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Autore: ChildOfTheDeath    24/09/2014    3 recensioni
" Darcy? Chi è Rudolf? "
Per la prima volta da quando si sono conosciuti l’ha chiamata con il suo vero nome. E quelle cinque lettere scivolano così bene dalle sue labbra… Hanno un suono diverso.
Darcy.
[ DARCY- LOKI ] 2428 parole
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Darcy Lewis, Loki
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Una Darcy X Loki senza pretese. Spero di essere riuscita bene a rendere i personaggi e di non essere stata troppo OOC. Comunque, adoro questa coppia, sarebbero carinissimi insieme, secondo me.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

DARCY

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Darcy non è mai stata una grande amante dello shopping, sul serio. Certo, adora partecipare alle fiere di fumetti e ai raduni dei fan di Harry Potter o Hunger Games. E’ persino stata in Italia, al Lucca Comix, per vedere il più realistico Ezio Auditore del mondo, da brava nerd quale è. Si può chiederle di tutto: rimanere rinchiusa  per tre giorni in un negozio di videogames, correre nuda in 1st Avenue a New York (durante il periodo natalizio), e persino ospitare un dio schizofrenico nella sua minuscola villetta in periferia… Ma non di andare a fare shopping. Non sa per quale motivo stia cercando di far schiodare Loki dal divano- con scarsi risultati, a dire il vero. Beh, insomma, sarà anche un dio gracilino, ma spostare un corpo di un metro e novanta non è facile per lei, che con il suo scarso metro e sessantacinque viene spesso scambiata per una liceale. Il dio delle adolescenti mestruate non dà segnali di vita da tutta la mattina. Se ne è stato fermo immobile, con quella ridicola tunica nera e l’elmo con le corna (sì, con le corna), sdraiato su “questo inutilissimo mobile umano”, testuali parole. Fissa il soffitto con aria assorta, probabilmente sta architettando qualche piano malefico, o cose del genere.

<< Umana, mi stai infastidendo. >> Sbotta ad un tratto, dopo che Darcy gli ha tirato in testa un cuscino. La stagista gli lancia un’occhiata inespressiva, incrociando le braccia sotto al seno. Indossa una felpa che recita Keep calm and love Draco Malfoy, perché- andiamo- come si fa a non amare Draco Malfoy? Loki la osserva con aria piuttosto disgustata, come fa da quando a messo piede nella sua piccola casetta da studentessa di scienze politiche. Almeno non ha ancora tentato di ucciderla, e questa è una grande conquista. Certo, dopo il casino che ha combinato a New York i suoi poteri sono stati imbrigliati con uno strano e potente incantesimo, ma Darcy è sicura che quel sociopatico non esiterebbe ad ammazzarla nel sonno con un coltello da macellaio, se solo lo volesse.

<< Dobbiamo andare al centro commerciale, caro mio. Conciato così non ti si può vedere. Senza offesa, ma quelle corna sono oscene. La signora delle pulizie oggi ha pensato che ti fossi travestito da renna di Babbo Natale. >> Sbuffa, gesticolando animatamente. Darcy adora farlo incazzare. Quando Loki si arrabbia- ovvero ogni volta che qualche insulso essere mortale osa rivolgergli la parola- comincia ad inventarsi le peggio minacce, e le sue guance diventano paonazze, facendolo sembrare una specie di rocker fumato. Non che a lei dispiacciano i rocker fumati, per carità. Se deve essere sincera adora quelli con i capelli neri (troppo lunghi) e con gli occhi verdi ghiaccio, che potrebbero ammazzare un piccione in volo con un solo sguardo.

<< Vuoi scatenare la mia ira, sciocca Midgardiana? >> Ringhia Loki, scattando in piedi. Darcy alza gli occhi al cielo, ma perlomeno è riuscita a fargli sollevare le chiappe dal divano bucherellato.

