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Autore: beat    05/10/2008    2 recensioni
I Demolition Boys partono per una normale esercitazione sulle montagne.
Ma qualcosa di misterioso e pericoloso li aspetta al varco..!
Genere: Azione, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Boris, Nuovo personaggio, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: i personaggi non mi appartengono e questa fiction non è stata scritta a scopo di lucro.

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LUNA, DENTI E ARTIGLI



Capitolo Primo


Si prospettava una tetra giornata a Mosca.
Il cielo era coperto da un pesante strato di nubi plumbee che minacciavano pioggia, se non addirittura un temporale con i fiocchi.
E questo rendeva i già poco entusiasti ragazzi del Monastero ancor meno entusiasti.
Guardando fuori dalla finestra con aria avvilita, Ivan si voltò verso i compagni, che se ne stavano seduti sulle loro brande.

“Che ne dite? Pensate che Vorkof ci porterà comunque a fare la “gita”?”

“Guarda” gli rispose prontamente Boris “Spero con tutto il cuore di no! Non mi va proprio l'idea di uscire con sto tempaccio!”

“Sono d'accordo! Ma che gli salta in mente di portarci sulle montagne proprio oggi?! Non poteva aspettare che ci fosse il bel tempo?!?!”

“Sapete com'è Vorkof...” Si intromise nel discorso Yuri, che fino a quel momento era rimasto zitto, sdraiato sulla sua branda “Bisogna aspettarsi sempre il peggio da lui!”

“Già! Specie se è lui che aspetta il peggio!”

I quattro ragazzi si voltarono verso l'ingresso della loro stanza, dove era appena comparsa una delle guardie incappucciate che presidiavano il Monastero.

“E questo che diavolo vuol dire?” chiese senza troppo gentilezza Sergej, il cui umore nero non faceva che peggiorare di minuto in minuto.

“Vuol dire, semplicemente” proseguì la guardia “Che il signor Vorkof ha aspettato appositamente questa brutta giornata per portarvi fuori!”

“Ma è pazzo?!?!” chiese senza riuscire a frenarsi Ivan, continuando a guardare ora la guardia ora la finestra.

“Beh, molto normale non lo è mai stato!” commentò serafico Boris.

“Ma che diavolo significa che ha fatto apposta a scegliere di mandarci sulle montagne con il brutto tempo?! Ci vuole vedere morti?!”

Proprio in quel momento, la porta del loro dormitorio si aprì e ne entrò, con passo deciso, Vorkof.
Li squadrò tutti, come ad assaporare il senso di terrore che era impresso sui loro volti.
Poi, inaspettatamente, fece un gesto che i lasciò di stucco...
Sorrise!

“Ragazzi miei!...”

I quattro amici si sporsero impercettibilmente verso di lui, sperando di sentire parole del tipo “non andrete più sulle montagne”.

“Vorrei presentarvi il nuovo membro della squadra!”

I quattro si ritrovarono molto delusi.
Si fece però avanti la curiosità.
Un nuovo elemento per i Demolition Boys.
Non era una cosa che capitava tutti i giorni.
Vorkof aveva scelto personalmente Yuri, Boris, Sergej e Ivan; tutti gli altri blader che desideravano entrare a far parte della squadra, dovevano sottostare a delle prove a dir poco impossibili! Fin ora nessuno le aveva superate. Anzi, a quanto si diceva in giro, nessuno dei candidati si era nemmeno minimamente avvicinato al successo. Avevano tutti fallito miseramente.
Per cui erano tutti curiosi di conoscere l'impavido che aveva superato la selezione di Vorkof.

Con grande sorpresa, i ragazzi si trovarono davanti a un gracile ragazzino, di non più di tredici anni. Era poco più alto di Ivan, piuttosto magro; aveva i capelli neri, lisci, lunghi fino alle spalle.
Vorkof gli mise una mano sulla spalla e fece le presentazioni.

“Ragazzi, lui è Vlad, il vostro nuovo compagno.”

Il ragazzino chiamato Vlad fece appena un cenno con la testa. Sembrava molto teso.

“Vlad” proseguì il monaco “immagino che loro tu li conosca tutti, almeno di fama.”

Vlad fece di nuovo un cenno con il capo, tenendo fisso lo sguardo al suolo.

