...Tutto grazie ad un po’ di cera...
Era il 16 settembre 2011
18 anni fa era nata una bambina...una bambina speciale,per così
dire.
Era speciale per se stessa,in fondo era una normale bambina come
tante...ma lei,in cuor suo,si sentiva diversa...
Giocava con le
bambole,come tutte,ma quando giocava doveva mettere,come sottofondo, un po’ di
musica...non c’ era una canzone in particolare,poteva essere anche la colonna
sonora di qualche cartone animato...ma senza musica non riusciva a fare nulla...
E sì...
La musica faceva parte
di lei,l’aveva sempre amata...ed ora,che era più grande,l’amava più di
qualsiasi cosa...
Era il dono più bello
che le potevano regalare e lei era contenta di averlo ricevuto.
Aveva compiuto 18 anni
proprio oggi.
Non voleva ricevere
nulla,nessun regalo e non voleva nemmeno festeggiare il suo compleanno come
tutte le ragazze della sua età.
Le feste le piacevano
si,ma non voleva far spendere tanti soldi ai suoi genitori solo per una
festa...in fondo erano 18 anni.
Tutti dicono che i 18
anni ti cambiano la vita...bè,la cambieranno...ma
forse solo allo Stato.
Sei maggiorenne,puoi
fare ciò che vuoi...ma relativamente.
A te non cambia
nulla,è solo un anno in più come tutti gli altri,forse solo una cosa li
distingue...ovvero che con i 18 anni aumentano le responsabilità,inizia la
“vita” per così dire.
Inizi nuove sfide,devi
imbatterti in un “mondo” tutto nuovo...non hai più un posto,dove, quando hai un
problema ti puoi andare a rifugiare...adesso quel posto devi creartelo tu,devi
cercarlo tu...
Non ci saranno più i
tuoi genitori a difenderti quando qualcuno ti fa “del male”,adesso devi difenderti
da solo...sei adulto ormai,ma ripeto...lo sei,ma solo per lo Stato...perchè
dentro di te c’è ancora un bambino,un bambino che ancora sogna,sogna qualcosa
che vorrebbe avere tra le sue mani e che vorrebbe ottenerlo semplicemente,come
tutti i bambini del mondo,che vorrebbero ancora giocare,scherzare con i loro
piccoli amici senza pensare a nulla...ma prima o poi devi aprire gli occhi e
devi renderti conto che non sei un bambino,ma ormai sei “adulto” e se vuoi
qualcosa devi ottenerla battendoti per essa.
Quel pomeriggio lei si
aspettava solo la visita dei suoi parenti.
Come ogni
anno,infatti,i suoi parenti andavano a casa sua a portarle qualche regalo...
Era seduta davanti al pc in attesa che qualcuno arrivasse.
Sua madre era ancora
in cucina a rifinire la torta che aveva preparato,mentre suo padre stava
guardando,come ogni pomeriggio,la tv.
Navigava tra
siti,salvava foto e leggeva qualche vecchia intervista...
Era piuttosto
annoiata...però nonostante questa “perenne” noia che ormai l’accompagnava da
tutta l’estate,era felice perché ben presto sarebbe subentrata una novità,o per
meglio dire una nuova “avventura”.
Quest’anno ,infatti, sarebbe partita finalmente per il paese che lei sin
da piccolina sognava di andare a visitare.
Quello era il regalo
che gli avevano promesso i suoi genitori.
Dopotutto non fare la
festa dei 18 anni era servito a qualcosa...
Bussarono alla porta.
-Martina vai tu!- sentì gridare dall’altra stanza.
-aspetta mamma...-
Spense velocemente il pc e corse verso la porta.
Abbassò leggermente la
maniglia,tirò verso di se la porta e si ritrovò davanti qualcuno che non si
sarebbe mai aspettata di vedere...le sue migliori amiche.
Tutte e tre gridarono
all’unisono “Auguri” sventolando alcuni palloncini davanti il suo viso.
La madre arrivò e notò
che la figlia era tra il sorpreso e la commozione.
-Ragazze...- riuscì
solo a dire con un filo di voce,anche se nel suo viso era spuntato un sorriso a
32 denti
-Auguri nuova
maggiorenne!!!- disse una di loro abbracciandola.
Le ragazze entrarono
in casa e Martina,nonostante tutto, era ancora scioccata dall’accaduto.
Non si aspettava che
arrivassero le sue amiche,si aspettava solo la solita visita dei suoi parenti...ma
nulla di più.
Dopo pochi minuti
iniziarono ad arrivare i suoi nonni,i suoi zii e suo cugino.
-Su!è arrivato il
momento della torta!- disse sua madre piombando nella stanza della ragazza dove
stava chiacchierando con le sue tre amiche.
Si alzarono e si
recarono nel salone dove vi erano tutti.
E si...aveva 18
anni,ma ancora era la “piccola di casa”.
Guardò le sue amiche e
gli lanciò un altro dei suoi sorrisi.
Si mise davanti al
tavolo,tutti la guardavano,e in basso vi era la torta che le aveva preparato
sua mamma...era brava a cucinare e amava fare le torte per i compleanni.
Accesero le
candeline,rigorosamente 18,che erano disposte lungo il bordo della torta.
Si abbassò verso le
candele,chiuse gli occhi e mentre soffiava espresse un desiderio.
In 18 anni,nonostante
i 18 desideri esauditi durante tutti i suoi compleanni,nemmeno uno si era
ancora avverato,ma lei continuava a crederci lo stesso nonostante sapeva che
era solo una stupida credenza.
Tutti applaudivano e
le sue amiche corsero verso di lei abbracciandola, e una di loro disse:
-Finalmente sei una di
noi!-
Lei si era diplomata
da poco più di tre mesi...era andata in primina,e
questo,oltre a farla essere la più piccola della classe,le comportò anche a
diplomarsi prima,ovvero a 17 anni.
Si sedettero tutti ed
iniziarono a mangiare la torta,compresa la festeggiata.
