Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
Ricorda la storia  |      
Autore: secretlifeofsof    02/10/2014    2 recensioni
Calum innamorato del suo migliore amico Luke sin da piccolo. Luke saprà amare Calum almeno quanto lo ami lui?
Luke è il grande amore della mia vita. [...] La felicità, deriva da un’altra persona, e quella persona per me è Luke Hemmings.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Calum Hood, Luke Hemmings
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Skinny Love.

Note di inizio pagina: scusate non volevo “rovinare” il finale lol. Volevo solo ringraziare tutti quelli che hanno visualizzato le mie storie, sia Courage che I was made for you. Questa OS mi è venuta in mente ascoltando varie canzoni e leggendo varie citazioni. Sono 2.031 parole e spero che ognuna di esse vi piaccia, soprattutto il finale, le parole sono scaturite dalle mie dita, non so nemmeno io in che modo, la potenza dei Cake ha fatto tutto, haha. Spero vi piaccia, fatemelo sapere nelle recensioni. Se volete contattarmi su twitter il mio nickname è imlouiswendy. Un abbraccio enorme.
-Sofia
***
Hai mai visto due che non sanno come amarsi ma si amano come pazzi?
***
Skinny love: Quando due persone si amano ma sono troppo timidi per ammetterlo, ma continuano a dimostrarlo.

Avevo letto e riletto questa definizione, l’avevo stampata e attaccata in camera mia. “Quando due persone si amano ma sono troppo timidi per ammetterlo”, non è stupendo? Amare una persona ed essere ricambiato, senza saperlo, finchè non glielo dici e lo scopri, anche lui prova quella stessa cosa, che ti tiene sveglio la notte e ti toglie l’appetito. Bellissimo.
Una volta, in terza elementare, mi chiesero di scrivere cosa significasse per me la parola amore. Cosa ne potevo sapere io, dell’amore, a nove anni? Avevo pensato a lungo ma l’unica cosa che mi veniva in mente era un nome: Luke. Scrissi il suo nome in grande, al centro del foglio, e consegnai il compito alla maestra. A casa, mamma mi fece la stessa domanda e la mia risposta fu sempre la stessa: Luke. Mi fece solo un’ultima domanda ed era se amavo Luke. La risposta arrivò immediatamente: sì mamma, lo amo. Lei sorrise, ma non un sorriso tirato, un sorriso vero e mi disse: “Se lo ami veramente, non lasciarlo scappare.”
amóre s. m. [lat. amor -ōris, affine ad amare]. – 

1. Sentimento di viva affezione verso una persona che si manifesta come desiderio di procurare il suo bene e di ricercarne la compagnia: amore ... non è altro che unimento spirituale de l’anima e de la cosa amata (Dante) […]
2. Sentimento che attrae e unisce due persone (ordinariamente ma non necessariamente di sesso diverso) […]
***
Luke è il grande amore della mia vita. Buffo dirlo a diciotto anni. Devi vivere una vita intera per trovare la tua anima gemella, dicono tutti. Ma non è vero. L’anima gemella quando la incontri la riconosci, cattura la tua attenzione. C’è un certo filosofo chiamato Platone che scrisse un dialogo chiamato Simposio. In questo dialogo spiega come un tempo esistessero degli esseri perfetti, la perfetta unione di uomo e donna, ma insolenti nei confronti degli dei. Zeus decise allora di dividerli con un fulmine e creare un uomo e una donna complementari, destinati a ritrovarsi perché sono alla ricerca della completezza e solo la vera anima gemella li renderà finalmente una cosa sola. La felicità, quindi, deriva da un’altra persona, e quella persona per me è Luke Hemmings.
Siamo stati amici sin dall’asilo, inseparabili. Eravamo un po’ “arretrati” rispetto agli altri bambini: quando agli altri bambini piacevano le carte da gioco, noi giocavano ancora con le macchinine, quando agli altri bambini piacevano i videogiochi, noi avevamo appena scoperto le carte da gioco e quando tutti i bambini diventavano ragazzi e si interessavano alle ragazze noi giocavamo ai videogiochi. Luke non mi ha mai parlato di quali ragazze gli interessassero e io nemmeno. Parlavamo di sesso e cose del genere - quale ragazzo non ne parla? - ma le ragazze erano un argomento tabù per noi. Parlavamo di amore, ma “amore” per noi era ancora più complicato di quando eravamo piccoli. Luke intendeva l’amore come una cosa astratta, irraggiungibile. Anche per me, in un certo senso. Lui era irraggiungibile per me, come se un muro di mattoni ci separasse: non potevo baciarlo, non potevo toccarlo. Però l’amore è anche qualcosa di reale, di palpabile, di visibile. L’amore è Luke.
