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Autore: Echadwen    30/09/2014    2 recensioni
"Credo di essermi innamorato di te in quel momento..." le disse.
Si dice che l'amore sia un viaggio, un percorso da intraprendere per trovare la gemella della propria anima. Trovarla, però, non segna la fine di un lungo peregrinare bensì l'inizio di un'altra tappa da percorrere in due, questa volta.
Per Legolas, l'avventura ha inizio in tranquillo pomeriggio di sole.
[Spin-off della serie "Il principe e la guardiana"
LegolasXLuinil]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Legolas, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Il principe e la guardiana'
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Angolino autrice: Questa storia va inserita nel contesto de "Il principe e la guardiana", di cui riporto il link.
http://www.efpfanfic.net/viewseries.php?ssid=8916&i=1
Per la comprensione dei fatti non è necessario averla letta, potete tranquillamente interpretarla come la prima volta in cui Legolas incontra il suo grande amore.
Se voleste comunque dare un'occhiata al resto delle storie che compongono la serie, ne sarei molto felice.
Un grande grazie a quanti si fermeranno a dare un'occhiata.




 
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WE BELONG TOGETHER

 

 

 

Seduto sul bordo del letto con le gambe incrociate, vi era il principe Legolas e fra le sue braccia, l'ultima arrivata in famiglia: Mirìl.

Proprio non riusciva a smettere di guardarla.

Sparuti capelli della stessa sfumatura della madre, emergevano dal fine lenzuolo in cui era stata avvolta dalla levatrice. Gli occhi ancora serrati, le labbra imbronciate e le mani chiuse a pugno, pronte ad aggredire il mondo.

Sorrise quando la piccola cercò di sottrarsi alla sua carezza. Donna difficile, esattamente come Luinil.

Non si perse d'animo e baciò il pugnetto della bambina. La piccola non gradì, infatti cominciò a singhiozzare.

"Mirìl" allarmato prese subito a cullarla "Non piangere, tesoro. Volevo solo dimostrarti quanto ti amo già" tuttavia quelle parole non sortirono l'effetto sperato anzi, resero le lacrime della figlia ancora più copiose.

"Questa dev'essere una congiura!" esclamò esasperato "Devo aver offeso i Valar... Ancora più impossibile della madre" una lieve risata. lo fece voltare.

"È solo stanca" disse Luinil, mentre faceva cenno al compagno di affidarle la neonata "Lo saresti anche tu, se queste fossero le tue prime ore di vita"

Una volta tra le sue braccia, Mirìl smise di piangere e si concedette un succoso spuntino a base del proprio pollice sotto lo sguardo a dir poco esterrefatto del principe.

"Questa è sicuramente una congiura" si portò le braccia al petto cercando di fare il sostenuto. Luinil gli rivolse un sorriso stanco per poi andare a strofinare il naso contro quello della figlia

"Maschi... Fanno tanto rumore per nulla e sono così testardi. Ti ci abituerai" sorrise a Legolas che nel frattempo si avvicinò a loro muovendosi a carponi sul letto.

"Non le piaccio..." sospirò

"Sei solo nervoso e lei lo percepisce"

"Ho il timore di fare qualcosa di sbagliato... Non so come tu faccia a essere così tranquilla sapendo che quest'esserino dipende in tutto e per tutto da noi. È vero che abbiamo l'esperienza di Gaeron ed Elanorel ma ho paura come la prima volta che li ho stretti a me"

"Ti sbagli se pensi che io sia calma. Provo le tue stesse paure, la tua stessa ansia l'insicurezza attanagliano il mio cuore" lo guardò "ma il mettere al mondo questa piccola meraviglia, mi ha prosciugato di qualsivoglia energia"

Ed era vero. A ogni parola si sentiva sempre più stanca eppure, guardando il germoglio che aveva sentito crescere nel proprio ventre agitarsi leggermente fra le proprie braccia, avrebbe rivissuto quelle terribili ore mille e mille volte.

Legolas le sorrise e la fece appoggiare al proprio fianco.

"La conquisterai... Hai conquistato me" le baciò i capelli

"Allora niente mi è impossibile" la fece ridere nuovamente. "Sai" prese a carezzare i capelli rossicci della neonata "le mie braccia avevano già accolto una piccola guerriera dalla chioma rossa, prima di oggi"

"Per caso, hai qualche figlia di cui non mi hai parlato, nascosta in chissà quale anfratto del regno?"

Il biondo scosse la testa sorridendo "Anor aveva baciato il suo viso da pochi istanti, ed ora, quando l'astro cala e sua sorella ne prende il posto, la stringo ancora e ancora, nella speranza che non mi lasci mai. Fu il nostro primo incontro..."

