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Autore: Lisabeth_24    29/09/2014    2 recensioni
[Leonardo/NP]
Tratto dal prologo.
« Sono innocenti e voi ne avete fatto delle belve da macello, vittime sull’altare di un Libro perduto da secoli e secoli,» ringhiò sottovoce, per non destare sua figlia, quell’essere puro che non avrebbe mai dovuto conoscere il male. La profezia era chiara come la luce del Sole e terribile come l’antro oscuro che celava il labirinto. Avrebbe difeso Lisabetta con la sua vita se fosse stato necessario.
« Cosa t’è accaduto, Lupo?» domandò greve la donna, arrancando verso la figlia per poi stringerla al suo petto morbido, al seno gonfio di latte che l’avrebbe nutrita e amata. Lo guardava con odio e rancore, come un tempo aveva osservato il Minotauro, il demonio che aveva assassinato il suo stesso padre che strenuamente era rimasto fedele alla causa. Carlo de’ Medici aveva tradito e Lupo Mercuri era in procinto anch’egli di farlo, ma nessun odio lo spingeva, bensì l’amore per quella dolce creatura che il Fato aveva scelto per quella missione suicida. Compativa Caterina Yazici e il frutto del suo ventre che avrebbe sopportato un peso inadatto alle forze.
Genere: Dark, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leonardo da Vinci, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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O dolore, o dolore, il Tempo mangia                                                                                    
la vita, ed il Nemico oscuro cresce                                                                                        
del sangue che perdiamo, e si rafforza;                                                                            
questo Nemico che ci rode il cuore!*



 


