“Bene! Vi lascio a conoscervi meglio.”

Vorkof si avviò alla porta. L'aveva quasi richiusa alle sue spalle quando la riaprì, rivolgendosi ai ragazzi con un sorriso smagliante...quanto mai inquietante!

“Ah, volevo anche ricordarvi che l'elicottero partirà tra due ore. Voglio che per le 11.00 in punto vi troviate tutti all'hangar con gli zaini pronti.” E vedendo le facce stranite dei sui sottoposti aggiunse, schernendoli: “Non avrete mica pensato che vi avrei fatto saltare la “gita”?! Con questo bel tempo!!!”

Il monaco se ne andò sogghignando, lasciando tutti nello conforto più totale!

“Quel...quel...QUEL BRUTTO MONACO PAZZO!!!” cominciò ad inveire Boris “Ma che gli salta in mente?! Ma che se ne vada lui sulle montagne!!! Porca miseria! Io lì non ci metterei piede neanche se ci fosse il sole più spendente della terra!!! Figurarsi con la pioggia!!! Ma vedi che un giorno io lo.... -

“Boris! Abbassa la voce o ti sentirà!”

“Sai che me ne frega! Può sbattermi in cella per quel che mi frega! Anzi! Mi farebbe un favore! Così non sarei costretto ad andare sulle montagne!!!”

“Che...che c'è sulle montagne?!...” chiese timidamente il piccolo Vlad.

“Ma fa venire anche te?!”

“S...sì...ha detto di preparare lo zaino con...”

“Ma che monaco figlio di buona donna! Manda sulle montagne anche il novellino!”

Vlad sembrava più che mai terrorizzato!
Già doveva essere uno shock passare al livello superiore di blader, nonché abbandonare gli amici per trovare ragazzi più grandi ed esperti che lo avrebbero messo in soggezione con la sola loro presenza...non parliamo poi di affrontare una missione il primo giorno. E che tipo di missione! Sopravvivenza in condizioni estreme!!!

“Vuoi sapere che c'è sulle montagne?!” chiese retoricamente Boris “Ebbene, niente rifugi, niente cibo, un freddo della miseria, senza contare le belve feroci pronte a sbran....AHIA!!!”

Yuri aveva tirato un pugno in testa a Boris.

“Ma che ti piglia?!”

“Il moccioso è già abbastanza spaventato anche senza che tu scenda in particolari!”

“E' meglio che sappia subito di che morte deve morire!”

“BORIS! Insomma!!!” esclamarono in coro tutti gli altri.

“Ma porca puttana!” imprecò Sergej – che di solito era il più composto tra i quattro - “Boris! Tu te ne devi stare zitto! Zitto! Porti una sfiga tremenda!!!”

“Morte...rischiamo di morire...davvero?!” chiese, con voce scossa Vlad.

Il ragazzino aveva preso a tremare come una foglia, con le lacrime agli occhi.
Ivan fu per un attimo mosso a compassione e si avvicinò per consolarlo, quando fu raggiunto da un sonoro schiaffo.

“Ahia...Yuri...che ho fatto?!”

Senza rispondergli, il ragazzo passò in rassegna tutti gli altri...a suon di schiaffi!
Per ultimo, mollò anche un ceffone al piccolo Vlad.

“Ma ti sei completamente rimbecillito anche tu?!!!”

“Silenzio, branco di rammolliti!!!”

Tutti si zittirono immediatamente.
Di colpo tutti smisero di fiatare, guardandolo con quel timore quasi reverenziale, come facevano quando era Vorkof a dare gli ordini. Anche il piccolo e inesperto Vlad avvertì l'autorità che emanava il ragazzo – il famigerato capo dei Demolition Boys – e smise di piagnucolare.

“Allora. Sappiamo tutti che razza di luogo sono le montagne, specie in questa stagione! Per cui, visto che dobbiamo passarci tre giorni, nei quali non dobbiamo far altro che sopravvivere, l'ultima cosa che bisogna fare è farsi prendere dal panico! Se partite già convinti di morire... state pur certi che morirete sul serio!!! Non voglio sentire altre lamentele, né adesso né mai. Vorkof ci vuole tenere in vita, per questo non credo che ci saranno pericoli insormontabili. Ma per il resto dovremo dimostrare di avere la stoffa per affrontare la montagna. Ok?"

