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Autore: tanky    26/09/2014    3 recensioni
-"Tom maledizione tu non fumi." Disse Daniel quasi arrabbiandosi con lui. "...Tu vai a pescare cazzo!" Lo disse tirando un calcio nel vuoto e si fermò giusto in tempo da rendersi conto di quanto tutto questo fosse surreale.
Si mise a ridere forte, improvvisamente, colpa dell'alcool in corpo o del vento che sentiva soffiargli dentro in direzione del compagno.-
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Daniel Radcliffe, Tom Felton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non smetterò mai.
 
[Luglio 2011, Tom Felton è andato a vedere il musical di Daniel Radcliffe a Broadway e si è recato dietro le quinte a trovarlo, scrive:
"Ho Visto Dan allo spettacolo ieri sera! Impossibile smettere di sorridere, era eccezionale, mi sentivo davvero orgoglioso a vederlo lassù! Nessuno riuscirebbe a farlo bene come lo fa lui."]
***
 
 
 
 
Dan ordinò il suo pranzo in quest'ordine: Pizza, patatine, Fish and chips, cotoletta, insalata e una Birra media.
Tom lo sentiva sempre dichiarare fra una ripresa e l'altra, che se voleva continuare a mantenere in vita Harry, sul quel dannato set pieno di macchine mortali che lo sbalzavano da una parte all'altra, aveva bisogno di forze, forze ed energie.
Al biondo scappò appena un risolino ripensando all'aria soddisfatta con cui Daniel elencava la lista delle pietanze mangiate a mezzogiorno. Era uno stupido gioco, lo sapeva, ma chissà perché se ci ripensava doveva nascondere un sorriso dietro la manica della sua giacca, portandosi una mano alle labbra.
Tom era ad un paio di tavolini di distanza, giù, nella mensa del set e guardava Dan. Maledizione, lo fissava proprio...Se ne stava lì come un imbecille a guardarlo mentre si abbuffava di patatine e birra ghiacciata. Felton si sentiva patetico.
 
 
Quando era iniziato questo stranissimo giochi di sguardi fra loro?
Probabilmente, quando ad una festa organizzata dal cast, due settimane prima, un Dan ubriaco fradicio aveva accidentalmente sfiorato la sua mano in un divanetto della discoteca e non si era deciso a spostarla se non cinque minuti dopo.
Tom li aveva pure contati, in preda all'imbarazzo si era messo a calcolare mentalmente i secondi che passavano, sperano con tutto sé stesso che Radcliffe non si accorgesse della sua mano che iniziava a sudare. Niente di trascendentale comunque, niente dita intrecciate o palmi che si sfiorano, era stato più che altro un gesto naturale: due mani fianco a fianco che si avvicinavano appena, mentre i due ragazzi erano intenti a fare altro.
Daniel in ogni caso, da quel contatto comune non si era ritratto, anzi, quando la sua pelle sfiorò quella del biondino, per indispettire di più il nervosismo di Tom probabilmente, aveva sorriso appena, quasi impercettibilmente...
Felton l'aveva notato e ci poteva scommettere: quel pseudo mago da strapazzo aveva sorriso, in quel suo modo un po' scanzonato, che fa sembrare innocente uno sguardo ammiccante.
In quell'istante, il cuore di Tom si era rimpicciolito di almeno due taglie.
Ma forse era iniziato anche da prima...Forse da sempre.
 
 
Si fece coraggio e raggiunse il suo collega seduto da solo.
 Felton andò a sedersi di fronte al moro e con finta noncuranza disse: "Se continui di questo passo dovranno imbottire la tua controfigura almeno di una decina di chili in più." Sorrise di quei sorrisi che erano aperti e sinceri, che un po' spiazzavano. Assottigliò gli occhi con fare indagatore... In un certo senso, a Daniel ricordò Draco.
<<  Se Malfoy sapesse sorridere...quello sarebbe il suo sorriso  >>  Questo pensiero  divertì e intenerì l'attore che dovette subito distogliere lo sguardo.
Pensò per un istante che Draco e Tom erano assolutamente l'antitesi l'uno dell'altro e questo per qualche strana ragione lo affascinava.
Anche lui si sentiva lontano anni luce da Harry, ma nel suo personaggio c'era qualcosa che lo legava a sé come una calamità, sarà stato per quella certa spavalderia e una buona dose di coraggio.
 
