CAPITOLO
1
Zoey
si tolse elegantemente la molletta dai capelli, esercitò con
le dita una
leggera pressione sul rilievo che recava il suo nome e si
trovò fra le mani
Dynami, la sua spada dall’impugnatura color verde acqua.
Remus aveva già
sguainato Aktines, la spada dall’elsa d’oro.
-Pronto
Rem? – Chiese la figlia di Anfitrite al migliore amico.
Remus
annuì, le labbra distese in un sorriso spontaneo e furbo
allo stesso tempo.
-Andiamo
ad uccidere un paio di mostri.
Zoey
uscì dal proprio nascondiglio, un masso di dimensione
discrete ricoperto di
muschio, e si gettò senza troppi preamboli sopra la dracena
alla sua destra,
mentre Remus si occupò di quella a sinistra. Zoey e Dynami,
unite, erano
un’arma di distruzione di massa: nessuno sopravviveva al loro
passaggio. La
ragazza vorticò la spada e trafisse la donna serpente in un
fianco, il mostro
espose in una nuvola di polvere dorata.
Remus,
che odiava i serpenti più di qualsiasi altra cosa, se la
cavava egregiamente;
la dracena avvertì lo spostamento veloce dell’aria
alle proprie spalle e si
girò proprio nel momento in cui lui calava la spada, il
mostro deflagrò nella
consueta nube di polvere nel istante in cui Remus le trafisse il cuore.
-Bel
lavoro Rem! – Si complimentò Zoey entusiasta.
–Andiamo a tirare fuori gli altri
dai pasticci. – Prese allegramente l’amico sotto
braccio e insieme si
addentrarono ancora più profondamente nel boschetto.
***
Millie,
Marlene, Ken e Lily erano finiti in una trappola. Stavano inseguendo un
gruppo
di dracene con Zoey e Remus, quando i primi quattro erano incappati in
una
fossa profonda sopra la quale era stata stesa una rete da pescatore,
così le
dracene li avevano catturati e portati in una specie di accampamento in
mezzo
al bosco.
-Ragazze
mi state schiacciando! – Imprecò Ken che, sotto il
peso delle ragazze, stava
decisamente soffocando; questo perché le dracene non li
avevano tirati fuori
dalla rete, anzi, avevano tirato la rete fuori dal buco e li avevano
portati di
peso all’accampamento, dove avevano teso la rete sopra ad
un’altra fossa ancora
più profonda delle precedente e con degli spuntoni sul fondo.
-Taci!
– lo rimproverò Lily, che dei quattro era la
più grande e di conseguenza quella
che prendeva le decisioni. Lily rivolse la sua attenzione sopra di
sé, ovvero a
Millie, che dall’alto dei suoi quattordici anni era una vera
forza della
natura. – Millie vedi qualcosa?
La
ragazza tentò di sedersi sulla schiena dell’amica
ma non ci riuscì, così si
girò supina (suscitando l’ira di Ken) e con le
mani artigliò la rete più in
alto che poteva e provò nuovamente a tirarsi su.
-A
quanto pare non fanno molto caso a noi… - Iniziò
Millie gurdandosi intorno. –O
dei! Ma quelli…
***
Fiore
e Adele vivevano in simbiosi. Una figlia di Priapo, il dio dei giardini
e
l’altra figlia di Borea, il dio del vento del nord: non
avrebbero potuto essere
più diverse. Eppure i capelli color caramello e i tratti
delicati che
condividevano suggeriva il contrario. Ma mentre Adele, nonostante la
pelle
chiara come la neve, si abbronzava facilmente, Fiore si scottava
soltanto.
Adele aveva gli occhi dello stesso colore del cielo di primavera,
quelli di
Fiore erano color verde smeraldo, Adele aveva le lentiggini e Fiore no.
Solo un
attento osservatore avrebbe capito che non erano sorelle.
Meg,
che era stata cresciuta da una coppia gay e credeva negli alieni, era
una che
studiava le cose con attenzione, aveva capito fin da subito che Fiore e
Adele
non erano sorelle. Da cosa l’aveva capito non lo sapeva
nemmeno lei.
Le
tre ragazze erano molto legate, ed in quel momento si stavano
esercitando nell’arena…
O almeno lo stavano facendo fino a qualche momento prima.