Gli rivolse un sorriso stanco "Racconta, ti prego"

 

Quella non era una giornata come le altre, Legolas, questo, lo aveva capito.

L'aveva intuito dall'agitazione che permeava l'aria, dall'espressione preoccupata di sua madre, dalla paura che scorgeva negli occhi del coraggioso capitano dei guardiani e dall'assenza di sua moglie.

 

 

"C'è un bambino dentro di lei" gli aveva spiegato la regina quando le aveva chiesto il motivo per cui, la pancia della sua dama di compagnia si fosse arrotondata così tanto.

"E come ci è arrivato li dentro?" aveva domandato poi, con la sua ingenuità di bambino.

Le due dame avevano riso e si era ritrovato sulle sue ginocchia "Questo dovrai chiederlo a tuo padre fra molto molto tempo" aveva sentito scivolare le labbra di lei sui capelli.

E quella volta il principino non se la prese per essere stato trattato da piccolo, talmente eccitato all'idea di avere un nuovo amico con cui giocare.

"Quando potrò giocare con lui, madre?" la sovrana guardò per un istante la dama di compagnia

"Da come scalcia, direi che non dovrebbe mancare molto, mio signore" disse quest'ultima carezzandosi il ventre.

"Posso sentire?" chiese abbassando lo sguardo, imbarazzato.

La donna fece un cenno con il capo ed il biondo allungò lentamente la mano. La posò con cautela sulla pancia ed attese pazientemente finché non avvertì un colpo contro di essa.

"L'ho sentito. Ha scalciato!" si voltò con il volto sorridente ed andò a rifugiarsi fra le braccia della madre "Non ti fa male, però?"

"No, mio principe. È il suo modo di comunicare, di farsi sentire" gli sorrise

"Anche io scalciavo, madre?" alzò gli occhi per incontrare il sorriso della donna che lo aveva messo al mondo.

"Oh sì, piccolo mio" se lo strinse forte al petto "Giorno e notte ed io per non restare sveglia da sola tormentavo tuo padre affinché mi facesse compagnia"

"Scusa!" la sovrana si trovò le braccia del figlio attorno al collo ed il viso premuto contro di esso "Non volevo farti male"

"Lo so benissimo, tesoro mio" la mano carezzò la morbida guancia "Avevi solamente tanta voglia di far sentire la tua presenza"

 

 

 

 

Erano stati avvisati da una delle levatrici che il momento fosse prossimo e poi l'avevano vista scomparire di nuovo nella stanza.

La notizia turbò ancora di più il capitano dei guardiani che riprese la sua folle marcia davanti alla porta ed il principe non riuscì a trattenere una risata sommessa.

"Legolas!" lo rimproverò la regina "Non mi pare proprio sia il caso di mettersi a ridere, giovanotto"

"Scusa" ma lui non capiva l'importanza e la delicatezza dell'evento che si stava compiendo, vedeva soltanto che il più altero e composto degli Elfi, dopo suo padre, aveva perso tutta la naturale impassibilità che lo aveva sempre contraddistinto "ma finirà con il consumare il pavimento se continua così"

Quella replica fece sorridere l'altro Elfo ed accigliare la dama.

"Bene, bene, bene..." la voce di Sire Thranduil fece voltare i presenti "Pare che ora, i ruoli si siano inverti, amico mio" disse ricordando quando era in trepida attesa della nascita di Legolas.

"Non adesso, Thranduil" il passò del capitano aumentò di colpo "Non ora... Quando sarà tutto finito ed avrò la certezza che entrambi stiano bene, allora potrai deridermi come più ti aggrada"

Sorrise a quella risposta.

"Lascialo in pace" accorse in sua difesa la sovrana "Non vedi quanto è preoccupato?"

"Il mio intento, infatti, era quello di distrarlo" dovette spostarsi di un passo per evitare un colpo al petto da parte della compagna.

"Ada!" il piccolo si sorprese nel vedere il padre e non perse tempo. Gli corse incontro a braccia aperte ed il sovrano lo prese tra le braccia

"In groppa" lo guardò con gli occhioni azzurri spalancati. Accontentò il figlio che si ritrovò seduto sulle sue ampie spalle. La dama sorrise teneramente nel vederli insieme mentre il capo delle guardie riprese la propria marcia solitaria.

"Padre..."

"Sì, ion nin?"

Il biondo principe abbassò la testa di lato affinché i lunghi capelli nascondessero il loro dialogo alla madre.

" Fa ridere, vero?" chiese scorgendo un sorriso di conferma sul volto del genitore

"Non immagini quanto"

"E voi" disse la donna scostando la chioma del figlioletto "non immaginate quanta voglia io abbia di mettervi entrambi in punizione"

Sbiancarono entrambi.