 
Tante volte si era ritrovato a pensare e a scherzare con la fantasia...
Una volta aveva detto a Rupert, prima di girare una scena con Tom in cui i due si scannavano come sempre, che se l'andamento della storia fosse dipeso da lui, avrebbe fatto stare insieme Harry e Draco, perché c'era qualcosa al di sopra delle regole, come una sorta di attrazione inspiegabile che legava i due personaggi in maniera inevitabile: si fissavano e si cercavano come una preda cerca il pasto e Daniel credeva che tutto questo fosse dannatamente sexy.
Se lui fosse stato l'autore di Harry Potter, Harry e Draco si sarebbero sposati e avrebbero scopato come ricci finché la morte non li avrebbe colti sul fatto.
Stranamente, mentre formulava divertito questo pensiero al rosso, si accorse di avere gli occhi puntati su Tom.
Si imbarazzò appena ma si ricompose subito, anche se il suono della sua risata mentre scherzava con Matthew, lo incantava facendogli perdere la concentrazione.
Non era per niente facile stare vicino a Tom, richiedeva una buona dose di autocontrollo da parte di Dan, sentirlo ridere, scherzare e imbarazzarsi, ascoltare quelle sue battute ironiche e studiare le sue mani che a intervalli regolari andavano a sistemare i capelli biondi, vedere le sue labbra aprirsi con chiunque con una limpidezza e una sincerità che rendevano impossibile non affezionarsi al ragazzo. Perché Tom era gentile, simpatico e sempre velatamente in imbarazzo, tranne che sulla scena, rendendo il suo modo di fare una reale distrazione per Daniel. Tutto di lui, quando si ritrovava a guardarlo, gli provocava una certa vertigine che doveva subito mascherare con la sua faccia tosta.
Amava scherzare con il biondo e Tom stava sempre al gioco, sarà per questo che il protagonista non mancava mai occasione di individuarlo per scambiare un paio di parole. Dan lo desiderava e lo cercava con lo sguardo, i loro occhi si trovavano sempre.
 
"Mi sottovaluti Felton." Rispose guardandolo intensamente negli occhi e sorrise.
Si creò un leggero silenzio imbarazzato che Dan smorzò afferrando una patatina e continuando:
"Sai, brucio tutto sul set, mentre corro da una parte all'altra per salvare il tuo sedere purosangue dalle grinfie di Ralph."
"Ma smettila Grifondoro da strapazzo."
Adoravano prendersi in giro anche fuori dalla scena, portando avanti la tradizione Potter-Malfoy.
Ora, ridevano entrambi, da matti.
"Senti, oggi dovremmo finire presto le riprese, che ne dici se andiamo a berci qualcosa in un locale?"
"Ci saranno anche Emma, Rup e gli altri...?"
Daniel  giocò appena con la sua unghia e pensò velocemente. Come si sarebbe giocato ora?
"Non so, potrei chiederglielo se vuoi...ma pensavo più che altro ad una cosa solo io e te, niente di trascendentale, una biretta veloce, per risolvere i vecchi dissapori fra Harry e Draco." Alzò un sopracciglio e sfoggiò il suo sorriso più fintamente innocente.
Tom fu colto alla sprovvista dall'invito di Dan, non aveva fatto quella domanda per cercare di capire le sue intenzioni o chissà che cosa, semplicemente gli era venuto automatico dare per scontato che sarebbero usciti insieme agli altri.
Si sarebbe sicuramente sentito più tranquillo nel sapere di avere intorno Rup e Matthew che all'occorrenza avrebbero stemperato la tensione con una battuta improvvisata ma decisamente era troppo curioso per perdere l'occasione di capire cosa volesse Dan, per capire cosa fosse per lui.
"Mi sembra una bella idea Potter." Disse Tom sorridendo divertito e Daniel ricambiò con la sua migliore risata, quella coinvolgente e piena, che sembrava creata apposta per Tom, per fargli capire che era lui a farlo stare così bene.
Questa sensazione sfiorò velatamente il cuore del biondo, il suo stomaco si strinse appena e si ritrovò a pensare a quanto bello fosse Dan sotto ogni punto di vista, sotto ogni maschera e diceria, bello sotto ogni personaggio interpretato...Perché era lui, era coinvolgente e carismatico in un modo tutto suo, che nascondeva dietro gli occhi una luminosità velata di malinconia.
 
