Serie TV > Agents of S.H.I.E.L.D.
Ricorda la storia  |      
Autore: wordsaredeadlythings    02/10/2014    1 recensioni
« Fitz, sono ore che sei chiuso qui dentro. »
« Quattro ore, quindici minuti e sedici secondi. »
« Vuoi.. parlarne? »
Fitz sospira, per poi puntellarsi sui gomiti e alzare il busto, cosa che gli permette finalmente di guardare bene Simmons: ha i capelli scarmigliati e nelle ultime settimane ha perso almeno due chili, ma il suo sorriso è sempre in grado di infondergli un calore quasi soprannaturale e nonostante gli occhi arrossati dal pianto e ancora troppo lucidi non può fare a meno di pensare che sia- beh, perfetta.

« Tu credi in Dio, Jemma? »
[FitzSimmons, post 1x20]
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jemma Simmons, Leo Fitz
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

NoteSono una newbie di questo fandom, visto che è la prima fanfiction su di loro che scrivo. Ma, capitemi, mi sono mangiata questa serie tv in meno di una settimana e l'adoro, non potevo non scriverci niente sopra.
La shot è ambientata durante la 1x20, dopo che la squadra recupera Skye e si ritrova nel motel. Ora, tenendo conto di qualche puntata dopo (quando Jemma fa quel discorso spettacolare sul primo principio della termodinamica) affermare che Jemma sia credente potrebbe sembrare un po' OOC, ma conosco molta gente che crede in Dio, ma non crede in inferno e paradiso e cavolate simili; penso che Jemma sia una di queste persone, in un certo senso – concedetemelo, dai.
E poi mi è capitato il testo di quella preghiera e non sono riuscita a trattenermi. 
Spero di poter riempire il fandom di fanfiction con pairing improbabili.
Detto questo, adios!

Disclaimer
Se fossero miei probabilmente farei apparire Clint Barton e Natasha Romanoff ogni dieci secondi – quindi no, non sono miei e non ci guadagno neanche una pacca sulla spalla, yeah.


 


 

The Things I Cannot Change

 

 

 

 

