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Autore: Sottopelle    27/09/2014    0 recensioni
Dusios: dal gallico, demone.
Genere: Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A forza di
spezzare lance in favore tuo,
ho finito col
disarmare la mia
me guerriera:
son rimasta senza
lama alcuna con
cui potermi difendere dai
miei incubi notturni.
Perchè loro torneranno
- e questa è certezza -
e domineranno ancora
i sogni miei.
E li accoglierò,
senza brividi tra le vertebre.
Come ho fatto con le
dita tue tra i miei capelli.
E tornerò ad esser schiava dei
miei stessi demoni che
ho cercato di cancellare,
inutilmente.
Ma non esiste modo per
uccidere ciò ch'è frutto della
propria mente,
e io posso solo subire.
Senza lamento alcuno.
È che io non voglio ribellarmi.
Dopotutto,
mi è facile la sottomissione a
un volere più definitivo del mio,
che m'ha costretta al vagare sui
miei stessi passi senza
indicarmi mai una meta fissa.
Come tu m'hai imposto i
l tuo volere.
E io non ho fiatato.
Non ho mai saputo accontentarti.
Ma tu non ne hai mai
fatto un dramma:
ad ogni mio fallimento,
c'hai aggiunto un errore
tuo a dire:
"Possiamo sbagliare tutti"
per consolarmi.
Ma io ho sommato le
mie mancanze,
alle tue spalle,
ed esse hanno creato un
vuoto in me di cui non
hai mai saputo l'esistenza.
Ho seppellito le mie asce di
guerra in favore di carezze,
a sostituire le parole mie
mancate.
Forse tornerò a disotterrarle,
ora che te ne sei andato e
non mi sento più in dovere di dire
parola alcuna con altri.
Perché tu hai abbracciato la notte,
e lei s'è sentita autorizzata a
portarti con sé.
Lasciandomi s'uno sfondo di
luce che non m'apparteneva.
Perché la luce confonde gli occhi.
Ma il buio inghiotte lo sguardo.
E non ho mai imparato ad
amare nessuno dei due.
Mi nascondo
nella penombra,
dove il grigio diventa il
mio unico punto di forza.
Senza colori col quale ha
i sempre cercato di rappresentarmi.
Senza confini chiari.
Così nessuno può vedermi,
e vedere le lacrime agli
occhi miei.
Ma ora i papaveri hanno cantato,
e la sera s'è alzata col
passo leggero.
Dipingendo il mio
sangue di nero.
Sei tornato.
Contro ogni mia previsione.
E io son ancora qui.
Ma non so se
ciò è dovuto al fatto che t'aspettavo o
che non ho mai saputo muovermi in
luoghi a me estranei.
Forse.
Fatto sta che
io son ferma nello stesso punto in
cui m'hai lasciata.
E sussurro il tuo nome, piano.
So che tornerai da me.
E so che una volta
insieme mi dirai:
"Hai visto?
Ho sbagliato anch'io".
Ma tu le mani tendimele,
ora.
E stringile forte.




Agerath
  
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