-Martina...e allora?non ci hai raccontato nulla del tuo viaggio!quando
parti?- chiese una sua zia
-parto domani,girerò
un po’
Quel posto,che sempre
l’aveva attirata,era diventato speciale per lei per tanti motivi,ma
principalmente per uno,la sua band preferita.
Ormai erano anni che
non si sapeva più nulla di loro,era come se si erano “eclissati”.
I giornali,la
televisione...nulla ormai parlava più di loro.
Erano una “cosa
passata” ma per lei non erano passati mai...loro erano rimasti sempre per lei,loro sono rimasti per sempre.
Le avevano fatto
passare l’adolescenza più bella.
E’ un periodo
difficile,e anche per lei lo era stato,ma insieme a questi quattro ragazzi e
alla loro musica, lei era riuscita ad attraversarla al meglio.
I Tokio Hotel,un nome che lei non era mai riuscita a
dimenticare.
-Mi raccomando!portaci
qualcosa da li!- disse un'altra delle sue amiche
-ovvio- sorrise la
mora.
Il pomeriggio passò.
Tra scarti di
regali,risate,sorrisi...era stato il più bel compleanno della sua vita.
Lo aveva passato con
le persone a cui voleva più bene e ben presto avrebbe “ricevuto il suo regalo
di compleanno”.
♪......♪
Si svegliò.
Quel giorno sarebbe partita per un nuovo viaggio, e questa volta
sarebbe stata sola.
Avrebbe passato dei giorni sola...a ripercorrere un
cammino...voleva scoprire il passato...
Ed ora aveva l’occasione di poterlo “vivere”, e non vedeva l’ora.
L’unica cosa che temeva era la malinconia...arrivare in quella
terra l’avrebbe fatta sentire sicuramente male...avrebbe visto per la prima
volta i posti dove quei 4 ragazzi erano cresciuti di cui ora non si sapeva più
nulla.
Le mancavano,più di qualsiasi altra cosa, e vedere quei posti
l’avrebbe fatto aumentare solo quel sentimento di malinconia. Li rivoleva indietro...ma ormai nulla era rimasto di loro...
chissà che fine
avevano fatto...
Si preparò con
calma,ripose le ultime cose nella valigia e finalmente era pronta per partire.
I suoi genitori
l’accompagnarono in aereoporto...era un po’ triste vedere la propria figlia
partire da sola,ma che dovevano fare?era quello il suo sogno,lei aveva deciso
così e loro acconsentirono la sua richiesta.
Aveva solo una valigia
a mano e per fortuna non ebbe il bisogno di imbarcarla.
Passarono circa 2 ore
fino a quando una voce annunciò il volo per Berlino.
Salutò entrambi i
genitori,iniziò a camminare lungo il “sentiero” che portava al bus,diretto per
l’aereo,e si voltò per l’ ultima volta a guardare i suoi genitori.
Gli lanciò un sorriso
e dopo continuò a camminare...
Posò la valigia nel
ripiano sopra i sedili.
Si sedette vicino al
finestrino e allacciò le cinture.
Dopo pochi minuti
l’aereo si alzò,ed iniziò il decollo.
Vedeva il paesaggio da
sotto...era uno spettacolo unico,ed in quel momento mancava solo una cosa a
rendere il tutto più “magico”,ovvero la sua compagna di viaggio...la musica.
Prese il suo i-pod che
era nella sua tasca,lo accese e la prima canzone che ascoltò fu “Rette Mich”.
Quel viaggio era il
suo “evadere” dalla vita...
Era da tanto che
aspettava questo momento...voleva essere libera,voleva avere un po’ di tempo
per se,senza nessuno che le dicesse cosa fare,dove andare...e tutto questo lo
poteva ottenere essendo sola,e finalmente lo era.
Durante il viaggio
ascoltò le canzoni dei Tokio Hotel.
Più le ascoltava e più
gli mancavano,non poteva darsi una ragione...perchè erano scomparsi?che cosa
era successo?nessuno lo sapeva...e sembrava che tutti si erano scordati di
loro.
Piano piano l’aereo oltrepassò lo stato raggiungendo la
destinazione.
Già,sin da sopra
l’aereo,si poteva notare la differenza enorme che vi era tra il suo paese e
Concluso l’atterraggio,Martina
si alzò prese la valigia e si diresse verso l’uscita dell’aereo.
L’aria che
l’avvolgeva,che era intorno a lei,era diversa...forse lei la sentiva così
perché sapeva di essere libera.
Uscì dall’aereoporto e
non appena fuori,trovò un taxi.
Diede all’autista la
sua valigia,che la ripose nel portabagagli,e subito si incamminarono verso
l’hotel dove la ragazza avrebbe alloggiato durante quelle due settimane,ovvero
il Ritz Carlton.
Non a caso aveva
scelto quel albergo.
Era costoso sì,ma
dopotutto se voleva “ripercorrere” il cammino fatto dalla sua band
preferita,doveva ripercorrerlo iniziando dal Ritz,uno
degli alberghi preferiti da loro quattro.
♪......♪
Ogni giorno passava...ed ogni giorno andava a visitare un posto
nuovo.
Tutto lì le sembrava magico,strano...quasi come se stesse vivendo
dentro un sogno.
Ogni mattina si svegliava con il sorriso, pronta per intraprendere
un “viaggio” verso una nuova città o un posto nuovo.
La famiglia,i suoi amici,le mancavano poco...certo,ogni tanto
pensava che sarebbe stato bello condividere queste “emozioni” con loro,ma
sicuramente,se si fosse portata qualcuno non si sarebbe goduta poi così tanto
questa libertà.
Il primo giorno,il giorno dell’arrivo,dopo aver posato le valigie
in hotel,decise di andare a visitare un po’ Berlino a piedi,dato che l hotel si
trovava vicino il centro della città.
Passava davanti le vetrine dei negozi,ed ogni tanto entrava e comprava
qualcosa...se avesse continuato così avrebbe svaligiato tutti i negozi di
Berlino.