<< Oh, ovviamente. Adesso togliti quel coso e andiamo al centro commerciale. Hai bisogno di vestiti nuovi. >> Indica l’elmo dorato, dandogli una pacca in testa con la mano. Sa di stare giocando col fuoco, dato che Loki non è esattamente bendisposto negli ultimi giorni, nonostante facciano sesso praticamente ogni notte. Perché sì, è piazzato in casa sua da poco più di tre settimane, ma Darcy non può fare proprio niente se quel tipo la eccita da morire. E poi andare al lavoro rilassata la aiuta ad affrontare la giornata con più serenità. L’effetto benefico delle loro attività notturne non sembra fungere da balsamo anche per il dio gracilino, che è costantemente di pessimo umore. Thor l’aveva avvisata, comunque.

<< Non puoi darmi ordini, ragazzetta. >> Sibila Loki, sporgendosi in avanti. Darcy sbuffa, e gli sfila l’elmo con un colpo secco. D’accordo, se l’avesse tenuto addosso ancora un minuto di più gli sarebbe scoppiata a ridere in faccia. E non crede che lui avrebbe gradito quella reazione. Diventa paonazzo, come al solito, e la fulmina con quel suo sguardo ghiacciato. Non sembra abbastanza incazzato da incenerirla sul posto, ma lei si sente comunque un pochino intimidita. Soltanto un pochino, però.

<< Oh, per l’amor del cielo! Smettila di comportarti come una tredicenne mestruata e vieni con me. >> Darcy lo afferra per un braccio, prendendo le chiavi di casa appoggiate al tavolino vicino all’ingresso. Si infila il piumino, e prima che il dio possa rendersi conto dell’accaduto, si trovano già nella “macchina” (meglio definita come ammasso di latta ambulante) della ragazza.

<< Fammi scendere da questo trabiccolo infernale! >> Sbraita Loki, mentre lei gli allaccia la cintura. Certo, al dio delle persone-costantemente-incazzate farebbe bene sbattere più e più volte la testa sul parabrezza, ma non ha voglia di andarsi a schiantare da qualche parte. Accende il riscaldamento, perché ormai a New York- dove si è trasferita insieme a Jane- fa piuttosto freddo; l’inverno non ha lasciato scampo. Preme sull’acceleratore, e riesce a schivare per un pelo il gatto della vicina, che passeggia tranquillamente in mezzo alla strada. Prima o poi lo investirà, quello stupido gatto.

<< Appena riavrò i mie poteri ti farò pentire di essere nata, incosciente mortale. >> Borbotta il dio degli inganni, incrociando le braccia al petto. Deve aver capito che non può sfuggire a quel pomeriggio di shopping, perciò mette semplicemente il broncio, ostinandosi a guardare fisso davanti a sé.

<< Ti ricordo che se solo provi a sfiorarmi con un dito, non ti restituiranno i tuoi poteri. Perciò stai un po’ zitto e goditi la musica. >> Lo rimbotta, mentre alla radio danno City Of Angels, dei 30 Seconds To Mars. Avrà sentito diecimila volte quella canzone, ma non è mai stanca di riascoltarla. Ripensandoci, Loki starebbe proprio bene nei 30 Seconds To Mars. Lo stile è quello. Darcy si morde la lingua, trattenendo una risata isterica. Perché davvero, immaginare il dio degli inganni dietro ad una batteria è davvero esilarante. Crede di essere l’unica a non avere paura di quel giovane uomo dall’aria piuttosto letale. Persino Thor ne sembra spaventato, a volte. Certo, la ragazza sa di non essere esattamente una persona “normale”. Sa che la sua strana relazione con Loki non la porterà da nessuna parte, perché lui mentirà, e cercherà di conquistare il mondo. Di nuovo. Ma la sua compagnia le piace molto. Sarà perché avrebbe preferito studiare psicologia, invece che scienze politiche, ma adora tentare di capire cosa passi in quella testolina capelluta. Cambiano canzone alla radio, e Darcy preme sull’acceleratore, raggiungendo i novanta. Il limite sarebbe di cinquanta chilometri orari, ma vuole arrivare al centro commerciale il prima possibile, almeno finiranno presto.

E poi sentire Loki che sbraita un “Vuoi ammazzarci, per caso!? “ è davvero impagabile.