"No!" urlò in piccolo nascondendo letteralmente il viso tra i fili dorati del padre "Io non ho fatto niente... Voglio vedere il mio nuovo amico" gli occhioni lucidi.

Il cuore le si sciolse nel petto.

"Un'altra parola di scherno" lo prese tra le braccia "e per voi finirà molto male. Siamo intesi?"

Legolas annuì prontamente mentre Thranduil le posò un bacio sulla fronte

"Hai ragione mia cara, come sempre. Non è il momento..."

Dopo attimi che sembrarono interminabili, finalmente, un vagito squarciò il silenzio.

"Congratulazioni, mellon nin" disse il sovrano stringendolo forte mentre l'amico di una vita scoppiava in un pianto liberatorio che presto divenne una risata di gioia.

Una delle levatrici fece capolino chinando il capo rispettosamente

"Miei signori. Mia signora" vide l'apprensione sul volto del capitano e sorrise "È andato tutto per il meglio, mio signore. La vostra sposa è stata forte e vostro figlio" il pianto del nuovo arrivato nel regno proruppe in tutta la sua forza facendo sorridere tutti i presenti "beh potete sentire voi stesso, la buona salute di cui gode"

Si voltò ancora incredulo verso i due reali.

"Va da loro..." lo esortò con un dolce sorriso la regina.

Con passo svelto scomparì oltre la porta.

 

 

 

 

Dei deboli colpi sul legno

"Possiamo entrare?" e la voce del principino a riportarli alla realtà.

Fu il comandante dei guardiani ad aprire e, a vedere una testolina bionda, entrare come una scheggia

"Dov'è? Dov'è?" chiese guardandosi intorno.

"Ci siamo dimenticati le buone maniere, signorino?"

"Scusa... Mia signora" un movimento appena accennato del capo.

Il padre lo superò affiancato dalla moglie

"Come ti senti?" chiese prendendo posto accanto all'amica

"Come se l'intero esercito di Mirkwood mi fosse passato sopra con i suoi destrieri" ammise facendo sorridere gli altri adulti "ma per lei" abbassò lo sguardo sul fagottino che teneva stretto fra le proprie braccia "lo rifarei mille volte e poi altre mille ancora"

Le baciò la fronte e s'incantò a propria volta nel guardare la neonata "È la tua copia" disse voltandosi verso il padre

"Per sua sfortuna" scherzò Thranduil rifilandogli una gomitata all'altezza del petto, tuttavia un dolce sorriso si delineò sulle sue labbra alla vista della figlia dell'amico.

Le labbra imbronciate la rendevano veramente adorabile ed i piccoli ciuffetti rossi lasciavano presagire che da grande avrebbe avuto una folta ed indomabile chioma dai riflessi del fuoco.

L'altro piccolo presente nella stanza, approfittò della momentanea assenza di attenzione nei suoi confronti e sgattaiolò fino al letto a pochi passi dalla madre.

"Non vedo!" cercò di sporgersi più che poté ma non riuscì a scorgere il viso della neonata.

Improvvisamente si sentì sollevare da sotto le ascelle ed appoggiare sopra le candide lenzuola

"Ecco qui, principe" disse il capitano.

"Ti ringrazio" gli rispose Legolas prima, di incamminarsi a carponi per raggiungere e poter finalmente vedere la nuova arrivata "Posso?" domandò poi, prima di sedersi accanto alla dama di compagnia della madre.

"Aspettate solo un istante" sistemò il telo in cui era stata avvolta la figlia.

E finalmente la poté vedere anche lui.

Rimase praticamente incantato, con gli occhi fissi sul piccolo fagottino che distava un soffio da lui: la pelle talmente candida da confondersi con la seta che la copriva, i pugnetti serrati come le labbra.

Era così strana, pensò, e a dirla tutta non sembrava una bambina. Legolas non poteva sapere, in fondo, c'erano state così poche nascite dalla sconfitta dell'Oscuro Signore.

"Siete sicuri che sia una femminuccia? Non ha i capelli..." ancora una volta la sua innocenza fece sorridere i presenti ed, in un secondo momento, accigliare la sovrana che, lo ammonì con lo sguardo

"Nemmeno tu, ne avevi poi così tanti" intervenne Thranduil "Non è carino" aggiunse poi "quello che hai detto"

Il principino si morse il labbro e, colpevole, tornò ad osservare la piccola che, in quel momento, si stava stiracchiando. Era proprio bella, doveva ammetterlo.

"Quale nome avete deciso di darle?" chiese senza distogliere lo sguardo.