Ostia, 15 Aprile 1452**
 
L’umile locanda sulle rive del Mar Tirreno era immersa nella quiete della sera, osservata e protetta dal manto di astri brillanti che era divenuto da poche ore il cielo italico. I lamenti e le urla di Rachele, della sua sposa, di colei che un tempo avrebbe giurato di poter amare per l’eternità, s’erano spente quando il Sole era tramontato, morendo nelle acque cristalline e immobili. Aveva trovato asilo in quel luogo, sua moglie tra le braccia quasi svenuta per il travaglio avanzato e il timore di perdere sua figlia, pagando con le ultime monete che gli erano rimaste. 
Il Fato aveva decretato che la proprietaria, una donna attempata e dal pingue ventre, avesse partorito dodici figli e conoscesse le arti della maieutica meglio di un cerusico. Entrambe erano salve, la madre dal viso chiazzato di rosso e gli occhi umidi di pianto e la figlia che aveva emesso un tale rumore nel venire al mondo da destare tutti i locandieri.
Accomodato sull’unica sedia presente nella stanza, Lupo guardava la bambina che dormiva serena, ignara dei pericoli del mondo, tra le sue braccia forti. Aveva radi capelli scuri e le labbra schiuse in un’espressione beata che lo intenerì tanto da fargli nascere un sorriso sincero che non sfiorò gli occhi. La proprietaria aveva affermato che aveva ottime probabilità di vivere nonostante fosse nata prematura di quasi un ciclo di Luna. 
« Quindi è certo? Ella è la prescelta?» mormorò assorto sfiorandole la gota olivastra, carnagione che aveva ereditato da sua madre. Gli occhi, invece, celati dalle palpebre serrate, erano grigi come quelli degli infanti, ma Lupo riteneva che anch’essi sarebbero stati scuri come quelli di Rachele. 
« Entrambi lo sono. Nostra figlia e il bambino di Caterina. È un dono del Destino,» commentò la donna al suo fianco, stesa sulle coltri candide di quel letto improvvisato, la voce affaticata e roca, ma orgogliosa come quella di una leonessa feroce e implacabile, ferma nelle sue convinzioni sui Figli di Mitra. Li avevano educati entrambi a divenir due perfetti amanti della conoscenza, pronti a tutto pur di proteggere il Libro delle Lamine. I loro genitori avevano decretato il fidanzamento da tempo immemore, quand’erano soltanto due bambini curiosi, iniziati ai misteri del mondo. L’amore tanto atteso, quello che Rachele aveva udito nelle ballate, non era mai scoppiato in nessuno dei due, ma erano stati alleati e ciò era stato sufficiente.  
« Non posso, Rachele,» esclamò serio, stringendo maggiormente la bambina al petto. Lupo non credeva più da tempo, se mai vi aveva davvero prestato fede. I Figli di Mitra erano una setta caduta in rovina. Non erano in grado di proteggere loro stessi né le famiglie. Ne aveva avuto dimostrazione quando la sua casa di bambino era stata bruciata dinanzi ai suoi occhi inermi, la sua famiglia all’interno, dai Nemici dell’Uomo. 
« Cosa intendi? Non abbandonerai la ricerca. Abbiamo giurato entrambi,» replicò incredula la donna, facendosi leva sul braccio destro per poterlo guardare in volto, illuminato dalle sole stelle. Lupo serrò gli occhi azzurrini per un attimo e sciolse la presa intorno alla piccola Lisabetta per poi posarla sulle lenzuola. 
« Sono innocenti e voi ne avete fatto delle belve da macello, vittime sull’altare di un Libro perduto da secoli e secoli,» ringhiò sottovoce, per non destare sua figlia, quell’essere puro che non avrebbe mai dovuto conoscere il male. La profezia era chiara come la luce del Sole e terribile come l’antro oscuro che celava il labirinto. Avrebbe difeso Lisabetta con la sua vita se fosse stato necessario. 
« Cosa t’è accaduto, Lupo?» domandò greve la donna, arrancando verso la figlia per poi stringerla al suo petto morbido, al seno gonfio di latte che l’avrebbe nutrita e amata. Lo guardava con odio e rancore, come un tempo aveva osservato il Minotauro, il demonio che aveva assassinato il suo stesso padre che strenuamente era rimasto fedele alla causa. Carlo de’ Medici aveva tradito e Lupo Mercuri era in procinto anch’egli di farlo, ma nessun odio lo spingeva, bensì l’amore per quella dolce creatura che il Fato aveva scelto per quella missione suicida. Compativa Caterina Yazici*** e il frutto del suo ventre che avrebbe sopportato un peso inadatto alle forze.
« Questa è mia figlia. Non permetterò che divenga una pedina nei vostri giochi,» ribadì l’uomo issandosi in piedi e raccogliendo il sacco con i suoi miseri averi, un cambio di vestiti e il medaglione di sua madre, l’unico affetto che aveva recuperato dalla sua casa, « Me ne vado, Rachele. La porto con me,» soggiunse facendole cenno di consegnare la bambina, intimorita da quei suoni ancora sconosciuti, s’era destata e guardava incuriosita l’espressione tetra e minacciosa di sua madre. 
« È una Figlia di Mitra. Senza di lei il Libro rimarrà celato,» sibilò, gli occhi resi ancora più scuri dalla determinazione con la quale stava celando la figlia dalla vista dell’uomo. Lupo scattò verso la donna distesa, i pugni all’altezza dei fianchi, il fuoco negli occhi chiari. Lisabetta scoppiò a piangere, atterrita da quella guerra che era scoppiata dinanzi ai suoi occhi innocenti, rintanandosi nel ventre materno e il cuore di Lupo perse un battito. 
« Non pagherà per le nostre colpe,» bisbigliò sapendo d’aver già perduto la battaglia, sua figlia e il suo onore. Non aveva avuto scelta, il traditore che amò troppo la sua bambina, se non quella di abbandonare la ricerca e la lotta, cercando un riparo come una belva braccata e scacciata dal branco. 
« Parli come Loro, i Nemici dell’Uomo,» replicò la donna disgustata arretrando per quanto le fosse stato possibile verso la testata del letto, i capelli neri e mossi che le celavano il viso avvenente e stanco, ma pronto a combattere sino alla morte, « Devi andartene. Il posto di Lisabetta è con me ed io le insegnerò ad essere fedele,» mormorò rivolta alla bambina, baciandole il capo per frenare il pianto disperato. Lupo rivolse un ultimo sguardo carico d’afflizione verso Lisabetta. Conoscenza la pena per chi tradiva la congregazione. Non se ne sarebbe mai potuto prendere cura. Sarebbero stati entrambi in pericolo. 
« Tornerò, Rachele. Non merita tale fato.»
 
Noticine dell’autrice.
Salve a tutti coloro che sono giunti alla fine di questo primo capitolo/prologo. In attesa della terza serie, che credo uscirà a Marzo, ho avuto l’ispirazione per scrivere questa storia che ruota intorno al Libro, ai Figli di Mitra e alla ricerca senza fine del nostro Leo. 
*La poesia è parte della lirica L’ennemi di Charles Baudelaire, dalla raccolta Le Fleur du Mal, che da il nome alla storia. 
**Il 15 Aprile 1452 nasceva anche Leonardo da Vinci. 
**Yazici è un cognome turco come nella serie è la madre di Leonardo. 
   
 
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