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Autore: Rowena    08/10/2008    4 recensioni
Il nuovo gioco dell'Host Club sarà scoprire il giorno del compleanno di Haruhi... Peccato che la ragazza non sia per niente d'accordo!
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Haruhi Fujioka, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questo è il mio personalissimo regalo di compleanno per Ladyhawke, una polla dal cuore d'oro e dalla battuta pronta. Spero le piaccia, è una sorta di esperimento dedicato a lei, lei che tra noi fan di Host Club si è riconosciuta subito in Haruhi. Cento di questi giorni, polla!


L’aula di musica numero tre era, come ogni pomeriggio, il regno del caos stile Host Club; quel giorno i sette membri inauguravano un nuovo servizio per le loro principesse, o altrimenti meglio definite clienti, l’incredibile festa di compleanno.
La fortunata a godere per prima di questa incredibile novità era una ragazza dai lunghi capelli scuri, che sedeva su un divanetto circondata dalle amiche e dai membri del club, commossa fino alle lacrime.
Almeno, Haruhi immaginò che si trattasse di commozione: per quanto la riguardava, il coretto di Tamaki, Hikaru, Kaoru e Honey-senpai che cantavano a squarciagola Tanti auguri a te erano una minaccia all’udito di tutti i presenti.
La festeggiata attese la fine della canzoncina prima di mettersi a battere le mani insieme a tutte le fan degli Host, felice come non mai. «Non so davvero cosa dire», balbettò asciugandosi gli occhi. «Di tutte le sorprese che mi sono state fatte come regalo di compleanno, questa è sicuramente la migliore».
«Principessa» attaccò Tamaki inscenando la solita pantomima, circondato da rose rosse, mentre ne offriva una alla ragazza, «non sai quale onore è per noi festeggiare il compleanno del più bel fiore di ciliegio di tutta la scuola. Per te oggi il Re dell'Host Club esaudirà ogni tuo desiderio. Qualunque desiderio», sussurrò l'ultima frase con tono sensuale all'orecchio della giovane.
La ragazza accettò la rosa, prima di arrossire fino alla punta dei capelli, e farfugliò qualcosa d’incomprensibile. Il fascino di Tamaki aveva colpito ancora una volta.
Stucchevole, pensò Haruhi sforzandosi di non apparire disgustata; come facevano tutte a credere alle parole del Re dell’Host Club? Ancora non riusciva a capacitarsene…
«Haru-chan, Haru-chan!»
Honey corse in direzione dell’amica con le braccia tese avanti a sé e tutto circondato da fiorellini rosa, senza fermarsi prima di aggrapparsi a lei come una scimmia sull’albero. Meno male che era così piccolo e leggero, nonostante la quantità industriale di torte che ingurgitava ogni giorni, altrimenti la povera ragazza si sarebbe trovata a pezzi già da parecchio tempo.
«Hai, senpai, che c’è?» domandò cortese cercando Mori con lo sguardo, speranzosa che prendesse il suo tenero compagno di classe sulle spalle liberandola da quella stretta. Honey sembrava un bambino, ma aveva una forza incredibile.
«Haru-chan, non ci hai ancora detto che giorno è il tuo compleanno» la ammonì il ragazzo con un’espressione offesa e tradita da manuale, labbro inferiore tra i denti e occhioni grandi e pieni di lacrime compresi. Il risultato fu così riuscito che Haruhi portò l’amico al primo tavolino libero, lo depositò su una comoda poltroncina e andò a tagliargli personalmente una fetta di torta.
Nemmeno la festeggiata aveva ancora ricevuto il dolce, ma nessuno osò obiettare; tutti i presenti conoscevano Honey e il suo amore senza confini per le torte e non erano così pazzi da mettersi tra lui e i suoi adorati spuntini.
«È vero, figliola: come hai potuto tenerci nascosto finora una simile informazione?» Tamaki era scivolato accanto a lei, e senza mai smettere di sorridere allungò una mano in direzione della torta, un’incredibile montagna di panna montata guarnita di violette di zucchero, ma prima che riuscisse a toccarla Haruhi scostò le sue dita con un gesto controllato ma ugualmente deciso.