Will
Solace e Adele non si sopportavano, litigavano più volte al
giorno e non
riuscivano a stare per più di dieci minuti negli stessi
cinque metri quadrati
senza lanciarsi frecciatine di qualsiasi tipo. Adele aveva una mira
eccezionale
ed eccelleva nel uso del pugnale, si stava esercitando nel lancio dei
coltelli
quando lui decise di entrare nell’arena e piazzarsi davanti
al bersaglio.
-Solace
spostati. – Disse lei stizzita.
-Non
credo proprio. – Le rispose lui a tono, che provava un
piacere sadico nel
vederla perdere le staffe.
-Solace
te lo chiedo gentilmente.
Fiore
e Meg, che stavano duellando con le spade, smisero di combattere per
assistere
al teatrino di cui ormai avevano imparato bene il copione.
Will
stuzzica Adele/Adele stuzzica Will
La
persona stuzzicata si arrabbia con notevole facilità.
Inizia
il litigio.
Si
rincorrono urlando per tutto il campo.
-Credo
che rimarrò qui. – Will si appoggiò con
la schiena al bersaglio e incrociò le
braccia al petto.
-Non
farmi venire lì. – Lo redarguì lei al
limite.
Will,
per tutta risposta, inarcò le sopracciglia e alzò
gli occhi al cielo.
Adele
sbuffò e si diresse a passo di carica verso il ragazzo,
camminò fino a quando
il loro volti furono a pochi centimetri di distanza.
-Cosa
credi di fare? – Chiese lei a Will.
Per
tutta risposta Will tirò fuori un ragno della grandezza di
un pugno da
Zeus-solo-sa-dove e lo appoggiò con noncuranza sulla
canottiera bordeaux della
ragazza.
Adele
divenne rigida come il marmo e sbiancò di colpo.
-Toglilo.
– Sussurrò con voce spezzata.
Will,
che non l’aveva mai vista così spaventata, fu
tentato di assecondarla, ma era
raro vedere Adele in difficoltà e decise di non darle retta.
E poi i fratelli
Stoll gli avevano assicurato che il ragno non era velenoso.
-Solace
ti prego.
Adele
non pregava mai nessuno.
Il
ragno iniziò a risalire zampettando la canottiera della
ragazza che chiuse gli
occhi con forza.
Fiore
e Meg iniziarono ad avvicinarsi preoccupate ad Adele.
Will
pensò che ci avrebbero pensato le ragazze ad aiutare Adele e
così fece dietro
front e uscì dall’arena.
Il
ragno continuò a salire e frettolosamente giunse sulla
spalla della ragazza e le
si avvicinò con circospezione al collo.
-Will
toglimelo. – Adele non sapeva che il ragazzo se
n’era già andato.
***
Chirone
convocò con urgenza Lucas, Ester,Anastasia, Alistair e
Samuel nella Casa
Grande.
-Ragazzi,
siamo nei guai. – Annunciò Chirone.
-Che
tipo di guai? – Chiese Ester infilandosi in bocca una Haribo
gialla a forma di
orsetto.
-Ken, Millie, Zoey, Marlene, Remus e Lily sono spariti. – Rivelò il centauro.
-Come?
– Domandò Samuel inarcando le sopracciglia.
-Erano
alla ricerca di un gruppo di dracene e a quanto pare le hanno trovate.
O
meglio, le dracene hanno trovato loro. Dovevano essere di ritorno per
pranzo.
Lucas
preferiva stare fuori dalla conversazione: era il più grande
pessimista del
Campo e qualsiasi cosa avesse detto non sarebbe stata gradita. Il
ragazzo fece
comunque scorrere lo sguardo per la stanza alla ricerca di un orologio,
individuò una vecchia sveglia ammaccata in un angolo,
assottigliò le palpebre e
riuscì a scorgere l’ora: erano le cinque e mezza.
-Perché
non ha mandato qualcuno prima? – Chiese Anastasia sospettosa.
Chirone
borbottò qualcosa a proposito di Adele, un ragno, Will
Solace, l’infermeria e
il 4 in biologia dei fratelli Stoll.
Al
sentir pronunciare il nome del suo migliore amico Will, Alistair si
riscosse dal
torpore in cui era caduto dall’inizio della conversazione.
-Almeno
abbiamo una vaga idea di dove siano?
-Dalle
parti di New London. Prendete il pulmino bianco con le scritte azzurre,
quando
arrivate chiedete del Boschetto dei Morti.