I neo genitori si guardarono per un istante e si sorrisero "Luinil"

La regina sospirò ed il suo sposo le posò la mano sulla spalla

"È bello" sorrise "e lo è anche lei" si sporse per posare la manina sulla guancia candida. La sentì morbida sotto le sue dita ed un calore che solo l'abbraccio di sua madre sapeva trasmettergli e non si accorse che, quest'ultima, aveva stretto la mano di Thranduil fra le proprie ed osservava i due con un sorriso radioso. L'Elfo fece scivolare l'altra mano lungo il suo braccio e l'avvicinò a sé.

Per trovare un'immagine altrettanto dolce e pura, il sovrano, dovette scavare a ritroso nella memoria fino al momento in cui, entrando nelle proprie stanze, vide la sposa stringere al petto il figlio appena nato.

"Com'è che nessuno parla?" avrebbe voluto chiedere ai presenti quando alzò gli occhi per guardarli ma, quello che uscì dalle sue labbra fu un sorpreso: "Cosa?"

Abbassò istintivamente lo sguardo per incrociare due gemme di un blu così intenso. da sfidare le profondità del grande mare che divideva la Terra di Mezzo da Valinor; le Terre Immortali ed, un piccolo sorriso trionfante. La piccola Luinil aveva aproffitato della sua momentanea distrazione per chiudere l'intera mano attorno al suo mignolo, come per richiamare l'attenzione del principe su di sé.

"È forte" aveva sorriso sistemandosi meglio sul letto, incrociando le gambe "Potrebbe diventare capitano della guardia reale, un giorno. Non è poi così male" ma il suo viso si rabbuiò per un secondo "solo che, non saremo compagni di giochi"

"Perché dite così, principe?" chiese la dama di compagnia di sua madre

"Perché la crescerete per farla divenire una dama come lo siete voi. Non vorrà giocare con me per paura di sporcarsi la veste" Entrambe sorrisero.

"Questo non è vero" la regina gli aveva carezzato il capo "sono sicura che vi divertirete come non mai, insieme" e gli aveva sorriso prima che intervenisse il genitore

"Altrimenti, potrebbe sempre rivelarsi un'ottima principessa per il regno"

Per essere principessa, aveva pensato lui, doveva sposare un principe e l'unico erede al trono di Mirkwood era...

"Principessa?!?" urlarono Legolas ed il padre di Luinil.

Un brivido gli corse lungo la colonna vertebrale.

L'avrebbe dovuta baciare, come suo padre faceva con sua madre...

Non fece in tempo a capire cosa suscitasse in lui quel pensiero, che si ritrovò a ridere sguaiatamente per ciò che stava accadendo fra gli altri due Elfi.

"La mia bambina è appena venuta al mondo e tu voi già combinare un fidanzamento con tuo figlio?" urlò esasperato

"È inutile che fai il sostenuto. So che muori dalla voglia di divenire parenti"

Lo spinse attraverso la stanza, verso la porta "Preferirei avere dei nipoti mezz'Orchi" rispose lapidario, mentre, sbatteva la porta in faccia al sovrano.

"Non importa quali parole escano dalle tue labbra. Lo so che mi ami!"

Nella stanza tutti risero e la regina si accomiatò dalla nuova famiglia

"Andiamo, Legolas?"

Il piccolo guardò la madre, poi, la bambina che teneva, ancora, il suo mignolo nel pugno e si sentì triste. Scoprì che non gli era facile lasciarla.

"Luinil" l'ammonì dolcemente la madre "è ora che il principe torni ai suoi doveri. Restituisci il dito"

La piccola, come ipnotizzata da quella voce soave, aprì lentamente la mano così che, Legolas, potesse riavere il proprio mignolo. Avvertì subito la mancanza di quel calore.

"Posso tornare domani?" chiese ed, entrambi i genitori di lei, sorrisero annuendo.

Non seppe spiegarsi il motivo, ma quella notte, la trascorse sveglio in trepidante attesa di veder comparire il sole oltre l'orizzonte.

 

 

 

"Credo di essermi innamorato di te in quel momento..." le disse, volgendo il capo verso di lei.

Sorrise scoprendola addormentata. Fra le sue braccia, invece, Mìril non accennava minimamente a voler concedersi il meritato riposo.

La prese in braccio, facendo attenzione a non svegliare la compagna e si sedette sulla poltrona accanto al letto. Si prese un momento per contemplarla e sorrise nuovamente nel constatare quanto di Luinil, vi fosse in lei.

"Proprio così, piccola mia" le baciò la fronte "Il mio cuore appartiene a tua madre dal giorno in cui è venuta al mondo, esattamente come, ora, batte per te. Ma shh... Questo sarà il nostro segreto"

Sopresse una risata quando il fagottino, stretto al suo petto, prese a fare le bolle con la saliva.

"Lo considero un sì."

 

   
 
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