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Autore: cin75    29/09/2014    10 recensioni
Il titolo è ciò che questa storia è: una storia semplice!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Era ancora mattina presto e Jared e Jensen avevano filmato  fino a quasi le due di notte.
Ma qualcosa disturbava il sonno del maggiore. Non un fastidio, ma una specie di leggerissima carezza che nonostante fosse ancora mezzo addormentato gli aveva fatto venire i brividi. Si passò lentamente la punta della lingua sulle labbra e si costrinse ad aprire gli  occhi e tutto gli fu chiaro.

Sospeso sul suo viso, il viso di Jared e i suoi dolcissimi occhi lo stavano guardando dormire o meglio stavano facendo di tutto perchè lui non dormisse più.  Gli era talmente vicino che quei maledetti capelli sempre troppo lunghi gli sfioravano la guancia.
“Ehi!?” disse con la voce ancora impastata di sonno. “Già sveglio dopo essere tornati alle tre di stanotte?!”
“Dormito poco…dormito male… e mi sentivo solo a stare sveglio così!”
“Non potevi svegliare Sadie?!” provò a scherzare mentre si girava e si sistemava meglio verso il corpo del compagno.
“C’ho provato, ma mi ha ringhiato…credo che fosse presto anche per lei!” si giustificò. “Mi ringhierai contro anche tu?!”
“No, almeno che tu non…” ma non finì e agì. Alzò di poco la testa e incollò le sue labbra a quelle del giovane. Lo baciò. Un bacio dolce ma appagante. Lento, quasi stanco. Ma infinitamente inebriante. “Più tranquillo?!” domandò Jensen, quando si allontanò dalle sue labbra e ritornò ad affondare la testa nel cuscino.
“Decisamente.” e questa volta fu Jared a chiedere le sue labbra. Non nella stessa maniera in cui lo aveva baciato Jensen. No.
I suoi erano piuttosto, piccoli baci che cercavano di gustare ogni centimetro delle labbra del compagno. Che volevano assaporare ogni angolo di quella meravigliosa bocca così invitante anche di prima mattina.
“Adoro le tue labbra la mattina!” sembrò giustificarsi per quella piacevole tortura.
“Mmmh!!” sembrò offendersi Jensen che si imbronciò ironicamente. “Pensavo che le mie labbra ti piacessero sempre!” lo provocò mentre si lasciava torturare.
“Ed è così!!! È solo che la mattina …sanno.. solo di te.” spiegò quasi sospirando su quelle stesse labbra. “Hanno solo il tuo sapore sopra e io adoro il tuo sapore. Niente dentifricio..” e lo baciava. “… niente caramelle alla menta..” ancora. “…niente caffè..” e ancora. “… niente…me!” e poi: “Solo tutto ciò che sa di te!” e finì quella lista così sensuale con un bacio più deciso.