Il giorno dopo andò a vedere la scuola dei gemelli, a Wolmirstedt.
Prese un pullman da Berlino che la
portò a Magdeburgo e dopo, alla stazione dei Pullman
prese un taxi che la portò,dopo 20 minuti,davanti la scuola.
Era proprio come l’aveva vista in un
intervista nel 2005,una delle prime interviste fatte ai ragazzi davanti la loro
scuola.
Ricordava ciò che avevano
detto...parlavano che erano diventati da poco famosi,grazie al loro primo
singolo “Durch den Monsun” e che ormai,andare a scuola,era divenuto un
problema a causa dei fans che piano piano aumentavano
sempre più invadendo la scuola, pur di ricevere un loro autografo o una foto.
Erano ancora piccoli...Bill e tom avevano
15 anni mentre Gustav ne aveva 16 e Georg,il più grande dei tre,17.
Erano appena “entrati” nel mondo della
musica,ma già la loro musica,la loro presenza scenica era già qualcosa di
eccezionale.
La scuola era chiusa,ma lei fece
comunque il giro all’esterno di quel luogo.
Era diversa dalle solite scuole che
vedeva in Italia,sembrava tutto tranne che una scuola...a differenza di quelle
italiane che la maggior parte sembravano ospedali.
Era molto colorata,e aveva un enorme
prato alla sua destra mentre infondo vi era un campetto da basket.
Quella sì che era una scuola...e pensò
che se fosse stata nei gemelli,sarebbe stata contenta di andare in una scuola
così, a differenza della sua che odiava profondamente.
Lì vicino vi era una panchina,si
sedette lì,prese il suo i-pod e stette lì a contemplare quel luogo per una
mezz’ora mentre mille pensieri rivolti a quei quattro ragazzi,le invadevano la
mente.
Poco prima di ora di pranzo,decise di
spostarsi ed andare a visitare un altro luogo...Loitche,il
luogo dove la famiglia Kaulitz alloggiò per un periodo,e poco prima la
“scomparsa” del gruppo,si diceva che lì abitasse ancora la madre dei
gemelli,Simone insieme al suo compagno Gordon Trümper.
Durante il tragitto,mangiò velocemente
un pacchetto di crackers che si era portata, e non
appena arrivata a Loitche decise di visitare il luogo
e di andare a vedere la casa dei gemelli.
Anche quel cancello l’ aveva visto più
volte in varie foto,e lì vicino,molti anni prima, vi era la fermata ,dove i
gemelli,da piccoli,aspettavano l’autobus alle 6 di mattina per andare a
scuola,ma purtroppo,poco dopo l’inizio della loro “avventura musicale” fu
distrutta da un gruppo di ragazzi che decisero di fare un dispetto,
distruggendo quella fermata, che ormai era diventato un luogo di “culto” per le
fans del gruppo.
Riconobbe facilmente la casa,si
avvicinò anche al cancello e notò che ancora c’era la cassetta delle lettere
intestata “Kaulitz-Trümper”...evidentemente lì viveva
ancora la madre dei gemelli.
Martina,notando questo particolare,sorrise
e in un certo senso,fu rincuorata del fatto,che nonostante il gruppo si era
“eclissato”,tutto il resto era rimasto intatto,proprio come alcuni anni prima.
Stette per tutto il pomeriggio
lì,passeggiando per le vie di Loitsche...
Era un piccolo paesino,ma a lei le
piaceva...
Lì si sentiva a casa,come se quel
piccolo paesino lo conosceva meglio delle sue tasche.
Anche lì andò in giro per alcuni
negozi,e comprò qualche piccolo souvenir per la sua famiglia.
Nei giorni successivi le mete
furono:Lipsia,dove nacquero Bill e Tom, Halle, la
città di nascita di Georg e per due giorni consecutivi decise di andare a
visitare Magdeburgo,luogo di nascita del
batterista,Gustav,e luogo dove nacque tutto,dove nacque la band...
Quella città era stata sempre citata da
loro quattro,ma di più delle volte era citata in maniera negativa.
Quel posto per loro era stato
terribile,anche se da lì vi fu l’inizio della loro carriera...lì Bill e Tom
conobbero Gustav e Georg,e da lì nacquero i “Devilish”.
Per l’intera settimana girò le città vicine,e più vedeva una città
o un paese nuovo,più se ne innamorava.
Il lunedì successivo,lasciò l’albergo perché ora era il momento di
vedere l’ultima città,dove ci sarebbe rimasta per quasi tutta la settimana,l’ultima
settimana prima della partenza...ovvero Amburgo.
Prese il treno da Berlino che impiegò all
incirca due ore, e arrivò finalmente ad Amburgo...
♪......♪
Venerdì 27 Settembre.
-No io non ce la faccio più!non ne posso più!- sentì gridare suo
fratello
-Sempre la solita vita da tre anni!basta!rivoglio la vita di
prima!- disse sempre il moro camminando da una punta all’altra del corridoio.
Tom stava guardando la tv disteso nel divano dando le spalle a suo
fratello che non smetteva un attimo di camminare e di lamentarsi.
-Tom!cavolo mi ascolti???- disse il moro che si mise davanti a lui
impedendogli di vedere la tv.
Il ragazzo,alzò gli occhi,lo guardò e senza rispondere allungò la
testa oltre il fratello e riprese a guardare la tv.
Bill,non soddisfatto,si spostò di nuovo,e per la seconda volta gli
bloccò la visuale.
-E che cavolo bill!che cosa vuoi che faccia?!?è finita!piantala,
fammi vedere la tv-
-No che non è finita!non possiamo piantare tutto!io non ne posso
più di fare una vita cosi!è sempre uguale...io voglio fare concerti!voglio
vedere i fans!cantare con loro!...- disse il moro spostandosi involontariamente
e iniziando a gesticolare...sembrava quasi che stesse recitando un monologo.
