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Autore: DarkCelebi    22/09/2014    2 recensioni
La storia di quattro Allenatori dal passato oscuro che viaggiano per Hoenn in cerca di gloria. O di vendetta.
Nemici, avventure, tradimenti, una prova misteriosa e una grande passione.
Potrà mai il Destino regalare un futuro radioso a chi ha così tante ombre nel suo passato?
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Manga, Videogioco
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htdiy Tap. Tap. Froosh. Uno Zigzagoon salta fuori dall’erba alta del Percorso 101. Un riflesso. Un’ombra proiettata sul folto pelo del Pokémon. Ora giace a terra, svenuto.
L’allenatore rimette nel fodero il suo Honedge e continua a camminare. Nessun rumore oltre al suono ovattato dei suoi passi sull’erba.
Dopo qualche minuto è arrivato a destinazione. “Albanova” sussurra “Finalmente inizia un nuovo viaggio”.
La piccola cittadina in cui si trova ora a camminare il ragazzo é molto diversa dalla sua Amarantopoli. Qui non si respira aria di leggenda, non é sempre autunno, qui non ci sono tipi Spettro. Nel piccolo paesino costruito nella zona collinare e vicina al grande mare di Hoenn l’atmosfera è allegra, è quella dell’inizio di un nuovo viaggio, di un’avventura che potrebbe cambiare per sempre la vita di qualcuno. Si respira aria salmastra, nonostante il mare non sia visibile, probabilmente a causa del forte vento che arriva da sud.
Il centro del paese è formato da molte case accavallate l’una sull’altra come Gulpin in cerca di una preda. Un capannello di curiosi osserva la vecchia casa di Ruby, il famoso DexHolder che salvò Hoenn dalla distruzione con l’aiuto del padre Norman e della allora amica, ora moglie, Sapphire.
Poco più avanti un edificio stranamente moderno stona con il resto della cittadina. È l’ex-laboratorio del Prof.Birch, che ora sta studiando i collegamenti tra il clima e le leggende di Hoenn all’Istituto Meteo. Attualmente è gestito da un suo vecchio allievo, il professor Xavier Willow, che studia l’evoluzione e in particolare la mega evoluzione dei Pokémon e si occupa di consegnare gli starter ai novizi e le pietre chiave agli allenatori che dimostrano di essere degni superando la Prova.

La Prova. Pochissimi allenatori ci sono riusciti, molti altri ne sono rimasti scossi e qualcuno ha subito traumi psicologici permanenti. Si tratta di un antico rituale praticato dagli antichi, gli stessi che costruirono le Rovine d’Alfa a Johto, la Torre Maestra a Kalos e il Tempio di Nevepoli a Sinnoh. Si dice che la prova metta l’allenatore a confronto con le proprie peggiori paure. Chi non ha paura di nulla non solo è indegno, ma sadico, pazzo, maledetto. Chi combatte con le proprie paure e le supera è degno, può possedere la pietra chiave.

David si sentiva degno, voleva conoscere il segreto della mega evoluzione, voleva diventare Campione usando quello stratagemma. Agli occhi del mondo era quel sadico che non ha paura di nulla, ma non era vero. La sua più grande paura l’aveva vissuta sette anni prima. E ancora si svegliava urlando. E allora ripensava a quello che era successo. E piangeva, impaurito, colpevole. E alla Prova avrebbe rivissuto quel momento, nitido come nei suoi sogni.

Il biondo si leva dalla mente quei pensieri cupi e attraversa la soglia del grande edificio. Si ritrova in una stanza disordinata e illuminata da luce al neon, con libri sparsi sul pavimento e macchine strane ovunque. Due ricercatori, o meglio, un ricercatore e una ricercatrice, si avvicinano e gli chiedono perché si trova lì. Dopo aver ricevuto la risposta i due gli indicano un corridoio, guardandolo preoccupati.
L’allenatore segue le indicazioni e arriva in una stanza semibuia, illuminata solo dalla flebile luce del sole pomeridiano attraverso una piccola finestra. Due individui si riescono a vedere. Si girano al suono dei passi di David, nonostante il ragazzo stesse facendo di tutto per non fare rumore.
Il tipo a destra è un uomo alto, coi capelli bianchi nonostante l’età (beh, a dirla tutta, anche David ha i capelli bianchi, il biondo è una tinta). Indossa un camice e ha varie penne nel taschino. Ha un libro in mano, rilegatura artigianale. Potrebbe essere il suo diario. Probabilmente è il professor Willow.
La persona a sinistra invece è una ragazza, ha i capelli verdi, lunghi, sembra avere all’incirca 14 anni, l’occhio sinistro nascosto sotto i capelli.
 
I due indicano a David di fare silenzio col dito. L'allenatore si avvicina e nota un’altra persona. È un ragazzo della stessa età della tipa coi capelli verdi. Si trova seduto su una sedia situata dentro una capsula trasparente. Ha gli occhi spalancati in un espressione di terrore. Le lacrime sgorgano dai suoi occhi e dopo qualche minuto urla. Più e più volte. Nessuno dei presenti si fa scandalizzare da quello spettacolo macabro. Il ragazzo chiude gli occhi. Li riapre, si alza. Ha vinto, è degno di possedere la pietra chiave. Le luci si riaccendono. Il Provato è ancora visibilmente scosso e sussurra qualcosa. L’uomo si presenta come il professor Xavier Willow, poi si assenta per consegnare la pietra al ragazzo.

Un silenzio imbarazzante riempie la sala, i due non sono a proprio agio con l’altro sesso. David è il primo a rompere il silenzio “Come ti chiami?” “Mi chiamo…... Brina” “Ehm… Ok, il mio nome è David Revell”. Brina squadra il ragazzo con diffidenza. Si libera presto dei suoi pensieri e stringe la mano tesa, sorridendo.
A quel punto il professore ritorna con l’allenatore dietro, il quale, dopo aver osservato David per qualche secondo, si presenta “Chiamami Thunder”, dopodiché gira i tacchi ed esce dal laboratorio. “Bene, ora tocca a te David, sei pronto?”. Il biondo fa un respiro profondo, si prepara psicologicamente a quello che sta per accadere. “Facciamolo”.
   
 
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