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Autore: Theonlywayout    29/09/2014    4 recensioni
[BIGFLO]
"Ron non si era preparato un discorso coerente e, di conseguenza, si ritrovò a dire tutto quello che gli passava per la mente.
«Voglio una rivincita!»
Yuseong lo guardò interrogativo.
«Stavolta non ti permetterò di aprirmi le gambe con tanta facilità... Anzi, sarò io ad aprire le tue!» disse d'un fiato.
Ma appena le parole finirono di rimbombare nella sala semi-vuota, Ron si trovò costretto ad arrossire. Non si era reso conto del doppio senso nel suo discorso fino a quando le ultime sillabe non erano uscite prepotenti dalle sue labbra.
«Ehm, nel senso... Intendevo... la sfida di o-oggi.» mormorò evitando accuratamente di mostrare al suo dongsaeng il rossore delle sue guance.
Yuseong lo guardò leggermente divertito."
Ispirata dall'episodio 15 di BIGFLO TV!
Genere: Generale, Slice of life, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Quando finirono di allenarsi e fare pratica per l'ormai imminente debutto, Ron guardò l'orologio appeso alla parete della sala prove. Era decisamente passata l'ora di cena. Roteando gli occhi, sbuffò sonoramente: da quando aveva iniziato il training come membro dei BIGFLO, si era sottoposto ad una ferrea dieta e aveva perso la bellezza di quasi 10 kg. Ma per uno come lui, che amava mangiare, era stata più che una tortura. Per questo saltare un pasto, o anche solo tardare a mangiare, lo rendeva particolarmente stizzito.
Seguì i suoi compagni fuori dalla sala e si diresse in camera per prendere qualche barretta energetica. Era stato difficile convincere la loro manager a lasciarli tenere qualche snack per le emergenze, ma alla fine tutti gli sforzi erano serviti a qualcosa.
Ron si sedette sul proprio letto nell'attesa che Z-UK e Yuseong si facessero la doccia, sgranocchiando pacificamente la propria barretta. Il primo ad entrare nel bagno fu Yuseong, e Ron si ritrovò da solo con Z-UK.
«Vuoi andare tu per secondo, hyung?» gli chiese l'altro, passandosi una mano nei capelli tinti di arancio.
Ron scosse leggermente la testa stando attento a non incontrare gli occhi del rapper più giovane. Non sapeva spiegarsi bene il perché, ma trovava gli occhi di quel ragazzo spaventosi: scuri ed intensi com'erano, a chi li fissava davano l'impressione di esservi risucchiato dentro.
«Va bene. Però, hyung, mi raccomando, lavati.» iniziò Z-UK ridacchiando «Anche se ormai hai confessato alle fans le tue pessime abitudini, io e Yuseong-hyung siamo ancora tuoi compagni di stanza!»
«Yah, sta' zitto!» rispose Ron lanciando il suo cuscino alla cieca con l'intento di colpire l'irrispettoso dongsaeng.
Si misero a ridere entrambi per qualche secondo, poi tornarono silenziosi. In quell'atmosfera tranquilla, Ron ebbe la possibilità di riflettere sugli avvenimenti della giornata, cosa che gli risultava spesso difficile a causa degli allenamenti stancanti e delle giornate sempre piene di cose da fare per il debutto.
Spostandosi una ciocca viola dalla fronte, Ron ripensò a quello che il suo compagno di stanza gli aveva detto poco prima: durante l'episodio di "RON TV" si era ritrovato a dire e fare cose piuttosto imbarazzanti, soprattutto per lui che era abituato a mantenersi nell'ombra, a farsi riconoscere come il membro "misterioso" di cui si doveva sapere poco. Ma il marketing aveva le sue rigide regole, e le fans, curiose di sapere di più sui loro nuovi "oppa", dovevano essere accontentate. E quindi lui era stato più o meno costretto a rispondere alle loro domande e ad esaudire le loro richieste. Certo, era stata colpa anche di Jungkyun e di HighTop, che si erano divertiti a scegliere le più imbarazzanti.
