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Autore: Radix    23/09/2014    1 recensioni
"Ero ormai convinta che non sarei mai sopravvissuta un'altra volta, iniziai a pensare a tutte le torture che avrei potuto subire; ai miei rivali, ai miei amici che non avrei mai avuto il coraggio di uccidere.
“Signore e signori, che i Settantacinquesimi Hunger Games abbiano inizio!” 'Ci mancava solo la sua voce irritante pensai.'"
i primi momenti dei 75° Hunger Games, fino all'incontro con il gruppo di Katniss dal punto di vista di Johanna Mason
l'ha scritta qualche mese fa una mia amica per un concorso su una pagina su facebook, ma mi ha concesso solo oggi di pubblicarla.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Beetee, Blight, Johanna Mason, Wiress
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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JOHANNA MASON, distretto 7

Ero ormai convinta che non sarei mai sopravvissuta un'altra volta, iniziai a pensare a tutte le torture che avrei potuto subire; ai miei rivali, ai miei amici che non avrei mai avuto il coraggio di uccidere.
“Signore e signori, che i Settantacinquesimi Hunger Games abbiano inizio!” 'Ci mancava solo la sua voce irritante pensai.'
I sessanta secondi stavano trascorrendo velocemente, la tensione fra noi tributi iniziava a farsi sentire.
Ebbi giusto il tempo per guardarmi un po intorno prima che suonò il gong iniziale, rimasi disorientata per qualche istante, poi ritornai me stessa e cercai di andare alla cornucopia per prendere qualche arma. Iniziai ad osservare il bagno di sangue, dove vidi Woof morire: quell'amicizia che c'era stata tra noi tributi nei giorni prima era completamente svanita.
Riuscì a scorgere Rotella e Lampadina e andai da loro per portarli via con me, ma notai subito che Beete era stato colpito alla spalla, quindi mi toccava aiutarlo. Intravidi Blight, il mio compagno di distretto, che mi venne incontro per aiutarmi, e finalmente riuscimmo a scappare da quell'orribile posto: ero ancora viva, non solo, ero riuscita a portare con me Lampadina e Rotella.

Erano ormai ore che camminavamo cercando acqua e cibo. Ci fermammo, perché Beete era troppo stanco per proseguire. Dopo un po decisi di andare da sola alla ricerca di qualcosa di commestibile. Mi avviai in una linea retta vero sinistra, cercando di non perdere di vista i miei compagni. Intravvidi qualcosa, sembravano fragoline, ma erano molto più piccole. Le presi, in caso qualche mio alleato le avesse conosciute, e tutta speranzosa mi riavviai verso il mio gruppo.
Senza che io potessi dare spiegazioni mi saltarono addosso e le divorarono. Non accadde niente, quindi portai i miei compagni nel 'prato delle fragoline' e iniziammo a mangiarne a più non posso.
C'era una cosa che mi tormentava, le fragoline sembravano crescere in ordine, come se solo in quel posto potessero nascere, lo dissi ai miei compagni, che però erano più impegnati a mangiare che a ragionare.
Iniziai a sentirmi strana, era come se il mio stomaco stesse ballando, e da lì iniziò tutto. Un rigurgito, due, tre...sembravano non finire più. Non avevo più il comando delle mie gambe, che ormai facevano quello che volevano, questa sensazione si allargò per tutto il corpo, pure il mio cervello era controllato da qualcuno, ma quel qualcuno non ero io. Mi vene un istinto omicida verso tutti, dovevo uccidere, volevo uccidere. Tutti i corpi erano comandati da qualcun altro. Io cercavo di opporre resistenza, cercai di mantenermi calma, di far prevalere la vera Johanna, ma una scossa mi percosse la schiena, e mi avvicinai verso Blight, che stava combattendo con Beete e Wiress. Lo vidi cadere, e poi tutti, stesi a terra. Non eravamo morti, non eravamo vivi. Pian piano ripresi la manualità degli arti, la mia mano stringeva ancora un sasso, coperto di sangue, ed improvvisamente ricordai tutto.
Mi alzai velocemente e un'altra ondata di vomito mi sporcò i vestiti, ma ero troppo concentrata e terrorizzata dall'idea di aver ucciso un mio compagno che lasciai perdere gli abiti.
Mi avvicinai a Blight, che non mostrava segni di vita, mi piegai verso di lui chiedendogli scusa, la sua mano iniziò a tremare, io di istinto gli schiacciai il petto, ormai il mio viso era stato bagnato, da sudore e lacrime. Quando ormai ebbi perso ogni speranza si alzo di colpo, prese un bel respiro, e poi si sdraiò. Si toccò la testa, e sospirò dal dolore. Non avevamo acqua per sciacquare la ferita, ma il minimo che potessi fare era coprirgliela, così mi strappai un pezzo del vestito e cercai di bendargli la testa. Lui mi ringraziò con un debole sorriso.
Aiutai Lampadina e Rotella ad alzarsi, e quando si furono ripresi, sollevammo insieme Bligh che aveva perso conoscenza, a causa del troppo sangue che stava perdendo.
Eravamo tutti feriti, ma dovevamo fuggire da lì, avevamo bisogno di acqua, avevamo bisogno di bere. Sentimmo dei tuoni non tanto lontani da noi. Nei nostri occhi si accese una scintilla, e senza badare ai dolori che provavamo ci avvicinammo il più velocemente possibile ai tuoni, trascinando Bligh. Spalancammo la bocca in attesa dell'acqua, ma pioveva qualcosa di rosso: sangue, sangue denso e caldo. Bligh si riprese, e cercando di scappare andò a sbattere contro il campo di forza.
   
 
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