Guardò nuovamente il fratello disteso nel divano e disse:
-Io lo so che lo vuoi pure tu!-
-Bill,mettici una pietra sopra,è finito,lo vuoi capire?-
-Tom...io...io...o lascia stare!- disse Bill che,arrabbiato,tornò
in camera sua.
Anche a Tom gli dispiaceva,cercava di non farlo capire a suo
fratello,ma era evidente...gli mancava la vita on the road di prima,voleva
suonare davanti a 50.000 mila persone,voleva far impazzire tutte le sue fans
che venivano ai loro concerti,ma tutto quello era finito,ma a differenza di Bill,lui
cercava di non pensarci.
Era colpa di Bill se tutto questo era finito,ma da buon fratello
riusciva solo a comprenderlo,non gli voleva fare assolutamente pressione...se
Bill non riusciva più a scrivere,lui non poteva farci nulla.
Bill si trovava nella sua stanza.
Era sopra il suo letto con la testa rivolta sul cuscino, e accanto
a lui vi erano un quaderno e una penna.
Era da 3 anni che non componeva una canzone,non riusciva più a
scrivere,era come se fosse bloccato da qualcosa,ma purtroppo non sapeva cosa.
Era proprio per questo che la band si era “dissolta”.
Il management che lavorava con loro,era a conoscenza di questa
situazione,e più volte aveva proposto ai ragazzi alcuni testi,ma Bill,per
primo, disse che il prossimo cd,se fosse uscito,doveva essere con le loro
canzoni,con i loro testi,e non con composizioni di altri.
Erano i Tokio Hotel,e gli stessi Tokio Hotel dovevano comporre un
cd,non altre persone.
Era il loro cd, e nessun altro doveva mettergli mano.
Ma il problema ora,e che dagli ultimi tre anni,non è mai uscito
nulla in grado di essere pubblicato in un cd, pronto ad essere un successo come
gli altri album.
Come era possibile?a 8 anni Bill,ancora un bambino,riusciva a
scrivere testi,ed ora che aveva 22 anni,appena compiuti,non riusciva nemmeno a
scrivere una rima...era proprio per questo che non si dava pace.
Georg,Gustav e Tom cercarono di dare una mano con i testi...ma non
veniva fuori lo stesso effetto.
Bill era l’unico in grado di creare un testo.
Un testo ricco di emozioni,di sentimenti...solo lui riusciva a
comporre frasi che riuscivano a farti sognare...ma ormai lui non riusciva più a
scrivere nulla.
Le scelte ormai erano solo due:o accettava la proposta fatta da
alcuni della produzione,che gli avevano proposto alcuni testi,oppure lasciare
tutto e continuare la vita monotona che ormai da tre anni circa,aveva vissuto.
Pensò alla prima ipotesi:
“No...mai e poi
mai...che senso avrebbe fare un cd con le canzoni di altri?non sarebbero i Tokio
Hotel...no,non accetterò mai...”
Non contento della prima,passò alla seconda ipotesi:
“Già non ne posso
più...come farei a vivere tutta la mia vita in questo modo?no...devo fare
qualcosa...io non posso più rimanere con le mani in mano!...
Ma cosa posso fare?non
so fare più nulla...sono un imbecille!”
E dopo di che,affondò la testa nel cuscino mentre un misto tra la
rabbia e la “depressione” lo invadeva.
In quel momento bussarono alla porta.
Il ragazzo sollevò leggermente il volto e disse:
-Entra!- e ripose di nuovo il viso nel cuscino.
Era Tom,come lui aveva previsto.
Gli si avvicinò,si sedette vicino a lui e disse:
-Bill...dai...non puoi stare ancora così-
-Tom tu non capisci...io voglio la mia vita di prima!ma non capisco
cosa diavolo mi è successo!-
Gli rispose guardandolo negli occhi.
-Dai vedrai che se tu vuoi puoi fare tutto...-
-ma che cosa!non mi viene fuori nulla...- disse questa volta
mettendosi seduto con il cuscino tra le mani.
-ma...Bill,te la posso fare una domanda?- chiese tom
-Si...dimmi- disse sbuffando
-Ma...è successo qualcosa?-
-ma che deve succedere!siamo sempre appiccicati!quello che succede
a te succede a me...che cavolo di domande mi fai?!?- disse con un tono
aggressivo
-Io l ho detto che ho un fratello scemo...non intendevo in quel
senso!non è che è successo qualcosa dentro te?cioè...come dire...non è che hai
qualche problema?- disse innervosendosi
Bill lo guardò con un espressione interrogativa.
“oddio...ma che è
successo a Tom?ora si mette a fare pure lo psicologo...lo sapevo...la troppa
televisione gli sta rovinando il cervello!”
-No...che mi deve succedere?sono sempre io...Bill...- disse
facendo sembrare quello che aveva detto una cosa ovvia,scontata.
-Come vuoi...- rispose il fratello tristemente.
-Comunque...perchè eri venuto qui?-
-uhm...così,volevo sapere cosa facevi...- disse
-bè...vado a prendermi una lattina di coca cola,tu la vuoi?-
chiese il rasta
-no...grazie-
-ok...- e il ragazzo si diresse verso la porta,la aprì e uscì
lasciando dietro di se un Bill che ormai non riconosceva più.
“Io non posso darmi
pace...cioè non può essere che non riesce a scrivere un testo...non lo
riconosco più...non so che fare...vorrei aiutarlo,ma è una causa persa...”
Pensò Tom mentre apriva il frigorifero da cui estraeva una
lattina.
“Eppure dovrei fargli
–rivivere- le sensazioni che ha provato in passato...magari ritorna la sua
voglia di comporre...potrei fargli vedere un dvd!no...lasciamo
perdere...se no poi si mette a piangere come un bambino perché rivuole la –vita
di prima-”
Pensò mentre,verso l’ultima frase,ovvero “vita di prima”,imitò la
voce del fratello quando gli ripeteva queste tre parole.