 

 

 

 

<< Guarda, questa è carina. >> Darcy piazza una camicia nera tra le mani di Loki, che sta si sta guardando intorno con aria orripilata. Non è per niente facile azzeccare la taglia giusta, e lui non la sta aiutando affatto. Ha dovuto trascinarlo via da un paio di negozi quando una malcapitata commessa, ignara del fatto di trovarsi di fronte al grande dio degli inganni, aveva provato a chiedergli se aveva bisogno di aiuto. Inutile dire che la stagista era stata costretta a scusarsi più volte per il… bizzarro comportamento del suo “amico”, ed era riuscita a scappare prima che chiamassero la polizia, o cose del genere.

<< Non indosserò mai questi abiti. I miei sono molto più confortevoli. >> Si impunta Loki, mentre Darcy pesca un paio di jeans in saldo dal mucchio nel cestello, accanto allo scaffale delle t-shirt. Lancia un’occhiata divertita all’Asgardiano, soffermandosi sulla sua tunica ridicola. Grazie al cielo nessuno gli ha chiesto se per caso è un teatrante o cose del genere, altrimenti avrebbe dovuto tirarlo fuori di prigione. Anzi, sarebbe arrivato prima lo S.H.I.E.L.D. E lei non ha alcuna voglia di avere a che fare con quei tipi con l’auricolare ed occhiali da sole.

<< Ascolta, nemmeno io voglio stare qui. Non sopporto i centri commerciali, c’è troppa gente. Perciò cerca di collaborare, almeno potremo tornare a casa, e tu sarai libero di fissare il vuoto per tutto il tempo che vuoi. >> Spara tutto d’un fiato. La sua insegnante delle elementari le diceva sempre che parlava troppo velocemente, confondendo le persone. La sua insegnante delle elementari aveva sicuramente ragione. Si sistema gli occhiali sul naso, e consegna a Loki anche una maglietta grigia a maniche lunghe. Quella bianca è sicuramente più carina, ma secondo lei il dark-punck-rocker che si trova come coinquilino è allergico ai colori chiari, perciò…

<< Affare fatto. >> Mugugna Loki. Poi Darcy lo afferra per il braccio, trascinandolo verso i camerini. Per fortuna non c’è molta gente, e possono fare abbastanza in fretta. Il dio impiega un po’ a disfarsi di tutta quella ferraglia che si porta addosso, e quando la stagista gli porge i vestiti che ha scelto per lui, li arpiona in malo modo. La ragazza attende pazientemente, cominciando a battere un piede sul pavimento. A volte si chiede come debba essere avere una relazione come quella tra Thor e Jane. Quei due sono talmente innamorati da risultare vomitevoli, ma a volte li trova davvero carini. Comunque preferisce il suo dio mestruato, al dopato biondo della sua migliore amica. Loki è decisamente ingestibile, fa sempre di testa sua e non cambierà mai e poi mai. Tutti dicono che è cattivo, ma Darcy non la pensa così. Loki è semplicemente troppo… controllato. Sempre adirato con il mondo, ma mai pronto ad esplodere sul serio. E’ come una pentola a pressione, che cova centinaia di litri cubi di rabbia repressa. Non deve essere facile scoprire di essere stato adottato e di avere nelle vene sangue di mostro. Ha bisogno di una valvola di sfogo, altrimenti imploderebbe dall’interno, cominciando ad autodistruggersi. Certo, invece di tentare di conquistare il mondo potrebbe fare pugilato, o cose simili, ma lui è un dio. E gli dei sono diversi dagli esseri umani.

<< Mi rifiuto di uscire di qui conciato in questo modo. >> La tenda del camerino si apre di colpo, e Darcy si trova davanti un dio degli inganni tirato a lucido. Si costringe a non sbavare, mentre osserva con tanto di occhi la maglietta grigia che fascia i muscoli ben definiti delle braccia di Loki.

<< A me piaci, se può interessarti. >> Sorride, sistemandosi gli occhiali quadrati sul naso. Sorprendentemente, le sue labbra si tendono in un sorrisetto sarcastico.

<< E’ ovvio che ti piaccio, mortale. >>

Se non lo conoscesse abbastanza bene, Darcy direbbe che è compiaciuto.

Ma lo conosce abbastanza bene da capire che non è compiaciuto, ma soltanto affetto da manie di protagonismo.

