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Autore: _Marty01_    30/09/2014    6 recensioni
Mi chiamo Nihal, Nihal della torre di Salazar e una domanda da porvi. Vi é mai capitato di alzarvi la mattina, guardare la vostra stanza, e sentire come se un nodo vi si fosse attorcigliato nello stomaco? Un senso di inadeguatezza, essere sempre nel posto sbagliato e mai del tutto a vostro agio?
I personaggi del Mondo Emerso nella società di Divergent.
Dal 2 capitolo:
-Come ti chiami?- una voce morbida, quasi vellutata.
-Niha...-
-Scegli bene, non potrai più cambiare.- mi interrompe.
-Sono sicura, Nihal.-
Il ragazzo sorride, gli occhi azzurri, profondi come il cielo, i capelli rossi a zazzera, la pelle bianca.
-Prima a saltare: Nihal la Rigida!- esclama.
Gli sorrido, aggrappandomi alla sua mano mentre un urlo si alza dalla folla alle sue spalle.
{Tutti possono leggere questa crossover, anche chi non ha letto la trilogia, poiché l'intera società di Divergent verrà spiegata all'interno della storia.}
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nihal, Sennar
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Mi chiamo Nihal, Nihal della torre di Salazar e una domanda da porvi. Vi é mai capitato di alzarvi la mattina, guardare la vostra stanza, e sentire come se un nodo vi si fosse attorcigliato nello stomaco? Un senso di inadeguatezza, essere sempre nel posto sbagliato e mai del tutto a vostro agio?
Perché é esattamente questo quello che provo io in questo momento, in ogni momento, della mia vita.
Sono un abnegata, e come ogni abnegata dovrei essere capace di mettere gli altri prima di me stessa,estraniandomi dal mio corpo, eppure io non ci riesco, per quanto ci provi, per quanto mi impegni, mi é impossibile.
-Nihal- mi sussurra Laio, mio fratello - alzati, non vedi che c'è un'anziana?-
Sorrido.
Per lui é tutto più facile, a lui non devi dirli di aiutarti per farlo, lui ti aiuta, basta.
Mi alzo lentamente, lasciando spazio all'anziana signora, che mi sorride dolcemente,le rughe corrugate in fronte, una pacifica, forse.
-Allora? Sei pronta?- mi chiede Laio, prendendomi una mano, non l'aveva mai fatto, sinceramente non credo neanche che si possa fare, tutto quel contatto, quella dimostrazione di affetto, é vietato per noi abnegati.
- Tanto il test attitudinale non deve per forza ricadere sulla nostra scelta. Giusto?- cerco di sorridere nel modo più disinvolto possibile che riesco.
Sorride anche lui, abbassando la testa e lasciandomi la mano. -Giusto...-

§

Il test é cominciato da circa mezz'ora e ormai mi fanno male le gambe a forza di stare seduta.
Mi guardo intorno, cercando di non sembrare troppo nervosa, cercando di fare quello che la mia fazione sa fare meglio, con quei vestiti tutti uguali, i capelli raccolti nella stessa capigliatura, tutti i giorni, tutti gli anni, tutta la vita: estraniarmi da me.
-Laio- urla una voce dal fondo del corridoi. Lui si alza lentamente, un sorriso tirato in viso.
-Buona fortuna.- gli dico, prima che scompaia nella porta. Si gira,rivolgendomi uno sguardo carico di interrogativi e tristezza: -Non c'è ne sarà bisogno.-
Sorrido, continuando a contare i minuti che mancano, prima di quella tortura.
Mio fratello ritorna neanche dieci minuti dopo, bianco come un cencio.
-Allora?- domando. Ma lui non mi risponde, si siede soltanto sullo sgabello della mensa, senza preferir parola: é vietato dire i nostri risultati a qualcuno, persino a un familiare.
-Nihal!- urla di nuovo la voce. Mi alzo in silenzio, le gambe che non mi reggono in piedi per il nervoso, la fronte sudata, e mi infilo dietro la porta.
É un piccolo ufficio, bianco, senza finestre, una macchina al centro e una poltrona davanti, con una scrivania appoggiata al muro.
-Siediti pure, cara.- mi fa accomodare una donna, indicandomi la poltrona bianca.
Le sorrido, annuendo con la testa.
É una bella donna: i capelli scuri che le ricadono sulle spalle, due occhi neri, brillanti come due tizzoni ardenti, alta, snella, la pelle bianca e le labbra piene e rosate.
-Nihal- balbetto.
La donna mi sorride: -Soana, intrepida.-
Intrepida...
Non l'avrei mai detto, non mi sembrava proprio il tipo di donna che si butta giù da un treno, la darei più... Per una erudita, forse.
Mi accomodo sulla poltrona, le mani che mi tremano.
-Farà male?- le domando, incapace di trattenermi.
Soana mi guarda, divertita : -Non avevo mai visto una rigida così curiosa.-
Forse perché non sono veramente una Rigida.