“E se cerco qualche
fans e la faccio parlare con lui?no...meglio di no,anche perché ormai sarebbe
un’ –avventura- cercare una nostra fans...anche loro ci avranno abbandonati...”
Prese la lattina e si diresse nuovamente verso la tv.
L’aprì e mentre,con una mano portava la lattina alla bocca e con
l’altra cambiava canale,sentì al telegiornale una notizia.
“Dopo
alcuni anni,dopo la chiusura per restauro,il museo delle cere di Berlino,il
Madame Tussauds, ha riaperto le sue porte ai
visitatori.
Questo
pomeriggio,alle 16.00 ci sarà la riapertura. Oltre alle vecchie cere,che hanno
fatto la storia del museo,ci saranno delle new entry. Ma ora passiamo alle
altre notizie...”
“Madame Tussauds...Madame...ma
si certo!è il museo dove c’è la statua di Bill!”
Non finì nemmeno di pensare l’ultima frase che si alzò di scatto
rovesciandosi la lattina di coca sopra la sua maglietta.
“Scheiße!Vabè...poi ci penso...ho altre cose da fare ora!”
Poggiò velocemente la lattina sul tavolo e andò nella stanza di
Bill.
Questa volta,però,entrò senza bussare,ritrovando suo fratello che
strappava fogli da un block notes che li accartocciava a palline e li lanciava.
Tom rimase un po’ sconvolto da quella scena.
-Tom ti avevo detto che non ne volevo co...ma
aspetta...che hai combinato alla maglietta?-
-eh?- chiese Tom che era immerso nei suoi pensieri vedendo la
stanza che sembrava essere stata presa da assalto da una tempesta di palline di
carta.
-Buona notte Tom!- disse Bill ritornando a strappare fogli.
Tom guardò la sua maglietta,aveva intuito che il fratello gli
aveva fatto una domanda riguardo alla macchia di coca cola e sperando di non aver
capito male disse:
-Ah...no niente mi è caduta la lattina addosso...comunque...-
mentre avanzava verso il moro
-certo che queste capacità le hai solo tu...rovesciare una lattina
sopra la maglietta...mah...- continuò il moro fissando la pallina di carta che
stava accartocciando.
-ma senti chi parla!tu parli di me...ma ti sei visto?guarda che
hai combinato!sembra un campo di battaglia di palline di carta...poi pulisci
tu...io non ne voglio sentire parlare!-
Bill fece finta di non ascoltarlo.
-comunque,vai al sodo...dato che non mi hai portato nulla,che
vuoi?- disse schietto il ragazzo
Tom per un attimo si era scordato la ragione per cui era andato da
suo fratello.
-Ah...si...allora...domani mattina usciamo-
-E dove dobbiamo andare?- disse Bill fermandosi
-Al Madame Tussauds-
Appena sentì quel nome,il cervello di Bill si bloccò.
-EH?!?- riuscì solo a pronunciare
-Si...-
-No...ho capito le tue intenzioni,lascia stare- disse alzandosi
iniziando a raccogliere le palline di carta
-ma perché Bill?dai...non ci siamo mai andati!non è normale che ti
hanno fatto una statua e tu non ci sei andato mai!- disse il fratello
-Ma sei scemo?no Tomi...lo sai,mi fa impressione...- rispose
dandogli le spalle
-tu non sei normale...hai accettato di farti fare la statua, e hai
sempre fatto di tutto per non andarci...ma allora perché te la sei fatta fare?-
-Allora- il ragazzo smise di raccogliere le palline di carta e
guardando il fratello negli occhi disse:
-Punto primo,mi hanno proposto la statua ed io ho accettato,perché
penso sia forte.
Punto secondo,non ci sono andato mai perché mi fa impressione,già
ho te che sei uguale a me,e vedere un altro che mi somiglia mi
fa...impressione...
Punto terzo...- disse il moro bloccandosi
-punto terzo?- continuò il fratello
-Punto terzo...non ci voglio andare!- e gli diede nuovamente le
spalle continuando a raccogliere altri fogli accartocciati.
-Dai Bill...io ci voglio andare...voglio vedere la statua-
-vacci solo!oppure ti porti a Georg,o Gustav o Andreas...-
-Sono impegnati...Georg doveva andare a comprare un
giubbotto,Gustav doveva accompagnare Franziska (la
sorella di Gustav n.d.b) perché si deve comprare una macchina e Andreas come sai,prima delle 13.00 dorme...quindi l’unica
alternativa sei tu!- disse Tom inventandosi il 99% delle cose appena dette.
Non ricevette nessuna risposta dal fratello,ed allora decise di
giocare l’ultima carta.
-Facciamo così,tu mi accompagni,e appena ci avviciniamo alla tua
statua,tu ti fermi poco prima e mi aspetti,così io la vedo,ok?-
Bill si girò,lo guardò e disse:
-ok...vada per il museo...- Si diresse verso la porta,con le
palline di carta che teneva tra le braccia come se tenesse un bambino,e
voltandosi per ultima volta verso il fratello disse:
-Ah...comunque aveva chiamato Gustav che voleva sapere a che ora domani
mattina tu lo passi a prendere per andare da David...- e con un sorriso se ne
andò.
Portò la mano sopra il suo viso “Sono un demente!” pensò il rasta, però
nel suo viso riportò un sorriso...forse poteva fare ancora qualcosa per suo
fratello...
Era questione di ore...
♪......♪
Trovava quella città fantastica,l’aveva vista spesso in foto,ma
vederla dal vivo era tutta un'altra cosa.
Quella città le ricordava molte cose,era il luogo dove i Tokio
Hotel registravano le loro canzoni,il luogo dove in passato avevano vissuto la
maggior parte delle volte quando non erano in tour...era un luogo che le
ricordava tante cose che riguardavano la band,come tutto il territorio
d’altronde,ma Amburgo stranamente la faceva pensare ancora di più a quei 4
ragazzi che le avevano colpito il cuore da quando lei aveva 14 anni.
