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Autore: RobyLupin    07/10/2008    4 recensioni
Ryousuke aveva tutto dalla vita: soldi, successo, donne. Peccato che, un bel giorno, tutto ciò sia svanito nel nulla a causa, a suo dire, dell'Infame Supremo, alias Yoshio Ohtori. Ma questo non è che l'inizio dei suoi guai. Infatti, a causa di Madama Jella, aiutata enormemente dalla sua idiozia congenita, il povero Ryo prenderà la decisione più pericolosamente devastante della sua ancor breve vita: rapire i figli delle quattro famiglie più potenti del Giappone e filarsela alle Hawaii col riscatto. Niente di più facile, insomma. Infondo, sono solo dei marmocchi, no?
Genere: Demenziale, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Kidnapping

Buondì a todos! ^o^

Eccomi tra voi con il primo dei due progetti che avevo anticipato in TWN. Si tratta, come avrete già capito, di quello totalmente demenziale, o così vorrebbe essere. xD

Allora, premetto che Tamaki non comparirà, dato che nel periodo temporale in cui la storia si svolge egli è ancora un pargolo suonatore di piano della Francia bene. Almeno lui l'ho voluto risparmiare, con grande scorno di Ryo. XD

Ultima cosa: la pubblicazione sarà bisettimanale, quindi non disperate per gli aggiornamenti: saranno puntuali ogni martedì, salvo imprevisti tecnici quali computer nel pallone. XD

Che altro dirvi:buona lettura. Spero vi divertiate almeno un po'. XD

Besos^^

Prologo - Sono un genio!

Avete mai avuto la sensazione che la vostra vita stia andando a rotoli? Beh, io sì. Decisamente.

Stappo una nuova bottiglia di saké, poi mi volto a guardare il monolocale in cui vivo: fa schifo, semplicemente. Non c’è altro da aggiungere.

Crollo a sedere al basso tavolo della stanza e mi passo una mano sul viso: devo farmi la barba; e urgentemente, aggiungerei. Così come, urgentemente, dovrei pure correre a vestirmi: canottiera della salute e boxer a righe bianche e azzurre non sono esattamente l’abbigliamento che userei per un ballo di gala. Fortunatamente per me, però, di balli in vista non ne vedo, perciò mi stravacco senza tanti complimenti sul pavimento e mi verso un dose generosa di saké nel bicchiere. Lo annuso, lo guardo dubbioso, poi alzo le spalle e buttò giù tutto d’un sorso.

Diavolo, che schifo! Seguite il mio consiglio, non comprate mai del saké in offerta speciale che costi meno di dieci yen; è una patacca, punto. E sa pure di stantio.

E non fate quelle facce: ovvio che non lo butto. Il saké è pur sempre saké, che diamine.

Ah, se penso ai bei vecchi tempi, quando il saké era di primissima scelta, così come lo erano il caviale e lo champagne che mi sorbivo ogni sera in compagnia della mia amante. Quelli sì che erano bei tempi…

E non fate quelle facce scettiche! D’accordo, ora non mi vedete esattamente al meglio della mia condizione, ma questo non significa che io sia sempre stato così, anzi: il sottoscritto, carissimi, era uno dei medici più facoltosi della catena di ospedali Ohtori. A soli trentaquattro anni, vorrei aggiungere. Ero dannatamente bravo nel mio lavoro, sapete? Nessuno ha mai fatto carriera così velocemente come me, e guadagnavo schifosamente tanto, per essere chiari.

Come sarebbe a dire “che ci fai ridotto così, allora?”? Non ditemi che non lo sapete! No? Beh, se proprio ci tenete tanto, sappiate che sono stato licenziato dal Grande Capo Infame, alias Yoshio Ohtori, senza la benché minima ragione!

E sì, d’accordo, c’è quel piccolo e insignificante particolare dei sedici milioni di yen annui che ho casualmente prelevato dai fondi aziendali negli ultimi quattro anni che ho utilizzato per andarmene ogni estate ad Haiti con Hitomi, la mia giovane e gnocchissima amante, ma vi pare forse una giustificazione sufficiente per minacciare di fare causa ad un devoto dipendente come il sottoscritto? No, certo che no; e nemmeno io lo pensavo! Ecco perché, due giorni dopo la… scoperta del piccolo e insignificante ammanco monetario, ho pensato bene di andare a trovare il vecchio Yoshio nel suo ufficio nella sede centrale. Sapete, avevo casualmente notato il va e vieni continuo di una giovane pulzella nell’ufficio del vecchio. Ebbene sì, avete capito bene: Yoshio Ohtori si era fatto anche lui l’amante. E piuttosto giovane, fra l’altro: dubito che arrivasse ai diciott’anni. Avete capito, il vecchio volpone!

