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Autore: Charlotte McGonagall    05/10/2014    0 recensioni
Nascosta in una delle attrazioni turistiche più visitate di Londra, opera la Squarda scientifica UNIT della Torre di Londra, un gruppo di scienziati esperti sotto il comando di Kate Stewart che lavora per scongiurare le minacce aliene e studiare le tracce del loro passaggio sulla Terra.
Questa storia seguirà le vite di personaggi vecchi e nuovi, che cercheranno di conciliare investigazione aliena e vita privata.
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Martha Jones, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Science leads

NdA: Perché ho iniziato questa storia? Perché amo la UNIT e penso meriti un proprio spin-off.
Avendo adorato personaggi come Malcom Taylor e Osgood, ho pensato fosse d'obbligo dedicare qualcosa ai miei scienziati della UNIT preferiti e gli altri personaggi si sono scritti da soli.
Spero che vi piaceranno i miei OC oltre alla mia interpretazione dei pg canon.
Non so precisamente come si evolverà questa storia, ma vi avverto di non aspettarvi troppa azione, l'avventura non è il mio forte, quindi non vi aspettate invasioni aliene in grande stile, perché probabilmente mi limiterò a qualche piccolo incidente. Mi piacerebbe inserire anche un po' d'azione, ma ciò che mi interessa maggiormente e che credo di poter fare meglio è lavorare sui personaggi.
I nomi propri do Osgood e McGillop sono stati da me inventati.

Prologo

21 Ottobre 2013

Lucy si strinse nel cappotto, nell'arai fredda e umida della mattina londinese. Si strofinò le mani e si guardò attorno, impaziente ed eccitata.
Infine la vide: capelli biondi, passo sicuro e un lungo cappotto nero.
Lucy levò la mano a segnalare la propria presenza e Kate Stewart annuì in segno di riconoscimento.
"Buongiorno, signora," disse Lucy, appena Kate si fu avvicinata abbastanza.
"Buongiorno, dottoressa Wilson," rispose la donna. "Pronta per cominciare?"
"Assolutamente".
"Allora seguimi".

Lucy ancora non riusciva a credere di avere ottenuto quel lavoro. In realtà, faticava ancora a credere che quel lavoro esistesse davvero. Non aveva mai sentito parlare della UNIT prima che le fosse offerta una posizione al suo interno, né tantomeno poteva immaginare un'organizzazione segreta con una sede nella Torre di Londra. Eppure eccola, intenta a seguire Kate Stewart all'interno della Torre, per corridoi che erano sempre più anacronisticamente corredati da apparecchiature moderne.
"Ricordi," disse Kate, mentre camminava, "non deve parlare di questo lavoro. Per il resto del mondo lei lavora per un istituto di ricerca governativo. Abbiamo già aggiornato ogni suo documento in proposito".
"Sissignora," rispose lei.
"Ciò che lei vedrà tra queste mura, ciò che scoprirà, è rigorosamente riservato," proseguì Kate, "e qualsiasi trasgressione in merito verrà severamente punita".
Giunsero ad un ufficio. All'interno le attendeva una giovane donna con gli occhiali e il camice, sotto al quale si intravedevano un cardigan marrone, una camicetta a fiori di dubbio gusto e un cravattino.
"Wilson," disse Kate, "lei è la dottoressa Karen Osgood, la mia assistente personale e membro della squadra nella quale lavorerai. Osgood, lei e la dottoressa Tabitha Wilson, la nuova recluta".
Entrambe sorrisero e si strinsero la mano.
"Piacere di conoscerti, Tabitha," disse Karen.
"Piacere mio," rispose, "ma, per favore, non chiamarmi Tabitha. Chiamami Lucy oppure semplicemente Wilson". Lucy era il suo secondo nome e la ragazza lo aveva sempre preferito al primo.
In quel momento, si tolse finalmente il berretto e lo ripose nella tasca del cappotto, liberando i corti capelli tinti di una brillante sfumatura di rosa che fece alzare un sopracciglio a Osgood. Lucy si chiese se alla UNIT avessero un protocollo riguardante il colore dei capelli.
"Osgood," chiese Kate, "hai preso quello che le serve?".
"Naturalmente," rispose lei, frugando nella tasca e porgendo poi a Lucy un tesserino magnetico.
"Questo è il tuo badge," disse, iniziando a parlare così rapidamente che alla fine della frase sembrava senza fiato. "Sarà il tuo documento identificativo e ciò che ti consentirà di avere accesso alla struttura e ai laboratori. È necessario che tu lo porti sempre con te, possibilmente visibile sul tuo camice, e dovrai essere sempre pronta a mostrarlo. L'eventuale smarrimento deve essere segnalato immediatamente e vige l'assoluto divieto di cederlo a terzi. Il resto delle tue cose si trova nello spogliatoio".
"Inalatore," le disse Kate, e la ragazza obbedì.
Kate si sedette alla scrivania e accese il computer. "Osgood ti accompagnerà da qui in poi, ti mostrerà la struttura, ti illustrerà le ultime regole e ti presenterà il resto della squadra," Kate le strinse la mano attraverso la scrivania. "Benvenuta alla UNIT".
"Seguimi," disse Karen, che sembrava aver recuperato una respirazione nella norma.