In alcuni momenti si domandava se loro fossero ancora lì...ma in
ogni caso sapeva che non li avrebbe mai incontrati.
Era il giorno di lasciare Amburgo per tornare nuovamente a
Berlino,dove fra due giorni avrebbe preso l’aereo per tornare a casa.
Era alla stazione dei treni,ma ancora,prima di prendere il
treno,avrebbe dovuto aspettare alcune ore.
Lì vi erano delle panchine,e in una di queste c’era un signore che
leggeva un quotidiano.
La ragazza vedendolo,pensò di andare in un edicola...chi lo
sa,magari lì avrebbe trovato qualche articolo riguardante la band.
Girò più volte su se stessa,vedendo se vi era un edicola nelle
vicinanze,ma niente,non riusciva a capire dove fosse.
Si avvicinò al signore,e parlando in tedesco disse:
-Mi scusi,saprebbe dirmi dov’è l’ edicola?-
-Si,deve andare lì,giri e la troverà- rispose gentilmente
indicando la strada.
-Grazie mille- e la ragazza con un sorriso, lasciò l’uomo e si
diresse verso la direzione appena indicata.
Entrò dentro il negozio.
Sfogliò alcuni quotidiani,alcuni giornali,ma niente non vi era
nulla riguardo Bill,Tom,Georg e Gustav...
Rassegnata,prese un quotidiano qualsiasi,lo pagò e uscì fuori.
Non amava molto i quotidiani,ma almeno avrebbe fatto qualcosa durante
il viaggio in treno.
Dopo 45 minuti di attesa,il treno arrivò.
Entrò,posò la sua valigia e si sedette vicino il finestrino, e
dopo qualche minuto, il treno lentamente partì e iniziò a prendere velocità.
Decise di accendere l’i-pod e aprì il giornale. Vi erano notizie
riguardanti la politica,la borsa,spettacoli...nulla che poteva interessarla
particolarmente.
Era a pagina 42,stava leggendo distrattamente un articolo
riguardante un concerto di un nuovo gruppo che si era tenuto pochi giorni prima
a Berlino.
“Milioni di fans sono
venuti,non immaginavamo che potesse accadere tutto questo...sembra un sogno,non
vediamo l’ora che arrivi il prossimo concerto!” e così il leader del gruppo ha
promesso che ben
presto torneranno di nuovo, per continuare a far sognare i loro fans...
A quelle parole la ragazza sentì una stretta allo stomaco.
Pochi anni prima leggeva queste recensioni dappertutto,il suo
gruppo andava di “moda”,e anche se questo non le andava giù,era lo stesso
felice perché sapeva che loro c’erano,loro continuavano ad “esistere”
illuminando le sue giornate con la loro musica,con i loro concerti,ma ormai da
3 anni a questa parte tutto era svanito,senza una ragione...
Stava per girare pagina quando fu colpita da una piccola
pubblicità alla fine della pagina.
“Dopo
alcuni anni,dopo la chiusura per restauro,il museo delle cere di Berlino,il
Madame Tussauds, ha riaperto le sue porte ai
visitatori.
Giorno 27
Settembre,alle 16.00 il museo riaprirà, e finalmente potrà ospitare tutti i
turisti e non,che vogliono vedere le sue magnifiche opere di cera.
L’ingresso
per le prime 100 persone è gratuito,per maggiori informazioni...”
“Il Madame Tussauds!potrei andare lì domani...” pensò la ragazza e un
piccolo sorriso comparve nel suo volto.
♪......♪
-Bill allora hai finito?ti vuoi dare una smossa?- gridò dal piano
inferiore il rasta che si trovava davanti alla porta,con
le chiavi in mano della macchina,ma non ricevette nessuna risposta.
-Bill- gridò,ma nulla,silenzio più totale.
Entrò di nuovo a casa,chiuse la porta e salì al piano superiore.
Bussò alla porta,ma nessuno rispose,forse Bill,pensò,è ancora in
bagno.
Aprì di impulso la porta della camera,e vide qualcosa che non
avrebbe immaginato.
Suo fratello dormiva ancora disteso nel letto.
-BILL!- gridò
-mhm...- si sentì provenire
-Ma ti avevo chiamato un ora fa!che diavolo ci fai ancora qui!-
-Tom non rompere...lasciami in pace...- rispose il moro tappandosi
le orecchie con il cuscino.
-E no!quando io ti dovevo accompagnare per comprare i vestiti mi
facevi alzare alle 9 di mattina!ora invece che voglio uscire io,tu sei ancora
in pigiama che dormi...non mi interessa,scendi da quel letto e usciamo!- gridò
-ma Tom!- disse con un filo di voce
-BILL!- gridò ancora più forte
-Ok...ok...basta che ti stai zitto-
e il ragazzo ancora con gli occhi mezzi chiusi si diresse in bagno.
Tom,quando voleva,sapeva come far filare suo fratello...
Dopo 20 minuti Bill era pronto, e insieme a Tom entrarono nella Cadillac diretti per il museo.
Bill ancora si chiedeva come mai suo fratello era così interessato
a vedere quella statua,era solo un po’ di cera,anche se era pur vero che al
ragazzo gli faceva un po’ paura...ma no paura nel senso che era terrorizzato
nel vederla,ma piuttosto gli faceva una strana sensazione vedere una sua copia,
con la piccola differenza che era fatta di cera.
Tom posteggiò la macchina, ed insieme al fratello,che già era
nervoso sia per essere stato svegliato alle 10.00 di mattina che per aver
ascoltato per tutto il tragitto la musica che ama suo fratello che come diceva
lui “si portava il cervello”,si diressero verso l’entrata.
♪......♪
Il giorno prima aveva deciso di andare al museo delle cere,ed
infatti quella mattina si recò proprio lì.
Entrò nel museo e fu colpita da tutte le rappresentazioni di cera
che vi erano dentro l’edificio.
