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Autore: N o r a    29/09/2014    3 recensioni
« Lui arriva sempre, quando lo chiami, » mormorò sottovoce, le parole che lo lasciarono con un piccolo sforzo, e non aveva bisogno di specificare.
Dean capì.
Un’ondata di sollievo lo investì. Almeno non aveva davvero fatto nulla.
Aveva due opzioni: parlare dei sentimenti suoi e di Sam, spiegarsi e convincere ed aprirsi, o trasformarla in una battuta. La scelta non richiese premeditazione. « Geloso, Sammy? » scherzò leggermente, sorridendo appena.
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Scritta per il One shot weekend.
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest | Contesto: Contesto generale/vago
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Scritta per il One shot weekend, sul prompt di Mrs Bored: “Lui arriva sempre, quando lo chiami.” “Geloso, Sammy?”
Per te cara

 

La mia prima Wincest italiana, aw, sono emozionata <3 La fic è Hurt/Comfort - non posso segnalarlo tra i generi perché non c'è ;_;
La trovate anche in inglese su Ao3, qui.

Enjoy

 

 

Nothing but you

 

 

Il silenzio attorno a loro era spesso e pesante. Un altro lavoro portato a termine e persone salvate dopo, e Sam stava tenendo il muso nel sedile del passeggero.

Dean non sapeva cosa pensare, in volte come questa poteva solo immaginarsi cosa avesse Sam, e di solito non indovinava. Gli lanciò occhiate di tanto in tanto, cercando di capire cosa non andasse, ma quando non ce la fece più – c’erano almeno un’altra ora e mezzo di viaggio, e non lo voleva passare in un’inutile angoscia – sospirò.

« Hai intenzione di dirmi cosa succede o staremo semplicemente così, facendo finta che non siamo in imbarazzo? » chiese, occhi sulla strada.

« Niente, » rispose Sam, fissando davanti a sé senza vedere davvero qualcosa.

« Non mi parli fin da quando non abbiamo trovato quel figlio di puttana, diamine, forse pure da prima, quindi cosa non va? » scattò Dean a quelle parole.

« Va tutto bene, Dean, » Sam sospirò, senza muoversi. Il tono era piatto, senza alcuna inflessione.

« Perché devi farmelo dire? Non farmi fare lo sdolcinato. » Dean provò il suo tono alla lo so già quindi non provare a negarlo, ma non era sicuro che avrebbe funzionato. Il più delle volte lo faceva, ma quando Sam iniziava a pensare e ripensare alle cose, non funzionava. Ci provo comunque.

« Perché, cosa pensi che sia? » chiese Sam, tono ironico.

Dean lo guardò per un lungo istante, lo sguardo che vagava per l’intero suo corpo, notando la tensione, così inusuale in lui dopo una caccia ben riuscita, e per un momento non seppe cosa fare.

Si girò a guardare la strada, serrando le labbra in un tentativo di non sbottare – di nuovo – contro suo fratello.

Minuti passarono, il ronzare del motore l’unico suono attorno a loro.

Dean stava cercando di capire cosa avesse fatto di sbagliato, ma non riusciva ad arrivarci. Non questa volta. Ad un certo punto, decise di arrendersi. Non riusciva a sopportare un Sam che non parlava sempre, un Sam silenzioso, non quando la causa del suo silenzio sembrava andare ad infilarsi tra loro e distanziarli, anche se solo di pochissimo. Posò una mano sul ginocchio di Sam, stringendo appena, un muto Scusami anche se non so perché.

Sperò davvero che Sam capisse.

Sam capì. « Lui arriva sempre, quando lo chiami, » mormorò sottovoce, le parole che lo lasciarono con un piccolo sforzo, e non aveva bisogno di specificare.

Dean capì.

Un’ondata di sollievo lo investì. Almeno non aveva davvero fatto nulla.

Aveva due opzioni: parlare dei sentimenti suoi e di Sam, spiegarsi e convincere ed aprirsi, o trasformarla in una battuta. La scelta non richiese premeditazione. « Geloso, Sammy? » scherzò leggermente, sorridendo appena.

« Non esiste, » Sam rispose automaticamente. La sua risposta non era priva di ripensamenti, però.

Dean lo guardò in viso, e quando capì che Sam non aveva lasciato perdere sorrise e basta, scuotendo la testa, stringendo la mano un po’ di più. Sam si voltò e lo guardò. « È solo un amico. Non significa nulla in quel senso. »

Sam tenne la bocca chiusa per un momento, una scintilla di insicurezza palpabile nel suo sguardo. « È potente, ingenuo e onesto, e non siete imparentati in alcun — » iniziò a dire, solo per essere fermato da Dean.

« Quando mai me ne è fregato un cazzo che siamo imparentati, Sam? » lo interruppe incredulo.

Quando suo fratello non rispose e si voltò a guardare la strada, quasi accostò. « Sam. » Il tono era fermo, intendendo che voleva che Sam lo guardasse, no, che doveva far sì che Sam lo guardasse.

Sam lo fece, riluttante, e strinse di più le labbra. Il cuore di Dean perse un battito a quella vista. « Lo sai che rinuncerei a tutto per te. Incluso lui, ed ogni singola cosa che pensi porrei davanti a te. E non lo farei. Non una singola cosa. » Dean lo pensava davvero, la voce sincera e chiara. Non si disturbò di renderla uno scherzo adesso, doveva far sì che Sam capisse. Come poteva dubitare del suo amore, dopo tutto quel tempo, dopo tutto ciò che avevano passato? Aveva una così bassa opinione di se stesso?

Gli occhi di Sam si ammorbidirono un po’ al sentire quelle parole, ed un piccolo sorriso gli uscì involontario dalle labbra. Riportò gli occhi sulla strada, e così fece Dean, entrambi i loro cuori più leggeri ora.

Dopo un po’, la mano sinistra di Sam coprì quella di Dean. La lasciò lì, calore che si diffondeva tra di loro come una verità e una certezza rassicurante.

« Ti amo, » mormorò Sam, gli occhi non che non lasciavano la strada davanti a loro.

Dean si voltò verso di lui, sorridendo, sapendolo già. « Lo so, bambino mio. » Amava quel soprannome, e sapeva che anche Sam lo amava, così lo usava tutte le volte che poteva.

Sam arrossì appena, e strinse la mano di Dean sotto la propria. Dean girò il palmo e intrecciò le dita con quelle di Sam, ricambiando la stretta.

Fissò anch’egli la strada, adesso felice. « Ti amo anch’io. »

Il cuore di Sam perse un battito.

   
 
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