°°°
 
"Come siamo eleganti Felton."
Tom sorrise raggiante.
"L'occasione meritava un giusto completo."
Si erano trovati direttamente fuori dalla porta del locale dove Daniel aveva fissato l'appuntamento.
"Pensavo che fuori dal set fossi uno da maglietta e cappellino con la visiera." Lo canzonò Dan andandogli incontro a passo svelto.
Il biondo fece una piccola giravolta su se stesso e si mise in posa come per uno scatto fotografico.
"Forse voglio fare colpo." Tom rideva stuzzicando il collega.
Si stava già divertendo, la serata sembrava iniziare bene.
"Chi è il fortunato?"Gli occhi di Daniel erano limpidi e si specchiavano in quelli dell'altro.
Radcliffe era vestito con dei jeans scuri aderenti e una camicia blu leggermente aperta, con le maniche tirate su all'altezza del gomito.
Felton invece portava dei pantaloni neri più classici ma abbastanza stretti da far intravedere le forme del suo corpo e una camicia bianca con una giacca scura che teneva appesa a un dito dietro la spalla.
Entrambi erano molto eleganti rispetto ai loro abituali indumenti al di fuori del set.
"Forse lo scopriremo entrando." disse Tom, l'euforia della serata l'aveva reso spavaldo.
Di solito si prendevano in giro ma sempre velatamente, mentre questa volta l'atmosfera era già partita infuocata, forse perché a entrambi sembrava di intuire cosa nascondesse questa uscita.
Dan lo spinse appena con un braccio, scherzosamente, e Tom barcollò di fianco a lui divertito.
Entrarono a grandi passi nel locale.
Il posto non era estremamente eccessivo anche se faceva trapelare una certa eleganza, era del genere con le luci soffuse e la musica attutita, Dan l'aveva scelto apposta non troppo affollato e entrambi scelsero di dirigersi verso un tavolino appartato.
 
Bevvero tanto e gli sguardi furono intensi, non mancarono mai di ridere e di sfiorarsi accidentalmente le mani mentre si passavano i bicchieri.
Stavano bene, si sentivano finalmente bene e banalmente sembravano esserci soltanto loro al mondo. Soltanto loro erano importanti e tutte quelle cazzate che si dicevano per poi ridere come dei matti, in realtà erano di vitale importanza.
Tom era bello, non c'era un'altra parola per descriverlo quella sera e dopo molto alcool in corpo Dan trovò il coraggio di fare una cosa che avrebbe voluto fare da moltissimo tempo: lo baciò.
Si sporse in avanti su quel piccolo tavolo, spezzando a metà una frase di Tom, gli  bloccò le labbra con un gesto secco che non dava al biondo tempo e spazio per capire bene cosa stesse succedendo.
Felton dopo alcuni istanti ricambiò con più necessità e spinse la sua bocca contro quella di Daniel.
Fu un bacio un po' timido e impacciato, di quelli che dai a undici anni alla prima cotta a scuola, il che era strano per due tipi come loro, ma uscì così, come un riflesso involontario, come quando vedi qualcosa che brilla per terra e non puoi impedire a te stesso di raccoglierla, come quando vedi un quadro o un'opera d'arte bellissima ad un soffio da te e nonostante ti dicano che non si può toccare, non puoi fare a meno di accarezzarla con un gesto rapido della mano, per sentire il materiale, per sentire di cosa è fatta, se è reale.
Quando il bacio morì, Tom si scostò leggermente da Dan con ancora gli occhi chiusi. Si diede alcuni attimi e respirò profondamente: "Aspetta, aspetta un secondo..." respirò ancora "Non so se dovremmo farlo." sussurrò guardando la plastica del tavolo.
Finché si era trattato di pallide illusioni, o desideri, sogni o voglie nascoste sotto le coperte prima di addormentarsi, pensando a quanto l'altro ti era stato vicino per dire quella determinata battuta, allora si poteva giocare, ma se le cose si facevano vere, sul serio, era tutta un'altra storia.
"Cosa vuoi dire?" Daniel era un po' incerto e la sua voce tremava appena.
"Dan ..."
Il moro si intromise.
"Tom, probabilmente sono questi bicchierini in più a darmi il coraggio di parlare, ma è vero che tu mi piaci, dannazione, da quando abbiamo iniziato a girare, ed eravamo due bambini, da allora mi interessi...Se non l'hai ancora capito..."
Il biondo alzò il suo sguardo che trovò quello del protagonista.
"Non riesco a smettere di guardarti, mai, davvero...Durante le riprese, le pause e ti cerco anche quando non mi sei attorno..." continuò Daniel e mise una mano sopra quella di Tom che non la ritrasse.
"Sai cosa comporterebbe una cosa del genere? Sai a quanti casini andremmo incontro? Io non lo so..."  Felton era confuso, l'alcool che aveva bevuto lo disorientava.
Non si permise fino in fondo di ascoltare le parole di Daniel che gli passarono veloci sfiorandogli il cuore, lasciando il posto all'incertezza.
E la verità è che aveva ragione, c'erano altre mille cose da dire, da chiarire, da distruggere.
Forse stavano andando verso una cosa più grande di loro.
Nonostante fosse la sua vita, per la prima volta Tom si ritrovò ad averne timore, ad esserne terribilmente affascinato ma anche spaesato.
Radcliffe si irrigidì e tolse la mano da sopra quella del compagno.
Nel suo sguardo si vedeva che cercava di ricomporre i pezzi di qualche passaggio che si era perso.
Cosa diavolo stava succedendo? Ogni secondo gli stava sfuggendo di mano e desiderò con tutto se stesso di scappare chilometri lontano da lì. Via, da quel tavolino dove si era giocato e aveva perso. Solo, non voleva perdere Tom.
Ancora in silenzio, con movimenti lenti, il protagonista si alzò per andare a pagare, qualcosa in quella bellissima serata si era spezzato.
Tom lo seguì non trovando il coraggio di dire una parola, combatteva contro se stesso e il nodo che sentiva di avere in mezzo al petto.
 