Quando Jared lo liberò dal dolce tormento, Jensen lo guardò colpito da quella dichiarazione così particolare e gli portò le mani al viso ad incorniciargli il bel volto ancora perso a fissare la sua bocca.
“Devo essere sul set fra un ora. Mi dici come faccio a lasciarti qui, oggi, dopo quello che mi hai detto?!” lo rimproverò dolcemente.
“Allora non farlo!” gli suggerì quasi in imbarazzo per averlo detto.
“Cosa?!” si stupì infatti  Jensen.
“Resta qui, resta con me!” gli rispose  Jared senza pensarci oltre. E poi cercò di giustificarsi. “E’ un episodio alla Bitten. Hai solo un paio di pose e io ne ho tre stasera verso le dieci.”
“Jared , ma che…”
“Diamoci malati e diciamo a Phil e a Jim che recupereremo domani senza fare storie sull’orario!” propose quasi fosse una cosa semplice e fattibile.
“Jared…ma non lo abbiamo mai fatto in quasi dieci anni di…” ed era vero. Non avevano mai messo loro, tranne per cose serie, prima del lavoro. La gente che lavorava con loro non lo meritava. Meritavano tutto il loro impegno. Quindi quella proposta di ammutinamento era davvero strana.
“Non andare. Non lasciarmi da solo oggi!..per favore…io non…” disse quasi mortificato nascondendo il viso tra il volto e il collo di Jensen.
“Jared, ma che hai….che succede!?” cominciò ad agitarsi. Jensen capì che non si trattava più di una giornata di improvvisa pigrizia.
C’era ben altro sotto e il fatto che benché cercasse di guardare Jared negli occhi, il giovane glielo impediva, rendeva la cosa ancora più allarmante.
Lo richiamò ancora, ma senza calcare mai sul tono della voce, rimanendo sempre dolce e rassicurante.
Ma Jared non rispondeva, si limitava a stringersi a lui. A stringere ancora più forte, le braccia intorno al corpo di Jensen. Lo teneva letteralmente prigioniero.
“Ok! Ora mi stai spaventando, piccolo!” fece ad un certo punto. “Dimmi che cosa hai… farò tutto quello che vuoi. Ma ti prego parla…non è da te…una cosa del genere!”
“E’ stupido…mi …mi dispiace…mi…” cercò di scusarsi Jared mormorando dalla posizione in cui era.
“No…non te la caverai così!” e avrebbe voluto tirarlo su e guardargli il viso, ma Jared, ancora, non glielo permise, rifugiandosi meglio accanto al corpo del compagno, facendosi incredibilmente piccolo nell’abbraccio del maggiore.

Jensen non insistette e sperò che quel momento passasse e cercò di aiutare il giovane accarezzandogli la schiena nuda.
Gli passava la mano tra i capelli che ogni tanto gli coprivano completamente il viso, gli baciava il capo cercando di dargli un qualche senso di conforto. Passò del tempo, forse mezzora, forse di più e quando sentì che il respiro di Jared si era fatto più tranquillo, provò di nuovo a parlargli.
“Va’ meglio?!” chiese dolcemente e a bassa voce e si rasserenò anche lui quando vide la testa di Jared annuirgli timorosamente, ma nel mentre stava per chiedergli di confidarsi, il campanello di casa loro, suonò.
“Dannazione!! Clif è già qui.” disse guardando la sveglia sul suo comodino.
“Jensen…” fece Jared come per fargli capire che era tutto a posto e che poteva andare sul set.
“Non ti preoccupare. Non vado da nessuna parte!” lo rassicurò, invece, Jensen, baciandolo sulla fronte corrugata dal senso di colpa.

Jensen scese le scale e andò ad aprire e Clif si sorprese di vederlo ancora in pantaloni di tuta e canottiera. Jensen non era mai in ritardo, specie sul posto di lavoro e faceva di tutto perché anche quel suo disastrato compagno fosse il più puntuale possibile.
“Dormito troppo?!” fu il saluto dell’amico autista.
“Affatto!” rispose sorridendogli appena. E quando Clif gli fece notare il suo abbigliamento fin troppo sportivo, Jensen si decise a spiegargli la situazione. “Cliff..senti…”
“Problemi?!” chiese l’amico.
“Sì, in effetti, sì.” disse imbarazzato mentre metteva in ordine quello che voleva dirgli per giustificarsi.
“Che succede?!”
“Ascolta, amico. In tutti questi anni non ti ho mai chiesto una cosa del genere e ti capirò se non vorrai farlo….”
“Jens, sputa il rospo, ragazzo!” disse amichevolmente anche se in effetti quella premessa lo aveva messo un po’ sull’allerta.
“Senti, Jared…lui…insomma ha avuto una…brutta notizia…” mentì e si sentì in colpa, ma non poteva dire la verità. Anche perché lui stesso ancora non conosceva la verità dello stato d’animo di Jared. “…e di conseguenza una pessima nottata e io davvero…davvero non me la sento di lasciarlo solo!” deglutì e fissando gli occhi dell’amico, recitò ancora. “Io ho solo un paio di pose stamattina e anche Jared ha poca roba stasera.”
“Cosa vuoi che faccia, Jensen?!” chiese risoluto.
“Devi coprirci, Omone!” disse tutto di un fiato, sperando di aver trovato un complice. “Dì che sono senza voce a causa del freddo di ieri sera, e che Jared è messo peggio….” suggerì e poi : “…ma solo per oggi, per favore, coprici le spalle!”
Clif lo guardò, anzi lo scrutò. Jensen e Jared non avevano mai disertato le riprese, almeno che non stessero davvero male e anche quando avevano la febbre, a volte anche alta, cercavano sempre di essere presenti. Questo voleva dire che davvero Jared era a pezzi e sapendo del legame  profondo che univa i due, per nessun motivo Jensen lo avrebbe lasciato solo.
“Tranquillo!, rimetti in piedi il gigante. Quelli del set lasciali a me. Ci vediamo domani alle otto!” disse porgendo la mano a Jensen che gli sorrise di tutto cuore.
“Sei un  amico, Clif! Un vero amico!” ci tenne a dirgli Jensen. “E ti dobbiamo un grande favore!”
“Ma per favore!!” lo rassicurò l’amico. “Va’ da Jared, ora! Ci vediamo domani!” e andò via. Jensen si richiuse la porta alle spalle e quasi corse di nuovo in camera da letto da Jared.
 
