Leo
Barcolli. Sangue cola copioso dal tuo
ventre mentre ti
pieghi in avanti.
Senti la tua forza venire meno, e
voci concitate parlarti.
Sono i tuoi amici. Percy, Annabeth, Piper, Nico… Eppure
manca lei. Non c’è lei.
Lei che vorresti fosse li, l’unica che tu abbia mai amato.
Le voci diventano più
forti, qualcosa ti viene versato in
bocca a forza. Ha il sapore del suo spezzatino, ha il profumo di olio
di motore
e dei suoi capelli. È l’ambrosia, il nettare degli
Dei. Intuisci che stiano
cercando di salvarti, di strapparti al freddo abbraccio della morte.
Ma non c’è
speranza, non c’è scampo. Non per te.
…Con
l’ultimo fiato un
giuramento si dovrà mantenere…
Nonostante la vista appannata, la
vuoi. Vuoi rivederla, vuoi
riabbracciarla, vuoi che sia libera, per la prima volta da che
è stata
imprigionata.
Fiamme sgorgano dalla tua ferita, e
tu urli.
Tutti si scostano mentre le fiamme ti
avvolgono senza
consumarti. È la benedizione di tuo padre. Il fuoco che
è luce, il fuoco che è
vita, il fuoco che è speranza e distruzione.
Ti rialzi. Gli occhi pieni di
lacrime, le gambe tremanti.
Stai morendo. Anche così, anche con l’aiuto di un
Dio, non c’è
nulla che possa fermare quello che Gea ti
ha fatto.
Arranchi in avanti, qualcuno dei tuoi
amici cerca di
avvicinarsi per sostenerti, ma finchè le fiamme ti
avvolgono, finchè le fiamme
ti tengono in vita, nessuno di loro può farlo.
Attraverso la vista appannata senti
il suo ruggito, vedi una
fiammata.
È Festus. Ricostruito
ex-novo per la battaglia finale contro
i Giganti.
Vai verso di lui, lui viene verso di
te.
Sorridi.
Stai quasi per cadere, ma la testa
del drago ti sostiene.
Tic-tac-tic
Il codice morse che ti
insegnò tua madre.
Tutto si
può
aggiustare, tutto si può riutilizzare…
“Non questa volta amico
mio. Non io. Posso solo… salvare
lei….”
Piccolo, mingherlino, senza alcuna
forza e dalla dubbia
utilità. Sei sempre stato un peso, sei sempre stato un
falso, hai sempre
nascosto ciò che sei sotto una maschera di spensieratezza.
Ma non ora. Non
adesso. Non ce la fai più.
Festus si abbassa, a fatica monti sul
suo dorso. Anche
attraverso il fuoco che lambisce ogni parte di te, lo senti tremare.
Schiudi il pannello di controllo,
l’astrolabio preso in
Italia brilla luminoso.
Sei riuscito ad aggiustarlo, il
cristallo che lei ti ha dato
ha attivato quel vecchio marchingegno.
Alzi lo sguardo. La distruzione ti
circonda, del monte
Olimpo non rimane che fumo e cenere. La lotta è stata aspra,
la lotta è stata
dolorosa, la lotta è stata perdita
e
sofferenza.
Hazel è morta e Frank
l’ha seguita poco dopo. Era un destino
che li accomunava. Entrambi hanno lottato e si sono amati.
Speri che ovunque finiranno, saranno
insieme e saranno
felici.
Jason è disperso. Di lui
si sono persi i contatti.
E la terra è tornata a
dormire, ed il mondo è di nuovo sicuro.
Ma non per lei, non ancora.
Sorridi a Percy, che ha i vestiti
strappati e gli occhi
rossi dal pianto.
Annabeth lo sostiene. Anche lui
è ferito, ma ce la farà.
E li saluti.
Sorridi, avvampi, voli via.
Festus si leva in volo, tu ti accasci
sulla sua schiena. La
rotta è impostata, non ti rimane che dormire…
***
Calipso
Quando il drago è apparso
all’orizzonte il tuo cuore ha
perso un battito.
È lui, è
tornato, è qui per te.
Lacrime sgorgano dai tuoi occhi. Ma
le metti a tacere.
E gli corri incontro, la spiaggia si
avvicina e tu la
raggiungi nel momento in cui l’enorme drago bronzeo atterra.
Sulla sua schiena giace Leo.
Il tuo stupido, stupido Leo. Quel
ragazzino petulante,
fastidioso, odioso, che assomiglia così poco a tutti gli
eroi che mai hanno
raggiunti i tuoi lidi.
Eppure
è l’unico ad
essere mai tornato, eppure è l’unico che tu abbia
realmente amato.
Ti avvicini a lui, pronto ad
abbracciarlo, a stringerlo, ad
essere felici.
Ma lui non scende dal dorso del
drago. Il suo corpo è
immobile, rade fiammelle bruciano su di lui.
Ed il drago geme, un gemito
metallico, gutturale, di
ingranaggi infranti.
E la cruda realtà di
colpisce come un macigno.
Sei di nuovo sola…
Arranchi sulle spalle del drago,
raccogli il corpo del tuo
unico amore.
È vivo. È vivo.
Respira.
Ma il suo ventre è
squarciata e solo il fuoco lo aiuta a non
passare oltre.
Provi la magia, invochi il nome degli
dei, chiedi aiuto ai
Titani. A chiunque mai possa darti una mano.
E lui apre gli occhi.
Gli stessi occhi che hai
così amato. Gli stessi occhi sempre
arzilli e pieni di vita, che ora sono offuscati dall’ombra
della morte.
Il suo tocco è dolce
mentre ti carezza il viso.
“Sono
tornato…”
Le sue parole sono come fuoco che
senti scorrere dentro di
te.
“Ci hai messo
troppo!”
Che frase stupida, che frase banale.
Ma lui sorride, ti
indica il drago e tossisce. Le fiamme sul suo corpo si diradano ancora.
Ormai
non resta molto tempo.
“Festus… t-ti
porterà via… lui… ti
salverà…”
I suoi occhi
si chiudono,
il suo respiro diventa scostante.
È la maledizione di Gea,
lo sta strappando a te.
“No…
no…”
Ti chini su di lui, piangi ogni
lacrima che hai in corpo, ed
ancora lui è li per te.
Morente, agonizzante, lui
è li per te. Ti accarezza, ti
accudisce, ma si sta spegnendo.
“Ti amo…
Calipso…”
E la sua vita viene meno, ed il suo
corpo si raffredda, e la
luce nei suoi occhi svanisce.
E non sarà mai
più.
“Sei tu ad avermi salvato
Leo Valdez. Sei tu…”
E su un’isola nascosta al
mondo, su un’isola segreta che
solo lui è mai riuscito a ritrovare, l’ultimo
verso della profezia, l’ultima
cosa che restava da fare, l’ultima promessa da
mantenere… si è compiuta.
Ed è dolore, e sono
lacrime, ed è amore.
*********************
N.D.A.
In attesa del sangue
dell’Olimpo, questo è il finale che io prevedo per
Leo. Non un finale giusto,
non un finale bello, ma un finale vero. Perché nessun gesto
è pari ad un
sacrificio, ed è questo che volevo mostrare in questo breve
one shot. Non mi
dilungherò, ma spero vivamente che vi piaccia. Sempre
vostro: Bumbix!