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Autore: annabeth lightwood    22/09/2014    4 recensioni
L'alba. Un sorriso. Un giuramento. Un giuramento che può uccidere te, ma salvare gli altri. Una lacrima. e niente più.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Percy Jackson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono già le otto e un quarto,
ma io non sorrido più
 
L’ alba è una cosa favolosa. I colori si mischiano, il rosa, l’arancione e l’azzurro del cielo sembrano diventare una cosa unica. E il sole, quella palla dorata incandescente, sembra venir sputata fuori dall’ acqua. Ma non è così. Sono già le otto. Sorrido. Apollo si è di nuovo dimenticato cosa significa essere in orario. E ciò mi riporta alla triste realtà. Me ne sto seduto sulla barra della prua dell’ Argo II. Annabeth è ancora in camera sua, probabilmente cercando di dormire e di scacciare quegli incubi orribili riguardo il Tartaro. Rabbrividisco. Come ha fatto Nico a sopravvivere ad esso lo sa solo lui. Io ed Annabeth non solo eravamo in due ma avevamo anche altri due alleati dall’ interno. Scuoto la testa. Il solo pensiero mi provoca un dolore acuto all’ altezza del petto. Penso di tuffarmi un po’ ma mi rendo conto che forse è meglio di no . Mio padre non mi considera e non prova neanche a parlarmi, a differenza degli altri dei. Maledetto Zeus e le sue idee del cavolo. Per vincere questa guerra, lo sanno tutti, bisogna che dei e semidei collaborino. E lui che fa? Si mette a dettar leggi e impedisce agli altri dei di avere qualunque rapporto con i figli. Chiudendosi nell’ Olimpo. E, per la prima volta, dopo tanto tempo, mi rendo conto di aver paura. Non per me. Ma per gli altri. Se è vero quello che dice la profezia, uno di noi morirà. E io dubito che ci sarà un’ unica perdita. Ma, se così fosse non voglio che nessun altro muoia. Sono stanco. Stanco di vedere gli dei non fare niente per orgoglio, stanco di vedere Gea rovinare la vita dei miei amici, stanco di vedere Annabeth, la mia Annabeth, triste sempre per colpa sua. Non credo che gli dei siano tanto diversi dai titani. O da Gea. A nessuno di loro importa di noi. Possiamo morire o no, ma loro rimarranno sempre lì, chi per orgoglio, chi solo per gusto, a vederci cadere uno dopo l’altro senza muovere un dito. E decido di fare una cosa. È stupido da parte mia ma non voglio più che nessuno muoia per mano di Gea o degli stessi dei. E capisco. Capisco quel verso della profezia “ con l’ultimo fiato un giuramento si dovrà mantenere”. E per quanto so sia sciocco e avventato, lo faccio. Mi alzo in piedi e mi porto una mano sul cuore. Prendo un bel respiro e parlo:
- Sarò io a morire per mano della profezia. Nessuno fra i miei amici,nessun semidio o mortale morirà in questa guerra. Lo giuro.- una lacrima scivola silenziosa sulla guancia –Lo giuro sullo Stige.
L’alba è una cosa favolosa.
La lacrima continua il suo percorso, arriva al mento.
Il rosa, l’arancione e l’azzurro del cielo sembrano diventare una cosa unica.
La lacrima si ferma, e incerta, scende.
E il sole, quella palla dorata incandescente, sembra venir sputata fuori dall’ acqua.
La lacrima scende e cade nel vuoto.
Ma non è così.
Cade nel vuoto, fino a diventare un puntino invisibile in mezzo al mare.

Sono già le otto e un quarto, ma io non sorrido più.



ANGOLO ANNABETH:

Spero vi sia piaciuta. E considerato che è la mia prima fanfiction, beh, spero di essere andata almeno "abbastanza" bene. con questo vi saluto. Adios!

   
 
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