Rigida...
Il dispregiativo usato per definire quelli della nostra fazione, quelli come me.
-Pronta?- mi chiede, due fili in mano.
Chiudo gli occhi : -Sí.-

§

Mi sveglio di soprassalto, la fronte sudata e il cuore a mille.
-Soana...-
Mi guardo in torno, Soana e sparita, e con lei la macchina.
Mi alzo dalla poltrona, dirigendomi in mensa, vuota, non posso aver dormito così tanto...
-Scegli.- tuona una voce.
Mi guardo in giro, senza successo. -Chi sei?- domando.
-Scegli-
Chiudo gli occhi, facendo un respiro profondo, un coltello e un osso davanti a me. «No» vorrei dire, ma non faccio in tempo a rispondere che il paesaggio cambia, e mi ritrovo in una strada buia, un cane davanti.
-Ciao- dico, ho sempre adorato i cani, e avrei sempre voluto averne uno. Gli allungo una mano, cercando di accarezzarli il pelo soffice, ma lui si ritrae e cerca di azzannarmi.
-Nhial...- sussurra una voce. Mi giro, senza pensarci due volte, una bambina, che saltella felice , incontro al cane. -Attenta- le urlo, ma lei non mi ascolta e ci vogliono meno di pochi secondi prima che mi getti sopra la bambina, facendole da scudo da quel animale.
Apro gli occhi, e mi ritrovo in un'altra sala, gli specchi ovunque, che riflettono la mia immagine: i capelli blu, raggruppati in un semplice chignon, gli occhi viola, la pelle quasi bianca,due orecchie a punto e sottili, il corpo piccolo e magro. Distolgo lo sguardo, le lacrime che mi rigano il viso.
-Cosa sei Nihal...- sussurra la figura allo specchio -Cosa sei...-
Tiro un pugno, frantumando l'oggetto in mille pezzi.
-Qual é il tuo segreto Nihal?- continua la voce, questa volta da dietro di me.
No, basta, vi prego basta...
Mi giro, un altro pugno, un altro specchio rotto...
-State zitti!- urlo, fuori di me, le lacrime che mi rigano lente il viso.
Sono sola, sola e lontana da casa.
Chiudo gli occhi, continuando a cullarmi nelle mie lacrime amare.
-Mamma... - sussurro. -Papà...-. Una fitta alla testa e poi il vuoto.

§

Mi gira la testa e il mondo gira con lei, le dite affondate nella poltrona.
Soana é davanti a me, che mi guarda, inespressiva.
-Com'è andata?- domando,la voce scossa, cercando di alzarmi dalla poltrona.
-Inconcludente.- sussurra, a fior di labbra.
Sbuffo, lasciandomi ricadere all'indietro. Ecco, lo sapevo, non ne combino mai una giusta, come si fa ad avere un risultato "includente" in un test in cui non devi neanche prepararti.
-Che vuol dire"includente"?- le domando.
Lei mi prende per una spalla, portandosi alla mia altezza. - Ora tu vai a casa, fingendo di avere un qualche dolore e non dici a nessuno di questo test.- risponde.
-Almeno mi dice l'esito?- sgrano gli occhi, giocherellando con le dita.
-Abnegati, intrepidi e eruditi. Ho inserito io manualmente abnegati nel computer. Ora puoi andare.- conclude.
-No.- rispondo, ferma, senza incertezze - Voglio sapere il perché.-
-Il test non funziona con tutti e tu sei una di quegli, vi chiamano Divergenti.-





Angolino dell'autrice (se si può ancora definire così):
Scommetto che avete già le ciabatte e i pomodori in mano ^.^
É venuta una schifezza, lo so.
Fatemi sapere che ne pensate e se questo roba quassù merita un seguito.
Baci
Marty
   
 
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