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Autore: DouglasSpunk    24/09/2014    12 recensioni
"E mi hai detto pure che ti mancavo, che non era facile, che sono adorabile, che con me c’avresti fatto sesso tutta la vita, che a volte avresti voluto tornare all’inizio e allora torniamoci all’inizio, a quando mi innamoravo di te e tu di me e smettiamola, non innamoriamoci, Rob.
Odiamoci che va meglio.
Anzi no, non conosciamoci. Diventiamo estranei, che così, da persone che si sono amate e poi non più, io non ci voglio stare."
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I can take this mistake;
Mi hai detto Ti amo meno volte di quello che il mondo pensa; la prima volta, quel ti amo me l’hai urlato, la seconda me l’hai sussurrato per poi urlarlo ancora qualche secondo dopo. Eravamo in quella roulotte del cazzo, quella che c’avevano dato; forse eri un po’ ubriaco, avevo litigato con Nikki e pure con Michael. Sei entrato in camera mia con la tua puzza di sigaretta e birra, il maglione largo, quello color crema a coste larghe. Ti sei seduto sul letto e t’ho chiesto che cazzo avevi, ti sei solo preso la testa fra le mani, poi m’hai guardato con quegli occhi che non ho mai capito di che colore sono, ti sei alzato e al mio ennesimo “che cazzo ti prende?” hai risposto “Che cazzo ne so, che ne so. Mi prende che ti amo” e l’hai urlato.
Ed io non ho sentito.
“L’hai capito? L’hai capito?” M’hai afferrato il volto, mi sono scansata e mi hai ripresa ancora. “C’è che ti amo” m’hai sussurrato, poi. Quella volta l’ho sentito.
“Zitto, zitto!” Ti ho pregato. “Ma che cazzo dici” e allora tu hai cominciato a ridere come fanno i maniaci. Sì perché quando ridi da ubriaco c’ha la risata strana –ma io ti giuro che amavo pure quella. Beh, comunque, tu hai riso.
Poi hai cominciato a singhiozzare; non è come nei film, non seguivi i miei, di singhiozzi, facevi quel cazzo che ti pare; non c’andavi a tempo con me. Però piangevi come piangevo io, perché io e te siamo sempre stati sbagliati –e pure giusti- insieme. E me l’hai urlato di nuovo quel ti amo.
“TI AMO, FANCULO! Vaffanculo Kristen Stewart, io ti amo, porca troia.” E sono caduta sulle ginocchia, tu ti sei asciugato il naso con la manica di quel maglione ed io t’ho guardato come si guarda il più grosso errore della tua vita.
“E adesso che facciamo?” T’ho chiesto. Tu ti sei fermato, non hai  pianto più.
“Perché, tu che c’entri?” Ho scrollato le spalle. “Che mi ami pure tu?” Non t’ho detto nulla, l’hai capito da solo. “Porca troia… cazzo se siamo nei guai.”
Mi hai detto ti odio più volte di quante il mondo pensa.
La prima volta me l’hai detta quando mi sono spogliata davanti a te, e poi quando ti ho tradito, e poi quando mi hai lasciato perché ne avevi abbastanza dei miei amici ed io dei tuoi.
“Guarda che se vai via ora, Rob, non torni più. Non torniamo più” te l’ho detto senza manco versare una lacrima, tanto cosa avrebbe cambiato? Nulla, solo il viso che si sarebbe sporcato di mascara.
“Guarda che se vado via ora, Kris, ci salvo entrambi” me l’hai detto con la valigia fuori dalla porta e il coltello piantato nel mio costato.
“Ti prego…” t’ho pure pregato, ma tu te ne sei fregato. Del resto, m’hai mai amato? Te l’ho chiesto e hai sbattuto la porta, facendo abbaiare i cani.
E t’ho chiesto pure di restare, di non andartene; “sta’ con me”, ma hai solo risposto che non potevi.
La prima volta che hai parlato di avere dei figli è stata quando mi sono spogliata davanti a te, dopo il ‘ti odio’. “Io i figli li voglio avere con te” t’ho riso in faccia, però poi ho aggiunto che mi sarebbe piaciuto avessero i tuoi occhi. Perché non lo so di che colore sono, non sono neanche i più belli che abbia mai visto, però sono verdi quando facciamo –facevamo- l’amore, azzurri quando siamo –eravamo- in piscina e a volte grigi quando mi baci –baciavi.
I tempi al passato fanno schifo.
L’ultima volta che hai parlato di figli, l’hai fatto quando ci siamo lasciati.
“Ci volevo avere dei  figli con te”, quasi me l’hai rinfacciato.
“Io volevo passarci la vita con te”, quasi te l’ho rinfacciato.
Mi hai chiesto di sposarti così tante volte che ad un certo punto t’ho solo detto “e chiedimelo seriamente”. Hai sorriso, m’hai baciato il naso e non me l’hai più chiesto. Manco per scherzo.
Mi hai fatto restare senza parole così tante volte che il mondo manco lo immagina; la prima volta è stata quando t’ho visto e m’hai baciata. In quella stanza c’ho perso cuore, parole, lucidità e pure il buon senso.
