SUNDAY MORNING
Ora sta dormendo, Gwen, con il capo sul mio petto e le minuscole mani pallide intrecciate nelle mie che le stringono forte, come a pregarla di non andarsene una volta sveglia.Più la guardo e più inizia a farsi spazio nella mia mente l' idea che forse quel piccolo corpicino che ho accanto, nel mio letto, appartiene ad un angelo.
Dev' essere così, è troppo perfetta.
Quei suoi capelli color ebano qualche centimetro fin sotto le spalle, lisci, che starei ore ad ammirarne la semplicità e la bellezza; gli occhi, due profonde iridi nere, tanto aggressive quanto innocenti, sembrano poterti penetrare l' anima con un solo sguardo, e la pelle diafana, senza alcuna imperfezione, risplende di una luce propria disarmante e la fa somigliare ad una di quelle splendide bambole in porcellana da collezione.
Ma lei è ancora più bella.
Lentamente dischiude gli occhi, fino a spalancarli del tutto, e mi rivolge un dolce sorriso.
Le scocco un bacio delicato sulla fronte, mentre lei sussurra con voce suadente, ancora assonnata " Buongiorno Trent ".