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Autore: Hoshimi_    28/09/2014    3 recensioni
Dean Winchester sta perdendo se stesso all'inferno: non trova niente e nessuno a cui aggrapparsi, specialmente ora che i suoi ricordi stanno diventando remoti e confusi; la speranza che Sam lo salvi si spegne ogni giorno di più, sostituita da paura e disperazione.
Si abbandona così alle ombre che sembrano essere l'unica certezza nella solitudine in cui è costretto a vivere.
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
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So I bare my skin
and I count my sins
and I close my eyes
and I take it in.







Dean Winchester era solo.
Un'oscurità densa e minacciosa lo avvolgeva, talmente fitta che era impossibile per i suoi occhi distinguere qualsiasi cosa: vagava alla cieca, guardandosi attorno nel disperato tentativo di scorgere anche solo una pallida luce in quel mare di buio.
Non riusciva a distinguere nessun profilo definito, davanti ai suoi occhi si stagliavano solamente ombre sfocate e ostili: a volte sembravano strisciare lontano, disdegnando di avvicinarsi a lui; altre invece si insinuavano nel suo corpo, trascinandolo con loro in un vortice di angoscia nera.

Durava da secoli. Forse da secondi.

Con il passare del tempo il vuoto aveva sostituito il verde brillante dei suoi occhi, che ora risultava stinto e assente; le emozioni erano state estirpate dalla carne, strappate a forza con il sangue e sostituite con il gelo.
Ogni tanto capitava che un dettaglio lo colpisse e lo facesse tornare alla normalità, riempiendo quel vuoto che si era insediato in lui con ricordi della sua vita: il colore degli occhi di Sam rivisto in tantissimo sguardi diversi e lontani; la voce di Bobby in mezzo a miriadi di altre voci.
Non faceva nemmeno in tempo ad accorgersene e registrare nella sua mente quell'attimo, che ormai esso era svanito portando via con sé i ricordi che più gli erano cari.

Le parole non servivano più: aveva pregato, supplicato, imprecato e urlato fino a strapparsi le corde vocali, fino a sentire ogni centimetro di corpo teso in un disperato gesto di bisogno.

Bisogno di qualcosa.

Ma lì non c'era niente.
Ed era questo niente che lo stava uccidendo. Un niente che scavava giorno dopo giorno dentro di lui, che lo annientava con calma diabolica.


Nessuno lo aveva ascoltato.
Nessuno era arrivato.
E Dean Winchester aveva smesso di chiamare.

                                                                                                                   ***

I want to hide the truth, I want to shelter you
but with the best inside there's nowhere we can hide.
When you feel my heat look into my eyes
It's where my demons hide.
Don't get too close, it's dark inside
It's where my demons hide.



Stava torturando con sguardo assente l'anima distesa sul tavolo davanti a lui.
Non avrebbe saputo dire se fosse uomo o donna, vecchio o ragazza; lo interessava solamente il punto da cui iniziare a smembrarla.
Non faceva nemmeno caso ai propri gesti, da automa quale era diventato.
Quella che era stata una persona lo guardava con sguardo implorante, gli occhi spalancati in un grido che la sua bocca serrata non poteva emettere.
Dean si muoveva lentamente, come un medico studia il paziente, tastando le parti del corpo da cui iniziare.
Stava tracciando un taglio lungo e netto sull'avambraccio quando un fiotto di sangue fuoriuscì all'improvviso schizzando sulla sua faccia.
Incurante continuò il lavoro.

Il fluido cremisi dal sapore metallico stava scorrendo fino alle sue labbra per poi cadere a terra scandendo un suono ovattato che si spargeva nel silenzio attorno a loro due.

Quella era la sua punizione, il suo castigo per aver detto sì: aveva forzato la sua mente a dimenticare tutto quello che gli aveva fatto Alastair; solamente dopo aver accettato la sua proposta si era reso conto di aver abbandonato le torture sul suo corpo, per riceverne sulla sua anima.
Come la sua pelle era stata lacerata sotto le lame degli strumenti di Alastair, così la sua anima si spezzava quando era lui ad impugnarli.
Il sangue che versavano le sue vittime non era nulla rispetto al dolore recondito provato dal loro carnefice.

La sua umanità si stava lentamente affievolendo.
Ogni parte del suo corpo voleva espellere quel seme malvagio che si stava radicando in lui nel disperato tentativo di salvarlo da se stesso.

''Dean.''

Si fermò con la lama a mezz'aria.
La voce sconosciuta aveva pronunciato il suo nome nella maniera più delicata e dolce che avesse mai udito, quasi accarezzandone il suono.
Dean era immobile, senza il coraggio di scoprire chi si trovasse alle sue spalle.

''Dean voltati.''
Inspirò lentamente sentendo i polmoni riempirsi e svuotarsi quando rilasciò l'aria insieme alla paura: si girò.

L'essere davanti a lui si stagliava orgoglioso immerso nella pura luce, una luce che gli occhi di Dean stavano cercando da anni: lo sguardo di uno- in attesa e vigile- incontrò quello dell'altro- perso ed implorante- incatenandosi ad esso.
Dean era talmente attonito da tanta perfezione che non si rese nemmeno conto del fatto che quella creatura non toccava terra, ma fluttuava a qualche centimetro da essa muovendo piano le ali che le spuntavano dalla schiena; la cosa che più lo sorprese però fu la percezione del principio di una lacrima tra le sue ciglia, la quale un attimo dopo scese silenziosa lungo la sua guancia.
L'essere di luce si avvicinò verso Dean afferrandogli delicatamente il polso in modo che lasciasse cadere la lama, mentre con l'altra mano gli accarezzò il volto togliendo così il sangue che vi si era depositato.
Lo guardava incuriosito e serio allo stesso tempo, cercando di leggere i suoi segreti più profondi nel verde delle sue iridi.
Si ergeva a soli pochi centimetri da Dean, un po' più in alto della sua testa così che il ragazzo fu costretto ad alzare lo sguardo per non perdere il contatto con i suoi occhi.
Con dolcezza fece scivolare entrambe le mani sulla schiena di Dean, cingendolo dolcemente in un abbraccio; si curvò poi sul suo viso sfiorandogli la bocca dove era rimasta intrappolata una goccia di sangue e la tolse con un impercettibile tocco delle labbra.
Dean sentì i propri piedi staccarsi da terra e sollevarsi verso l'alto ma non volle guardare verso dove si stavano dirigendo. Appoggiò la fronte contro la spalla di quell'essere misterioso e chiuse gli occhi abbandonandosi a quella stretta leggera che lo stava salvando dalla Perdizione.







 

  
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