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Autore: callie vee    29/09/2014    9 recensioni
STORIA INTERATTIVA
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I figli degli Dei minori sono sempre stati sottovalutati.
E se si scoprisse che in realtà il loro potere è quasi pari a quello di un Dio?
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1

 

Zoey si tolse elegantemente la molletta dai capelli, esercitò con le dita una leggera pressione sul rilievo che recava il suo nome e si trovò fra le mani Dynami, la sua spada dall’impugnatura color verde acqua. Remus aveva già sguainato Aktines, la spada dall’elsa d’oro.

-Pronto Rem? – Chiese la figlia di Anfitrite al migliore amico.

Remus annuì, le labbra distese in un sorriso spontaneo e furbo allo stesso tempo.

-Andiamo ad uccidere un paio di mostri.

Zoey uscì dal proprio nascondiglio, un masso di dimensione discrete ricoperto di muschio, e si gettò senza troppi preamboli sopra la dracena alla sua destra, mentre Remus si occupò di quella a sinistra. Zoey e Dynami, unite, erano un’arma di distruzione di massa: nessuno sopravviveva al loro passaggio. La ragazza vorticò la spada e trafisse la donna serpente in un fianco, il mostro espose in una nuvola di polvere dorata.

Remus, che odiava i serpenti più di qualsiasi altra cosa, se la cavava egregiamente; la dracena avvertì lo spostamento veloce dell’aria alle proprie spalle e si girò proprio nel momento in cui lui calava la spada, il mostro deflagrò nella consueta nube di polvere nel istante in cui Remus le trafisse il cuore.

-Bel lavoro Rem! – Si complimentò Zoey entusiasta. –Andiamo a tirare fuori gli altri dai pasticci. – Prese allegramente l’amico sotto braccio e insieme si addentrarono ancora più profondamente nel boschetto.

 

***

Millie, Marlene, Ken e Lily erano finiti in una trappola. Stavano inseguendo un gruppo di dracene con Zoey e Remus, quando i primi quattro erano incappati in una fossa profonda sopra la quale era stata stesa una rete da pescatore, così le dracene li avevano catturati e portati in una specie di accampamento in mezzo al bosco.

-Ragazze mi state schiacciando! – Imprecò Ken che, sotto il peso delle ragazze, stava decisamente soffocando; questo perché le dracene non li avevano tirati fuori dalla rete, anzi, avevano tirato la rete fuori dal buco e li avevano portati di peso all’accampamento, dove avevano teso la rete sopra ad un’altra fossa ancora più profonda delle precedente e con degli spuntoni sul fondo.

-Taci! – lo rimproverò Lily, che dei quattro era la più grande e di conseguenza quella che prendeva le decisioni. Lily rivolse la sua attenzione sopra di sé, ovvero a Millie, che dall’alto dei suoi quattordici anni era una vera forza della natura. – Millie vedi qualcosa?

La ragazza tentò di sedersi sulla schiena dell’amica ma non ci riuscì, così si girò supina (suscitando l’ira di Ken) e con le mani artigliò la rete più in alto che poteva e provò nuovamente a tirarsi su.

-A quanto pare non fanno molto caso a noi… - Iniziò Millie gurdandosi intorno. –O dei! Ma quelli…

***

Fiore e Adele vivevano in simbiosi. Una figlia di Priapo, il dio dei giardini e l’altra figlia di Borea, il dio del vento del nord: non avrebbero potuto essere più diverse. Eppure i capelli color caramello e i tratti delicati che condividevano suggeriva il contrario. Ma mentre Adele, nonostante la pelle chiara come la neve, si abbronzava facilmente, Fiore si scottava soltanto. Adele aveva gli occhi dello stesso colore del cielo di primavera, quelli di Fiore erano color verde smeraldo, Adele aveva le lentiggini e Fiore no. Solo un attento osservatore avrebbe capito che non erano sorelle.

Meg, che era stata cresciuta da una coppia gay e credeva negli alieni, era una che studiava le cose con attenzione, aveva capito fin da subito che Fiore e Adele non erano sorelle. Da cosa l’aveva capito non lo sapeva nemmeno lei.

Le tre ragazze erano molto legate, ed in quel momento si stavano esercitando nell’arena… O almeno lo stavano facendo fino a qualche momento prima.