Comunque sia, avendo fatto i dovuti collegamenti, ho pensato che il vecchio non avrebbe gradito l’eventuale spifferamento alla gentile consorte del fattaccio quindi, molto caritatevolmente ho deciso di offrirgli un ramo d’ulivo: lui avrebbe insabbiato il mio problemuccio e io avrei fatto lo stesso col suo. Semplice, no?

Che significa “questo è ricatto”? Ma che brutta parola! Non si trattava certo di un ricatto, quanto di un semplice accordo conveniente per entrambe le parti in causa. Tzé, tzé, millantatori che non siete altro…

Insomma, stavo dicendo prima che mi interrompeste, che sono quindi andato dal vecchiaccio con l’intenzione di proporgli il mio accordo. Ora, visionatevi la scena: entrai tutto baldanzoso nell’ufficio, incassando lo sguardo minaccioso del Grande Capo Infame (molto maleducato, tra l’altro: non mi ha nemmeno offerto di accomodarmi) e lo fissai sorridendo; gli esposi quindi la mia proposta, ammiccando esplicitamente mentre alludevo alla giovane donzella con cui si intratteneva ogni giorni tra le sei e le sei e mezza del pomeriggio.

E qui iniziò il vero dramma.

Perché dopo aver alluso e ammiccato, quando mi aspettavo di vederlo capitolare ai miei piedi con le lacrime agli occhi, il vecchio sapete che ha fatto? Eh? Lo sapete?

Ha iniziato ad urlarmi addosso!

Sembrava lo avessi insultato pesantemente dopo aver insinuato chissà quale scabroso fatto. Lì per lì non è che ci abbia capito molto, eh: in fondo, se tutti quelli che hanno un’amante e vengono scoperti e poi ricattati reagissero a quel modo, non ci sarebbe più pace in città. Stavo già per ribattere qualcosa (sempre che il vecchio, con le sue urla, me lo permettesse) quando riuscii effettivamente a capire perché se la fosse presa così tanto.

Si aprì infatti la porta, facendo entrare la pietra della discordia in persona: la ragazza mora e molto carina che gironzolava sempre intorno all’ufficio. Istantaneamente, Ohtori smise di urlare, accogliendo con un cenno del capo la ragazza che gli stava correndo incontro al grido di “Papààà”!

Ops. Era la figlia. Ecco perché si era incappellato tanto.

Oh, ma allora era per questo che la ragazzina veniva tutti i giorni a trovarlo salutando a destra e a manca chiunque vedesse in ufficio facendo un chiasso infernale! Perché era la figlia! Sembra così chiaro ora, ahahah.

Ehi, non fate quelle facce voi! In fondo, capita a tutti di sbagliare, no? Dovreste essere comprensivi! Non come il vecchio che, dopo aver fatto uscire la pargola mi ha guardato come se si stesse sforzando di trattenersi dall’eliminarmi fisicamente, per poi informarmi della sua ormai corazzata intenzione di farmi causa e licenziarmi in tronco.

Ma porco barattolo, vi pare giusto?

Che volete dire con quel ‘sì’?! Dovevate rispondere ‘no, certo che no, caro Ryosuke. Sei la vittima di un complotto, ecco la verità.’ Perché questo è stato: un complotto! Non fosse stato per gli invidiosi che hanno spifferato tutto al caro vecchiaccio, io starei ancora a fare la bella vita, e invece guardatemi: licenziato, con casa megagalattica, villa al mare e gli altri immobili sequestrati, lasciato da moglie e amante (che ora si danno allo shopping sfrenato insieme e con i miei soldi; che carine, vero? Hanno pure fatto amicizia sulle mie disgrazie, le due infami) e sbattuto a vivere in questa bettola. E non ho pure uno straccio di lavoro, dato che nessuno mi vuole riassumere in una clinica. E no, piuttosto che fare il fattorino, mi do’ all’accattonaggio, giuro!