Quando vi entrò, Jared non si era nemmeno mosso da quella posizione rannicchiata che aveva quando lui era andato ad aprire a Clif. Quell’immagine gli spezzò il cuore.
Ma che diavolo sta succedendo!?, si ritrovò a pensare mentre guardava Jared, così indifeso, nel loro letto.
Si avvicinò piano e ancora più piano gli si rannicchiò vicino. Si mise dietro di lui , per poterlo abbracciare.
Per dargli conforto, se era di conforto che aveva bisogno.
Per scaldarlo, se era freddo quello che sentiva.
Per consolarlo, se era tristezza ciò che stava affliggendo Jared in quel momento.
“Sono qui! Parla con me, ora. Lascia che ti aiuti. Io ti amo e non ce la faccio a vederti così!” gli sussurrò nell’orecchio prima di baciargli la spalla nuda.
Jared si rigirò nell’abbraccio amorevole del compagno e fisso i suoi occhi in quelli di lui e come per magia, la loro magia, le loro anime si legarono come i loro sguardi.
“Ho fatto un sogno stanotte!”
“Un incubo, direi!”  precisò il maggiore. “Raccontamelo!” spostandogli una ciocca di capelli dalla fronte.
“Noi stavamo insieme, avevamo la nostra vita. Una vita bellissima. Felice. Come  è la nostra vita reale. Poi qualcosa d’improvviso è cambiato, non so come, non so perchè o forse non lo ricordo. Tu sei diventato come sbiadito ai miei occhi e non sapevo perché ti vedevo così. Poi piano piano ti allontanavi sempre di più e più io cercavo di raggiungerti e più tu ti allontanavi e allora ho cominciato a correre verso di te e a chiamarti, ma tu eri sempre più distante e non mi rispondevi e mi guardavi come se io nemmeno fossi lì, come se non nemmeno mi conoscessi. Poi ad un tratto ti ho visto vicino a me e allora ti ho abbracciato ma tu mi hai respinto…bruscamente…e mi guardavi con freddezza e quando ti ho chiesto perché ti comportavi così, tu mi ha detto: “Noi non siamo reali, quello che c’è tra noi non è reale. Il nostro amore è solo una menzogna e tutto quello che abbiamo, che tu credi di avere con me, non esiste. Non è mai esistito e mai esisterà! Io non ti amo e non ti amerò mai!”..e poi…io …io cercavo di abbracciarti, di spiegarti che non era così , che non era come dicevi tu..ma tu…sei sparito…mi sei svanito tra le mani e io….io…” e a quel punto Jared era decisamente agitato. Anzi, quasi sconvolto e i suoi occhi erano lucidi di lacrime e di frustrazione al solo ricordo di quel sogno o come gli aveva detto Jensen, incubo.

