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Autore: Gio_Gio22    27/09/2014    1 recensioni
Clary ha 17 anni. Ha una passione:l’equitazione. Adora gareggiare,sentire il vento tra i capelli,provare il brivido di volare ogni volta. Atlantis è il suo cavallo,un magnifico purosangue con un gran cuore.
Clary aveva una passione ma ora non più. Atlantis era il suo cavallo.
Questa è la storia di Clary,un’adolescente come tante,con i suoi problemi,i suoi litigi con i genitori,e le sue passioni. Una quella che scorre nelle sue vene fin da piccola:l’equitazione. Dopo un brutto incidente però ha perso anche quella,assieme al suo amato cavallo.
Il suo trasferimento dall’America in Inghilterra la porterà a fare amicizia un ragazzo,Kyle,con la sua stessa passione.
Conoscerà un cavallo:Spartan…riuscirà a superare la paura dell’incidente? E riuscirà a trovare il vero amore?
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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CAPITOLO 1


Da sempre si dice che l’essere umano compie un ciclo vitale:nasce,cresce,si riproduce e muore e su questo è tutto vero. Come è anche vero che le cose che accadono intorno a noi oppure ogni nostro gesto stanno a significare qualcosa che avverrà dopo.
Siamo noi i padroni del nostro destino,siamo noi che in qualche modo scriviamo ciò che accadrà nel futuro anche se non sappiamo cosa abbia in serbo per noi quest’ultimo.
Come io non potevo neanche immaginare cosa sarebbe accaduto quella mattina del 3 maggio 2011,3 anni fa.
Non ho mai avuto paura della morte,anzi a dir la verità non ci avevo mai pensato e sul libro che ognuno di noi scrive,sulla propria vita,non avevo mai scritto nulla che la riguardasse. Di certo non è normale per una ragazza adolescente di appena 14 anni mettersi a pensare a come potrebbe morire,se nel sonno oppure per una dose di eroina di troppo.
Fatto sta che da quel maledetto giorno di 3 anni fa la mia vita ha preso una piega inaspettata e mi ha completamente stravolta,mi ha fatto diventare un'altra persona.
Ora,prendete un foglio e piegatelo a metà:in un lato disegnate una ragazzina di 14 anni,alta,snella,con dei lunghi capelli castani,gli occhi che brillano di un castano chiaro,il sorriso sulle labbra.
Vicino a lei aggiungeteci un cavallo nero,completamente nero come la pece,il collo dritto,le zampe forti,un purosangue con la voglia di correre.
Sembrerebbe un bel disegno se dall’altra parte del foglio non ci fosse tutto il contrario.
Disegnate la solita ragazza,alta,snella,con i suoi capelli castani che scendono sulle spalle. Gli occhi però sono persi nel vuoto e sono senza quella luce che nel disegno affianco c’è. Il sorriso è sparito e al posto di indossare un vestito a balze che la rende veramente adorabile, è vestita con un jeans attillato e una grande felpa grigia.
Di fianco a lei però non disegnate nessun cavallo nero. Lasciate così il disegno e guardate le differenze. Troppe.
Vi starete chiedendo chi è quella ragazza. Bhe,sono io. Prima e dopo.
Prima e dopo quell’incidente che è costato la vita all’essere più forte e bello di questo pianeta,il mio unico e vero amico. Il mio cavallo, Atlantis.
Ora fate una cosa:strappate il foglio a metà e dividete i due disegni. Prendete il primo,quello della gioia e contentezza e strappatelo,strappatelo in mille pezzi.
Ora avete solo quell’altro disegno,così vuoto e freddo che vi verrebbe voglia di strappare anche quello ma non fatelo.
Non fatelo perché quello rappresenta ciò che sono adesso e cioè una ragazza di 17 anni,vestita alla meglio,con gli occhi spenti e con neanche l’ombra di un sorriso.
Prima ho detto di non aver paura della morte ma questo era ciò che pensavo 3 anni fa. Ora,dopo aver provato cosa si prova quando si è ad un passo dal morire posso dire che sì,la morte mi spaventa e non poco.
È proprio vero che le cose devi provarle in prima persona per sapere come ci sente e cosa si prova. Ed io quel 3 Maggio 2011 ho rischiato,ho rischiato di morire ma al mio posto ha pagato con la vita Atlantis.
E anche la mia passione.
Ho perso due cose di fondamentale importanza:un amico ed una passione e tutto per un mio stupido errore umano.
Ed è così che oggi,a distanza di 3 anni il ricordo in me è ancora vivo. Ho davanti a me ancora tutta la scena,certe volte mi sembra perfino di sentire i nitriti disperati del mio cavallo che sembra chiedermi aiuto.
Ogni anno rivivo quell’incubo,compreso oggi.
