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Autore: LightsWillGuideYou    30/09/2014    0 recensioni
Nel 1832 Rose entra a far parte de Les Amis, dove incontra tante nuove persone, scettiche all'inizio di avere una donna nel gruppo, ma successivamente simpatiche e rispettose nei suoi confronti. Solo uno sembra non voler avere molto a che fare con il resto delle persone. Si occupa solo dei suoi progetti di cambiare il mondo. E quest'uomo si chiama Etienne Enjolras
Genere: Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! So che ci ho messo un bel po' a pubblicare questo capitolo decisamente più lungo degli altri. Spero che vi piaccia e molto presto arriverà anche il continuo!


Enjolras sentiva le urla provenire dalle celle poco distanti dalla sua. Era passata una notte intera ad ascoltare i lamenti di quelle persone che chiedevano aiuto ad una qualsiasi entità divina. Quando avevano torturato lui, non si era minimamente permesso di gridare. Chi lo avrebbe ascoltato, dopotutto, se non le guardie che se la ridevano mentre gli facevano provare le pene dell'Inferno? Ormai lo avrebbero ucciso una volta per tutte di lì a poche ore, non gli interessava più di niente.. Sentiva alle costole ancora il dolore della notte prima e questo lo portava a desiderare la fine come nient'altro. Non si aspettava che nessuno lo venisse a salvare, dei suoi compagni. E preferiva così. Che senso aveva mettere in pericolo così tante vite per la sua quando loro potevano scappare e cominciare una vita diversa? Marius avrebbe potuto sposare la sua Cosette, Gavroche sarebbe cresciuto ed avrebbe imparato finalmente a sparare, mentre Rose avrebbe trovato un ragazzo che avrebbe migliorato la sua vita.. Un ragazzo che avrebbe fatto quello che lui non aveva mai avuto il coraggio di fare perchè troppo orgoglioso di se' stesso e della sua patria. Sospirò, cercando di non muovere troppo le costole ancora doloranti, e guardò la sua cella buia ed odorante di morto. Dopotutto era quello che sarebbe stato presto.. Morto.

 


-Couferyac, spostati! Non ci staremo mai così!
-Marius, il posto è questo. O ti adatti o non vieni!

Combeferre era riuscito a rimediare un carro mezzo distrutto per le vie di Parigi, rimasto senza padrone dopo l'attacco al funerale di Lamarque. Avevano rubato un po' di paglia da un fienile nella periferia ed avevano aspettato la sera, per entrare nelle celle. Era stato tutto un piano di Rose, che aveva atteso un intera giornata per dare il via al salvataggio di Enjolras.
La maggior parte degli studenti aveva ben chiaro che cosa stava accadendo in quel momento fra E. ed R.. Gli unici due stupidi che ancora non avevano ben chiaro di essere innamorati l'uno dell'altra erano i diretti interessati. Come al solito, dopotutto. Questo era quello che Marius pensava, mentre guardava da sotto la paglia la piccola figura di Rose mentre guidava il carro con Combeferre. Sentiva dentro ancora i sensi di colpa per la morte di Eponine, che lo aveva amato per così tanto tempo senza che lui se ne fosse mai accorto. L'idea di salvare Enjolras era diventata un po' la sua espiazione per il dolore che aveva causato a quella povera ragazza per averla costretta a guardare mentre dichiarava il suo amore a Cosette. Non aveva potuto salvare un cuore infranto, ed adesso il suo compito era cercare di riunirne due che ancora dovevano comprendere appieno quello che stava accadendo fra loro.

Arrivarono nei pressi delle prigioni parigine nel giro di una mezz'ora. Passarono per ogni via secondaria che trovavano, così da non farsi scoprire prima ancora che arrivassero al luogo del colpo. Il problema sarebbe stato riuscire a capire dove si trovasse la cella del loro leader.
Accostarono in una vietta buia proprio sotto le mura del luogo, e Rose scese velocemente andando a richiamare i suoi compagni dietro.

-Bene, adesso dobbiamo riuscire a recuperare dei vestiti da gendarmi.
-Naturalmente, R. Lo faremo non appena avremo capito come non farci riconoscere nonostante indossiamo abiti pieni di macchie si sangue.

Joly alzò gli occhi al cielo e Rose lo freddò con uno sguardo. Non sarebbe stato un grosso problema, dopotutto. Si tolse la giacca da sopra le spalle, restando solo con la camicia bianca ancora sporca di sangue. Molti dei Les Amis rabbrividirono, nel vederla ferita e vulnerabile. Di solito era così fiera di se' stessa e pronta alla guerra. Eppure in quel momento sembrava una povera ragazza che ne aveva passate troppe in pochissimi giorni. La piccola Grantaire sembrò accorgersi di tutte quelle occhiate. Così abbassò lo sguardo e sbottonò un paio di bottoni della camicia, mettendo in mostra un po' più di pelle. Marius la guardò perplesso.

-R., che fai?
-Tenetevi pronti. Non appena rientrerò nel vicolo da quella parte, avrò dietro di me un paio di gendarmi. Voi li attaccate ed il gioco è fatto.
-Ma sei ricoperta di sangue! Avranno sicuramente non pochi dubbi!
-Credimi.. Al giorno d'oggi agli uomini non interessa.