La prima stanza nella quale entrarono era uno spogliatoio con gli armadietti del personale.
"Questo sarà il tuo spazio," disse Karen, aprendo uno degli armadietti, "e questa è la chiave," aggiunse, porgendole la chiave. "Il tuo camice è già nell'armadietto, puoi cambiarti ora".
Mentre Lucy riponeva il cappotto e la borsetta e indossava il camice, Karen continuò: "Ci sono due camici nell'armadietto. Ogni venerdì quelli sporchi vengono ritirati da quella cesta laggiù e sostituiti con quelli puliti entro il lunedì. In caso di indagine o per ogni necessità, si ricorda che l'armadietto può essere e verrà perquisito".
"Mi ricorderò di non lasciarci biancheria intima," scherzò Lucy.
Osgood sorrise.

Ripresero il tour appena Lucy fu pronta.
"Lì ci sono i bagni e quella è la sala riunioni, ma la usiamo quasi sempre per mangiare o per rilassarci nelle pause e quello è l'ufficio del dottor Taylor, il responsabile della squadra scientifica di Londra".
Proprio in quel momento, Malcolm Taylor in persona uscì dall'ufficio con le braccia cariche di fascicoli.
Era un uomo sulla cinquantina dall'aspetto innegabilmente buffo e cordiale.
"Ciao, Karen," esclamò l'uomo, "e tu devi essere la nuova arrivata," aggiunse, sorridendo all'indirizzo di Lucy. Se notò l'insolito colore dei suoi capelli, lo nascose meglio di Osgood. "Ti stringerei la mano, ma...", accennò col capo alla pila pericolante di fascicoli. "Sono Malcolm Taylor, comunque. Puoi chiamarmi Malcolm".
"Tabitha Lucy Wilson," rispose lei, ricambiando il sorriso, "e preferisco essere chiamata Lucy o Wilson".
"Serve aiuto con quelli?", chiese Karen.
"Oh, no, grazie," rispose lui, "ce la faccio da solo, devo solo riportarli all'archivio". Si voltò per richiudere la porta del suo ufficio, ma aggrottò le sopracciglia, osservando le sue mani occupate.
Osgood sospirò e chiuse la porta, poi scattò in direzione di un'altra. "Grazie... Dove stai andando?", chiese Malcolm.
"Ad aprirti la porta dell'archivio. Come pensavi di inserire la combinazione?".
Malcolm ridacchiò. "Grazie, Karen, senza di te non so cosa farei".
Lei gli rivolse un sorriso affettuoso e tornò a rivolgersi a Lucy. "Come hai visto lì c'è l'archivio, da quella parte c'è la sezione riservata al solo personale autorizzato e da questa parte...", le disse, tornando a camminare, con Lucy affianco, "c'è il laboratorio".
In quel momento udirono una serie di lievi tonfi provenire dall'archivio.
"Di nuovo," sospirò Karen, scuotendo la testa con lo stesso sorriso divertito ma carico di affetto che aveva usato in precedenza. "Il dottor Taylor è un assoluto genio," le disse, mentre entravano nel laboratorio, "ed è una persona meravigliosa, ma è così goffo".
"Da che pulpito," disse una voce maschile, in tono canzonatorio, ma Lucy lo notò a stento, presa com'era ad osservare l'ampia stanza antica e moderna al tempo stesso e le numerose attrezzature, mentre tutto il personale le si avvicinava. Sembrava un luogo proveniente da un telefilm di fantascienza. Karen sembrava soddisfatta dalla sua reazione e sorrise. "Benvenuta nel laboratorio," disse. "Ti presento gli altri. Lui," disse, indicando l'uomo che aveva parlato, "è Robert McGillop, chimico".
McGillop le fece un sorriso storto.
"Bei capelli," disse, in tono ironico.
"Non badargli," disse una donna sulla cinquantina, con corti capelli castani e occhiali rettangolari. "Gli piace fare il sarcastico".
"Lei è la dottoressa Danielle Matthews," spiegò Osgood, "biologa".
"Ma spesso mi sento più un'insegnante d'asilo," disse Danielle, ridendo. "Qualcuno deve pur tenere a bada questi bambini troppo cresciuti quando Kate non c'è".
McGillop alzò gli occhi al cielo e lei gli diede uno scappellotto sulla nuca. Tutti risero.
"Di sicuro ha più autorità di chiunque in questo laboratorio," disse Malcolm in tono scherzoso, mentre entrava nella stanza.
"Ho calcolato che Robert si prende da lei in media 2,25 scappellotti al giorno," disse un uomo di origini indiane che appariva vicino ai quarant'anni. "Adit Chander," le disse, avvicinandosi a stringerle la mano. "Informatico".
"E lei è la dottoressa Martha Jones," disse Osgood, indicando una giovane donna di colore che sorrise a Lucy. "Lei è il nostro consulente medico. Lei e il marito si erano messi in proprio per un po', ma finalmente Kate è riuscita a riaverli alla UNIT".
"Potrei sempre ripensarci," rimbeccò Martha.
"Ma non lo farai," intervenne Danielle, "ti stai divertendo troppo".
"Oh, qui non ci si annoia di certo," disse l'altra. "Te ne accorgerai," aggiunse, rivolta a Lucy".
"Ad ogni modo," intervenne Karen, "lei e la dottoressa Tabitha Wilson, come forse sapete, ingegnere elettronico e nuovo membro della squadra, ma preferisce essere chiamata Lucy o Wilson".
Tutti iniziarono a stringerle la mano.
"Quindi non posso chiamarti Tabby?", intervenne McGillop, quando fu il suo turno.
"Capisci perché preferisco usare il mio secondo nome?", gli rispose.