“Ok! Ok!...ora, smettila, calmati!! Vieni qui!!” fece Jensen, stringendoselo contro il petto e abbracciandolo forte per calmargli il respiro quasi isterico.
Gli accarezzò la schiena contratta dallo stress di quel racconto. Cercò di rassicurarlo con il calore del suo corpo. Pronunciava il suo nome con il tono più dolce e flebile che riuscisse a emettere. Il nome di Jared era quasi un sussurro sfuggito dalle labbra di Jensen. E in quella specie di nenia, il giovane cominciò a calmarsi. Nel conforto delle braccia di Jensen, Jared cominciò a ritrovare il suo equilibrio, la sua realtà.
“Mi dispiace!” fu la prima cosa che il giovane disse dopo quel suo racconto assurdo.
“Non scusarti, ma voglio che tu mi ascolti. Guardami!” disse mentre con una mano sotto il mento, lo costringeva dolcemente a guardarlo.
“Non so perché tu abbia fatto un sogno o un incubo del genere e non mi interessa. Quello che mi interessa è assicurarti che è e rimarrà solo qualcosa che è sparito nel sonno. Io sono qui, con te. E non ti lascerò mai. Tu non mi perderai mai e giuro che prenderò a pugni fino a farmi sanguinare le mani, chiunque si permetterà di dire o solo pensare che io non ti ami, che quello che c’è tra noi è solo una finzione. Che quello che abbiamo non è reale. Io sono reale. Tu lo sei. Noi due , insieme, siamo la cosa più reale che ci possa essere al mondo e non c’è niente al mondo più reale di noi insieme!” rimarcò ancor con più decisione.
Jared sorrise, ormai sereno e rincuorato dalle parole dette con così tanta enfasi dal compagno. “Hai idea di quello che hai detto?!”
“No…Sì…Non lo so!, nella mia mente un senso ce l’ha, ma non sono certo che la mia bocca lo abbia detto nel modo giusto, ma suona comunque bene come l’ho interpretato, no!?”
“Decisamente sì!” lo rassicurò. E poi risero insieme di quel momento ormai lasciato solo al mondo dei sogni.

Jared non resistette. Era più forte di lui. Proprio non ce la faceva.
“A proposito di bocca!”
“Cosa?!” fece un attimo spiazzato Jensen.
“Non hai ancora preso il caffè, vero?!”
“No!”
“Niente caramelle o menta o dentifricio ?!”
“No, ma…”
“Ottimo!” e si allungò verso di lui per poterlo baciare di nuovo.
“No…non puoi!” lo fermò, Jensen.
“Perché, no?!”
“Mi hai già baciato, quindi ci sei tu …qui sopra!” lo provocò passandosi il pollice prima lungo la linea superiore e poi su quella inferiore delle labbra.
“Fa niente. Due su tre. Posso accontentarmi!” e incapace di resistere, lo baciò non lasciandogli modo di replicare. Fu un bacio languido, lento, morbido. Fu quasi una danza ritmica che univa i movimenti delle loro teste, il loro bisogno di respirare e l’urgenza delle loro lingue di unirsi ancora. Di unire il loro sapore.

Quando la magia di quel bacio chiese tregua per rinvigorirsi, Jared guardò Jensen negli occhi, immergendosi in quel meraviglioso mare di smeraldi che gli brillava davanti.
“Dimmi che è così, che come dici tu?!” chiese e Jensen lo fissò perplesso per un attimo. “Dimmi che non mi lascerai mai. Dimmi che mi ami e che mi amerai per sempre.”
“Lo giuro sulla mia vita. Non ti lascerò mai. E quanto è vero che adesso ho giurato sulla mia stessa vita giuro  che ti amo e ti amerò per sempre!” fece con tono deciso e fermo, mentre gli stringeva il viso tra le mani forti e calde.

Stettero abbracciati per un tempo che non avrebbero saputo dire, ma a nessuno dei due importò. Per loro era importante sentire il calore dei loro corpi darsi conforto. L’importante era sentire il battere dei loro cuori dentro i loro petti vicini. L’importante , in quel momento, per loro, era stare insieme. Sapere di essere insieme. E sapere che ci sarebbero stati per sempre.
   
 
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