Capitolo 1. Prologo.
L’acqua scivolava nel mio viso piano piano,era tiepida,e mi ricordava tanto la pioggia d’agosto.
Adoravo la pioggia d’agosto era così accogliente,magica,e incredibilmente indimenticabile.
Indimenticabile perché ogni volta che avrebbe piovuto durante il freddo ottobre,avresti ricordato quanto quella fantastica pioggia d’agosto,riscaldava il tuo cuore.Quando bagnava la spiaggia.Quando era solo e solamente un po di calda pioggia d’agosto,intorno a quelle sensazioni meravigliose che lui riusciva a farti provare quando ti accarezzava, anche per una sola volta,il viso.
 
 
Dicembre,da sola nella vasca a piangere.Ancora una volta.Divorata dai sensi di colpa.Come al solito, da ormai molto tempo.Ormai la scuola è un ricordo,non ci vado da moltissimo tempo quasi non ricordo quanto.Ho smesso di vivere grazie a me stessa, grazie alla mia schifo di responsabilità di merda.Grazie a quello che sono ora.Un mostro.Una ragazza di diciotto anni,che non vede l’ora di diventare vecchia.Per poter morire piano e dolcemente,cullata dalla pazzia e dalladepressione.Senza neanche dei nipotini che mi girano intorno.Senza neanche una vita alle spalle.Si è proprio questo che voglio.Voglio un futuro senza un passato.
 
Sono questo ormai.
Mi dispiace.
Così tanto.
Davvero.
Vorrei ritornare quella di prima,oh quanto lo vorrei.Mi manca da morire lui e la sua magnifica risata,lui e il suo sorriso,lui e la sua sensibilità,lui e il sua sarcarsmo,lui e la sua testardaggine,lui e i suoi occhi,così profondi,così brillanti,così unici,così suoi e di nessun altro.Quanto mi manca,quanto mi mancano i suoi abbracci,quanto mi manca il suo corpo che riscalda il mio,quanto mi manca davvero.Quanto mi mancano le estati passate insieme,quanto mi mancano le serate a baciarci,quanto mi mancano i pomeriggi di febbraio davanti a call of duty,quanto mi manca la sua voce che canta melodiose note accompagnate da quella chitarra,quanto mi mancano i discorsi noiosissimi di sua madre sulla pillola,quanto mi manca essere presa in giro da quel meaviglioso idiota,quanto mi manca essere presa in braccio quando mi addormento sul divano,ora non c’è più nessuno che lo fa per me.Ora non c’è più nessuno che parli con me come faceva lui con me.Ora non c’è più davvero.Chissà dove ora,l’amore mio che aspetto da quel giorno in cui mi disse quel < Promettimi che mi aspetterai,promettimelo. > e io avevo annuito con le lacrime agli occhi mentre l’assistente sociale lo caricava in  macchina con forza.
Da quel giorno lui non si è più fatto vedere o sentire.E da quel giorno io sono così.Mi sento in colpa perché se quello dei servizi sociali ora lo tiene segregato in un centro di riabilitazione,è solo per colpa mia.Solo perché ero spaventata e non sono stata li a difenderlo da loro, quei maledetti bastardi che ora mel’ hanno portato via,lontano da me.
Mi sento male.Sto male davvero e non voglio che lui  mi lasci qui,da sola a lottare contro questo mondo crudele.