 
Uscirono  dal locale e fecero un pezzo a piedi perché dovevano entrambi smaltire la sbornia e capire che diavolo era successo su quel dannato tavolino del bar.
Tom camminava svelto apposta, superando Dan di qualche passo.
Si erano inoltrati in un vicolo buoi e fuori mano e Felton si fermò di colpo. Radcliffe si avvicinò a lui per chiedere come stava, gli mise una mano sulla spalla e il biondo si girò.
Tom si avvicinò lentamente al corpo di Daniel facendo combaciare la loro pelle sotto la camicia. Ma si vedeva che era combattuto, confuso e impaurito.
Guardò negli occhi di Daniel: era così profondo in lui l'oceano di luci e ombre che a Tom venne voglia di saltarci dentro per cercare di non affogare, oppure per ammazzarsi e stare a vedere che effetto avrebbe fatto essere lì, negli occhi di Dan a morire. E restare lì.  Semplicemente restare.
 In quella stradina buia, con l'odore di alcool e del sapore di Dan che soffiava sulla sua pelle, come si aspetta il bus che ti porta a casa dopo essere partito per molto tempo.
In un gesto che spezzò l'atmosfera, brusco e forzato, Tom si allontanò dal corpo del moro e si accese una sigaretta, con finta calma. Lo lasciò lì appeso ad un bacio, appeso ad una risposta, in equilibrio sulla verità... E non era da lui.
Era difficile essere loro in quella situazione.
"Tom maledizione tu non fumi." Disse Daniel quasi arrabbiandosi con lui. "...Tu vai a pescare cazzo!" Lo disse tirando un calcio nel vuoto e si fermò giusto in tempo da rendersi conto di quanto tutto questo fosse surreale.
Si mise a ridere forte, improvvisamente, colpa dell'alcool in corpo o del vento che sentiva soffiargli dentro in direzione del compagno.
Tom lo guardò e sorrise divertito, era tutto così terribile e divertente, comico e tragico insieme.
Erano qualcosa che molto probabilmente non potevano essere e Felton fu pervaso come da un lampo dall'intuizione che era per questo che aveva bisogno di Dan, della sua pelle addosso. Il modo in cui aveva bisogno di lui...Di poter sperare di svegliarsi e scappare altrove... Di evadere....Era qualcosa che non poteva più ignorare, perché aveva conosciuto Daniel come si conosce un qualsiasi altro ragazzo al mondo e nonostante fosse così dannatamente complicato starci vicino si era innamorato di lui col tempo, lentamente, come qualcosa che mentre non guardi ti invade e ti riempie e dopo sei fregato, perché non puoi proprio più farne a meno.
Pensò di sfuggita ancora a  Potter e Malfoy, ai loro personaggi, pensò con una lucidità che non proveniva da lui che erano straordinariamente simili, lì, in quella situazione, dove nessuno di loro quattro poteva essere ciò che era, senza costrizioni.
Dan sentiva di non poter avere ciò che desiderava. Sentiva Tom vicino e la sua presenza era così incombente dentro ogni cellula del suo corpo che si avvicinò a lui.
Le loro mani si sfiorarono e le loro dita si intrecciarono.
"Sei un imbecille Radcliffe, da quando chi va a pesca non può fumare?" La voce di Tom era dolce come il suo sorriso e le sue labbra erano vicine.
I loro occhi così simili.
Forse qualcosa stava cambiando e la paura fece un passo indietro, il profumo della felicità era troppo vicino.
"Tu non fumi..." Si giustificò Dan in un sussurro, continuò puntando lo sguardo in basso e disse con prudenza: "Solo, non voglio che questa cosa ci trasformi in ciò che non siamo, che ci impedisca di essere quello che vogliamo..."
Tom rimase in silenzio e il suo sguardo si fece intenso.
Aveva capito e si fece forza.
"E se io volessi te....se ti volessi davvero...". Tom lo disse piano.
A quel punto fu uno scattò: Dan spinse Tom contro il muro gelido del vicolo, una mano sul suo fianco e l'altra contro il muro all'altezza del collo del biondo.
 Iniziò a piovere piano.
Le stesse gocce leggere che scendevano sulla fronte di Tom percorrevano il sentiero lungo la guancia del moro, come unica direzione, come se fosse impossibile  toccare la pelle di uno senza toccare quella dell'altro...
Questa volta fu Felton a cercare il contatto con la bocca di Daniel, si avvicinò cautamente facendo aumentare il desiderio ad ogni battito.
Prima le loro labbra si sfiorarono piano, accarezzandosi appena, desiderandosi, mischiando il fiato, i sapori, gli odori, i cuori.
Poi Dan non riuscì più a resistere all'odore inebriante, all'avere Tom così vicino...Approfondì il bacio con bisogno, diventò appassionato : gocce d'acqua, pelle e cuore, saliva e fiati, tutto. Chiuse gli occhi per sentire meglio il l'aderenza delle labbra di Tom che sembravano combaciare alla perfezione come se fosse l'unico modo...
Ed era spezzato in due, quasi a secco ma di nuovo a casa.
Si staccarono solo per riprendere l'ossigeno rubato all'altro.
Erano fradici e Tom poteva sentire con meravigliosa insistenza la pelle, sotto la camicia bagnata di Dan, pulsare, all'altezza del cuore.
"Non scherzo con te...non smetterò mai." Disse Daniel sorridendo sulle sue labbra, guardandolo fisso negli occhi e perdendosi dentro.
Non avrebbe mai smesso di sentirlo così forte in lui.
Ed ebbe il coraggio di ammettere a se stesso che era quello che voleva.
L'aveva visto camminare sul set tante volte, vederlo così bello...L'aveva desiderato così tanto che ora farà di tutto pur di averlo, perfino fingere.
Era disposto a lottare, come a custodire gelosamente qualcosa che sarebbe rimasto solo a loro.
E lo sapeva, che anche a distanza d'anni, guardandolo avrebbe sempre pensato che fosse una persona straordinaria, la più bella del mondo.
Tom  ha catturato il cuore di Dan in un modo che nessun'altro ha mai potuto fare.
E dentro il suo cuore al di fuori di ogni logica prese sempre più piede la consapevolezza che qualsiasi cosa avrebbe fatto da all'ora in poi, l'avrebbe fatta con lui.
 
