27/09/2014
7 recensioniChandelier
"1... 2... 3... Bevi!"
Solo in quel momento si rese conto che aveva esagerato con le birre e che, molto probabilmente, l'avevano convinto a sottoporsi ad una prova di coraggio, una di quelle che si fanno per accettare i nuovi membri nel gruppo. Jacob si avvicinò al cancello e lo spinse. Il cigolio dovuto alla ruggine gli sembrò un lamento straziante. Fece qualche passo in più e raggiunse la fontana, ormai in disuso e coperta di muschio, che era stata collocata davanti alla Villa.
La Villa Maledetta, al secolo Magione DeClerck, era una splendida costruzione in stile coloniale abbandonata da più di vent'anni. Le finestre, una volta finemente decorate, era andate distrutte e i muri erano completamente ricoperti dal muschio. Mentre si avvicinava al portone scardinato, Jacob rimuginò sulle leggende che ricoprivano di mistero la Villa: secondo alcuni, essa si era guadagnata quel soprannome inquietante a causa di un orrendo multiplo omicidio; altri dicevano che i fantasmi della famiglia DeClerck abitassero ancora quelle mura, sotto forma di spiriti.
Il ragazzo entrò e fu accolto da un vento gelido che smosse un po' di polvere. Jacob avanzò a tentoni verso le scale che portavano al piano superiore. Iniziò a salirle e sussultava ad ogni minimo cigolio di quei vecchi gradini sgangherati. Il paesaggio attorno a lui non era dei migliori: l'intonaco si era scrostato dalle pareti, i quadri e le statue, alla luce della luna, sembravano delle figure grottesche pronte ad assalire il visitatore al minimo segno di cedimento.
D'un tratto, un urlo straziante sconvolse l'aria. Jacob si avvicinò alla porta da cui aveva sentito la ragazza urlare. O almeno, quello sembrava l'urlo di una ragazza. Jacob aprì la porta e si ritrovò in un corridoio completamente grigio privo di alcun tipo di decorazione o fronzolo. Il ragazzo avanzò per quel corridoio fino ad arrivare ad un'altra porta. La cosa si ripeté per diverse volte fino a quando Jacob si rese conto di aver completamente perso la cognizione del tempo. Si voltò e ripercorse parte della strada.
Una volta aperta un'altra porta, il ragazzo si ritrovò in una stanza completamente sconosciuta. Non riusciva a capire come fosse arrivato lì: non aveva né sbagliato strada visto che il corridoio non si era biforcato, né tantomeno la porta scelta all'inizio dato che ce n'era solo una. Preso da questi pensieri, Jacob non si accorse che uno Chandelure gli si era avvicinato. Appena lo vide, il moro lanciò un urlo di puro terrore che spaventò anche il Pokémon.
"Che c-cosa vuoi da me?" chiese Jacob mentre arretrava di qualche passo.
Il Pokémon gli indicò una porta e il ragazzo comprese che Chandelure voleva aiutarlo ad uscire da quell'inferno di casa.
"Guidami verso all'uscita" disse il moro avvicinandosi al Pokémon.
Chandelure condusse il nostro caro Jacob in un altro corridoio più corto del precedente. In pochi minuti raggiunsero una stanza priva di finestre, illuminata solo dalle tenui fiamme azzurre del Pokémon Spettro.
"Credo che ci siamo persi" disse Jacob prima di voltarsi verso la porta. Solo che la porta era sparita. Il ragazzo era rimasto scioccato e si voltò in direzione di Chandelure per parglargli, ma l'espressione del Pokémon gli fece morire le parole in gola. Il Pokémon, infatti, aveva assunto un'espressione inquietante: i suoi occhi rilucevano di una luce sinistra, il suo volto si era deformato e in fondo ad esso comparve una bocca guarnita di una doppia serie di denti acuminati.
Chandelure avvolse nei suoi tentacoli il corpo di Jacob. La carne veniva ustionata dalla fiamme dei tentacoli del Pokémon e il moro cercava di urlare, ma era come se un'entità maligna lo avesse ammutolito per sempre. Chandelure avvicinò la sua preda alla bocca sempre di più. Jacob si costrinse a guardare in faccia la morte. L'ultima cosa che vide furono i denti di Chandelure, poi il buio più assoluto.
***
La vecchia signora Mogal adorava fare lunghe passeggiate con la sua bicicletta ed uno dei suoi percorsi preferiti passava nelle vicinanze della Villa Maledetta. Ella non credeva a quelle stupide leggende che si raccontavano ai bambini per rimproverarli... Non sapeva che le sue convinzioni sarebbero cambiate quella mattina.Appena arrivò alla curva che precedeva l'ingresso alla Magione DeClerck, la donna sentì un odore molto simile a quello della carne bruciata. Svoltò l'angolo e dovette fermarsi poiché sul ciglio della strada c'era una persona. La signora Mogal si avvicinò al corpo e cercò di svegliarlo ma, appena lo voltò, fu assalita dallo stesso odore acre che aveva sentito solo qualche minuto prima. Solo dopo si accorse di un piccolo, macabro dettaglio e urlò come se qualcuno l'avesse trafitta con un coltello ardente. Al centro del corpo c'era un'enorme buco e sul volto del povero ragazzo erano rimasti, irrigiditi dalla morte, i segni di un terrore puro. Quello era il cadavere di Jacob.
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Angolo dello scribacchino in erba
Salve! Spero che abbiate apprezzato questo piccolo racconto del terrore e vi ringrazio per essere arrivati fino a qui. Vorrei tanto che lasciaste una piccola recensione, anche solo per evidenziarmi gli errori che mi sono sfuggiti o per darmi dei suggerimenti. Un saluto a tutti /
Rovo