Un giorno stavamo giocando alla PlayStation a casa sua, adoravo vederlo concentrato: si prendeva fra i denti l’anellino che aveva al labbro e contraeva la mascella. Ricordo quando è tornato a casa con il piercing, sua mamma non approvava ma il sorriso di Luke compensava ogni cosa. Era bellissimo.
“Perché mi fissi sempre, Cal?” mi chiese Luke. Arrossii fino alla punta delle orecchie. “Non ti fisso sempre, Luke…” risposi io e lui sorrise nuovamente. Dio quanto amo quelle fossette che si formano all’angolo della sua bocca. Continuammo a giocare alla PlayStation tutto il pomeriggio e ogni tanto lo sbirciavo. Chissà se lui l’aveva mai fatto, sbirciarmi.
Era difficile stargli così vicino e non poterlo sentire mio. Lui aveva già capito che per me lui era qualcosa di speciale, era più di un amico. Credevo che fosse così anche per me, credevo di piacergli. Invece un giorno l’incanto si ruppe. Era con una ragazza, si tenevano per mano. Sentii dentro di me qualcosa rompersi. Corsi via, più veloce che potevo. Chiamai Luke ma non rispondeva. Iniziai a pensare a milioni di ragioni per le quali avrebbe potuto non rispondere e una era peggio dell’altra. Alla fine decisi di andare a casa sua. La ragazza che avevo visto prima uscì di casa sua e sentii una fitta al petto.
Suonai il campanello e la rubiconda madre di Luke mi aprii. Vidi nei suoi occhi una strana luce, come se fosse triste per me, ma non disse niente. Raggiunsi Luke in camera sua.
“Cosa ci fai qui Cal?” mi chiese.
I miei occhi diventarono lucidi e il mio labbro inferiore tremò. “Chi è quella?”
“La amo, Calum. Mi piace davvero.” Disse lui e lo disse con la stessa luce negli occhi che aveva sua mamma.
Gli occhi mi si riempirono di lacrime che iniziarono a sgorgare lungo il viso.
“Cal, non fare così… Fatti abbracciare…” Io evitai il suo abbraccio e fuggii via, non volevo più vederlo.
Luke…
***
Passò una settimana e non ci fu un giorno nel quale non mi svegliassi con la consapevolezza che Luke non mi avrebbe mai amato. Lo vedevo entrare e uscire da scuola con la sua fidanzata, sembrava felice e non potevo sopportare il fatto che mi fossi immaginato tutto. Dagli sguardi che mi indirizzava a quando mi sfiorava la mano. Per me stargli lontano era quasi impossibile, chissà se era lo stesso per lui…
All’intervallo mi fermò e non riuscii a evitarlo. Il bisogno di sentirlo vicino a me era quasi tossico. “Perché mi eviti, Cal?” mi chiese Luke, ben conoscendo la risposta. “Non ti ho mai detto che mi piacessero i ragazzi. Lo hai dedotto tu, Calum. Non siamo tutti come te, non siamo tutti orientati verso un solo obbiettivo. Alcuni di noi hanno delle indecisioni, devono fare delle esperienze prima di capire.” E mi lasciò nel corridoio ammutolito. Luke aveva acceso dentro di me un piccolo barlume di speranza. “Alcuni di noi hanno delle indecisioni, devono fare delle esperienze prima di capire.” Forse aveva dei ripensamenti, forse mi amava, forse… Troppi forse affollavano la mia mente.
Quando la campanella suonò uscii da scuola e andai a fare due passi. Tirai fuori dalla tasca del mio zaino un pacchetto di sigarette e ne tirai fuori una. La accesi e mi sedetti su una panchina. Aspirai dal rotolino bianco e sentii il fumo invadermi i polmoni. Da una settimana – da quando Luke ha la fidanzata, disse una voce nella mia testa – fumare mi rilassava.
“Calum, perché vuoi ucciderti?”
“Forse perché la vita ora non ha più senso, senza di te.”
Non avevo bisogno di voltarmi per sapere che chi aveva parlato è stato Luke.
Mi voltai ugualmente e i suoi occhi azzurri mi trafissero; non potei fare a meno di abbassare lo sguardo.
“Non dovresti comunque.”
“Cosa ci trovi in lei, Luke? Perché ti piace così tanto?” chiesi. Quella domanda mi tormentava. Lui si sedette vicino a me e mi sfilò la sigaretta dalle mani – rabbrividii al contatto – e la spense con il piede.
“Innanzitutto ha la figa.” Disse ridendo. Vedendo che non ridevo alla sua battuta si fece serio. “Si butta. Se deve fare una cosa non ci pensa mai su, non rimanda niente. È questo che ti manca, Calum. Se ti sono sempre piaciuto, perché non me l’hai mai confessato?” chiese lui.
“Cosa sarebbe cambiato?” dissi io in risposta. “Se te lo avessi detto mi avresti amato? Scusa ma preferisco essere amato veramente che solo per pena. L’hai detto tu stesso che non ti piacciono i ragazzi, sarebbe cambiato qualcosa se ti avessi detto quello che provavo?”
