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Autore: Yra_Giada    22/09/2014    0 recensioni
E' il compleanno di Urahara ma a Karakura sembra che non ci sia nessuno con cui festeggiare, così il nostro Kishuke, avvilito e triste, torna all'emporio per mangiare almeno un dolcetto con Ururu e Jinta e bere un po' di sake con Tessai. Quando apre la porta scorrevole però non c'è nessuno, e sulla tavola c'è solo un bigliettino: ''Urahara senpai, corri subito alla stanza degli allenamenti nello scantinato, è successo un guaio con Ururu!''
Genere: Comico, Erotico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kuchiki Rukia, Renji Abarai, Un po' tutti, Urahara Kisuke, Yoruichi Shihoin
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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COMPLEANNO
 
Kishuke Urahara si guardava attorno un po’ malinconico, le mani in tasca mentre i suoi zoccoli producevano un acuto ticchettio sull’asfalto.
Una coppia lo salutò gentilmente “buonasera” disse la signorina, Kishuke si tolse il cappello e salutò con un largo sorriso.
Quando però i due passarono oltre tornò serio. Era il suo compleanno e nessuno pareva essersene ricordato. Era giunta la sera che nemmeno uno dei suoi amici o conoscenti gli aveva fatto gli auguri; forse perché ormai ne aveva fatti talmente tante centinaia di compleanni che nessuno ne faceva più caso o forse per una semplice dimenticanza collettiva, ma Urahara segretamente ci stava male.
Come se non bastasse poi, anche se avesse avuto voglia di festeggiare non avrebbe potuto farlo con i suoi amici. Ichigo e Inoue erano al mare assieme, avevano festeggiato il mese precedente un anno di fidazamento e Isshin –ficcanaso e inopportuno come al solito- aveva tanto insistito per seguire la coppietta felice che aveva finito per portare anche Yuzu e Karin in vacanza con loro. Renji e Rukia se n’erano andati fuori città, Rukia continuava a sostenere che era per cercare un appartamento dove vivere, la verità era che tutti gli appartamenti che guardavano finivano sempre per essere usati solo come rifugio di una notte d’amore; “si, grazie, abbiamo valutato e non ci intaressa” era la tipica frase che Renji diceva al rivenditore dopo aver fatto l’amore con la compagna in ogni angolo della stanza. E Rukia lo assecondava; sebbene non le andasse a genio la continua ed irruenta sete di sesso animalesca del suo compagno lo amava e, in fin dei conti, anche a lei piaceva concedersi qualche nottata abbracciata al suo amore.
Chad era ancora uno scapolone felice, nonostante fosse costantemente circondato da ragazze che lo ammiravano per il suo fisico.
Persino Uryuu era irraggiungibile perché mancava per un’occasione importante.
Però…
pensò Urahara stipito, accennando un sorriso al solo pensiero
ci vuole coraggio ad andare a cena a casa di Mayuri per dichiarare al padre il suo amore per Nemu. Mi sa che appena tornerà dovrò curargli qualche arto mozzato o roba del genere.
Aggiunse con una risatina e si diresse a passo lento a casa sua.
E Yoruichi… beh, Yoruichi chissà che fine aveva fatto.
Esasperato avrebbe tentato di festeggiare con chi gli rimaneva.
“Tessai, Jinta, Ururu! Accendete qualche candelina, è il mio compleanno” disse con il suo solito entusiasmo, spalancando la porta a scorrimento dell’emporio.
Ciò che trovò fu solo una stanza vuota.
“Jinta” chiamò cercando l’interruttore, accese la luce ma trovò la stanza deserta. “Ururu, dove sei finita, Tessai?” continuò a chiamare guardando un po’ qua un po’ la, senza capire.
Era tardi, dovevano essere tutti a casa.
Poi sul tavolo scoprì un bigliettino che pareva scritto frettolosamente con la calligrafia di Jinta. Incuriosito lo spiegò e lesse quanto c’era scritto.
“Hurahara senpai, corri subito alla stanza degli allenamenti dello scantinato, è successo un guaio con Ururu!” recitavano quelle poche e sconcertanti parole.