Al ricordare quel che era successo, Ron si passò una mano sulla faccia in segno di vergogna. Non era un tipo particolarmente orgoglioso, ma di sicuro in quei 7 minuti dello show aveva fatto figure talmente ridicole, che chiunque si sarebbe sentito a disagio.
Confessare di essere spaventato dal proprio dongsaeng e di essere il meno fissato della band con la doccia, mostrare al mondo il proprio intimo e essere battuto ad una prova di forza in un solo giorno erano elementi seriamente in grado di ledere l'immagine e l'autostima di qualsiasi idol.
Soprattutto, gli bruciava aver perso la gara di forza contro Yuseong. Aveva scelto di battersi contro di lui -piuttosto che con un altro dei restanti membri - perché pensava che quel ragazzo così piccolo fisicamente sarebbe stato facile da sconfiggere. E invece, Yuseong l'aveva battuto con relativa facilità, aprendogli le gambe con le proprie in poco meno di un minuto, mentre lui cercava di impedirglielo tra urla e sforzi.
Così immerso nel flusso dei propri pensieri, Ron non si accorse nemmeno che Yuseong era uscito dal bagno, in cui era entrato velocemente Z-UK. E nemmeno si rese conto che il ragazzo dai capelli rosa gli stesse parlando.
«... criceti, hyung!» lo sentì a malapena dire mentre usciva dalla stanza.
Ron annuì distrattamente al nulla. Ma dopo pochi secondi fu colpito da un'idea: avrebbe chiesto una rivincita al suo dongsaeng Yuseong. Anche se inutile dal punto di vista mediatico (la sfida sarebbe rimasta affare privato tra loro due), di sicuro lo avrebbe fatto sentire più in pace con se stesso qualora avesse vinto. Ed era sicuro che avrebbe vinto.
Si alzò di scatto dal letto fiero della sua decisione, salvo poi rendersi conto di non avere la più pallida idea di dove si fosse cacciato Yuseong. Si sforzò di ricordare qualsiasi particolare utile, ma senza grandi risultati. Poi, la realizzazione:
«Ma certo, i criceti!» urlò picchiandosi leggermente la fronte col palmo della mano.
Lasciando un inconsapevole Z-UK solo sotto la doccia, si diresse verso la sala prove, dove entrò spalancando la porta.
Nella parte opposta rispetto all'ingresso vide Yuseong seduto a gambe incrociate davanti a 3 gabbiette di colori diversi. Da quando si erano trasferiti nel dormitorio, il minuto cantante aveva stabilito le gabbie dei suoi criceti nella sala prove e Ron dovette dare mentalmente ragione a Z-UK, quando aveva dichiarato quanto fosse difficile distinguere la loro sala di pratica da una pensione per criceti.
Senza pensare ulteriormente, il rapper dai capelli viola si diresse verso Yuseong con rapidi passi.
«Yuseong!» disse serio.
L'altro si girò leggermente sorridendo e Ron notò che sulla sua testa rosata era posato languidamente uno dei criceti.
«Oh, hyung!» rispose «Qualcosa non va?» chiese con un sorriso mentre si toglieva dalla testa l'animaletto peloso sussurrando "su, Tori, da brava" per tranquillizzarlo.
Ron non si era preparato un discorso coerente e, di conseguenza, si ritrovò a dire tutto quello che gli passava per la mente.
«Voglio una rivincita!»
Yuseong lo guardò interrogativo.
«Stavolta non ti permetterò di aprirmi le gambe con tanta facilità... Anzi, sarò io ad aprire le tue!» disse d'un fiato.
Ma appena le parole finirono di rimbombare nella sala semi-vuota, Ron si trovò costretto ad arrossire. Non si era reso conto del doppio senso nel suo discorso fino a quando le ultime sillabe non erano uscite prepotenti dalle sue labbra.
«Ehm, nel senso... Intendevo... la sfida di o-oggi.» mormorò evitando accuratamente di mostrare al suo dongsaeng il rossore delle sue guance.
Yuseong lo guardò leggermente divertito.
«Chiaro, Ron-hyung, avevo capito.» rispose chiudendo con cura la gabbietta di Tori. «Va bene, facciamo questa rivincita!»
