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Autore: She_write    22/09/2014    1 recensioni
Ci sono volte in cui non pensi a quello che stai facendo. Semplicemente ti lasci andare, ti godi il momento e non pensi a nulla. Ma passato del tempo, finito quel momento, ti accorgi dell'importanza che esso ha.. E allora sì che ci pensi. Ti assilli la mente di domande e paure. Pensi che da ora le cose cambieranno.
E puoi solo affrontarne le conseguenze.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ci sono volte in cui non pensi a quello che stai facendo. Semplicemente ti lasci andare, ti godi il momento e non pensi a nulla. Ma passato del tempo, finito quel momento, ti accorgi dell'importanza che esso ha.. E allora sì che ci pensi. Ti assilli la mente di domande e paure. Pensi che da ora le cose cambieranno.

Per me le cose sono cambiate ieri. Quando io e il mio coinquilino Samu... meglio che vi spieghi dal principio. Così capite per bene l'accaduto.

Samuele lo conosco da più di quattro anni. Allora era il ragazzo di Anto, mia cugina. Lei me lo ha presentato e fin da subito siamo andati d'accordo. Ridiamo un sacco, e con lui posso parlare di tutto. Lui è in grado di farmi amare perfino il lato peggiore di me. E poi mi dà una forza incredibile. Ogni volta che ci vediamo mi chiede come sta andando il mio romanzo.

''Speriamo bene.'' mi limito a dire.

''Ehi. Sei tu il giudice di te stesso. Se lo terrai per te o riuscirai a pubblicarlo, non è importante. Hai un'intera vita d'avanti per pubblicare un libro.'' Era il mio sogno pubblicarne uno, e ci stavo provando. Solo lui sapeva quanto.

''Lossò, lossò bene. Ma sai che dipendo dal giudizio altrui.''

''E non dovresti. Quando sei te stessa se davvero sexy, smetti di fingere per accontentare gli altri.'' a queste parole sorridevo sempre. Solo quando me lo diceva lui ci credevo. Era come un fratello per me. Poi è diventato anche il mio coinquilino. Già! Finalmente stavo andando a vivere sola. Anzi, meglio! Insieme a Samu. Il meglio, no?

Nei giorni passati ci siamo limitati a fare il traslocco. Dobbiamo ancora dipingere i muri e comprare più di metà dei mobili. Ed è pieno di scatoloni.

Venerdì è successo ciò che ha probabilmente scaturito il cambiamento. Mia cugina mi ha chiamata chiedendomi di venire a cena a casa sua e di Giovanni, il suo ragazzo, e di fingere di stare assieme a Samu. Era molto geloso Giovanni, perchè è napoletano probabilmente. Loro sono molto passionali dicono. E la voce che gli è arrivata, non lo ha certo reso felice: ha scoperto che Samu e lei sono stati assieme. Anto per giustificarsi ha detto che ora lui sta insieme a me, e che non c'era di che preoccuparsi.

''Senti...stavamo litigando. E la cosa mi è sfuggita di mano. Aiutami! Siamo cugine, no?'' mi aveva detto lei per giustificarsi.

''Ok, capisco. Ma la verità viene sempre a galla. Lo scoprirà. ''

''Ma per allora gli sarà passata. E non se la prenderà certo con voi! Dai, che ti costa?'' mi supplico lei.

''Penso che uno sconto alla Mondadori possa andare bene...così compro quel libro che mi manca. No?'' la provocai io.

''Ti odio.''

''Ehi, uno anche per me! Non vorrai che io mi perda quel CD di cui ti parlo tanto? Sarà una scusa per scassarti di più.'' urlò Samu dalla cucina.

''Sì... sei in viva voce'' confermai io.

''Anzi. VI odio.''

''Gentile da parte tua...''

''Sabato a cena. Niente scuse. Ve la farò pagare.'' e spense la chiamata.

 

Alle 8.10 dovevamo arrivare. Erano le 7.00, e non eravamo ancora pronti. Samu era in bagno a farsi la barba. Io a provare abiti. Non sapevo proprio cosa indossare.

''Aiutami però!''

''Di solito che indossi per una cena?''

Ci pensai. In fretta provai il tubino nero in pelle e una camicia bianca in seta.

''Amore, come sto?'' finsi una voce sexy, forse mal riuscita.

Lui distolse lo sguardo dalla sua immagine nello specchiò. Mi guardò.

''Secondo me senza vestiti staresti ancora meglio'' si limitò a dire.

Io mi limitai a fare una smorfia. Poi guardai la sua mano. O meglio. Quello che aveva in mano.

''É un rasoio. ''

''Mannò... da solo non me ne sarei accorto. Grazie per l'aiuto.''

''Intendo... non è il tuo rasoio. Sai... noi donne ci depiliamo...''

Mi fissò per un istante. Sgranò gli occhi. Infine scoppiammo a ridere. Tanto da doverci sedere per terra. Avevo mal di pancia ormai, così smisi. E pure lui suppongo. Ci fissammo. In silenzio. I suoi occhi mi diedero i brividi lungo la schiena. Aveva degli occhi magnifici. Trasmettevano amore. Occhi color amore erano. 'Se l'amore fosse rappresentato da un colore, per me dovrebbe essere questo.' pensai.

Distolsi lo sguardo. Stavo per alzarmi ed aprir bocca per parlare. Lui però mi tirò per il braccio.

''Bianca, mi spiace ma stavolta ti impedisco di scapparmi.'' Il mio nome pronunciato da lui assumeva tutto un'altro significato.

Per un istante ci guardammo negli occhi, un istante davvero breve, perchè il bacio scattò subito. Le mie labbra contro le sue. Sono queste, quelle che gli altri definiscono farfalle? Io ho un'intero zoo che fa baldoria nella pancia, altro che farfalle. Stava per staccarsi da me, ma io lo trattenni.

Così continuammo, e più forte. Più passionale.

Mi prese in braccio. E mi guidò verso la mia stanza. Era la più vicina, suppongo per quello. E ci sdraiammo. Il tutto era così naturale. Mi lasciavo andare semplicemente. E successe. Quello che non doveva succedere. Passammo la notte insieme... macchè dico. Abbiamo fato l'amore. Tanto vale che io sia sincera. Ad un certo punto gli dissi che desideravo che fosse stata quella la mia prima volta. Lui sorrise. Mi rispose semplicemente :''Questo non mi sembra fingere...''

Sorrisi anche io. Mi baciò la fronte. Adoravo quando lo faceva. Mi faceva sentire amata.

Passammo il resto della notte dormendo abbracciati.


Quando mi svegliai non capì che cosa stava succedendo. Mi guardai. Ero nuda. Mi alzai a sedere per capire meglio. E poi lo notai. Dall'altra parte del letto Samuele dormiva in uno strano modo. Era con il braccio penzolante fuori dal letto. Sorrisi. Poi ci pensai. Che ci faceva nel mio letto?

Realizzai il tutto. Ero scossa. Mi alzai per decidere il da farsi. Poi pensai che prima mi sarei dovuta vestire. Lo feci. E il mio primo istinto era quello di scappare. Così presi le chiavi e il cappotto leggero, perchè la brezza di settembre si faceva sentire.

Quando da piccola ero impaurita, scappavo. Ora però ero grande. E incapace di farmi coraggio per affrontare la situazione. Usci dalla porta. E cercai di chiudermi quel casino alle spalle.

   
 
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