Effie tamburellò le lunghe  unghie laccate con uno smalto fucsia fosforescente sul tavolo di legno scuro per la tredicesima volta. Pioveva dall’intero pomeriggio e non accennava minimamente a smettere, rendendola alquanto irritabile.
“Si può sapere che cos’hai, dolcezza?” le domandò Haymitch, spiegando una pagina del giornale che stava cercando di leggere. Effie si voltò a guardarlo, nonostante il viso dell’uomo fosse praticamente nascosto dal giornale.
“C’è che sono stufa di tutta quest’acqua! Doveva essere un meraviglioso, meraviglioso pomeriggio di sole e invece…” cinguettò con tono sempre più afflitto. Haymitch la ignorò, immergendosi nuovamente nella lettura, finchè Effie non riprese a tamburellare le lunghe unghie sul tavolo.
Per la quattordicesima volta.
Il mentore sbuffò esasperato, appallottolando malamente il giornale.
“Dì un po’!” l’apostrofò “Non hai niente di meglio da fare? Mettere in ordine i tuoi vestiti per colore ad esempio… Oppure pettinare le tue parrucche. O anche dormire, come stanno facendo i nostri cari tributi.” suggerì, versandosi da bere da una fiaschetta. Effie lo guardò annoiata, stringendo le labbra.
“I miei vestiti sono già ordinati per colore. Le mie parrucche sono già ben pettinate. Dovresti proprio, proprio saperlo.” dichiarò, scoccandogli un’occhiata risentita. Haymitch alzò le mani in segno di resa e vuotò il bicchiere con un solo sorso.
“Rimane la terza opzione.” suggerì poi. La capitolina lo guardò interrogativa, corrugando appena le sottili sopracciglia.
“Puoi farti un riposino. Ti farebbe bene…alla pelle.” concluse Haymitch. Stava per dire che certamente le avrebbe fatto bene alla testa, ma preferì evitare inutili discussioni per una volta.
“La mia pelle sta molto, molto bene!” squittì Effie un tantino infastidita, passandosi la mano sulle gote incipriate. Poi, si voltò ancora verso la finestra e le sue dita ricominciarono a tamburellare sulla lucida superficie di legno, a ritmo con le gocce di pioggia che ticchettavano sui vetri delle finestre, finchè una mano non le bloccò il braccio sul tavolo.
Effie si voltò a guardare Haymitch spaventata, ma l’uomo sorrise sornione.
“E se mangiassimo del gelato alla fragola?” buttò lì, come la più naturale delle proposte. La donna lo guardò confusa, battendo più volte le palpebre, come se si fosse appena svegliata.
“Del gelato? Alla fragola?” ripetè meccanicamente. Haymitch annuì, continuando a fissarla negli occhi.
“Perché?” chiese stupita. Il mentore sorrise e si fece più vicino, senza lasciarle la mano.
“Beh, perchè è rosa…come il colore della tua stupida parrucca. Rosa fragola.” ridacchiò, drizzando la schiena. 
“Non è affatto stupida!” ribattè Effie, portando una mano tra i boccoli rosati e nascondendo un sorrisetto divertito. “Ma mi piacerebbe mangiare del gelato alla fragola. Davvero, davvero tanto.” asserì.
Haymitch sorrise di nuovo, prima di avviarsi verso lo scompartimento della cucina in cerca del gelato. Effie si alzò per seguirlo e, voltandosi verso la finestra, si accorse con stupore che aveva smesso di piovere e il sole si intravedeva timido dietro qualche nube rosata.
Qualche nube che aveva giusto lo stesso colore della sua parrucca. O del gelato che avrebbe mangiato con quel testone di Haymitch.
Il color rosa fragola.
 



NOTE:
Torno su questo fandom con la mia prima Hayffie! Preciso che questa storia è un missing moment ambientato durante il primo libro, precisamente sul treno che conduce i due tributi (Katniss e Peeta) verso Capitol City (ecco spiegata la menzione nel testo ai due tributi che fanno un sonnellino :3)
Ringrazio la mia picco, alias Kary91 per il prompt datomi, ossia: Haymitch/Effie, gelato alla fragola e ricordo che la storia partecipa al Drabble!Meme indetto dal gruppo Facebook "The Capitol" <3
Spero la storia vi sia piaciuta! :D
A presto!

Baci,Giraffetta