Salve a tutti!
Dopo un po' di tempo sono tornata con una one-shot in cui domina una sola parola: ANGST.
Non dico altro.
Voglio solo dedicare questa piccola cosa a Gageta, Johnlocker sfegatata (spero le piaccia... l'ho scritta quasi per lei) :)
Ringrazio come sempre le mie lettrici Caterina e MelaChan *_*
Buona lettura!

 

La variabile John Watson

«Se stessi morendo, se ti stessero uccidendo... A cosa penseresti?» 

La morte non gli ha mai fatto paura. L'ha sempre affrontata a schiena dritta e senza alcun rimpianto. Se dovesse contare tutte le volte in cui ha rischiato di morire, perderebbe il conto. Ma prima ne sarebbe stato felice. La sua vita avrebbe avuto una degna (ne è poi così tanto sicuro?) conclusione: il famoso detective Sherlock Holmes, morto in un agguato con un serial killer. Ora, però, non è più così. 
La morte gli fa paura. 
Tutto a causa della variabile John Watson. 
Quella minuscola variabile che ha completamente stravolto il suo mondo, rendendolo un posto migliore in cui sopravvivere. La vita insieme a lui scorreva nel migliore dei modi: un amico trasforma il modo in cui guardi e osservi le cose, donandogli un nuovo significato. 
La variabile John Watson si è insinuata nel suo cuore, ed è per questo che ora ha paura della morte. 
Soprattutto perché la morte ha le fattezze di Mary Morstan, coniugata Watson. 
La dolce e gentile Mary. 
Colei che ha fatto sparire in poco tempo le speranze di riavere la sua vecchia vita con John. Sapeva che dopo la caduta sarebbe stata un'impresa impossibile, ma doveva provarci: in fondo, se ha vagabondato e ucciso (anche a mani nude) è per assicurarsi che John stesse bene. 
Che non corresse alcun pericolo con gli affiliati della rete di Jim Moriarty. La sua salvezza, prima di ogni cosa. Anche della sua stessa vita. 
Ma adesso... 
Sherlock non può lasciare John nelle mani di un'assassina. 
Perché Mary Morstan è solo una killer che, per quanto ne sa, potrebbe solo fargli del male. 

«M-Mary». 

Sherlock Holmes, non ha mai balbettato in vita sua. 
La morte comincia a spaventarti sul serio. 

«John è qui?» 
«È... Giù». 

La morte ha i tuoi occhi, Mary Morstan. 
Esiste forse un incubo peggiore? 

«Mary, qualsiasi cosa abbia Magnussen contro di te, lascia che ti aiuti». 
La morte sorride amaramente. 
«Oh, Sherlock. Se fai un altro passo, ti sparo». 

Perché dovrebbe spararmi? Oh, morte, stai solo cercando di spaventarmi. Ma so che, in fondo, tu non sei altro che la dolce moglie del mio caro amico John. 

Un solo passo. 

Bang. 

«Mi dispiace, Sherlock». 

«Se stessi morendo, se ti stessero uccidendo... A cosa penseresti?» 

Mary. 
Allora la morte ha davvero i tuoi occhi. 
La moglie del mio migliore amico é colei che ho inseguito per tanti, troppi anni. 
E adesso ne ho paura. 


La prima cosa a cui pensa ora che la morte lo chiama a sé? 

La vita. 

Quella che ha sempre odiato, che se fosse venuta a mancare in uno schiocco di dita non lo avrebbe nemmeno notato. Quella che ha rischiato di perdere con la sua soluzione al 7%. 
Perché prima la vita non aveva alcun senso. Lui è sempre stato un tipo strano, odiato da tutti; se fosse morto prima, a chi sarebbe importato? Probabilmente, nemmeno adesso importerebbe a qualcuno, men che meno a John. 
L'ha solo fatto soffrire. 

La seconda cosa a cui pensa è la gente che ha reso la sua vita un po' meno noiosa. 

Lestrade. 

Cosa avrebbe fatto senza le sue continue richieste d'aiuto? Probabilmente sarebbe morto di noia. In fondo, è anche grazie a lui se è ancora vivo (ancora per poco, ci tiene a sottolineare). 

Molly. 
Oh, dolce Molly. 
Senza di te sarebbe stata ancora più dura. 

Le è grato per tutte le volte (praticamente sempre) che gli ha fornito parti umane dall'obitorio. Ha contribuito a migliorare e incentivare la sua continua passione nei confronti della scienza. 
Si dispiace per aver sfruttato il profondo sentimento che prova per lui, poiché non potrà mai ricambiarla. Una sola donna ha leggermente sconvolto la sua esistenza, e da allora ha deciso che nessun'altra lo avrebbe circuito e dominato. Anche se l'idea di passare la sua vita con Molly, un po', gli piace. 

Mrs. Hudson. 

La sua buffa e tenera padrona di casa. 
Ama i suoi biscotti al burro, quella fragranza così dolce e gustosa, quando é annoiato o è giù di morale. 
Le mancheranno quei momenti in cui cercava di strappargli (invano) un sorriso dalle labbra. 

Mycroft. 

Santo cielo. 
Anche lui. 

È davvero nei guai per pensare a lui in un momento solenne e tremendo come quello in cui si trova. 
Dopotutto, è il suo peggior nemico. 
Ma, in fondo, è pur sempre suo fratello. Ed è proprio per questo che un po' gli vuole bene e gli mancherà. 

John. 
Oh, John. 

Vita, cambiamento, forza, gioia di vivere. 
Non aver più bisogno della sua soluzione al 7%. 
Voglia di condividere il suo lavoro (l'unico al mondo) con qualcuno. 

Non posso lasciarti ora. 
John. 

Unico vero amico, colui per il quale ha incontrato più volte la morte, dopo aver finto di averlo già fatto dal tetto del St. Bart's. 

La sua vita vale più della mia.

Urla inconsciamente, nel suo Mind Palace, perché l'unica cosa che vorrebbe fare è proteggerlo dalla morte. 
Ora più che mai. 
Mary è un'assassina. 
E lui l'ha sposata, lasciandolo solo al 221b, vuoto più che mai. Come il suo cuore, da quando non è più con lui.

L'ultima cosa a cui pensa è una sola. 

Non voglio morire. 
John. 
Non voglio. 
Non ora. 

Chiude gli occhi in un riflesso incondizionato; pochi attimo dopo, la sua schiena impatta al suolo. 

John. 
Non lasciarmi solo.

Note Finali
L'idea l'ho presa in prestito dal bellissimo video His last seconds di Nyah86 (link: https://www.youtube.com/watch?v=oCpEhsExjsY). Mi ha colpito così tanto che ho deciso di scriverci su questa piccola shot (che non compete in bellezza, obviously).
Ringrazio chiunque si sia fermato a leggere questa 'cosa' (come amo chiamarla).
Alla prossima!
:)