Vuoi essere il mio destino?

Ero in cucina e come al solito stavo cucinando per quei sette sfaticati. Ero da quella casa si e no da quattro anni. Me lo ricordo benissimo il primo giorno che li incontrai. Sembravano così tanto disperati nell'avere il bisogno di imparare l'inglese che l'aiutai. Da quel giorno diventammo dei veri amici e mi “assunsero” in casa loro per far si che non diventi sempre un porcile.

Proprio perchè era da molto tempo che eravamo amici, mi sembrava strano vedere Sunggyu triste, taciturno... certo, non è mai stato con tutta questa vitalità, anzi, è il più sfaticato della casa. Però non l'avevo mai visto non essere arrogante, essere gentile con SungJong e ultimamente una scena mi rimase in presso: tutto d'un tratto era scoppiato a piangere. A lui che non riuscivi mai a strappargli una lacrima, che nemmeno se guardava un film triste, riusciva a bagnare un fazzolettino. “Sta davvero male!” pensai. Cercai in tutti i modi a chiedergli che cos'aveva ma non ricevetti mai una risposta. Chiesi anche agli altri ragazzi, a Woohyun che con lui va d'accordo, nemmeno lui sapeva nulla.

C'era troppo silenzio in casa così mi guardai attorno e vidi entrare dalla cucina Sunggyu.

Io: ehi- dissi sorridendogli.

Lui venne di colpo verso di me e mi abbracciò.

Io: che..- Sunggyu mi interruppe.

Su: shh... rimani così e basta- disse continuando a stringermi a sé.

Sunggyu non aveva mai avuto un qualche contatto con una ragazza... non ha mai toccato un volto o perfino una mano femminile. Non ha mai abbracciato nessuna, nemmeno a me, infatti questo suo attimo di tenerezza mi fece preoccupare. Rimasi in silenzio come mi aveva chiesto lui.

Su: credi nel destino?

Io: si... penso di si...

Su: dicono che chi ha lo stesso battito cardiaco di un'altra persona allora quella è la sua anima gemella- disse premendo lievemente la mia testa sul suo petto- tu che dici... abbiamo gli stessi battiti?

Io mi misi ad ascoltare un po' ed effettivamente i nostri battiti erano molto simili. Io non feci altro che annuire.

Guardai le sue labbra che erano così belle e non nego a nessuno di aver spesso immaginato di baciare quelle labbra color pesca. Pian piano Sunggyu si avvicinava a me e io mi allontanai fin quando andai a spattere contro il muro. “Sono fregata” pensai. Sunggyu mise un mano sul muro e l'altra sul mio volto. Iniziò ad accarezzarmelo e io non feci altro che mordermi il labbro. Sunggyu si avvicinava sempre di più, fino a poggiare le sue labbra sulle mie.

Su: allora, hai voglia di essere il mio destino?

Io annuii, gli sorrisi e ci lasciammo trasportare da un bacio passionale.