C’erano tantissimi personaggi,li conosceva quasi
tutti...personaggi storici,personaggi del mondo della musica...c’era chiunque
lì...
E c’era anche colui che cercava...
Lì vi era la statua del suo cantante preferito,che le aveva
segnato la sua adolescenza,il motivo per cui lei era andata in quel paese...ma
purtroppo era fatto solo di cera.
Lei si mise davanti a quella statua. La guardava attentamente,era
molto simile all’originale,ma non era lui.
Purtroppo le statue degli altri tre componenti non le avevano mai
fatte,ma già era una conquista avere quella di Bill.
Ricordava il periodo in cui in tutti i forum si parlava di questa
statua,di come era stata realizzata...di tutte quelle ragazze che erano corse a
vederla,a toccarla,ed alcune anche a baciarla.
Mille immagini le scorrevano nella testa,immagini che con la
stessa statua non c’entravano nulla, anche se i protagonisti erano sempre loro
quatto.
I suoi occhi iniziarono a riempirsi di lacrime,era più forte di
lei...le mancavano,le mancavano molto.
Vicino alla statua vi era un ragazzo alto,con un cappellino e un
paio di occhiali da sole,vestito da rapper che incitava un altro ragazzo che si
sporgeva leggermente da un muro che ,si intuiva, non volesse entrare nella sala.
-Allora?ma dai vieni!- disse il ragazzo
-No...avevi detto che lo vedevi tu e poi ce ne andavamo- disse
deciso il moro
-dai!-
-No!- e a braccia conserte si voltò dall’altra parte.
“ma chi mi è capitato come
gemello?un emerite idiota?!?” pensò il rasta.
Rassegnato si avvicinò da solo alla statua.
“ed io ora che faccio
qui?speravo che si avvicinava invece....però wow...è uguale...uffa,ma perché
non l hanno fatta anche a me...capisco che Bill è Bill...ma io sono...sono...” Tom fu bloccato dai
suoi pensieri perché notò una ragazza davanti a quella statua che piangeva.
La guardò da lontano,chi era?e perché piangeva davanti a una
statua?
Piano piano avvertì una presenza vicino
lui fino a quando sentì una mano sopra la spalla che lo fece sussultare
girandosi indietro.
-Cavolo!certo che è proprio uguale!- disse il moro con un
espressione esterefatta.
-Shhh!- disse Tom
-Ma che ti prende?mica siamo in chiesa Tom...è una statua...- lo
guardò il moro che indossava anche lui un paio di occhiali da sole.
-Ma che c’entra,guarda,guarda quella ragazza-
Bill guardò la direzione che indicò il fratello.
-Ma...perchè è triste?- gli chiese.
-Ed io che ne so...io sono il tuo gemello,non il suo- gli rispose Tom
“Ok,è
ufficiale,la tv ha mandato in pensione il cervello di mio fratello” pensò il moro che
sorrise.
-Che cavolo ci ridi!una ragazza piange
davanti alla tua statua e tu ridi?- disse Tom
-Aspetta!- rispose Bill bloccando un braccio del fratello
-Che c’è?- chiese
-Hai appena detto che...-
-Che ho detto?che tu ridi vedendo una
ragazza piangere?- chiese con aria interrogativa il rasta
-no...prima-
-Che c’è una ragazza che piange davanti alla tua statua?-
-Esatto!- rispose Bill con un’aria sorpresa
I due ragazzi si fecero mille ipotesi,ma solo una riusciva a
combaciare con la realtà...la ragazza doveva essere per forza una loro fans.
Bill guardò il fratello, e Tom lo incitò ad avvicinarsi a lei.
Martina ormai non piangeva più,però era ancora lì a guardare
quella statua...se fosse stato per lei,non si sarebbe più mossa di lì.
Notò che in quel posto non era sola,vide che vi erano due ragazzi
situati un po’ più lontani da lei.
Avevano un comportamento strano i due,ma lei non ci aveva fatto molto
caso,in quel momento era presa da tanti pensieri.
Un ragazzo alto,con i capelli lisci e un paio di occhiali da sole le
si avvicinò sempre più, inizialmente lei fece finta i niente, fino a quando
proprio quel ragazzo le rivolse la parola.
-Ciao- disse in tedesco
“Ti prego,fai che
sappia il tedesco...ti prego,ti prego...”
Martina lo guardò,non sapeva se rispondergli o no...ma dopo un
po’, optò per la prima risposta.
Lui le ricordava qualcuno,e sapeva anche chi,ma pensò che forse
era talmente stanca che avrebbe scambiato chiunque per un membro dei Tokio
Hotel.
-Ciao-
Il ragazzo si voltò dietro di lui,in cerca dello sguardo del
fratello,ma evidentemente Tom se ne era andato.
-Ehm...certo che è fatta proprio bene...- disse cercando di
inventare qualcosa da dire.
-Si...- rispose la ragazza guardando di nuovo la statua.
-Peccato solo che dell’originale non si sa più nulla- aggiunse con
un filo di voce.
Bill riuscì a sentire a malapena la frase pronunciata dalla
ragazza.
Ne era certo,quella era una fans.
-Ma...tu eri sua fans?- chiese.
La ragazza aveva gli occhi fissi alla statua e rispose:
-Sono fans di lui,come lo sono per tutto il gruppo...ma ora,non so
che fine abbiano fatto-
In quel momento il cellulare di Bill suonò.
-Scusa- disse, e dalla tasca dei pantaloni prese il cellulare.
-Bill dov’è tom?non risponde al telefono-
-Ehm...Gustav,per ora non posso parlare-
-Si ma dov’è Tom?- chiese insistente
-Non lo so,devo chiudere...-
-No aspetta,in che senso non lo sai?- continuò imperterrite.
-Gustav non lo so,non è con me,fino un momento fa lo era,ora non
lo so...adesso posso chiudere?-
-Hey...che stai facendo di importante?- chiese incuriosito il
batterista
-Non posso parlare ora-
“Gustav?ma è possibile
che il destino l’abbia con me?prima mi fa sembrare un ragazzo qualunque
Bill,ora lui pronuncia il nome Gustav...”