Will Solace e Adele non si sopportavano, litigavano più volte al giorno e non riuscivano a stare per più di dieci minuti negli stessi cinque metri quadrati senza lanciarsi frecciatine di qualsiasi tipo. Adele aveva una mira eccezionale ed eccelleva nel uso del pugnale, si stava esercitando nel lancio dei coltelli quando lui decise di entrare nell’arena e piazzarsi davanti al bersaglio.

-Solace spostati. – Disse lei stizzita.

-Non credo proprio. – Le rispose lui a tono, che provava un piacere sadico nel vederla perdere le staffe.

-Solace te lo chiedo gentilmente.

Fiore e Meg, che stavano duellando con le spade, smisero di combattere per assistere al teatrino di cui ormai avevano imparato bene il copione.

 

Will stuzzica Adele/Adele stuzzica Will

La persona stuzzicata si arrabbia con notevole facilità.

Inizia il litigio.

Si rincorrono urlando per tutto il campo.

 

-Credo che rimarrò qui. – Will si appoggiò con la schiena al bersaglio e incrociò le braccia al petto.

-Non farmi venire lì. – Lo redarguì lei al limite.

Will, per tutta risposta, inarcò le sopracciglia e alzò gli occhi al cielo.

Adele sbuffò e si diresse a passo di carica verso il ragazzo, camminò fino a quando il loro volti furono a pochi centimetri di distanza.

-Cosa credi di fare? – Chiese lei a Will.

Per tutta risposta Will tirò fuori un ragno della grandezza di un pugno da Zeus-solo-sa-dove e lo appoggiò con noncuranza sulla canottiera bordeaux della ragazza.

Adele divenne rigida come il marmo e sbiancò di colpo.

-Toglilo. – Sussurrò con voce spezzata.

Will, che non l’aveva mai vista così spaventata, fu tentato di assecondarla, ma era raro vedere Adele in difficoltà e decise di non darle retta. E poi i fratelli Stoll gli avevano assicurato che il ragno non era velenoso.

-Solace ti prego.

Adele non pregava mai nessuno.

Il ragno iniziò a risalire zampettando la canottiera della ragazza che chiuse gli occhi con forza.

Fiore e Meg iniziarono ad avvicinarsi preoccupate ad Adele.

Will pensò che ci avrebbero pensato le ragazze ad aiutare Adele e così fece dietro front e uscì dall’arena.

Il ragno continuò a salire e frettolosamente giunse sulla spalla della ragazza e le si avvicinò con circospezione al collo.

-Will toglimelo. – Adele non sapeva che il ragazzo se n’era già andato.

***

Chirone convocò con urgenza Lucas, Ester,Anastasia, Alistair e Samuel nella Casa Grande.

-Ragazzi, siamo nei guai. – Annunciò Chirone.

-Che tipo di guai? – Chiese Ester infilandosi in bocca una Haribo gialla a forma di orsetto.

-Ken, Millie, Zoey, Marlene, Remus e Lily sono spariti. – Rivelò il centauro.

-Come? – Domandò Samuel inarcando le sopracciglia.

-Erano alla ricerca di un gruppo di dracene e a quanto pare le hanno trovate. O meglio, le dracene hanno trovato loro. Dovevano essere di ritorno per pranzo.

Lucas preferiva stare fuori dalla conversazione: era il più grande pessimista del Campo e qualsiasi cosa avesse detto non sarebbe stata gradita. Il ragazzo fece comunque scorrere lo sguardo per la stanza alla ricerca di un orologio, individuò una vecchia sveglia ammaccata in un angolo, assottigliò le palpebre e riuscì a scorgere l’ora: erano le cinque e mezza.

-Perché non ha mandato qualcuno prima? – Chiese Anastasia sospettosa.

Chirone borbottò qualcosa a proposito di Adele, un ragno, Will Solace, l’infermeria e il 4 in biologia dei fratelli Stoll.

Al sentir pronunciare il nome del suo migliore amico Will, Alistair si riscosse dal torpore in cui era caduto dall’inizio della conversazione.

-Almeno abbiamo una vaga idea di dove siano?

-Dalle parti di New London. Prendete il pulmino bianco con le scritte azzurre, quando arrivate chiedete del Boschetto dei Morti.