Luke si avvicinò al mio viso con il suo finchè i nostri nasi non furono sul punto di sfiorarsi.
Baciami come se volessi essere amato, baciami, ti prego.
“Non ho mai detto che mi piacessero le ragazze.” Sussurrò e si allontanò. “Tira fuori le palle Calum e inizia a vivere davvero.”
Non posso vivere davvero senza di te, Luke. Non dissi queste parole ad alta voce. Forse aveva ragione, dovevo smettere di avere paura.
***
A casa rimuginai a lungo su quello che mi aveva detto Luke. Vivere davvero. Come cazzo facevo a vivere davvero? Mi addormentai mentre mi sfarinavo il cervello a furia di trovare una risposta.
Il mattino dopo mi preparai per la scuola e ci andai in macchina. All’entrata avvistai Luke e lo presi in disparte.
“Quando due persone passano tanto tempo insieme, nel 90% dei casi una dei due si innamora. Lo sapevi?”
“Sì, lo sapevo.” E sorrise. Dio, i sorrisi che mi faceva spuntare solo sollevando gli angoli della bocca. “Volevo farti trionfare, una volta tanto.” Sorrise di nuovo e non potei non sorridere anche io.
Mi venne in mente, solo in quel momento cosa fare per convincerlo, avevo in mente una cosa inaspettata e abbastanza singolare.
Avevo la terza ora buca e Luke, invece, aveva inglese. La sua classe stava al piano terra e aveva una finestra che dava sul cortile scolastico. La tenevano sempre aperta perché il professore voleva ‘sentire l’aria che gli scompigliava i  capelli’ come se ne avesse, di capelli. Quando la classe entrò nell’aula mi accucciai sotto finestra in modo che non mi vedessero poi, quando ero sicuro che Luke fosse all’interno, mi alzai in piedi. “Lucas Robert Hemmings” urlai e alzai sopra la mia testa un cartellone con su scritto ‘i love you, no matter what people say’  “Mi hai detto di rischiare e vivere la mia vita e mi sono chiesto: come faccio a viverla se non ci sei tu? E la risposta è arrivata da sola: devo viverla con te. Se mi amerai giuro solennemente sul mio onore che non toccherò più una sigaretta perché, hey, non ha senso distruggersi la vita, perché la mia sei tu. Sei sempre stato il grande e irraggiungibile amore della mia vita, rendimi il ragazzo più felice del mondo con la promessa che mi amerai.” Le parole mi uscirono dalla bocca tutte d’un colpo. Sì, avevo appena urlato al mondo che ero gay e sì, mi ero esibito in una proposta altamente imbarazzante e sì, avrebbe potuto rovinarmi la reputazione. Ma niente, né una reputazione perfetta, nemmeno essere il ragazzo più acclamato della scuola avrebbe mai potuto essere sullo stesso piano della gioia provata in quel momento: Luke saltò dal cornicione della finestra per raggiungermi. Sembrava che il mondo stesse trattenendo il respiro o forse era solo una mia impressione. Si avvicinò a me lentamente e sentivo tutto ovattato, il cuore batteva all’impazzata contro la gabbia toracica e minacciava di schizzare fuori e il sangue mi pulsava nelle orecchie. Sembrava che la mia vita dipendesse da quel momento: sì o no, amami o lasciami andare. I suoi occhi blu come il mare si agganciarono ai miei e capii cosa dovevo fare: l’amore è un istinto primordiale, puoi ricacciare i sentimenti e ignorarli anche per tutta la vita, ma ci sarà un momento, quel momento, nel quale tutti i tuoi sforzi saranno vani: verrai sopraffatto dai sentimenti, ed era ciò che accadde a me in quel momento. Da quando avevo scritto Luke su quel foglio in terza elementare ad adesso, tutte le volte in cui avrei voluto accarezzarlo, toccarlo, baciarlo, sentirlo mio. Tutte quelle volte racchiuse in un singolo istante corporeo.
Eccolo, quell’istante. In quella scuola, in un’anonima mattinata di un’anonima giornata. Ma per me non era assolutamente anonima.
Lo baciai, finalmente. Labbra su labbra. Era un bacio che diceva mille cose e, allo stesso tempo, non ne diceva nessuna. Era il nostro bacio. “Finalmente, cazzo” sussurrai a Luke. Lui sorrise e appoggiò la fronte contro la mia. “Finalmente” disse lui.
“Ora mi toccherà smettere di fumare.” Dissi io e lui rise. Dio, avrei potuto ascoltarlo ridere per tutta la vita.
Stavolta fu lui a baciarmi, prendendomi il viso tra le sue mani.
Oh, com’era perfetto il mondo in quel momento.
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer / Vai alla pagina dell'autore: secretlifeofsof