Gravi manie di protagonismo.

 

 

Quando Darcy parcheggia il suo rottame nel giardino sul retro, si è già fatta sera. Ha cominciato a nevicare mentre tornavano a casa, e un sottile strato bianco inizia a formarsi sui marciapiedi. La maggior parte della gente adora la neve. Lei no. Lei la odia profondamente. Migliaia di persone sono morte per colpa della neve. Sciatori, scalatori, camionisti… E poi la neve è umida e scivolosa. Darcy non è mai stata dotata di molto equilibrio. Non sa pattinare e detesta con tutto il suo cuore il ghiaccio. Scende dall’auto, tenendo tra le mani le decine di sacchetti e sacchettini provenienti dal centro commerciale. Ecco, forse si è fatta prendere la mano quando sono entrati al Disney Store. Loki ha fatto una faccia disgustata quando gli ha mostrato il peluche di Nemo, ma lei lo ha comprato lo stesso.

<< Oh, cazzo. E’ tardissimo. Non ti fa niente se stasera ordiniamo una pizza? Non ho alcuna voglia di mettermi a cucinare a quest’ora. Oh, ecco cosa ho dimenticato! Il caffè. Siamo rimasti senza caffè. E’ un disastro di proporzioni intergalattiche. E tu di galassie ne sai qualcosa, no? Comunque, se non vuoi la pizza mi va bene anche il giapponese. Ma ti avviso, la maggior parte dei giapponesi è in centro, e impiegheranno secoli ad arrivare. A proposito, dove ho lasciato il tuo elmo? Perché se il fattorino lo vede penserà davvero che tu sia Rudolf. Per non parlare del… >>

Darcy è costretta ad interrompere il suo sproloquio senza senso, perché la suola delle sue scarpe cozza contro una lastra di ghiaccio sul vialetto, facendole perdere l’equilibrio. Non fa nemmeno in tempo ad urlare. Mentre cade pensa che i vestiti si bagneranno sicuramente, perciò dovrà metterli in lavatrice, e Loki dovrà girare con quella tunica ridicola per un altro po’. Però i sacchetti non cadono. Il dio la afferra prontamente, impedendole di toccare terra. Rimangono in quella posizione per un po’. Lui con una mano serrata attorno al suo braccio, e l’altra a sorreggerla alla base della schiena.

<< Oltre che stupida sei anche sgraziata. Non va affatto bene. >> Loki sembra sinceramente divertito, mentre la rimette in piedi. Darcy si sistema la giacca, stringendo i denti.

<< Non sono stupida, ed è il ghiaccio che mi rende sgraziata. >> Infila le chiavi nella toppa, spalancando la porta di casa. Poggia tutti i sacchetti per terra, accendendo la luce dell’ingresso, che funge anche da appendiabiti, scarpiera e stenditoio. Poi si volta.

<< Grazie, comunque. >> Si alza in punta di piedi, stampando un bacio del tutto innocente sulle labbra di Loki. Non lo fa molto spesso. Anzi, a dire il vero non si baciano praticamente mai, se non prima e durante il sesso. A Darcy piacciono molto le labbra del dio degli inganni. Sono estremamente fredde, ma morbide e sottili. Perfette da mordicchiare e leccare, almeno per lei. E i suoi gusti sono piuttosto strani, se non si fosse ancora capito.

<< Quindi… pizza o giapponese? >> Domanda, impossessandosi dell’unico telefono fisso che c’è nella sua piccola villetta in quello sperduto quartiere di New York.

<< Darcy? Chi è Rudolf? >> Chiede Loki, andandosi a sdraiare sul suo amato divano.

La stagista scoppia a ridere, mentre il proprietario della pizzeria a cui ha telefonato le chiede se si sente poco bene. Non sa se dire a Loki che lo ha paragonato ad una renna. Forse potrebbe, dato che lui è sicuramente di buon umore.

Perché l’ha chiamata con il suo nome.

Per la prima volta da quando si sono conosciuti l’ha chiamata con il suo vero nome. E quelle cinque lettere scivolano così bene dalle sue labbra… Hanno un suono diverso.

Darcy.

   
 
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