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3 maggio 2014. Anche questo anno quella data è arrivata e come quella anche tutti gli incubi che mi assillano.
Quella mattina mi svegliai in preda all’ansia,sudata e con il respiro affannoso. Come sempre avevo sognato un'altra volta quella scena rimasta impressa nella mia mente come un tatuaggio.
Ogni volta le stesse clip di un film dell’orrore: la corsa più importante della stagione, io in sella ad Atlantis,io che tiro le redini e lo faccio svoltare verso la staccionata,un altro cavallo che ci viene addosso,io che cado e assieme a me anche il mio cavallo.
Sentivo ancora nelle orecchie i nitriti disperati di Atlantis e il pubblico tutto intorno che grida e si agita solo che io non riesco a distinguere bene ciò che dice.
Potevo sentire ancora la testa pulsarmi ed il sangue che mi annebbiava la vista. Potevo vedere davanti a me il mio cavallo che cercava di alzarsi inutilmente.
Poi nient’altro. Era come se il mio cervello avesse cancellato il resto della scena come se quella fosse troppo dolorosa da poter rivivere ogni anno.
Presi un sorso di acqua dal bicchiere appoggiato sul comodino di fianco al letto e mi sentii meglio. Almeno il mio respiro tornò regolare.
Guardai l’ora sul cellulare e mi alzai per preparami per andare a scuola. Mi feci una doccia veloce come a poter lavare via tutto il sudore ed i brividi che l’incubo mi avevano provocato.
Mi vestii con un jeans attillato,un maglioncino grigio e indossai le mie All Star grigie. Mi misi lo zaino su una spalla e scesi in cucina con mezz’ora di anticipo.
Mamma era seduta sul tavolino della cucina ed era intenta a fare colazione assieme a mio fratello minore Christian che,non si sa perché,aveva preso l’abitudine di alzarsi prestissimo per guardarsi i suoi cartoni animati preferiti.
Papà era ancora a letto ma da lì a pochi minuti si sarebbe alzato e avrebbe occupato il bagno per potersi preparare per il lavoro.
Mi sedetti mordendo un biscotto e versandomi del caffè su una tazza. Feci colazione in silenzio mentre mia mamma ascoltava le notizie del telegiornale mattutino con Christian che piagnucolava per poter girare canale sui suoi cartoni animati.
Guardai l’ora sul cellulare e anche se mancavano ancora 20 minuti decisi di avviarmi verso la fermata dell’autobus. Almeno quella mattina avrei provato il brivido di non correre come una forsennata per arrivare in tempo alla fermata.
“Ciao mamma io vado” la salutai alzandomi e lasciandogli un bacio sulla guancia prima di salutare anche Christian ed uscire con lo zaino sulle spalle.
Arrivai a scuola e come sempre camminai spedita verso la mia classe con lo sguardo basso. Non avevo mai avuto dei veri amici:era come se avessi una specie di maledizione che non mi faceva avere amici.
Forse ero vista come la sfigata,che passa le sue giornate sui libri a studiare e che non usciva mai il sabato sera per andare in qualche locale. Il punto era che da una parte non volevo io e dall’altra c’erano i miei genitori che mi impedivano di andare in discoteca anche se avevo già 17 anni.
Mentre ero immersa nei miei pensieri non mi accorsi di un ragazzo che mi venne addosso e mi fece cadere i libri di mano. Non alzai lo sguardo,semplicemente mi abbassai a raccoglierli ma la persona di fronte a me fu più veloce e quindi dovetti per forza alzare lo sguardo per vedere chi fosse.
“Scusami non volevo..” disse una voce nasale ed un po’ infemminata che apparteneva ad un ragazzo con una massa di capelli ricci color rosso vivo e dei grandi occhi verdi che mi scrutarono mortificati.
“T-tranquillo” mi affrettai a rispondere io e me ne andai verso la mia classe affrettando il passo. Entrai subito dopo il suono della campanella e mi sedetti al mio posto sotto lo sguardo malefico delle ochette della classe.
I banchi erano da due anche se io ero sempre rimasta da sola e per questo rimasi sbigottita quando vidi un movimento e poi una figura sedersi di fianco a me.
Mi girai per guardare di chi si trattava e trovai quei due occhi verdi familiari a fissarmi “Ehm..ciao…posso sedermi?” mi chiese con la sua solita voce infemminata.
“S-si si c’è ti sei già seduto quindi..” risposi spostando lo sguardo di fronte a me,dove c’era la cattedra ancora vuota.
Sentii una leggera risata “Si si comunque scusami ancora per prima non era mia intenzione buttare a terra i tuoi libri” si scusò un'altra volta e questo mi fece ritornare con lo sguardo sul suo che mi guardava con un sorriso timido.