I due armeggiarono con le sedie nella sala in modo da disporne due una di fronte all'altra, e vi ci si sedettero sopra. La sedia del rapper dai capelli viola finì in faccia alla parete della stanza ricoperta da uno specchio, ma egli non se ne rese nemmeno conto.
Ron osservò Yuseong:  come al solito aveva dipinta sul volto un'espressione innocente e sorridente, che molte volte traeva in inganno facendo credere che fosse lui il maknae del gruppo, anziché il rapper HighTop. Quello stesso aspetto così puro era anche indecifrabile: come gli altri membri dei BIGFLO avevano spesso constatato, per via della sua infanzia in Cina era difficile decifrare le espressioni facciali e verbali dell'esile cantante.
«Quindi, hyung?» lo richiamò Yuseong «Come vuoi fare questa rivincita?»
«Invertiamo i ruoli. Stavolta sarai tu a opporre resistenza.» disse Ron.
Per qualche strana ragione si era convinto che se il suo dongsaeng aveva vinto ore prima, era stato anche perché era più facile forzare una persona ad aprire le gambe che resistere a tale potenza.
«D'accordo. Ma non piangere quando ti batterò di nuovo, ok hyung
Ron sbuffò scherzosamente e si preparò. Spinse il bacino un po' all'infuori così che le sue cosce potessero lavorare liberamente, e unì le ginocchia. Quando fu pronto, Yuseong  circondò le gambe del più grande con le proprie e immediatamente esercitò forza su di esse in modo da bloccare i movimenti dell'altro. Al contempo, anche il rapper dai capelli viola iniziò a fare forza, cercando di farsi strada tra la morsa delle gambe del più piccolo.
Per qualche secondo, i due lottarono silenziosi e la situazione parve bloccata: nonostante tutti i suoi sforzi, Ron riusciva ad aprire le gambe di Yuseong solo di pochi millimetri. Quest'ultimo rimaneva impassibile e sembrava quasi che non compiesse la minima fatica.
Il più grande ebbe un momento di sconforto. Rischiava di perdere di nuovo contro il suo compagno di band più giovane di un anno, più basso di quasi una spanna e decisamente più magro e questo non poteva di certo permetterlo. Per se stesso, per lo meno. Se Z-UK o HighTop fossero venuti a conoscenza della seconda sconfitta, l'avrebbero preso in giro, nonostante lui fosse il loro hyung.
«AISH. NO!» urlò Ron mettendo tutta la forza che aveva nei quadricipiti.
Preso alla sprovvista dallo slancio improvviso del proprio hyung, Yuseong permise che le sue gambe si aprissero di parecchi centimetri lasciando uscire dalla propria bocca ansimi e piccole urla dovuti allo sforzo di arginare la potenza dell'altro.
Un ghigno vittorioso comparve sul volto di Ron, ma presto dovette lasciare posto ad un'espressione confusa. Nel momento in cui il respiro del più giovane si fece ansimante, e versi senza senso incominciarono ad uscire dalle sue labbra, il più grande spinse ancora più forte alla ricerca della vittoria; ma nel fare ciò, la respirazione di Yuseong si fece ancora più affannosa e i suoi occhi si chiusero di scatto mentre inarcava la schiena per lo sforzo.
Ron rimase a guardarlo affascinato: sotto le luci forti della sala prove, la pallida pelle di Yuseong sembrava luminosa; gli occhi strizzati del più piccolo, la sua posizione e la situazione in generale fecero correre la fantasia del rapper in luoghi dove non si era mai avventurata. Immaginò di toccare quella pelle morbida. Si chiese che sensazione potesse dare sentire quel corpo esile e agile muoversi sotto le proprie mani.
Cercò di riprendersi e di scacciare dalla mente quelle strane idee, e con un ultimo sforzo vinse definitivamente la gara, spalancando le gambe stanche del dongsaeng.
Finalmente Ron rilassò i propri muscoli, abbandonandosi contro lo schienale della sedia mentre una breve risata sfuggiva dalle sue  labbra. Rideva di sollievo, ma non solo. In essa c’era una nota acuta, quasi isterica: nella sua mente, infatti, ancora non erano svanite quelle assurde immagini che il suo cervello aveva prodotto poco prima.
