Non è che la odiavo... ma forse stava
bene dov'era sempre stata. Perché mai sforzarsi di creare un
rapporto inesistente? Boh.
La mamma se ne accorse e mi fissò
storto:
-Che c'è?
-C'è che non ha senso.
-Cody... se per Brian ha senso, lo ha
anche per noi. Intesi?
-Ma a te va così bene? Perdonato e
tutti contenti come prima?
-Nella vita a volte ci si perde: capita di fare errori di percorso.
-Nella vita a volte ci si perde: capita di fare errori di percorso.
-Oh no! Adesso non mi dire che dalla
tua parte ho un fratello biondo e svedese che si chiama Ralph.
-Allora non te lo dico...
Chiuse mamma, intenta ad asciugare i
piatti, sorridendo sadica.
-Mammaaa!
Per fargliela pagare aprii il rubinetto e le gettai qualche schizzo d'acqua addosso. Al che lei cercò quasi di affogarmi -bonariamente per quanto possa esserlo- sotto al getto del lavandino.
Per fargliela pagare aprii il rubinetto e le gettai qualche schizzo d'acqua addosso. Al che lei cercò quasi di affogarmi -bonariamente per quanto possa esserlo- sotto al getto del lavandino.
Eppure l'avevo visto, quel fantasma di
tristezza galleggiarle negli occhi. Come se lei fosse stata in quella
stanza quando lui scempiava il corpo di un'altra donna. A questo
punto deduco che lei lo abbia sempre immaginato e che abbia aspettato
con pazienza che venisse fuori.
La mamma era una roccia. La scogliera
che permetteva ancora a quel mare di mio padre di accostarsi e
infrangersi ancora. Forse si conoscevano troppo a vicenda per non
aspettarsi ciò che era successo tra loro. Lei è sempre stata
consapevole, che il mare non sa stare fermo e quell'incostanza è più
forte di lui. Fa parte della sua instabile natura. Il mare ha sempre
saputo, che lo scoglio sarebbe rimasto perché non può spostarsi
nemmeno volendo: è incatenato lì dalla sua stessa natura.
E io probabilmente non dovevo per forza
capire, dal momento che quel legame pieno di strappi ricuciti,
funzionava lo stesso. Non era affar mio indagare su qualcosa che ha
fatto il suo corso senza il mio permesso. Io ero solo il risultato di
nature più forti di loro, di quelle catene che da un lato li
strattonavano via, dall'altro li rendevano indissolubili.
La realtà è che non si sono lasciati,
perché una parte dell'uno sarebbe stata sempre persa nell'altro. E
quello che accadeva in mezzo tagliava, feriva, ma era solo di
passaggio.
Capii in pochi giorni, che papà da
entusiasta era davvero troppo. Forse è per questo che certe persone
nascono completamente senza equilibri: se fossero sempre a mille,
tutti sarebbero infastiditi da quella strabordante elettricità. Era
quasi come avere Babbo Natale in giro per casa, con i campanellini
che canticchiava allegramente. E canticchiava allegramente... e
ricanticchiava imperterrito senza rendersi conto che era il momento
di finirla.
Sgattaiolai via dalla cucina solo saltuariamente, per dare un'occhiata a chi veniva.
Sgattaiolai via dalla cucina solo saltuariamente, per dare un'occhiata a chi veniva.
I primi a giungere furono Steve e il
piccolo Tim...cioè, Fiona. Scusate, ma con quel fare saltellante per
via della stampella, non ho resistito. Era troppo buffa: non ci
sapeva camminare e credo non avrebbe imparato nemmeno facendo un
corso. Invece di salutare, le risi direttamente in faccia; lei,
senza scomporsi un minimo, minacciò di farmi camminare uguale
tirandomi una stampella sulla gamba. Fui galante ugualmente e cercai
di aiutarla a sedersi a travola, ma zio Steve fu un fulmine nel
precedermi. Se non parlassi di zio Steve e zia Fiona, giurerei quasi
che tra i due ci fosse del tenero... ma si sa, che ultimamente ho
troppa fantasia.
Olsdal arrivò ovviamente scompagnato;
ci salutò col suo solito entusiasmo contagioso, per poi cercare papà
come se non lo avesse visto mai in vita sua.
Ok, mi sentivo un po' acido: è tanto evidente?
-Ma il mio non lo incarti?
Ok, mi sentivo un po' acido: è tanto evidente?
-Ma il mio non lo incarti?
Fece mamma per distrarmi, come se le
importasse davvero del regalo.
-Non posso mica incartarlo davanti a
te; a quello ci pensa papà.
-Quanti te ne mancano? È quasi pronto,
gli ospiti sono tutti in salotto. Non è ora di tornare a socializzare di
là? Anzi; vai ad aprire, che hanno suonato!
-Devo andare proprio io?
-Vedi altri Cody in giro?
Non chiedetemi perché mamma è così
contenta di rispondere alle domande con altre domande.
Mi trascinai, rotolai fino alla porta
per accogliere in malo modo colei che stavo aspettando con ansietà...