Urahara non se lo fece ripetere, scattò con la mano verso la spada ed estrasse Benihime, spalancando la porta che lo divideva dalla stanza con il passaggio per lo scantinato.
“Ururu!” urlò preoccupato gettandosi dentro la botola, trovandosi quindi nella sala degli allenamenti che sembrava un enorme deserto roccioso  e percorrendo di corsa le scale che lo avrebbero portato a terra, i denti stretti, pronto a combattere.
“Ururu, stai…”
“SORPRESA!” Il rumore di esplosioni riempì le sue orecchie e presto la sua visuale si riempì di coriandoli colorati.
Urahara spiccò un salto prodigandosi in un urlo che Renji si affrettò a definire da mammoletta.
Dopo qualche secondo per riprendersi e dopo aver tirato il fodero di Benihime in testa a Renji, Kishuke si permise un largo sorriso.
C’erano tutti, Hisshin, Tessai, Jinta, Ururu, Renji e Rukia, Ichigo e Orihime, Chad, Ishida… Nemu… e MAYURI!!!!
“Ragazzi, ma non eravate tutti via?”
“Te l’abbiamo detto vecchio mio, SORPRESA!” disse Hissin mettendogli tra le mani uno spiedino di frutta
“non è stata una nostra idea” sbottò Kurotsuchi sorseggiando un bicchiere di vino. Chad gli si avvicinò con lentezza all’orecchio. “Si è intrufolato” disse solamente indicando Mayuri che batteva le mani sulle spalle un po’ di Nemu e un po’ di quello che, con tutta probabilità, ora era il suo fidanzato ufficiale, Uryuu.
“Urahara chan, assaggia qualcosa avanti, è la tua festa” esclamò Inoue e, spintonando gli altri per fare largo al festeggiato, rivelò agli occhi di Kishuke un grosso tavolo imbandito con bevande e stuzzichini di ogni tipo. Quell’abbondanza in mezzo al campo di allenamento di terra arida creava un piacevole contrasto.
Finalmente con il sorriso sulle labbra e sulla spalla la mano di Renji si apprestò a sorseggiare un bicchiere di vino e sbranare il suo spiedo di frutta, quando una voce fin troppo nota gli si insinuò nelle orecchie… dolce… come un canto.
“Yo, testa di cazzo, è questo il modo di salutare l’organizzatrice della festa!?”
Voltandosi vide Yoruichi, immobile dietro di lui con in mano un grosso calice.
“Se tu ti fossi fatta vedere prima ti avrei salutato” disse con un sorriso
“balle, non hai salutato nessuno” disse avvicinandosi con lunghi e sensuali passi, fingendo noncuranza. Quando furono abbastanza vicini però sorrisero entrambi e si abbracciarono “buon compleanno deficente”
“grazie mille, che donna di classe” scherzò Urahara rivolgendole un largo sorriso.
La festa proseguì nei migliori di modi, nessuno avrebbe creduto ne che Inoue potesse cucinare dei cibi commestibili e addirittura buoni,  ne’ che Mayuri potesse ascoltare il genere di musica che ora, sparata a tutto volume nel terreno degli allenamenti, stava riscuotendo un enorme successo.
“Mi dispiace che mio padre sia così strano” mormorò  Nemu cercando di distogliere lo sguardo da Mayuri che ballava, Uryuu le si avvicinò e, timidamente, le strinse una mano “la gente strana si trova ovunque” boffonchiò cercando anch’egli di distogliere lo sguardo da quello spettacolo imbarazzante ed esilarante al tempo stesso.
La birra ed il vino scorsero a fiumi, Ichigo, piacevolmente brillo, si esibì nel bacio della sua dama davanti a tutti gli invitati, Renji, piacevolmente ancor più brillo… calcò un po’ più la mano.
E mentre i ragazzi si divertivano e Urahara si godeva l’allegria meritata per il suo compleanno, una mano delicata gli sfiorò il mento.
“Seguimi” disse solamente Yoruichi e Kishuke non se lo fece ripetere.
