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Autore: LeoValdez00    03/10/2014    5 recensioni
I sette della profezia sono partiti, ma già da tempo i romani hanno smesso di cercarli.
Ad Octavian non interessa più
"Cosa voglio? Potere Reyna. Solo potere. Pensavo l' avessi capito"
Vuole diventare Pretore, ad ogni costo.
E se questo vuol dire che dovrà imprigionare, torturare, uccidere, chi glielo vuole impedire...
Non si farà scrupoli.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Octavian, Reyna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~"Reyna Avila Ramirez Arellano"
Quel nome, scandito parola per parola, risuonò potente nella piccola stanza dove si trovava, legata stretta ad una scomoda sedia di legno, la figlia di Bellona.
"Che cosa vuoi?" chiese il pretore, cercando invano di esprimere, con quelle poche parole, tutto il disprezzo che nutriva verso il ragazzo in fronte a lei.
Ma la gola era secca, la voce fragile, roca, e le uscì solo un rantolo sommesso.
L' augure non riuscì ad evitare di sorridere compiaciuto, alla vista del più grande ostacolo tra sé stesso ed il potere, ridotto in quello stato pietoso.
Il viso della bellissima ragazza, era infatti completamente sfigurato.
Lunghi e profondi tagli le solcavano le guance, gonfi lividi le deturpavano l' elegante forma degli occhi, e sangue rappreso da giorni era incrostato alla sua pelle delicata e ai suoi lunghi capelli, ancora raccolti nella consueta treccia, mentre macchie rosse percorrevano tutto il pavimento in pietra, dando alla buia stanzetta, un' aria ancora più tetra.
"Cosa voglio? Potere, Reyna. Solo potere. Pensavo l' avessi capito." disse, con il sorriso sulle labbra, Octavian.
"È per questo che non sarai mai Pretore. Non sai cos'è l' onore, il sacrificio. Pensi solo al tuo bene, non a quello della Legione." anche quelle poche frasi, avevano ridotto la voce della ragazza ancora più flebile, costringendola ad un attacco di tosse.
"Vedi, Pretore, forse hai ragione. Ma non importa. Jason è partito con quei Graecus per una missione suicida, e tu... tu sei impossibilitata a continuare la tua carriera in Legione" disse, con un gelido sorriso che raggiunse anche i chiarissimi occhi azzurri.
"Brutto bastardo! Non sei degno di essere considerato Romano!" riuscì ad urlare Reyna.
La gola era in fiamme, ma accolse con piacere il dolore, perché ammirava l' espressione sorpresa di Octavian, che evidentemente non la considerava ancora così in forze.
Certo, le continue torture, fisiche e psicologiche, avevano provato la figlia di Bellona, ma non l' avevano annientata come lui credeva.
Aveva resistito ai pugni, ai calci, alle coltellate, alle minacce.
Da vera Romana.
"Bene, Pretore, sei più forte del previsto. Ma non rallegrarti, perché questo vuole solo dire che la tua tortura durerà più a lungo" disse con voce dura Octavian, voltandosi ed incamminandosi verso la pesante porta blindata, unica uscita da quella camera degli orrori.


 
   
 
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