In quel momento la ragazza decise di andare,guardò il moro e per
non essere scortese disse:
-Io vado,ciao...-
Gustav,dall’altro capo della cornetta sentì: “No...aspetta” e poi
la chiamata fu interrotta.
Bill,infatti,aveva fermato la ragazza,poggiando la sua mano nella
spalla.
Lei si voltò di scatto.
-Aspetta- pronunciò questa volta dolcemente.
-Sì?- chiese la ragazza.
-Io so dove sono- le rispose.
La ragazza lo guardò con aria interrogativa.
Ma chi era?e cosa voleva da lei?
Il ragazzo sfilò i suoi occhiali....ed in quel momento gli rivelò
la sua identità.
Martina lo guardò,non era possibile,era proprio colui che aveva
pensato sin dall’inizio,Bill Kaulitz in persona,era lì a pochi millimetri da
lei.
-Sono contento di averti trovata...-
“Oddio...aspetta,recapitoliamo,Bill è davanti a me...ed ora mi sta dicendo
che è contento di avermi trovata...ma che cosa sta succedendo?”
-Di...di...avermi trovata?- chiese con un filo di voce mentre
guardava i suoi occhi.
Il ragazzo stava per rispondere ma fu interrotto dalla ragazza che
disse:
-Aspetta...dimmi prima una cosa...perchè siete scomparsi cosi?-
-Vieni con me,facciamo quattro passi e ti racconterò tutto...- gli
propose, e la ragazza annuì,ma in quel momento non riusciva a capire se quello
fosse un sogno o la realtà.
♪......... ♪
Tom voleva soltanto riportare la felicità,a suo fratello,e aveva
pensato di farlo portandolo davanti alla sua statua per fargli ricordare le
emozioni,le sensazioni che prima provavano quando erano famosi.
Ma la statua non aveva suscitato nulla in Bill,fu però un incontro
a riportargli la “voglia di vivere”.
E chi lo doveva dire che una ragazza così,semplice,ma un po’
complicata,riusciva a realizzare un sogno che non aveva mai pensato,mai
immaginato di vivere?
Lei era andata lì solo per poter ripercorrere i luoghi dove erano
stati quei quattro ragazzi...ma non aveva mai pensato che un giorno li avrebbe
potuti incontrare,e passare alcuni giorni con loro.
Eppure,il desiderio dei suoi 18° anni si era appena avverato...
*Flash back*
Momento dello spegnere le candeline.
Chiuse gli occhi,soffiò piano e pensò:
“Vorrei poter rivedere
in qualche modo Bill,Tom,Georg e Gustav per l’ultima volta...vorrei solo
questo”
*Fine Flash back*
E si...lei dopo l’incontro con Bill,stette per una settimana in
più in Germania.
Conobbe Georg,Gustav e Tom...e vivendo per una settimana con loro
capì che erano speciali,proprio come lei in quei quattro anni,aveva immaginato.
Stranamente,dopo il suo incontro, Bill riuscì a ricomporre.
Ogni giorno Bill faceva vedere nuove Lyrics
ai ragazzi,ed iniziarono a produrre nuove canzoni,nuove melodie...
Finalmente i Tokio Hotel stavano tornando.
Dopo quella settimana,Martina tornò nella sua città,non poteva
stare più lì,anche se lei ci sarebbe rimasta per sempre,ma rimase,comunque, in
contatto con la band tramite telefono,gli sms e le
e-mail.
Quasi tutti i giorni si sentiva con i ragazzi e parlavano per ore
e ore,soprattutto con Bill.
Spesso capitava che facevano le prove e i ragazzi lasciavano il
telefono acceso per farle sentire le nuove canzoni e per avere un parere da
lei.
Ormai lei era diventata importante per loro e loro ormai lo erano
per lei da più di cinque anni.
Tom notò un cambiamento in Bill.
Era da tre anni che ormai era “bloccato”,incapace di scrivere
qualcosa,non aveva più ispirazioni,era triste,ma ora invece era tornato il Bill
di prima,pronto a salire sul palco,con la sua grinta,con la sua dolcezza,e
pronto a suonare con i suoi “compagni” le loro canzoni.
Bill,forse,era l’unico ad aver capito cosa gli era successo...ed
era strano che un po’ di cera era riuscito a farlo “tornare come prima”,pensò.
Ma qui non si trattava, però di cera...ma del destino,un destino
che gli ha fatto provare una sensazione nuova,mai provata sino ad ora,un
destino che gli aveva donato di nuovo la felicità.
Da tre anni,non amava
più,non riusciva più a trovare qualcosa di buono in ogni cosa,era
triste,insoddisfatto,perché gli mancava qualcosa...un qualcosa che lui non
riusciva a spiegare.
Ma grazie a lei,ritrovò il “pezzo mancante”....la forza di
amare...perchè per lei...provò un sentimento,un sentimento grande,enorme,che
cresceva giorno per giorno,un sentimento però che dovette tenere segreto...che
lei,infatti non seppe mai,perché sapeva che la sua vita gli impediva di avere
una relazione a distanza, e avrebbe solo creato problemi sia lui che a lei...ma
in ogni caso il sentimento rimaneva...e si mantenne “vivo” per sempre...
....e
quel sentimento era proprio...l’amore.
The
end
●♪......................................................................................................................................................................................♪●
Ciao a tutti!
Bè che dire,spero vi sia piaciuta la mia nuova one-short.
E’ nata mentre guardavo le
miriadi di foto della statua che hanno creato a Berlino ed allora ho deciso di
farci su una ff ^^.
Ringrazio comunque,tutti
quelli che la leggeranno e se volete lasciare qualche commento,sia positivo che
negativo,sarò lieta di riceverlo,anche perché penso che le critiche siano
costruttive^^.
Un bacio <3
Alla prossima!