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Autore: Mizu Himesui    04/10/2008    4 recensioni
"E scommetto che non diresti che il bastone del puffo è piccolo se adesso te lo mettessi nel cu-" Rocco deve andare a comprare una cosa per suo padre in farmacia, si chiama pre...
Genere: Demenziale, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una storia ricca di doppisensi scritta a quattro mani da me e una mia amica. Lo so che in certi punti la grammatica, la sintassi e tutta quella roba lì lasciano molto a desidarare ma *punta dito accusatore* è Jess che sbaglia ù__u

Enjoy <3

Io: rosso

Lei: azzurro




Aveva solo tre anni quando iniziò a

guardare video istruttivi sulle api e i fiori. Erano filmati molto po

veri di immagini sugli alveari, ma questo non gli importava. Infatti si divertiva un mondo a guardare quei video, lo portavano quasi sempre a ma

ravigliarsi di come la vita fosse ricca di se

nsazioni forti, di gioia, di dolore, di lavoro e di org

anismi formatisi grazie alla selezione naturale e tante sco

nvolgenti evoluzioni. La mamma diceva sempre a Rocco “Che bravo che sei, sono sicura che da grandi diventerai un famoso tro

ttolino amoroso, con la tua dolcezza farai innamorare tutte le donne, che vorranno immediatamente fare se

mpre quello che vuoi.” Rocco non rispondeva perché imbarazzato, ma appena la mamma se ne andava in un’altra stanza adorava fantasticare, e toccare continuamente il suo grande

copriletto con la foto del suo idolo Gargamella stampata sopra. Un giorno, mentre stava facendo ciò che faceva ogni giorno sul copriletto, la mamma entrò nella stanza senza ve

dere nulla di ciò che faceva suo figlio, e disse “Senti Rocco, avrei una commissione da affidarti: devi andare in farmacia e prendere qualcosa per tuo padre. Si chiama pre

sina, deve scolare la pasta, ma vuole quelle sterili, che vendono solo là. Stai attento a non cadere, perché potrebbe finirti qualcosa nel cu

ore della presina, la parte più delicata, che rischia di rompersi facilmente”

Così Rocco, mentre camminava verso la farmacia e giocherellava con la monetina che gli aveva dato la mamma, inciampò, e fece cadere la moneta a terra. Si chinò a raccoglierla e quando alzò lo sguardo vide davanti a sé una di quelle donne che lavorano per strada, una tr

asportatrice di carichi, una camionista, insomma. Questa donna lavorava soprattutto sulle tangenziali e, impietosita dal povero Rocco che aveva perso la monetina, mise una mano sotto il cappottò, cercò quella cosa che aveva là sotto e gliela diede.

Era una gomma da masticare, o almeno così sembrava. Era di forma oblunga, semitrasparente, quindi, se era una gomma, era sicuramente usata, o magari era una di quelle chewing-gum lunghe, le sue preferite. Rocco si incuriosì molto quando la donna cercò di infilargliela giù per il suo grande

dito medio, che il povero Rocco si era rotto cadendo a terra. “Stai tranquillo, questa gomma da masticare ti lenirà il dolore, è come il lubrificante nell’an

tiquato negozio che si trova dietro l’angolo. Comunque sono curiosa: che cos’è quella grossa cosa che tieni sotto i pantaloni? Non sarà mica il tuo ca

rillon, il tuo regalo segreto per il compleanno della mamma? Non dovresti portarlo in giro così, si rovina; ti suggerisco di regalarle un vi

brante massaggiatore per i piedi, io l’ho provato e si stimola così tanto che quasi arrivi all’or

a di cena e non hai nemmeno voglio da farla, e compri qualche cibo precotto, come dei ca

volini di Bruxelles, che ricordano tanto delle palle,

si, proprio quelle che si usano per giocare alle biglie sulla spiaggia d’estate, quando fai tante sculture di sabbia a forma di pe

nosi castelli, si, penosi, perché ti riescono troppo piccoli e stretti, come il piccolo bastone del puffo…”

“Non prendere in giro il puffo!” disse Rocco, quasi isterico; “Il puffo e Gargamella non si toccano, perché sono i miei idoli e ce l’hanno tutti e due molto grande,

la casa, anzi, il castello, perché sono ricchi  e famosi, e anche due stupendi attori po

veri di presunzione e di egoismo, sono sempre disponibili a farlo, intendo un nuovo film, inoltre a loro piace andare a put

refare i cadaveri, si perché loro non sono necrofili come potresti pensare, ma anzi aiutano la società facendo decomporre la spazzatura! E scommetto che non diresti che il bastone del puffo è piccolo se adesso te lo mettessi nel cu

mulo di cadaveri e lo confrontassi con questi!” La camionista fece un’aria perplessa, poi si illuminò e aprì il di getto il suo cappotto: Rocco restò a bocca aperta: non aveva mai visto due te

letubbies così belli. Erano in puro velluto, apparivano morbidi al tocco e soffici da stringere.

“Se vuoi posso farti un regalo, Rocco. Vuoi?”

“Si che lo voglio, che regalo mi fai e come me lo fai?” chiese Rocco con gli occhi tutti luccicanti alla vista dei teletubbies.

“Anche qui in strada, ma devi aprire i pantaloni, altrimenti non posso farti il pom

poso fiocco al carillon per tua madre.”

“Che bello!” esclamò Rocco quando la donna finì di sistemargli il gingillo “Non ho mai visto niente di più vistoso e grosso, sono sicuro che appena lo vedrà, a mia mamma gli verrà un colpo!”. La camionista disse “Ti devo confessare un segreto… sotto i teletubbies ho due bocce en

trate così a fondo nel mio cuore che ora non riesco più a farle uscire! Sai, ci giocavo sulla spiaggia da giovane, e anche se piccole, mi piaceva un sacco maneggiarle, assieme alla carota di mio padre, la teneva sempre nel costume e io la usavo per giocare; era così gustosa che spesso la succhiavo e ne assaporavo a pieno il sapore… però dopo un po’ mia mamma si ingelosì, perché anche a lei piaceva un sacco la carota del papà, ma visto che io gliela succhiavo per prima poi il papà era stanco, e dato che non voleva rovinarsela non la dava alla mamma.”

“Povera mamma!” disse Rocco “aveva fame, no?”

“Si, era molto affamata, così andava in giro per la spiaggia a chiedere del cibo agli altri villeggianti. I signori erano gentili, le davano cetrioli, zucchine, carote, banane e piselli, le signore un po’ meno, le davano solo patate. Così, girando per la spiaggia, la mamma si faceva una bella sco

rpacciata e le tornava il buon umore…”

Rocco e la camionista si salutarono dopo la bella chiacchierata, e il giovane riprese il suo cammino verso la farmacia.

  
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