Per il Lord fu come se la ragazza lo avesse schiaffeggiato: si voltò verso di lei, sotto shock, senza neanche trovare la forza di chiedere per quale motivo lo avesse fatto.
«Dopo Honey va servita la festeggiata, Tamaki» spiegò con semplicità Haruhi, vestendo per l’ennesima volta i panni della mamma costretta a sgridare un figlio piagnucolone e viziato. Poco importava che il Presidente del Club fosse più vecchio di lei e la superasse di parecchio in altezza. Come da copione, Tamaki si rifugiò nel suo angolino preferito, più depresso che mai. Grossi funghi comparvero dal nulla tutt’intorno alla sua figura rannicchiata.
«Haruhi ha ragione! Dovresti vergognarti, Lord» commentarono all’unisono i gemelli sempre lieti di rigirare il coltello nella piaga che quella figlia indisciplinata aveva aperto nel povero Tamaki. «Tuttavia, Haruhi, non è che stai cercando di svicolare senza rispondere alla domanda?»
Colta in fallo, la ragazza si rizzò in modo innaturale, riuscendo lo stesso a posare il piatto con la torta davanti al naso di Honey, che senza tanti complimenti augurò buon appetito e brandì una forchetta, deciso a segnare un nuovo record nella sua attività preferita.
In poco più di trenta secondi, il piatto era lindo e vuoto. «Molto buona, posso averne ancora?»
Haruhi annuì in un grande sorriso. «Hai, ma certo!»
«Non così in fretta, Haruhi» la placcarono in coro i gemelli, costringendola a sedersi accanto a Honey. D’altro canto, Mori si avvicinò al suo amico, gli passò Usa-chan, che era stato abbandonato su un divano poco prima, e gli ricordò che non era la sua festa e che doveva lasciare un po’ di torta anche agli altri.
Hikaru fissò suo fratello con aria triste, come se quell’improvvisa riservatezza dell’amica lo infastidisse. «Non ti sembra terribile, Kaoru, che questa sciocchina non voglia rivelarci la data del suo compleanno?»
«Sì, Hikaru», rispose il gemello con la stessa espressione malinconica. «E la cosa è molta ingiusta; essere così malfidata con noi, che siamo suoi amici» e qui Tamaki, che pur mantenendo il suo stato di sconforto aveva teso l’orecchio sperando che Haruhi si decidesse a parlare, accusò il colpo della frecciata tutta per lui e crollò a terra, distrutto.
Ma cosa aveva fatto per meritare dei figli tanto ingrati?
«Però è vero, Haruhi» domandò una delle ragazze presenti, «come mai sei così restio a dire quando compi gli anni? Non è mica un reato, in fondo!»
Anche le altre clienti, compresa la studentessa che stavano festeggiando, la invitarono a parlare, facendola sentire in trappola.
«Non è certo un segreto, in fondo potreste scoprire tutto quello che volete nel giro di un minuto» balbettò Haruhi incerta, scoccando uno sguardo preoccupato e allo stesso tempo indagatore nei confronti di Kyouya, che fino a quel momento aveva seguito le sceneggiate degli amici con la sua solita calma incrollabile.
Il Re nell’Ombra stava ricontrollando alcuni calcoli sul suo inseparabile taccuino, aggiustandosi di tanto in tanto gli occhiali sul naso; fin dall’ingresso della ragazza nel Club, si era tenuto in contatto con il di lei padre, Ranka-san, e proprio da quell’insolito papà avrebbe potuto scoprire tutto sulla vita della povera Fujioka con una semplice telefonata.
C’era da sperare che Kyouya non trovasse alcun interesse o guadagno nello scoprire il giorno del suo compleanno, perché fino a quel momento il pigro quanto diabolico vice-presidente si sarebbe ben guardato dall’intervenire. Purché Tamaki non attaccasse con i suoi sguardi da cucciolo abbandonato, ma per ora il Lord sembrava tanto sconvolto dai suoi tre pargoli irrispettosi da non averci pensato. Non ancora, almeno.
Sentendo il bisogno di trovare una scappatoia, Haruhi guardò l’orologio da polso e saltò in piedi, decisa a fuggire all’interrogatorio dei gemelli. «Accidenti com’è tardi, devo andare a casa a preparare la cena per papà!»
E in meno di un minuto scomparve dall’aula, lasciando dietro di sé solo un grande polverone.

   
 
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