«Beh, pare che tu abbia vinto, hyung!» disse Yuseong facendo finta di essere offeso.
Il suo respiro era ancora leggermente accelerato. Ron poteva vedere il petto dell’altro alzarsi e abbassarsi sotto alla leggera maglietta bianca che aveva addosso.
«Ma comunque ti ho lasciato vincere» aggiunse poi il ragazzo dai capelli rosa alzandole spalle.
Sul suo volto ancora scherzosamente imbronciato, Ron intravide una fugace espressione di superiorità e malizia. Fu questione di un attimo, ma tanto bastò a fargli provare qualcosa di molto simile ad una scossa. Una sensazione che non seppe affatto spiegarsi.
Mentre il rapper sentiva il proprio corpo reagire così stranamente, Yuseong emise un sospiro soddisfatto buttando la testa all’indietro. Così facendo, i capelli tinti di rosa si scostarono dal suo volto lasciando scoperta la linea della mandibola. Ron osservò come fosse netta ed elegante e di nuovo si perse in pensieri pericolosi. Mentalmente percorse con la punta delle dita il profilo di quelle ossa per poi scendere a sfiorare il collo. Sentì se stesso rabbrividire, eppure aveva inspiegabilmente caldo.
Era talmente preso da tale fantasia che la voce di Yuseong, che aveva nel frattempo iniziato a parlargli, gli arrivava alle orecchie come qualcosa di indistinto e lontano.
«Ron, tutto ok?» chiese Yuseong quando si rese conto che l’altro non gli prestava attenzione.
Ma Ron non rispose, troppo lontano con la mente per potersi accorgere di quel che gli stava dicendo. Aveva occhi e bocca spalancati, ed era in questo stato anche quando il suo dongsaeng,  preoccupato dal suo silenzio, lo vide riflesso nello specchio della sala prove riaprendo gli occhi che fino a quel momento aveva tenuto chiusi per rilassarsi.
«Ron-hyung...?» la voce di Yuseong era esitante.
Per cercare di attirare l’attenzione del proprio hyung, il cantante dai capelli rosa colpì delicatamente la gamba dell’altro con il ginocchio. Quel lieve tocco fu sufficiente a far uscire Ron dal suo stato di trance. Come riemerso da un sogno, ricominciò a prendere coscienza di quel che lo circondava; ma soprattutto, si rese conto che Yuseong lo guardava confuso e scioccato attraverso lo specchio della sala: con la testa buttata all’indietro, infatti, il più piccolo era in grado di vederlo, proprio come Ron era in grado di vedere il volto dell’altro.
Il rapper s’insultò mentalmente per essersi lasciato beccare in quelle condizioni. Cercò di ricomporsi e di ignorare l’intera faccenda. Voleva alzarsi e andarsene in camera, ficcarsi sotto il getto caldo e calmante della doccia. Il tutto, possibilmente, evitando attentamente il dongsaeng fino al giorno successivo, con la speranza che quest’ultimo dimenticasse quanto accaduto. Ma rimase sconvolto nello scoprire che i suoi muscoli non erano in grado di obbedirgli. O meglio, parevano non volergli dare ascolto: anziché alzarsi, il suo corpo si protese verso un sempre più smarrito Yuseong, che nel frattempo aveva riportato la testa nella sua posizione naturale.
Prima di riuscire pienamente a realizzare quel che stava succedendo e a fermarsi, Ron si ritrovò con le proprie labbra premute disperatamente contro quelle di Yuseong, mentre le sue dita sfioravano con delicatezza la mandibola e il collo dell’altro, come aveva immaginato di fare poco prima.
Per un attimo non pensò a nulla, lasciò che i propri istinti prendessero il sopravvento. Prese con più fermezza il volto di Yuseong tra le mani, gli si fece più vicino, chiuse gli occhi, mosse le labbra.
Ma fu questione di secondi prima che realizzasse la situazione: stava baciando un ragazzo. E gli stava piacendo. Certo, si trattava solo di un bacio. Non era il suo primo e di sicuro non sarebbe stato l’ultimo. Il problema era chi stava baciando: Yuseong. Un suo compagno di band, nonché di stanza. Un ragazzo. Un suo dongsaeng.
