“Voltati,
che finisco di chiudere i
bottoni”
Amy, seguì il
consiglio della madre,
voltandosi per permetterle di chiudere i bottoni del vestito. Il giorno
del
matrimonio era arrivato, lei e Rory, che conosceva ormai da tantissimi
anni,
stavano per sposarsi.
Osservò
le proprie mani, stendendo quella dove, l’anello di
fidanzamento
risaltava vistoso, preoccupandosi quando la vide tremare come faceva
ormai da
una settimana questa parte.
Temeva qualcosa??
Beh, forze. Non è mai stata una ragazza con cui metter su
una
famiglia … forse più in la, quando fosse stata in
grado di mantenersi
economicamente.
La parrucchiera,
in quell’istante, entrò accompagnata
dall’estetista, rifinendo
alcuni piccoli ritocchi estetici.
Sorridendo al padre
entrò nella macchina,
che l’avrebbe condotta in chiesa. Rory, secondo una
telefonata di qualche
istante prima, era già arrivato e lei, da perfetta sposa,
aveva organizzato
anche il ritardo così come previsto dalla tradizione.
Lasciandosi
avvolgere in un abbraccio, posò la testa
dall’amorevole padre,
chiudendo gli occhi. Non desiderava più controllare la mano
perché sapeva che
avrebbe visto la paura, nella dimostrazione più pura che un
corpo umano potesse
avere.
“Quanto
manca??”
Chiese, sporgendosi
appena nella direzione
dell’autista che non rispose, al contrario, fece
semplicemente cenno di 2 minuti . Amy ritenne strano tale
gesto
ma fece correre, preoccupandosi, invece, in merito a cosa avrebbe fatto
all’arrivo.
Raggiunta la chiesa scese immediatamente,
con troppa, innata, naturalezza. Accettò anche
l’aiuto dell’autista, sorridendogli,
osservandolo così negli occhi.
Per un breve istante tutto il mondo, attorno a lei, cadde nel nulla,
come se il
tempo si fosse fermato, focalizzandosi sull’unione delle loro
mani. Amy ritenne
quell’uomo troppo giovane per compiere un lavoro simile ma
gli occhi, così
tristi, dimostravano più età di quanta il corpo
dichiarasse.
Il tempo riprese quando, il padre, trascinò la figlia dentro
la chiesa e lei,
sospirando, lasciò andare l’unione con lo
straniero che le sorrise, toccando
gli incisivi con la lingua.
Il mazzo di fiori, stretto tra le sue mani,
cadde proprio di fronte all’ingresso. Lei si
abbassò per raccoglierlo,
sfiorando quindi la mano del padre, atto a compiere lo stesso gesto
della
figlia.
Fu quello
l’istante della svolta, la fronte
di lei andò a sbattere contro qualcosa di duro, dal suono
estremamente
metallico.
“Cancellare”
sibillò
poi
una voce, “Cancellare
tutti gli umani”
precisò
solamente quando Amy e il Padre furono in piedi, pronti ad una figura
miracolosa.
“Oooooh,
ma come siamo eleganti, vogliamo
rovinare un così bel matrimonio?? Non credo!”
La voce maschile
rimbombò per l’intera
chiesa, così intensa, pura e decisa. Ignorando
l’uomo di metallo Amelia cercò
la fonte di quell’intelligenza, non riuscendo ad
identificarla in nessuno degli
invitati.
Il padre,
tirandola, le intimò di scappare il più lontano
possibile ma lei non
lo desiderava … doveva trovare quella voce.
Sfilandosi via il
velo corse al centro della chiesa, evitando anche un Rory che
la osservava sbigottito.
“A
proposito, io sono il Dottore e tu, non
sei stato invitato”
L’autista, comparve da oltre la
folla,
sfilandosi via il cappello e la giacca dell’uniforme,
rivelando così un
magnifico completo marrone. Da una tasca sfilò un cilindro
color argento, lo
stesso dell’uomo di latta, lanciandoglielo contro, finendo
per metterlo KO con
quella che sembrava un enorme scarica elettrica.
Amy osservò la scena basita, non capendo ma allo stesso tempo ammirando quell’uomo, il Dottore. Sorrise quando lui le fu vicino, porgendole la mano con il palmo rivolto all’alto, in attesa che si unisse con quella di lei …. Pronto a partire per il loro primo viaggio, insieme.