Iniziarono a mostrarle più nel dettaglio il laboratorio e gli strumenti e lei ne era estasiata.

Le mostrarono la propria postazione di lavoro e lei poté osservare quelle dei suoi nuovi colleghi. Dicevano molto della loro vita.
Quella di Adit era coperta di fotografie di un bambino piccolo e una donna che doveva essere sua moglie; quella di Danielle non era molto diversa, ma le fotografie erano molto più numerose e ritraevano due gemelli maschio e femmina dalla nascita fino all'adolescenza; Martha Jones aveva esposto una fotografia del proprio matrimonio con il marito e i familiari; Osgood aveva solo tre fotografie accuratamente incorniciate, una delle quali era piuttosto vecchia e ritraeva un uomo con gli occhiali e la divisa della UNIT e due bambini, una femmina con le trecce e gli occhiali che doveva essere Karen e un maschio più vecchio di almeno cinque anni, che doveva essere il fratello, la seconda era una fotografia di Karen nel giorno della laurea, nuovamente accanto al padre e al fratello, mentre la terza appariva molto recente e raffigurava Kate Stewart, Karen e McGillop assieme ad altre persone che Lucy non aveva mai visto - una ragazza bassa e mora, un giovane con il cravattino, un uomo affascinante con un completo e un uomo anziano con abiti dall'aspetto logoro; anche McGillop aveva una fotografia della propria laurea, ma, al contrario di Karen, era solo, e in più aveva esposto fotografie di viaggi in diverse parti del mondo; infine, il dottor Taylor aveva la postazione più disordinata e più spoglia al tempo stesso, senza fotografie, ma coperta di post-it pieni di annotazioni.

"Allora," chiese Adit, "che ne pensi?".
"Oh," rispose, "questo posto è meraviglioso, non vedo l'ora di iniziare, ma ci siamo solo noi? Mi aspettavo più personale".
"Ci sono altre sedi UNIT a Londra e nel resto del mondo," spiegò Martha, "ma qui lavoriamo solo noi, a parte il personale di sorveglianza e gli addetti alle pulizie. Siamo una specie di squadra speciale".
"È stato tutto un progetto di Kate," spiegò Karen.
"È incredibile," disse Lucy.
"E aspetta di vedere i Corvi della Morte," disse Adit.
"I cosa?!".
"Vedrai," rispose Karen.
"Prima che mi dimentichi," intervenne Martha, "stasera volevamo uscire tutti insieme a cena, dopo il lavoro, vuoi venire?".
"Certo," rispose, "sarebbe fantastico".
"Be'," disse Danielle, "benvenuta nella Squadra Scientifica UNIT della Torre Londra, Lucy".

NdA: Spero che il prologo vi sia piaciuto.
Ringrazio infinitamente Saki per avermi incoraggiata mentre scrivevo.
Spero che la mia Tabitha Lucy "Tabby" Wilson non sia troppo MarySuesca, con i suoi capelli rosa. ho scelto di iniziare dal suo primo giorno per poter presentare la squadra al completo.
Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti!

   
 
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