Il suo cervello stava già elaborando una spiegazione abbastanza plausibile da propinare al più piccolo per scusarsi dell’accaduto, quando Ron si rese conto che Yuseong stava rispondendo al bacio. E si sorprese ancora di più quando, approfittando del momento di distrazione del più grande, il cantante dai capelli rosa fece scivolare la propria lingua all’interno della bocca dell’altro, rimasta socchiusa.
Colto alla sprovvista, Ron aprì di scatto gli occhi, che immediatamente incontrarono quelli di Yuseong. Il più grande sentì se stesso perdersi in quelle perle oscure, perfettamente tonde, che da così vicino sembravano enormi e senza fine. Sentì lo sguardo dell'altro penetrarlo fino nel profondo, quasi lo stesse analizzando attentamente.
Ma gli occhi non erano l'unica parte del più piccolo che cercava la propria via all'interno del rapper; anche la sua lingua, all'inizio timida e immobile, iniziò a studiare e a esplorare la bocca di Ron. Non lasciava intoccato nessun millimetro. E in quel momento, il più grande poté giurare di aver visto - di nuovo - un brillio fugace di compiacimento e malizia nello sguardo dell'altro. Gli bastò quel poco perché il suo corpo ricominciasse a seguire istinti sepolti in lui dall'alba dei tempi. Finalmente, rispose al bacio: lasciò che la propria lingua scivolasse a sua volta nella bocca di Yuseong, dove iniziò a compiere lo stesso meticoloso lavoro che il muscolo del più piccolo stava facendo nella sua. Le loro lingue s'incontrarono, iniziando una strana danza fatta di sensualità, passione, curiosità.
Trascinato dalla situazione, persa ogni capacità di controllo sulle azioni del proprio corpo, Ron fece scivolare le proprie mani verso la vita di Yuseong, dove si fermarono con una salda presa. Poi sollevò il minuto cantante e, lasciandosi cadere sulla propria sedia, fece in modo che l'altro si ritrovasse seduto sulle sue gambe.
Durante il processo - in cui le loro bocche non si erano staccate se non per permettere ai due di respirare - Yuseong aveva istintivamente chiuso gli occhi e circondato il collo di Ron con le braccia per poter avere maggior stabilità.
Così posizionati, Ron fu obbligato a sollevare la propria testa per non interrompere il bacio con l'altro. Trasportato da una passione che aumentava man mano che le sue labbra assaporavano l'altro, il rapper strinse leggermente i fianchi del più piccolo e lo avvicinò a sé, piccole vibrazioni di piacere ogni volta che, muovendosi, il cantante dai capelli rosa sfregava il proprio corpo contro il suo.
Ron si ritrovò in balia dei propri istinti, ansimando alla disperata ricerca di un maggiore contatto col più piccolo. Spostò una delle due mani ancora strette intorno alla vita di Yuseong dietro al collo dell'altro, in modo da avvicinare ulteriormente le loro bocche. Spinse più a fondo la propria lingua chiudendo gli occhi per il piacere. Come per ripicca, Yuseong morse il labbro inferiore del più grande, facendolo gemere leggermente. Ron lo sentì ghignare soddisfatto contro la sua bocca quando si lasciò sfuggire quei suoni. Eccitato dai comportamenti tutt'altro che innocenti del cantante, il rapper sostituì i propri denti alla lingua, mordendo delicatamente l'altro. In poco tempo il bacio si trasformò in un gioco di morsi e gemiti, riducendo i due ragazzi in un groviglio confuso di bocche, mugolii, denti e saliva.
Quel poco di cervello di Ron rimasto ancora lucido iniziò a chiedersi come Yuseong fosse così esperto ed esplicito. Lo stesso Yuseong che amava i fiori e collezionare action figures dei propri personaggi anime preferiti. Non si spiegava come potesse essere la stessa persona. Due personalità così distanti non era possibile coesistessero nello stesso corpo.
