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Autore: Elissa_Bane    28/09/2014    0 recensioni
-Ogni angelo ha un Guardiano, che lo aiuta e lo sostiene, che sente ogni cosa senta l’angelo per poter meglio provvedere ai suoi bisogni. È il suo angolo di Paradiso in terra.
-E ogni Guardiano ha un solo angelo?- chiese Castiel. La figura davanti a lui rise divertita.
-Oh no, anche se potrebbero.
-E perché non lo fanno?- Anna abbassò il capo.
-Perché quando abbandoniamo il nostro tramite è come se morissimo, e loro muoiono con noi.
*.*.*
-Ricordi quando stringevamo il nostro "per sempre" tra le dita?
[Destiel + nuovo pairing]
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
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- Questa storia fa parte della serie 'Angels are watching over you'
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I'LL WATCH OVER YOU

CAPITOLO DECIMO

I'LL GIVE YOU THE WORLD.

Sibille, ti prego ho bisogno di te.

La ragazza sentì distintamente Sam chiamarla. Ma nel bel mezzo di un’imboscata era abbastanza difficile fermarsi e rassicurarlo che lo avrebbe raggiunto appena possibile, quindi attese. Ma presa dalla preoccupazione, si decise, asciugatasi il sangue dal volto, a volare da lui.

Fu Dean ad accoglierla –Sibille, Sam è di là. Devi aiutarlo, Cass non può per il tuo Marchio.

Sibille, con un terribile peso sul cuore si precipitò nella stanza disadorna, correndo al fianco di Sam, che steso sul pavimento respirava piano. Non appena lo toccò, il ragazzo la stese per terra e urlò –Ora Dean!

Una luce potente invase la stanza e l’angelo si rese conto di essere in un cerchio di fuoco santo. Le braccia di Sam la stringevano non lasciandole possibilità di fuga e Sibille tremò contro il suo petto.

-Sam, cosa succede?

-Succede che non ti vedo da otto mesi. Otto mesi Ille! E devo essere in punto di morte perché tu mi raggiunga.

La ragazza si voltò a guardarlo –Otto mesi? Ma se siamo solo a Gennaio!

-No- scosse la testa Sam –Ille, siamo ad Agosto. Hai di nuovo perso il senso del tempo.

-Mi dispiace- sussurrò lei –Non volevo.

Sam strofinò piano le labbra sulla sua guancia –Potrei anche abituarmici, a tenerti stretta così, intendo. Ma ora abbiamo altro da fare.

-Cioè?- domandò curiosa Sibille, sentendosi tirare in piedi. Le ali, che aveva dimenticato di celare, scintillavano argento e blu dietro la canottiera mimetica e il viso di Sam sepolto in mezzo alle piume le impediva di pensare lucidamente.

-Sposarci, per esempio.

Sibille rise –Tu mi stai dicendo che mi hai fatto venire dall’Afghanistan, mi hai fatto credere di essere in pericolo di vita e rinchiusa in un cerchio di roba che mi potrebbe uccidere per sposarmi?

-Così tornerai sempre da me- ammise candidamente Sam.

-Non ho il vestito- disse l’angelo, ignorando la frase del compagno e la sua mano che andava a sfiorale l'impronta sull'anca, facendola infiammare.

-Sei vestita, mi basta.

-E se fossi stata nuda?- ribatté la ragazza sorridendo.

-Lo avrei preferito, ma avremmo scandalizzato Cass e Dean- sussurrò al suo orecchio Sam, prima di chiamare Castiel.

Fu lui a sposarli, con un sorriso che andava da un orecchio all’altro. Sibille guardò lui e Dean, fianco a fianco e pensò che forse quella era la felicità: essere con le persone che ami, sapendo che stanno bene e che sono felici.

Sam la baciò improvvisamente e l’angelo si rese conto di essersi appena persa il suo matrimonio. Ridacchiò contro le labbra di suo marito, come le sembrava strano chiamarlo così!, che la prese in braccio e attraversò le fiamme ormai ridottesi a piccole luci.

-Questa è già casa tua- le disse –ma posso almeno portarti nella nostra camera.

La portò sino alla soglia di quella che era sempre stata la camera di Sibille, che entrando non la riconobbe. Le pareti erano dipinte di un azzurro cielo, mobili nuovi erano stati messi al posto di quelli da ragazzina, solamente l’enorme letto di legno d’acero era rimasto al suo posto.

Fu lì che la adagiò con una delicatezza particolare persino per lui, per poi chinarsi a baciarla. Sapeva di caffè amaro e metallo e umano. Una mano scivolò sul suo fianco a cingerla e per molto tempo Sibille smise di pensare.

-Sam- chiamò dopo, stretta al suo petto. Una mano accorse ad intrecciarsi con la sua. –Cosa sarà dopo di noi?

-Dopo di noi?

-Quando moriremo. Tu sei un umano, io non so nemmeno cosa sono. Che cosa sarà dopo.

Sam si sollevò a guardarla –Non sarà. Noi non finiremo, semplicemente. Basta che continuiamo a stringere il nostro per sempre.

Sibille annuì e posò un bacio leggero sul tatuaggio del marito.

Quella notte non dormirono, rimasero svegli a scambiarsi promesse d’eternità che disfacevano e ricomponevano come intrecci, intessendoli tra le coltri leggere del loro mare calmo.




Nda: Ci siamo quasi! Ancora un solo capitolo, l'epilogo ( che in origine doveva essere questo - infatti scusate se è così corto)
-Dan


 

  
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