I ragazzi ghignarono, convinti e decisi. Il discorso li aveva incoraggiati.
Anche il piccolo Vlad sembrava quasi sicuro di quello che doveva fare.




Due ore più tardi erano già tutti pronti, con gli zaini, appositamente epurati dalle guardie di tutto quello che era inutile (il che aveva acceso un'intensa discussione tra una guardia e Ivan, che aveva riempito all'inverosimile il suo, tanto che era quasi impossibile per il piccolo ragazzo sollevarlo!), e ora stavano aspettando nell'hangar l'arrivo di Vorkof, che avrebbe dato loro le ultime specifiche per la missione.
Prima che il monaco arrivasse Verx – il loro unico amico tra le guardie – da bravo amico qual era, avvicinandosi di soppiatto a Yuri, gli aveva passato, facendosi notare il meno possibile dalle altre guardie, un pugnale.

“So che dovreste usare solo i bey per difendervi, ma non c'è da fidarsi della montagna e delle bestie che ci circolano!” aveva sussurrato prima che comparisse il monaco.

Guardandolo con gratitudine, Yuri fece sparire il pugnale, nascondendolo in uno stivale.

“Grazie mille, Verx!”

“Ma figurati! Voglio vedervi tornare tutti interi!”

E gli fece l'occhiolino, per poi mettersi sull'attenti, all'arrivo di Vorkof.
Il monaco era vestito con un lungo cappotto fluttuante, imbottito quel che bastava da difenderlo dal rigore invernale della Russia.
Fatto un cenno a due soldati, si avviò con passo deciso verso l'elicottero, facendo un altro cenno ai ragazzi perché lo seguissero. Salirono tutti sul velivolo e partirono immediatamente alla volta della montagne.
Una volta in volo, il monaco si rivolse ai ragazzi per chiarire definitivamente i termini della prova.

“Bene, questa è una prova di sopravvivenza. Non vi dirò nulla su quello che dovrete fare in questi tre giorni perché la cosa non mi interessa. Potrete comportarvi come riterrete meglio per sopravvivere. La sola condizione che vi impongo è la seguente...”

Vorkof si sporse verso il finestrino e in quel momento l'elicottero si inclinò di qualche grado.

“Vedete quel rifugio? Non è situato ad una elevata altitudine, ma è piuttosto difficile arrivarci a causa della sua ubicazione.”

Infatti i ragazzi poterono constatare che il rifugio in questione era stato costruito su un pendio piuttosto scosceso, il che lo rendeva davvero irraggiungibile, a meno di fatiche immani.

“Quello che dovete fare è farvi trovare al rifugio tra tre giorni. Solo a questa condizione la prova verrà ritenuta valida. Vi avviso subito: quel rifugio non è più funzionante, non offre né cibo né un riparo valido, quindi è inutile che vi affanniate ad arrivarci il più in fretta possibile. Basta una giornata per arrivarci, per cui non abbiate fretta: godetevi la passeggiata!!! Ahahahahah!!!”

E chiudendo con una risata, fece cenno al pilota di atterrare.
Meno di cinque minuti dopo erano stati sbarcati a terra, con l'elicottero che stava già ripartendo.
I ragazzi erano al cospetto della montagna,e riuscivano a sentirne tutta la magnificenza e il timore.

“Mi sa che ci siamo messi in un gran brutto guaio!...” fu l'unico commento che riuscì ad esprimere Ivan.




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Angolo dell'Autrice:

Salve a tutti!
Sono tornata con una nuova storia! ^_^
Nonché la mia prima Long-fiction su BeyBlade che pubblico.
Sono sei capitolo più epilogo.
E' già conclusa, quindi non dovrete aspettare eoni per vederla finire.
Solo vi avviso fin da adesso, gli aggiornamenti probabilmente saranno solo una volta alla settimana (ho tempo solo nei week end di mettermi al computer per fare cose futili...! Sigh).

Primo capitolo introduttivo.
Non succede molto, ma vi posso assicurare che dal prossimo ne vedrete delle belle! ^__^

Quindi, per favore, fatemi sapere i vostri commenti, pareri o critiche!

Grazie a chi vorrà lasciare una recensione e a quanti leggeranno e basta.

Beat




   
 
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