Non c'era stato un uomo nella sua vita che non l'avesse guardata solo come un oggetto da usare e da buttare via. Un sacco di volte aveva sentito fischi volare per strada mentre camminava verso il Cafè. Era arrivata alla conclusione che gli uomini erano tutti uguali, eccetto per uno. Enjolras.

Si allontanò, verso l'entrata principale dove trovò un paio di guardie. Una di queste era decisamente minuta, con una divisa perfetta per la statura della ragazza. Rose sospirò, cercando di entrare bene nella parte, e si schiarì rumorosamente la voce, attirando l'attenzione dei due uomini. Come odiava dover fare quelle cose in pubblico. L'unico pensiero che riusciva a farle mantenere la calma era che Enjolras era lì dentro, e che di lì a poche ore lo avrebbero giustiziato. Dovevano fare in fretta. Si girò, sbattendo amorevolmente le ciglia, e si avviò verso il vicolo buio ancheggiando più che poteva, mentre le due guardie la seguivano a ruota. Quanto poteva essere stupida la gente...
Non appena svoltarono l'angolo, Joly e Couferyac li presero di sorpresa, colpendoli alla testa e facendogli perdere i sensi. Rose, intanto, armeggiava a chiudersi in fretta la camicia.

-Cielo, spero di non doverlo fare mai più!

Gavroche, con le sue piccole mani, prese la polvere da sparo dalle tasche dei due uomini e caricò tutte le pistole che avevano a portata. Non erano molte, ma sarebbero bastate.

Marius prese uno dei due abiti e si guardò intorno, avvicinandosi un po' al gruppo per poter parlare a voce più bassa.

-Abbiamo due travestimenti. Quindi per ora possono entrare soltanto in due. Uno si dovrà occupare di mantenere le guardie occupate, mentre l'altro andrà a cercare e a prendere Enjolras.
-Vado io da lui.

La voce di Rose si fece strada fra il mormorio generale come un fulmine a ciel sereno. Tutti si zittirono e persino Gavroche smise di caricare le armi, voltandosi a guardarla. Il pensiero generale era uno solo: c'era da fidarsi di una ragazza accecata dall'amore? Combeferre sospirò e poggiò una mano sulla spalla della piccola Grantaire, cercando di essere il più comprensivo possibile.

-R., ascolta...
-No, non ascolto niente! E' la dentro perchè voi non eravate abbastanza coraggiosi da combattere. Lo vado io a prendere, fine della discussione.

Scostò brutalmente la mano del ragazzo dalla sua spalla e si allontanò, recuperando una delle casacche e mettendola addosso. Tutti la guardavano preoccupati, ma nessuno osò battere ciglio. Dopo una breve riunione, venne deciso che Marius era il secondo uomo più adatto ad entrare là dentro. Se mai lo avessero preso, avrebbe potuto usare il suo ricco nonno per uscire senza problemi. Rose intanto prese il berretto più piccolo e ci nascose dentro i capelli, lasciando fuori la frangia che le copriva un po' gli occhi. Era decisamente minuta, ma la grande giacca copriva tutte le sue forme femminili, quindi non era un problema. Prese un fucile ed una pistola da Gavroche e si affacciò fuori dal vicolo, guardando se tutto era a posto. Quando Marius si presentò alle sue spalle, vestito di tutto punto, sorrise soddisfatta e si mise in posizione rigida, in piedi.

-Andiamo, soldato semplice!
-Ai suoi ordini, caporale!

Ancora non era chiaro come i due riuscissero a scherzare nonostante tutto quello che stesse accadendo. Semplicemente sentivo il bisogno di alleggerire un po' la situazione. Joly, da un angolo buio del vicolo, parlò a bassa voce.

-Quando lo troverete, probabilmente sarà fisicamente messo male.. Fate attenzione a non peggiorare la situazione.

Rose rabbrividì ed il pensiero del suo Apollo ferito e in fin di vita la fece quasi correre verso la porta. Marius gridava ''Cambio della guardia!'' e lei lo seguiva a ruota, tenendo lo sguardo basso. Due gendarmi presero il loro posto e i due giovani entrarono nelle prigioni parigine.

 


La luce fioca notturna pervase la cella di Enjolras e, per la prima volta nel suo soggiorno in quella topaia, il leader si sentì in pace. Non c'erano più le costole rotte, non c'era più il sangue che usciva dal suo labbro e da un graffio sulla fronte. C'erano soltanto lui e le stelle, che nella loro moltitudine regnavano nella notte, guidate dalla grande regina che la Luna era. Sospirò e poggiò una mano sullo stomaco, osservando le gambe senza forze stese davanti a lui in una posizione quasi innaturale.

E in quel momento di pace totale, sentì il chiavistello del pesante portone scattare, mentre un prete entrava a testa bassa nel luogo.


-Padre.. Non è ancora presto?
-L'alba è più vicina di quello che pare, figliolo.. Dimmi, c'è qualcosa di cui vuoi parlare? Qualcosa da rivelare prima di ritrovarti davanti alle porte del Paradiso?


Enjolras sospirò e chiuse gli occhi. Non c'era stata una singola cosa della quale si pentiva di quella rivoluzione,. Se c'era stata una cosa per la quale sarebbe tornato indietro, era solo dire la verità su quello che provava. Quei giorni sotto arresto lo avevano fatto pensare, e finalmente aveva accettato la verità.


-Vorrei parlarle di una persona.. Una ragazza, precisamente. Le dispiace?

  
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