“Tranquillo sto bene e anche i miei libri” scherzai e mi meravigliai di questo:era la prima volta che mi veniva spontaneo scherzare con qualcuno.
Lui rise “Si comunque piacere io sono Michael” e mi allungò una mano che dopo un po’ di esitazione strinsi “Clary” mi presetai.
“Oh Clary! Bel nome veramente…non lo si sente molto in giro” mi disse lui e capii che cercava un modo per fare conversazione anche se purtroppo per lui aveva beccato proprio la giornata peggiore per me.
Annuii piano e ritornai con lo sguardo alla cattedra dove ora l’insegnante era entrata e per questo ci alzammo in piedi a mo di saluto. Notai che il ragazzo era molto più alto di me ed era vestito con una semplice felpa arancione e dei jeans attillati e col cavallo un po’ basso. Ai piedi indossava le All Star arancioni.
Non era molto muscoloso,anzi era magro e sembrava così indifeso anche se dovevo fire che era un bel ragazzo fisicamente. Solo che non era il mio tipo:orami credevo che non c’era nessun tipo adatto a me.
Ci risedemmo mentre la professoressa cercava qualcosa sul vecchio computer della classe. Nel frattempo i ragazzi e le ragazze incominciarono a parlare tra loro,scherzando sotto voce.
Io rimasi al mio posto in silenzio colorando distrattamente un angolo del quaderno e con la coda dell’occhio spiavo il ragazzo vicino a me che si passava le mani tra i capelli,assonnato.
Ad un certo punto la prof interruppe le chiacchiere “Ragazzi ripassate l’ultimo argomento perché ora interrogo una persona a caso”.
Imprecai sottovoce ma Michael di fianco a me mi sentì perché mi chiese cosa avevo.
“Non ho studiato niente e non mi ricordo. Sono una schiappa in chimica” ammisi e quasi non ci credevo di stare davvero parlando con qualcuno durante l’ora scolastica.
“Tranquilla non ti interrogherà” mi tranquillizzò ma io sbraitai sotto voce “E invece si perché ce l’ha su con me!” e mi presi la testa fra le mani.
La professoressa cominciò a guardare il suo registro scrutando l’elenco dei nomi. A quel punto Michael alzò la mano “Professoressa?”
“Si dimmi Michael” gli rispose l’insegnate alzando lo sguardo sul ragazzo.
“Potrei…si ecco uscire volontario?” chiese e rimasi di stucco quando lui mi lanciò una veloce occhiata soddisfatta. Sentii il gruppo delle oche davanti a me sghignazzare sottovoce e dire frasi del tipo “Che gay stupido” “Certo che è proprio vero che quelli dell’altra sponda sono senza cervello”.
Avrei voluto tirarle per quei capelli tinti che si ritrovavano ma non volevo avere problemi proprio ora che l’anno scolastico stava per concludersi.
“Ehm…si certo,avrei voluto interrogare Clary ma non importa esci tu Michael” gli disse la professoressa ed il ragazzo si avviò vicino alla cattedra dove la l’insegnante gli chiese 5 cose e lui ripose correttamente a 4 quesiti su 5 meritandosi un bell’ 8 e mezzo.
Tornò a sedersi con un sorriso soddisfatto e allo stesso tempo timido e mi guardò prima di volgere l’attenzione alla professoressa che aveva iniziato a spiegare.
“Tu ti sei veramente fatto interrogare al mio posto?” gli chiesi sorpresa e contenta del gesto.
“Ehm…si” mi rispose sorridendo e notai che aveva un sorriso perfetto.
“Wow” mi lasciai sfuggire “nessuno l’aveva mai fatto per me,nessun amico,forse perché non ne ho mai avuti di veri”
“Bhe ora ne hai uno e non uno qualsiasi” mi disse con la sua solita voce infemminata e dolce.
“I-in che senso?” gli chiesi curiosa e la sua risposta mi lasciò senza parole.
“Bhe perché io..sono gay” mi rispose timidamente e sentendosi un po’ imbarazzato.
Wow! Quel 3 maggio 2014 non era proprio andato come me lo immaginavo:no,era andato mille volte meglio.
Di certo non mi sarei mai aspettata di trovarmi un amico e per di più gay.
Forse le cose avevano cominciato a girare per il verso giusto.
 
Eccomiii con una nuova storia! :) Intanto ringrazio tutti quelli che hanno letto questo primo capitolo e mi auguro questa storia possa entusiasmarvi…qui abbiamo conosciuto i nostri primi due protagonisti di cui sotto vi metto le foto ma vi svelo che Michael non sarà il vero protagonista maschile perché ce ne sarà un altro che si farà vivo nei prossimi capitoli
Detto questo fatemi sapere che ne pensate di questo inizio tramite una piccola recensione,mi farebbe molto,molto,molto piacere ;)
Ciaoooo! <3
 

Clary


Michael 

 
  
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