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Autore: BluMalice    03/10/2014    4 recensioni
Anche se non li sto guardando, anche se sono così immerso nei miei pensieri, posso sentirli, posso percepire i loro sguardi, si stanno guardando tra di loro, lo so.
Genere: Angst, Malinconico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Danimarca, Nordici
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
- Questa storia fa parte della serie 'Denmark, Sweden and Nordic. '
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« Chissà a cosa stanno pensando? » Mi domando ogni volta che la sera li rivedo tutti attorno alla immensa tavolata a cui siamo seduti. E' un enorme tavolata stracolma di cibo. Io, il capo tavola, loro attorno a me, e in piena vista ci sono i loro volti rivolti verso il piatto pieno. Hanno cibo a volontà a loro disposizione, hanno un letto dove andare a dormire, vivono con un tetto sulla testa, vivono in una delle regge più importanti della Danimarca, ovvero Frederiksborg, ma soprattutto siamo di nuovo assieme, siamo di nuovo una famiglia unita, unita sotto una sola corona, quella Danese. Era prevedibile tutto questo, dovevano aspettarselo. Tuttavia non vedo più dei sorrisi sinceri. Perchè non mi sorridono mai? Hanno tutto, tutto quello che potevo dargli per vivere felici. Lascio sempre che le loro proteste mi scivolino via, non ci faccio caso, non mi arrabbio se mi rispondono con toni alti e irrispettosi al mio ruolo da Re. Non mi possono nemmeno accusare di avere un comportamento sbagliato nei loro confronti. Sono sempre sincero con loro, sempre sorridente e cerco di trasmettere a loro i miei più puri e sinceri sentimenti. Mi capita di scherzare con loro -come in questo momento-, ma non vedo nessuna reazione positiva; eccola, finalmente una reazione, Finlandia, alza il capo dal piatto e ricambia -anche se in modo forzato- il mio sorriso, ma viene subito congelato dallo sguardo di Svezia. Questo non va affatto bene. Non sembra, ma io mi accorgo di tutto. Mi accorgo dei loro sguardi contrariati quando li chiamo 'sudditi', mi accorgo anche di quelle occhiate fugaci che si scambiano tra di loro, quei sguardi silenziosi che in realtà dicono tutto. « Non sono realmente felici? » Continuo a domandarmi, e occupare ogni mia piccola speranza. Forse stanno pensando, complottando, tra di loro un modo efficace per essere felici.... senza di me? Ed io invece, che gli ho sempre dato tutto, che continuo sempre a dargli tutto. Non hanno mai ricambiato un abbraccio o un sorriso con sincerità. Fa bene scambiarsi quei gesti, fa bene al cuore e all'anima. Questi gesti pregni d'affetto che io mi dedico a dargli, non vengono mai accettati realmente. La mia mente si è sempre illusa, mi ha sempre convinto di essere circodato da persone che mi amano, ma alle volte sento un vuoto nel cuore, non ci penso quasi mai perchè non voglio soffermarmi su ciò che mi potrebbe ferire, ciò nonostante il vuoto che sento è vero, forse loro non mi amano, forse non mi hanno mai amato. Ma come è possibile tutto questo, se l'attimo prima di costituire dei Regni assestanti, eravamo tutti così uniti e affiatati, ed io mi sentivo così amato, mi sentivo veramente un Re, più di adesso. « Cosa c'è che non va in tutta questa nuova situazione? » Continuo a stressare i miei pensieri con queste domande, e stringo forte i pugni, non riuscendo più a guardarli in viso, negli occhi. Ora inizio a sentire un brivido su tutta la schiena: è la rabbia. Anche se non li sto guardando, anche se sono così immerso nei miei pensieri, posso sentirli, posso percepire i loro sguardi, si stanno guardando tra di loro, lo so, sicuramente stanno cospirando qualcosa a mia insaputa, posso percepirlo. Stringo gli occhi; forse riesco a calmarmi, forse riesco a ignorarli come sempre, ma adesso quel silenzio si fa pesante, opprimente, e ora riesco a sentire dei bisbigli: non riesco a comprendere ciò che dicono, però. Questo mi tormenta. E la rabbia aumenta. Ora basta, mi devo far valere. Alzo lo sguardo e spalanco gli occhi. Non c'è nessuno. Se ne sono andati. Non c'è mai stato nessuno. E' solo la mia mente che, senza riposo, continua a farmi rivivere la nostra ultima cena; l'ultima prima che, uno dopo l'altro, prendessero la loro indipendenza e andassero via per la loro strada, lasciandomi solo. « Chissà a cosa stanno pensando, ora? »
  
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