Warnings: future!fic, riferimenti a Steroline e Carenzo.
- DI COSE NON DETTE E STRADE NON PRESE
Caroline dimentica - dimentica la voce di sua madre, il profumo che aveva la sua casa a Mystic Falls, il numero dei gradini che portavano alla sua stanza a le rughe che si formavano agli angoli del volto di suo padre quando rideva. Caroline dimentica e la vita va avanti.
Non dimentica il suo volto, non può farlo perché lui è ancora vivo - e Caroline impara presto che è più difficile dimenticare i vivi rispetto ai morti -. ma non ricorda più come il solo sentirlo nominare le facesse scorrere brividi lungo la schiena e le facesse stringere le gambe in cerca di qualcosa – sollievo, forse, o una via di fuga, dalla sua pelle prima ancora che da lui. Il suo nome ora è solo uno fra tanti: non ha più nessun significato, nessun segreto, nascosto tra le sue sillabe che scorrevano sulla lingua come foglie sulla sua pelle e a Caroline non importa.
È semplice davvero: è la vita. Sono le infinite possibilità, sono le scelte che Caroline ha preso e quelle di fronte a cui ha voltato il capo.
C’era una volta un uomo, sa..
Si sposa, una volta, con un uomo che ha i capelli così scuri e gli occhi così chiari e che sorride sempre. Quando pronuncia Sì, lo voglio, di fronte al volto commosso di sua madre e di Stefan e al matrimonio che ha sempre sognato, Caroline non pensa a nessun altro.
C’era una volta un uomo –
La pelle è ancora sudata e i corpi sono ancora nudi e quella solitudine che li ha spinti a cercarsi, a stringersi, sembra essersi nascosta in un armadio - ma Caroline sa che è pronta a saltare alle loro gole non appena la biancheria tornerà al suo posto -, quando si guardano e scoppiano a ridere perché è così sbagliato e imbarazzante e si conoscono da cento anni e –
- Mai più, - afferma Enzo e, un tempo Caroline avrebbe sentito il serpente del rifiuto scivolarle lungo la schiena, ma non ha più diciassette anni e si limita a storcere il naso e ad annuire con convinzione.
- Assolutamente, mai più. –
C’era una volta un uomo che aveva promesso a una ragazzina, poco più di una bambina –
Un giorno giura a un ragazzo di amarlo per sempre, per sempre, hai capito? Peeer sempre, mormora, strisciando le parole contro il palato e lui ride perché è Stefan e lei è Caroline ed è ubriaca e –
C’era una volta un uomo, Stefan lo sa, che aveva promesso a una ragazzina di amarla per sempre ed aspettarla –
Si dimentica di Klaus perché ogni scelta compiuta l’ha portata di un passo più lontano da lui, dalla vita che avrebbe potuto avere se solo, a diciassette anni, avesse messo da parte i suoi amici e tutto quello che Caroline Forbes era stata cresciuta per essere e avesse preso la mano che le veniva tesa. Si dimentica di lui ed è così naturale che Caroline neanche per un momento si pente delle scelte che ha compiuto e che l’hanno condotta dove si trova ora, dove loro non si trovano.
Si dimentica di Klaus, semplicemente, perché è felice.
Si incontrano, una sera, ad una festa tenuta da un qualche nobile vampiro francese (Marcus? Marc? Marcel?, Caroline non ricorda e non le interessa) e sotto la luce dei candelabri di cristallo, che si riflettono sui ricchi abiti degli ospiti, e che sembrano tintinnare al suono delle risate che riempiono l’ampio salone, Caroline, improvvisamente, realizza che non sono nient’altro che sconosciuti.
Gli sorride, da un capo all’altro della stanza, e lui solleva il calice in un gesto di saluto. Caroline ride e stringe il braccio del suo accompagnatore.
C’è una piega leggera che solca il volto di Klaus, quando la vede. Una smorfia sottile gli piega le labbra e forse è dolore o forse solo sorpresa. Quale che sia la verità, Caroline spera che anche lui trovi presto qualcuno che gli riempia la vita.
C’era una volta un uomo che aveva promesso a una bambina di amarla per sempre ed aspettarla e ora non si conoscono più.
Note:
- ovvero tutto ciò che potrebbe accadere se JP avrà l'ultima parola e che io prego non accada mai.
- la seconda parte (che dovrei aggiungere tra un paio di giorni) sarà ambientata in un altro possibile futuro e sarà dal punto di vista di Klaus.
- IDEK era da un sacco che non scrivevo angst ed è sorprenente perché io nell'angst ci sguazzo come i maiali nel fango (che paragoni poetici) (ciao, Dante, guarda con che roba che me ne esco).
- potete insultarmi, eh.