 

***

Damon avrebbe dovuto sistemare i rapporti sulla scrivania di Chirone, o almeno ci stava provando nel momento in cui Alaska entrò ansimate nella stanza; la ragazza avrebbe dovuto fare l’ispezione delle Case e assegnare i turni per le docce ma aveva dimenticato la penna nell’ufficio.

-Come va il lavoro Dam? – Chiese lei mettendo le mani sulle carte che stava leggendo il ragazzo incasinandole tutte.

-Male.

Alaska gli rivolse uno sguardo interrogativo. Lui prese uno dei rapporti dal mucchio glielo porse.

Alaska lo lesse velocemente: una decina di giganti iperborei avevano distrutto un bosco di ninfe a Sterling, in Colorado.

-Si stanno avvicinando. – Le disse Damon porgendole un altro foglio. – Leggi questo.

Quel rapporto diceva che a Pampa, nel Texas, un satiro era morto mentre cercava di portare al Campo due semidei, dei ragazzi non c’era traccia.

Damon le porse un altro foglio e lei lo prese controvoglia.

A Madison, nel Wisconsin, un’idra parecchio arrabbiata aveva messo a ferro e fuoco una scuola media, fortunatamente non c’erano stati feriti gravi.

Alaska fissò Damon con gli occhi lucidi di lacrime.

-Sai cosa significa? – Le chiese lui.

Lei scosse la testa.

-Ci stanno accerchiando.

 

***

-A quanto pare non fanno molto caso a noi… - Iniziò Millie gurdandosi intorno. –O dei! Ma quelli… Quelli sono Rem e Zoey!

-Cosa?! – Fece Marlene incredula, che fino a quel momento si era limitata a stare zitta.

Lily si mosse per cercare di vedere anche lei e Ken, dal basso, imprecò sonoramente in greco antico.

-State ferme! – Le sgridò Ken irato.

-Cos’è successo? – Chiese preoccupata Millie.

-Millie, ho uno spuntone di roccia a dieci centimetri dall’occhio destro, visto che quel lato del mio corpo non se la cava molto bene in generale, non vorrei peggiorare la situazione. – Ken aveva infatti una cicatrice, procurata durante un allenamento, che partiva dal lato destro del naso e terminava sullo zigomo.

La figlia di Iride alzò gli occhi al cielo. – Devi mantenere la calma, altrimenti non usciremo vivi da questa situazione.

Marlene sbuffò. –Senti la pacifista che parole da filosofa usa.

-Ragazze, non litigate! – Le sgridò Lily. –Dobbiamo trovare un modo per uscire di qui.

-Non vedo più Rem e Zoey. – La informò Millie. –Ma ora vedo qualcun altro. – Continuò entusiasta.

 

***

Come fu felice di constatare Alistair, New London era una cittadina carina, ma questo non impediva al ragazzo di essere nervoso.

Anche Samuel era nervoso, ma non per lo stesso motivo. Il figlio di Selene odiava stare in mezzo alla gente, si trovava a disagio; e la caotica cittadina non gli piaceva per niente.

Appena scesa dal pulmino del Campo, Ester tirò fuori un pacchetto di Haribo alla coca cola, ne offrì una a Lucas (che rifiutò) e una ad Anastasia (che accettò volentieri); poi ne arraffò una manciata dal sacchetto e se le buttò in bocca con velocità disarmante.

-Dofiamo chiedefe a qualcuno dove si tfova il Foschetto dei Mofti. – Disse a bocca piena.

Anastasia prese la figlia della dea della sorte alla lettera e si avvicinò ad una anziana signora seduta su una panchina a lato della strada, ne seguì un concitato scambio di parole e poi la figlia di Pluto tornò dagli amici.

-Allora? – Le chiese Lucas impaziente.

-Vi ci porto. – Rispose la ragazza, incamminandosi con un sorriso strafottente.

Lucas sbuffò e la seguì a ruota, lo stesso fecero Ester, Samuel e Alistair.

Non sapevano in quali guai si sarebbero cacciati.

 

 

 

Ciaooo!!!

Ragazzi scusate il ritardo ma il Liceo Classico non è una passeggiata: greco mi ha uccisa.

Ho cercato di mettere almeno metà dei personaggi nel primo capitolo, nei prossimi due continuerò con gli altri.

Spero di aver rappresentato bene caratterialmente i personaggi.

A lunedì prossimoJ

  
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