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Autore: Gemini_no_Aki    03/10/2014    2 recensioni
Dietro ogni nome c'è una storia che non sempre viene raccontata.
"Zachariah suona bene... Sai.. Per un fratello silente."
A volte, dietro un nome, c'è una storia che ebbe luogo solo per un istante, una storia nata dalle note di un violino ma che non vedrà mai la luce.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Carstairs, William Herondale
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Heronstairs'
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Brother Zachariah



“Zachariah .”
Jem sollevò lo sguardo dal libro che aveva davanti e lo posò sul Parabatai.
“Come scusa?”
“Zachariah.”
Ripeté lui di nuovo, sembrava testare quel nome, soppesarlo, capire se andava bene o meno.
“Non è male... Sai... Per un Fratello Silente.”
Jem sospirò passandosi una mano sul volto.
“Ne abbiamo già parlato, Will. Io non... Non sceglierò quella strada.”
Will continuò a ripetere diverse volte il nome, con toni e accenti diversi, senza ascoltarlo.
“Sembra un nome importante, altisonante quasi. Alcuni sono così strani e assurdi.”
Elencò alcuni nomi, effettivamente strani, di Fratelli Silenti citati nel tomo che aveva davanti.
“Fratello Seheliel, Fratello Rasuil, Fratello Laviah... Sarei capace di sbagliarmi e chiamarlo Fratello Larva!”
Jem scosse la testa ridendo poi tornò a guardare il Parabatai, sorrideva ancora ma gli occhi erano tristi, terribilmente tristi.
“Will... No. Ti vedrei invecchiare, coi capelli bianchi mentre racconti ai tuoi nipoti delle papere di Hide Park, ti vedrei... Morire... E non proverei niente. Ogni sentimento, ogni dolore, tutto sarebbe così lontano... Non posso sopportare questo.”
Il silenzio calò per alcuni istanti prima di venire interrotto da un veloce fruscio di pagine, dal rumore del tomo che veniva chiuso e la sedie tirata indietro senza sollevarla.
“Neanche io posso sopportare questo dolore, non sono capace, e non lo sarò mai, di sopportare e superare quello che verrà, il momento in cui questo filo che ci unisce sarà spezzato, il momento in cui resterò solo. Ma dovrò, James Carstairs! Dovrò.”
Il rumore dei passi rimbombò nella sala seguito dal porta sbattuta poi tutto tornò silenzioso e Jem si riscoprì ad odiare profondamente quel silenzio.
Riusciva quasi a contare i battiti mentre il cuore sprofondava e si stringeva in una morsa soffocante.
“Perdonami. Perdonami Will, perdonami...”
Non scese a cena, si rifugiò in camera, in silenzio, il violino era nella custodia aperta sul letto, l’archetto posato lì accanto ma non lo avrebbe preso.
Non voleva suonare quel momento, non voleva suonare il dolore del suo Parabatai.
Non poteva.
“James...”
Alla voce seguirono tre colpi leggeri sul legno della porta, non rispose.
“James so che sei qui dentro.”
La voce era gentile, era come una carezza.
E faceva così male.
“Jem...”
Il soprannome con cui si faceva chiamare, il nome con cui tutti lo conoscevano, la sua voce lo rendeva speciale.
La porta si aprì piano, Will osservò alcuni secondi la figura di spalle, non aveva la postura di chi era arrabbiato e una parte di lui si rilassò.
“Non dovevo dire quelle cose, Jem. Non ho pensato...”
Si avvicinò, gli posò una mano sulla spalla e la fronte contro la sua schiena chiudendo gli occhi nel tentativo di tenere nascoste le lacrime che minacciavano di uscire.
“No... A dire il vero ci penso spesso. Di sera, quando sono solo, nel silenzio e nel buio. Penso a come sarà la mia vita quando tu...”
Si fermò senza terminare la frase ma entrambi sapevano come sarebbe finita, Jem abbassò la testa trattenendo un singhiozzo strozzato.
“Poi arrivi tu, la tua musica, mi culli nel sonno, in sogni che preferisco alla realtà, sogni in cui... In cui invecchieremo, in cui tu confermerai tutte le mie storie, sogni in cui suoni per me, seduti davanti al fuoco, con capelli bianchi e rughe, in cui suoni la nostra lunga, intera vita. Sono i sogni che preferisco.”
Jem si coprì il volto con entrambe le mani a quelle parole mentre la mano di Will lasciò la sua spalla per chiuderlo in un abbraccio.
“Suona per me... Suona per me, Jian, suona i miei sogni. Rendili veri per un istante e nella mia mente lo saranno in eterno.”
Mormorò in mandarino allentando la presa e porgendogli il violino, si sedette sul bordo del suo letto e lo guardò mentre quel futuro utopico prendeva vita dalle note che Jem, il suo Jem, sceglieva e suonava per lui.

“Il tempo è giunto. Ora dicci, James Carstairs, qual è il nome che d’ora in avanti sarà tuo?”
La voce parlò chiara nella sua mente, Jem chiuse gli occhi, pensò a Will, pensò a quel giorno, pensò a quel futuro che non avrebbero mai avuto e di cui aveva suonato, e decise che non lo avrebbe mai dimenticato, come in fondo non avrebbe mai dimenticato quelle sensazioni, e non avrebbe mai dimenticato Will e quello che li univa.
E quel nome gli avrebbe concesso di ricordare ogni cosa.
“Zachariah.”





Angolino dell'autrice: Ispirazione bastarda che prima va in vacanza e poi torna, di colpo, facendomi piangere a scrivere.
I'm not dead, anche se la connessione sta cercando di farmelo credere.
Era iniziato come una cosa flash su come Jem avesse scelto il nome da Fratello Silente, poi è diventato questo... Così... Da solo!
Beh, spero vi sia piaciuta, spero vi abbia fatto versare una lacrimuccia, o che vi abbia toccato, almeno un pochino.

Questa è per il mio Will, non posso comporre qualcosa per te, non so creare una melodia che racconti la nostra storia, creare qualcosa che sarà eterno... Dovrai accontentarti di questo. Non è molto ma spero possa ricordarti, ogni volta che leggerai, quanto sei ora, sarai e sei da sempre importante per me. Sono davvero molto, molto fortunata.


Bye Bye~
Aki
   
 
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