Non è mai stato una persona molto religiosa, lui. Ha troppi postulati e troppe formule che vorticano incessanti nella sua mente in una sorta di caos controllato per poter anche solo ragionare sulla possibile esistenza di un Dio metafisico, troppe stringe quantistiche che si intrecciano con una logica inattaccabile per poter declamare una preghiera ogni sera.
In fin dei conti, lui è uno scienziato: una sorta di legge non scritta vieta agli scienziati di essere religiosi, perché una vita consacrata alla scienza ti porta a cancellare l'esistenza di qualcosa che non segua il primo principio della termodinamica, ma a volte sente la mancanza di tutto ciò – un Dio superiore, qualcuno che si prenda cura di lui senza aspettarsi niente in cambio -, ed è un buco nel petto incolmabile.
E' a questo che sta pensando incessantemente quando Jemma batte le sue mani delicate contro la porta della sua stanza. Non attende nemmeno una risposta: sgattaiola dentro come una farfalla, chiudendosi la porta alle spalle con uno schiocco delicato e gentile, prima di trotterellare verso di lui e sedersi sull'angolo del letto. La vede giocherellare per qualche istante con le maniche del suo maglione blu pervinca: sulle sue ginocchia, in equilibrio precario, è sistemata una confezione di plastica; ha i capelli legati in una crocchia disordinata e l'aria smunta e stanca di chi ha pianto molto – o forse non abbastanza, perché i suoi occhi sono ancora troppo grandi e liquidi.
Poi prende coraggio e dischiude le labbra. « Fitz. »
Quel sussurro sembra bloccare le sue preoccupazioni, lasciandolo in uno stato di calma placida, priva di pensieri. Questo, ovviamente, dura solamente un breve istante: la sua mente riprende a viaggiare alla velocità della luce, saltando tra gli argomenti più disparati in modo quasi maniacale – ha quasi la certezza che Simmons senta i suoi pensieri scorrere come proiettili, ma non vuole pensarci.
« Ti- ti ho portato la cena » afferma lei, con voce tremante e incerta mentre indica il contenitore « Non sapevo se- »
« Non ho fame. » borbotta lui, la voce appena un po' più roca del solito, senza allontanare lo sguardo dagli arabeschi che si intrecciano sul soffitto del motel in cui si trovano.
« Oh » sussurra lei, abbassando nuovamente lo sguardo. Si toglie la confezione dalle ginocchia e la sistema a terra, per poi appoggiare una mano sul materasso e allungarsi verso di lui. « Fitz, sono ore che sei chiuso qui dentro. »
« Quattro ore, quindici minuti e sedici secondi. » precisa lui, giocherellando con uno dei piccoli buchi delle lenzuola.
« Coulson si chiedeva che fine avessi fatto » poi si morde un labbro, indecisa, prima di affermare « Vuoi.. parlarne? »
Fitz sospira, per poi puntellarsi sui gomiti e alzare il busto, cosa che gli permette finalmente di guardare bene Simmons: ha i capelli scarmigliati e nelle ultime settimane ha perso almeno due chili, ma il suo sorriso è sempre in grado di infondergli un calore quasi soprannaturale e nonostante gli occhi arrossati dal pianto e ancora troppo lucidi non può fare a meno di pensare che sia- beh, perfetta.
« Tu credi in Dio, Jemma? » gli esce fuori prima che possa anche solo pensare di ritrarre la domanda.
Jemma sgrana appena gli occhi, osservandolo in silenzio. « Ho avuto un'educazione cattolica, lo sai »
« Sì, ma ci credi in Dio? Intendo ora. In questo momento. » insiste lui, dandosi una piccola spinta per sedersi sulle lenzuola del letto.
Simmons lo segue, posizionandosi più centralmente sul materasso e incrociando le gambe, per poi stringersi le caviglie tra le mani. « Sì, io credo in Dio. » ammette, con una serietà tale che Fitz non può fare a meno di crederle – non che Simmons racconti bugie, ma a volte anche Leo non riesce a comprendere bene quando sia seria o quando stia scherzando.
« Come? » biascica lui, sospirando « Dopo.. dopo tutto quello che è successo, dopo- Ward » il nome del suo – ex – compagno di squadra gli esce fuori in un rantolo addolorato e incredulo, e Leo sente distrattamente il cuore di Jemma stringersi nella morsa che sta tormentando tutti loro.
« Dio non ha avuto alcun ruolo nelle scelte compiute da Ward. Non possiamo dare colpa a Dio se Ward ha scelto di... di stare con HYDRA »
La stretta al petto si fa più violenta, ed è un po' come se qualcuno gli stesse compimendo la cassa toracica per impedirgli di respirare. Leo non lo sopporta, e spera di poter scacciare tutto ciò scuotendo lievemente il capo – senza alcun risultato, ovviamente.
« Jemma, tu sei.. sei una scienziata » afferma lui « Conosci benissimo le leggi che regolano questo mondo... come puoi credere in Dio? La logica- »
« Non è questione di logica, Fitz » interviene lei, con un tono di voce dolce e paziente « Dio è completamente irrazionale: è questione di fede, senza ragioni logicamente accettabili. »
« Come fai a- » ritenta lui, ma Simmons lo blocca.
« Mi dona serenità » afferma lei, con un lieve sorriso stanco ad incresparle le labbra « Mi da un attimo di pausa, sai? Gettarsi su qualcosa di irrazionale mi fa bene, è un modo per preservare la mia anima. La fede mi da un codice morale e mi spinge ad essere sempre una brava persona. »