Salirono le scale quatti quatti senza che nessuno si accorgesse di loro, uscirono dalla botola e prima ancora che Urahara potesse contestare Yoruichi già lo aveva afferrato per le guance e lo stava premendo contro la sua bocca. Quel gesto così inaspettato li fece ruzzolare a terra ma la donna parve non farci caso e, dalla sua posizione di superiorità, sfilò Benihime dal fodero dell’uomo e la infilò di traverso tra le ante della botola in modo da chiuderla.
Lo baciò di nuovo e Urahara, inutile dirlo, non ci pensò nemmeno ad allontanarsi, anzi. Dopo appena qualche secondo si ritrovò a petto nudo sotto il giogo di quella donna che, nonostante i suoi delicati tentativi, non ne voleva sapere di abbandonare la sua posizione di comando, seduta a cavalcioni del suo petto.
“Yoruichi…” ma il bacio non lo lasciò continuare.
“Sei ancora che parli?” domandò la donna con un sorriso obliquo “aiutami a togliere questa piuttosto” disse e si mise ad armeggiare con la maglia che aveva indosso. Kishuke si sollevò con il busto e poggiò le sue mani su quelle della donna, aiutandola a sfilarsi l’indumento e trovandosi petto contro petto.
Il seno prosperoso di Yoruichi non gli impedì di abbracciarla con forza ne di tentare un’altra volta di metterla con le spalle a terra.
Il risultato riuscì solo a metà infatti, quando la donna si trovò con la schiena sul freddo pavimento, non ci mise molto a bloccarlo con il piede sul mento. Si sollevò in piedi e tirò su con se anche il compagno, sfilandosi i pantaloni e guardando l’uomo fare lo stesso.
Urahara doveva avere un’idea molto più maschilista del sesso in quanto tentò nuovamente di soggiogare Yoruichi al suo volere, inchiodandole le spalle al muro. La donna però non si lasciò baciare ne’ tantomeno sottomettere, gli saltò in braccio trovandosi nuovamente a condurre il gioco.
“Sei una tipa tosta” ridacchiò Urahara
“ovviamente, perché, non mi conosci abbastanza?”
Solo afferrandola per entrambe le spalle e mettendo un po’ più di forza nel suo gesto riuscì a sbatterla finalmente con le spalle al pavimento, producendo un rumore di asi scricchiolanti.
Da quel momento si lasciò domare, Kishuke la tenne stretta a se, amandola sul pavimento del suo emporio. Scoprì con estremo piacere che il suo sentimento verso Yoruichi non era cambiato, che la amava ancora come le prime volte in cui si erano visti, che ancora desiderava averla per se, ma questa volta per un tempo più lungo.
I suoi continui vagabondaggi lo distruggevano, quella donna arrivava, combatteva, viveva la sua parte di avventure e poi se ne andava, sparendo, a volte per anni.
Quel tesoro così irraggiungibile e sfuggevole più volte l’aveva spinto a cercare di dimenticarla, ma ora tutto era diverso. Provò ribrezzo per se stesso alla sola idea che un tempo avrebbe voluto cancellarsela dalla mente, ora che finalmente l’aveva raggiunta non voleva più lasciarla andare via.
“Ti amo” mormorò tra gli affanni mentre stringeva tra le mani i fianchi morbidi della donna.
“Idiota” disse solamente Yoruichi, assecondando i movimenti del compagno con il bacino. Raggiunsero l’apice assieme e Urahara si trovò a pensare che oltre a quella erano tante, troppe le cose che avevano in comune. Troppe da ignorare.
“Amami anche tu” mormorò, quasi in una supplica, prendendo le sue mani tra le proprie.
Yoruichi non abbassò lo sguardo, anzi, intensificò la profondità del proprio “Idiota. Ti ho sempre amato” disse e lo baciò con passione.
Dalla botola arrivò qualche tonfo, Ichigo che batteva con il pugno sulle ante una volta constatato che erano bloccate.
“Apri, dannato, devo pisciare!”
I due amanti risero.
“Aspetteranno” sussurrò Urahara mentre Yoruichi si sdraiava sul suo petto.
  
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