***
Damon
avrebbe dovuto sistemare i rapporti sulla scrivania di Chirone, o
almeno ci
stava provando nel momento in cui Alaska entrò ansimate
nella stanza; la
ragazza avrebbe dovuto fare l’ispezione delle Case e
assegnare i turni per le
docce ma aveva dimenticato la penna nell’ufficio.
-Come
va il lavoro Dam? – Chiese lei mettendo le mani sulle carte
che stava leggendo
il ragazzo incasinandole tutte.
-Male.
Alaska
gli rivolse uno sguardo interrogativo. Lui prese uno dei rapporti dal
mucchio
glielo porse.
Alaska
lo lesse velocemente: una decina di giganti iperborei avevano distrutto
un
bosco di ninfe a Sterling, in Colorado.
-Si
stanno avvicinando. – Le disse Damon porgendole un altro
foglio. – Leggi
questo.
Quel
rapporto diceva che a Pampa, nel Texas, un satiro era morto mentre
cercava di
portare al Campo due semidei, dei ragazzi non c’era traccia.
Damon
le porse un altro foglio e lei lo prese controvoglia.
A
Madison, nel Wisconsin, un’idra parecchio arrabbiata aveva
messo a ferro e
fuoco una scuola media, fortunatamente non c’erano stati
feriti gravi.
Alaska
fissò Damon con gli occhi lucidi di lacrime.
-Sai
cosa significa? – Le chiese lui.
Lei
scosse la testa.
-Ci
stanno accerchiando.
***
-A
quanto pare non fanno molto caso a noi… - Iniziò
Millie gurdandosi intorno. –O
dei! Ma quelli… Quelli sono Rem e Zoey!
-Cosa?!
– Fece Marlene incredula, che fino a quel momento si era
limitata a stare
zitta.
Lily
si mosse per cercare di vedere anche lei e Ken, dal basso,
imprecò sonoramente
in greco antico.
-State
ferme! – Le sgridò Ken irato.
-Cos’è
successo? – Chiese preoccupata Millie.
-Millie,
ho uno spuntone di roccia a dieci centimetri dall’occhio
destro, visto che quel
lato del mio corpo non se la cava molto bene in generale, non vorrei
peggiorare
la situazione. – Ken aveva infatti una cicatrice, procurata
durante un allenamento,
che partiva dal lato destro del naso e terminava sullo zigomo.
La
figlia di Iride alzò gli occhi al cielo. – Devi
mantenere la calma, altrimenti
non usciremo vivi da questa situazione.
Marlene
sbuffò. –Senti la pacifista che parole da filosofa
usa.
-Ragazze,
non litigate! – Le sgridò Lily.
–Dobbiamo trovare un modo per uscire di qui.
-Non
vedo più Rem e Zoey. – La informò
Millie. –Ma ora vedo qualcun altro. –
Continuò entusiasta.
***
Come
fu felice di constatare Alistair, New London era una cittadina carina,
ma
questo non impediva al ragazzo di essere nervoso.
Anche
Samuel era nervoso, ma non per lo stesso motivo. Il figlio di Selene
odiava
stare in mezzo alla gente, si trovava a disagio; e la caotica cittadina
non gli
piaceva per niente.
Appena
scesa dal pulmino del Campo, Ester tirò fuori un pacchetto
di Haribo alla coca
cola, ne offrì una a Lucas (che rifiutò) e una ad
Anastasia (che accettò
volentieri); poi ne arraffò una manciata dal sacchetto e se
le buttò in bocca
con velocità disarmante.
-Dofiamo
chiedefe a qualcuno dove si tfova il Foschetto dei Mofti. –
Disse a bocca
piena.
Anastasia
prese la figlia della dea della sorte alla lettera e si
avvicinò ad una anziana
signora seduta su una panchina a lato della strada, ne seguì
un concitato
scambio di parole e poi la figlia di Pluto tornò dagli amici.
-Allora?
– Le chiese Lucas impaziente.
-Vi
ci porto. – Rispose la ragazza, incamminandosi con un sorriso
strafottente.
Lucas
sbuffò e la seguì a ruota, lo stesso fecero
Ester, Samuel e Alistair.
Non
sapevano in quali guai si sarebbero cacciati.
Ciaooo!!!
Ragazzi
scusate il ritardo ma il Liceo Classico non è una
passeggiata: greco mi ha
uccisa.
Ho
cercato di mettere almeno metà dei personaggi nel primo
capitolo, nei prossimi
due continuerò con gli altri.
Spero
di aver rappresentato bene caratterialmente i personaggi.
A
lunedì prossimoJ