Come sarebbe a dire “Ognuno raccoglie ciò che ha seminato”?! Vi mettete pure a fare i saggi, ora? Ma che mi è saltato in mente di mettermi a parlare con voi non lo so proprio. Vi divertite a girare il dito nella piaga, ammettetelo.

Che significa “Non lo abbiamo mai negato”?! Ah, che nervi che mi fate venire! Piuttosto che parlare con voi mi leggo il giornale, ecco! Così imparate!

Ma io mi chiedo, perché diamine non mi do’ all’ippica?

Indovinate qual è stata la prima notizia che ho visto aprendo il quotidiano? Su, su, non è difficile, vedete che ci azzeccate.

Esatto, bravissimi, avete fatto centro: la faccia rugosa del Vecchio Infame Supremo! E con tanto di didascalia che mi informava del nuovo accordo finanziario che lo legava a filo doppio per i prossimi sei mesi alle altre quattro famiglie più importanti del Paese: i Suoh, i Morinozuka, gli Haninozuka e gli Hitachiin. Capito la solfa? Il Vecchio, già ricco di per sé, ora lo sarà anche di più! E anche gli altri quattro eh, sia chiaro. Ah, come odio questi infidi ricchi!

Come sarebbe “che brutta cosa l’invidia, eh”? Io non sono invidioso. Assolutamente. Sono solo imbufalito come una iena a cui hanno rubato la carcassa da sotto il naso. Perché io, una volta, facevo parte a mia volta dell’elite e, per colpa di gente come questa, ora sono povero in canna. Ma vi pare giusto?

No, non rispondete, vi prego; era solo una domanda retorica.

Ma guardateli come sorridono in questa foto: sono tutti qui, con i loro volti sorridenti e falsi come il Rolex d’oro che ho al polso, e i loro vestiti firmati. Stomachevoli. Meglio bermi un altro bicchierino, magari mi fa passare la nausea.

Diavolo, che schifo! Facevo meglio a tenermi la nausea, mi sa.

Uh, ma guardate, hanno pure fatto l’intervista. Poveri cari, i loro figli vanno tutti all’Ouran, la scuola dei Suoh. Ma che caso! Ma che teneri! Ma che schifidi e infami lecchini!

Però, piccini i marmocchietti citati, eh; tutti tra i cinque e i sette anni. Viene quasi voglia di…

Oh. Miei. Dei! Sono. Un. Genio! Un grande, incredibile, schifosissimo, genio!

Ehi, che sarebbero quelle facce, scusate? Non credete che io possa avere avuto un’idea a dir poco geniale?

Scuotete nuovamente le teste e giuro che ve le mozzo. Chiaro il concetto? E che diamine…

Comunque, non volete sapere cosa ha prodotto il mio notevolissimo genio, oggi?

Come sarebbe “Preferiamo evitare di essere coinvolti nelle idee malate di un idiota”? Io non sono un idiota! Sono un genio! Un genio malefico! E pure un gran bel pezzo di figliolo, a dirla tutta.

Osate nuovamente dire “Un lama disidratato sarebbe più attraente di te”, e vi scortico vivi, d’accordo?

Ora, veniamo alla mia mirabolante e geniale trovata: i marmocchietti! Dicevo prima che sono tutti piccini picciò, giusto? E con genitori che definire schifosamente ricchi è un eufemismo, giusto? Bene, ora seguite il mio ragionamento: se i pargoli scomparissero misteriosamente, papà e mamma sarebbero disposti a sborsare un sacco di grana per riaverli, giusto? E, date le mie modeste pretese, basterebbe ne sparisse uno solo per essere a posto vita natural durante ad Haiti. Quindi, la mia idea è: rapire uno dei marmocchi e farmi scucire il grano. Tanto, tanto grano. Allora, sono un genio o no?

Che vorreste dire con “Quanto la vediamo male questa”?! Non vi fidate di me? E ricordatevi ciò che vi ho detto prima riguardo a scuotere la testa!

Ecco, bravi, così va bene.

E sì, lo so che ci sono le guardie di sicurezza, e i camerieri, ecc… ma per questo basterà studiare un piano e il gioco sarà fatto.

Infondo, sono solo dei marmocchi, no?

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