"Possiamo rifarlo ancora, possiamo rifarlo mille altre volte su vuoi" Disse Tom  in un sussurro, ed era divertito: felice da far schifo. E l'avrebbe rifatto tutto da capo.
 
Tom sorrise sulle labbra di Dan e finalmente capì: era sempre stata una certa questione di felicità.
Non hai mai smesso.
Non smetterai mai.
 
 fine...







Autrice: Volevo pubblicare questa storella per il compleanno di Tom, ma non ci sono riuscita mannaggia!
La citazione all'inizio l'ho trovata in un intervista, non sono sicura al cento per cento della sua attendibilità ma l'ho trovata adorabile e l'ho inserita lo stesso :) Mi sto appassionando sempre di più di questi due fantastici ragazzi !!!
Ditemi il vostro parere, se vi è piaciuta oppure no...i vostri commenti mi faranno felice :D
Scusate se c'è qualche errore di distrazione che mi è sfuggito, intanto sto continuando piano, piano le mie storie già iniziate...causa esami universitari gli aggiornamenti sono un pochino più lenti, ma questa sciocchezzuola l'ho scritta sul treno e ho pensato di pubblicarla comunque!!
Grazie a tutti e COMMENTATE IN TANTIIIIIII!!! un abbraccio!
   
 
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