Fitz annuisce appena. « Non penso che riuscirò mai a crederci »
Jemma si allunga appena verso di lui, poggiando una mano sulla sua per accarezzarla con dolcezza. « Non devi crederci per forza, Fitz. Tu sei già una brava persona, migliore di quanto credi »
Leo vorrebbe chiederle come fa ad esserne certa, perché lui non si è accorto del tradimento di Ward e non si è reso conto del coltello piantato sulla schiena di tutti loro. Fitz non ha fatto niente per evitarle questo dolore perché non è riuscito a vedere oltre la semplice apparenza, non è riuscito a salvare Ward dall'HYDRA – e ne sarebbe stato in grado, poi? Se avesse saputo, ne sarebbe stato capace?
Leo non conosce la risposta a quelle domande, e forse è per questo che si ritrova a rantolare: « Conosci una bella preghiera, Jemma? Ho bisogno di... di affidarmi a qualcosa. »
Jemma lo osserva in silenzio, e Leo vede i suoi occhi inumidirsi un po' di più; ci sono delle lacrime che affollano l'orlo delle sue ciglia, ma Jemma le tiene gelosamente custodite nei suoi occhi e annuisce lentamente, scendendo dal letto per sistemarsi inginocchiata davanti ad esso. Leo la segue poco dopo, intrecciando le mani tra di loro e poggiando i gomiti sulla superficie morbida del materasso, proprio come sta facendo lei.
« Ripeti dopo di me, okay? » mormora lei, la voce un po' spezzata e incerta.
« Okay » ripete lui, osservandola mentre socchiude gli occhi – una lacrima sfugge al suo controllo, tracciando una linea imprecisa di sale e delusioni lungo la sua guancia bianca, e Leo vorrebbe allungarsi per cancellarla, ma lei sta già parlando.
« Dio, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare le cose che posso, e la saggezza per conoscerne la differenza. » biascica lei, e sono così vicini che Leo può sentirla tremare appena accanto a lui, così si avvicina un po' di più e ripete le sue parole con lentezza, mantenendo un tono di voce basso.
Lei annuisce e prosegue, senza aprire gli occhi. « Vivendo un giorno per volta; assaporando un momento per volta; accettando la difficoltà come sentiero per la pace. Prendendo, come Lui ha fatto, questo mondo peccaminoso così com'è, non come io vorrei che fosse. Confidando che Egli metterà a posto tutte le cose, se io mi arrendo al Suo volere. Che io posso essere ragionevolmente felice in questa vita, e infinitamente felice con Lui per sempre nella prossima.* »
Leo finisce con un secondo di ritardo rispetto a lei: Jemma non riesce più a trattenere le lacrime come prima, e la sua voce si spezza e inciampa tra le parole, mentre il petto di Leo si stringe fino a diventare minuscolo. Allunga un braccio verso di lei e le permette di accoccolarsi tra le sue braccia, affondando il viso nel suo maglione scuro per sporcarlo di lacrime e dolore.
Leo le passa una mano tra i capelli con delicatezza, e sente di odiare Ward per tutto questo – il dolore, il tradimento e tutte le cose sbagliate che Ward ha fatto e che farà per chissà quale genere di motivo – e vorrebbe soltanto trovarlo e prenderlo a pugni in faccia – non gli farebbe nemmeno un graffio, lo sa perfettamente, ma a Fitz non importerebbe comunque.
« Era una splendida preghiera » mormora lui, spostando un braccio sulla parte bassa della sua schiena per sorreggerla meglio.
Jemma si discosta appena dal suo petto per tirare su con il naso rumorosamente. « M-Mia madre me la ripeteva ogni sera » sussurra, stringendo i fianchi di Fitz con maggiore veemenza.
« Andrà bene, Jemma » mormora lui, affondando il viso nei suoi capelli « Andrà bene, in qualche modo. Possiamo sistemare tutto. »
E rimangono così, tra le macerie del loro team – della loro vita -, immersi nel silenzio di quella stanza nella quale rimbalzano ancora le parole di quella preghiera. E Leo vorrebbe davvero trovare la forza di accettare tutto questo, ma non ci riesce, e qualcosa dentro di lui muore quando Jemma bisbiglia il suo nome tra le lacrime e i singhiozzi contenuti.
Leo Fitz sa perfettamente che non crederà mai davvero in Dio, ma questo non gli vieta di chiedergli di cancellare il suo dolore– perché Jemma non merita niente di tutto questo, non merita di sentirti tradita e imbrogliata, non merita nemmeno di essere ferita.

E se Dio – o una qualsiasi altra divinità – non esiste, Leo sa già perfettamente che farà qualsiasi cosa per impedirle di sentirsi nuovamente così – perché vuole solo renderla felice, e ci riuscirà: non sa come, ma sa che ci riuscirà.
 




 


*E' la preghiera della serenità.
Il testo in originale è questo:

 

« God, grant me the serenity to accept the things I cannot change;
courage to change the things I can;
and wisdom to know the difference.
Living one day at a time;
enjoyng one moment at a time;
accepting hardship as the pathway to peace.
Taking, as He did, this sinful world as it is, not as I would have it.
Trusting that He will make all things right, if I surrender to His will.
That I may be reasonably happy in this life,
and supremely happy with Him forever in the next. 
»

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Agents of S.H.I.E.L.D. / Vai alla pagina dell'autore: wordsaredeadlythings