontanandosi. -Certo.- ghignò senza nascondere il suo sarcasmo.

Angolo autrice.
Questa volta non è stata colpa mia. Giuro!
Dobbiamo formattare il pc e mio padre si è incollato tutti i giorni davanti allo schermo per salvare il salvabile e analizzare le foto delle cartelle.
Comunque eccoci con una settimana di ritardo ed ecco il nostro capitolo 21 :D
Premetto che non sono molto convinta dell'ultima parte ma okay e vorrei comunicare a tutte quelle che mi hanno fatto notare gli errori di battitura o grammaticali che, finalmente, ho riletto mezzo capitolo. Quindi mezzo capitolo è corretto. Teoricamente.
L'altra parte non è corretta perché... bho non mi andava di leggere e volevo aggiornare subito.
Quindi ringrazio le persone che hanno recensito l'ultimo capitolo e sono:
Misaki Jackson Potter
LeeHeller
Katherine16
DeepMemories
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e ci vediamo la prossima settimana (se ci arrivo)
Baci.
BlueBerries98

 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: BlueBerries98