Iniziò anche a chiedersi da quanto tempo stava durando quel bacio che per lui equivaleva ad un attimo eppure anche all'eterno: per quanto avrebbe voluto andare avanti ancora e ancora, sentire il sapore di Yuseong sulle sue labbra e nella sua bocca fino alla fine di sempre, stringerlo a sé, Ron si rese conto che i loro ansimi si facevano via via  più pesanti. Così, non rimase troppo sorpreso quando Yuseong interruppe il bacio improvvisamente.
I due rimasero in quella posizione per un po', uno seduto sull'altro e con le bocche talmente vicine che i loro respiri ansanti si fondevano fino a diventare uno solo. Troppo spaventato che quell'attimo di idillio sarebbe scomparso non appena avesse aperto gli occhi, Ron strinse forte le palpebre e circondò con entrambe le braccia la vita del più piccolo, quasi temesse una sua fuga.
Si chiese se anche Yuseong stesse provando quel che lui sentiva, una forte emozione, una felicità immensa unita ad un altrettanto grande piacere. Certo, era ancora sconvolto da quel che era successo. La realizzazione dell'accaduto iniziava a pesargli sulle spalle come un immenso macigno, e per un attimo la sua presa sul corpo di Yuseong vacillò.
Voleva affrontare l'argomento il prima possibile, e l'avrebbe fatto anche immediatamente; ma fu costretto a bloccarsi e a lasciare le parole incastrate in bocca quando sentì il respiro caldo del più piccolo solleticargli l'orecchio e il collo.
«È stato divertente» lo sentì sussurrare prima che scoppiasse in una risatina infantile.
Ron spalancò gli occhi, troppo confuso e scioccato per poter proferire parola. Lasciò che l'abbraccio che avvolgeva i fianchi di Yuseong si sciogliesse, permettendo all'altro di alzarsi.
«Le fans impazziranno!» disse eccitato il più piccolo facendogli l'occhiolino e battendo le mani.
«Eh?»
Fu tutto ciò di coerente che la bocca di Ron riuscì a pronunciare. Il mondo sembrava girare attorno a lui ad una velocità esagerata.
Yuseong gli sorrise.
«Fanservice, hyung. Questa cosa dovremmo rifarla qualche volta, sul palco. Le fans impazziranno!»
Ancora una volta, Ron rimase spiazzato.
Yuseong gli si fece vicino e gli stampò un leggero quanto veloce bacio sulle labbra ancora calde prima di dirigersi verso l'uscita della sala prove con un'espressione allegra e compiaciuta. Il rapper lo guardò scomparire ancora impietrito, ma proprio quando stava per lasciarsi andare e darsi dello stupido tra le lacrime, una testa arancione fece capolino dalla porta della sala.
«Oh, ecco dov'eri, hyung! Il bagno è libero ora e si sta facendo tardi.» disse Z-UK.
«Ah, certo, arrivo.» inespressività nella sua voce.
«Tutto ok, Ron-hyung
Ron si guardò riflesso nello specchio. E nel vedere la propria faccia, ancora in parte plasmata sotto i baci del dongsaeng, ebbe un'idea. Se era il fanservice quello che le fans volevano, lui gliel'avrebbe dato. Avrebbe usato quella scusa per avvicinarsi Yuseong ad ogni istante possibile. A quel pensiero, un sorrisetto comparve sulla sua bocca.
«Certo, mai stato meglio.» disse, e raggiunse Z-UK fuori dalla sala prove.

 


Ehm. 
Ringrazio innanzitutto le persone che hanno letto questa FanFiction e mi hanno incoraggiata a pubblicarla, perché sennò sarebbe rimasta sepolta nel mio PC temo. Poi, un ringraziamento va a chi è arrivato fin qui! *^*
Spero che sia piaciuta, è la prima volta che pubblico una FF su persone reali e mi sento un po' spaesata, ma ok. 

Ad ogni modo, questa FanFiction è presente anche sul sito AsianFanFiction in inglese, ma sappiate che l'account è mio e che io stessa ho tradotto la mia "opera" dall'italiano all'inglese, quindi non c'è nessun plagio né furto. 
   
 
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