Poi ancora quando ti sei presentato, quando mi hai dato la mano, quando hai recitato Edward, quando m’hai guardato –ogni singola volta in cui m’hai guardato – quando mi hai fatto ridere e pure piangere, quando mi hai lasciato un bacio sulla fronte –ci baci lei così?- quando mi hai presentato ai tuoi, quando hai cantato per me, quando mi hai insegnato quell’accordo con la chitarra, quando m’hai regalato la fedina, quando me l’hai messa e quando hai detto ‘sono tuo, sii mia’.
Pure il fiato mi hai fatto mancare, molte più volte di quante tu mi abbia detto che mi ami.
Mi hai fatto andare in apnea quando hai detto che ti piacevo, quando t’ho beccato con Nikki e quelle altre ragazze di cui manco sai il nome, quando hai visto quelle foto e mi hai guardato come si guarda qualcuno per cui provi pena, quando poi mi hai detto che nella vecchia casa non ci volevi stare e dovevamo trovarcene un’altra, quando mi hai baciato il collo quella volta a Settembre, quando mi sono graffiata la pelle con la tua barba, quando mi hai accarezzato i lividi con quelle tue mani che amo fino ad impazzire, quando mi hai detto “Non ti amo più” e pure ora che sei con lei in quell’auto in cui poi ci abbiamo fatto l’amore.
E mi hai detto pure che ti mancavo, che non era facile, che sono adorabile, che con me c’avresti fatto sesso tutta la vita, che a volte avresti voluto tornare all’inizio e allora torniamoci all’inizio, a quando mi innamoravo di te e tu di me e smettiamola, non innamoriamoci, Rob.
Odiamoci che va meglio.
Anzi no, non conosciamoci. Diventiamo estranei, che così, da persone che si sono amate e poi non più, io non ci voglio stare.
Che poi io cosa t’ho detto? T’ho detto che ti odio, t’ho detto che ti amo, t’ho detto “torna e dimmi che mi ami” e me la ricordo quella corsa che hai fatto, sei tornato indietro e m’hai urlato “che ti amo lo sai, che t’amerò sempre te lo dico, ma indietro non ci posso tornare”. E t’ho detto pure che mi dispiace e tu hai risposto “Sei bella oggi, sarai bella pure domani”. Ecchecazzo significa? Non sei mica tu a rendermi bella. O forse sì?
“Poi passa” questo me l’ha detto Nicholas. Io e lui siamo uguali, ora. Siamo stai traditi in modi diversi, eppure mi dice “poi passa, vedi che passa” e una cazzata e lo sa pure lui.
Perché il maltempo passa, Rob. Passa pure il mal di gola, passano le mode, passano le canzoni, passa la tosse e pure il saporaccio dello sciroppo che prendi per farla passare. Passa tutto ma non passi tu.
Non passi tu e i tuoi “non è facile”. Non passi tu e le risate, quelle mani sporche che poi ti passavo sul volto e tu ti incazzavi, non passi tu e le canzoni che scrivevi per me, non passi tu e maledizione devi passare.
Devi passare perché se pure dovessi tornare da me non sarebbe lo stesso, non saresti tu e non sarei io, quindi passa. PASSA. Passa e vai via.
Stai con lei? Sposatela e facci i figli, adottate due cani e chiamala di notte per dirle che ti manca.
Passa. Devi passare come le onde passano sulla battigia. Passa e basta, perché non ti posso amare, capito? Tanto tu manco mi vuoi più.
Chi è lei? Pure i tuoi amici mi hanno tradito. A lei la porterai dai tuoi? Spero le offrano caffè. Spero che Vic la odi e che non cantiate mai insieme… io ti prego, non cantarci insieme. Non farlo che poi farà male più che mille coltellate al cuore. Non cantare, non dedicarle canzoni, dì a Marcus di non sceglierla come attrice in un suo video, non farci l’amore, non farla chiamare zia da Marlowe, non portarla nella nostra isola a Capodanno, non dirle che è bellissima prima di una premiere, non regalarle medaglioni, collane e anelli. Non parlare di lei nelle interviste, non guardarla come facevi con me, non rubarle baci, non farti cucinare la zuppa quando sei malato, non portarla ai concerti, non ballarci insieme, non amarla. Non amarla, Rob.
Non innamorarti di lei, perché se ti innamori di lei poi come faccio?
Ti prego torna. Torna e abbracciami, Rob. Che di questa vita senza di te io che me ne faccio. Torna e baciami graffiandomi con la tua barba che magari dimentico pure che con quelle labbra c’hai baciato altre persone e ci hai detto eresie.
Torna o passa, perché io così non ce la faccio.
Perché mi dicono “lascialo andare” ma poi ho paura di tornare in America, uscire a prendere un gelato e vederti mano a mano con lei.
Torna o va’ via, se rimani nel mezzo giuro che ti odio.
Io manco lo so cosa voglio, perché vado a giocare a biliardo e mi diverto e penso “che cazzo non è mica morto, senza di lui vado bene” e poi ti vedo con lei e non fa così male, ti giuro, sono i ricordi che mi fottono. Sei tu.
I ricordi andranno via; pure quelli passano.
Però lo sai cosa? Passano i ricordi, gli anni, i film, i premi e le foto, ma tu, tu, Robert Pattinson, mi sa che non passerai mai. Ed io? Io ti passerò mai?
 
 
 
 
Perché in un certo qual modo, loro due, non passeranno mai.
   
 
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