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Autore: Blecco    10/10/2008    1 recensioni
Una notte buia e silenziosa. Il presagio di una punizione divina. Un misterioso ragazzo. Una one-shot scritta per pur divertimento e non corretta dalla beta reader, scusate gli eventuali errori.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La luna è alta nel cielo e illumina il paesaggio di uno spettrale color azzuro. Le luci della città sono spente e le serrande delle case sono completamente chiuse come in attesa di una catastrofe. Le strade sono completamente deserte e il lastricato di pietra è bagnato dall'umidità, come se la città stessa sudasse freddo per la paura. Il cielo, al contrario, è sgombro e le stelle brillano di speranza in contrapposizione alla terra su cui sembra regnare il terrore. Il tutto fa presagire l'arrivo di una punizione divina. Una luce verde e rossa , poichè filtrata dalle vetrate dello stesso colore, proveniente da un locale vicino al porto rompe questo spaventoso idillio. Dall'edificio si sentono uscire schiamazzi e risate e sembra che le persone al suo interno si stiano divertendo molto a differenza degli altri abitanti della città. Quel bar è rinomato per la sua clientela composta da pirati, scaricatori di porto e altri burberi di quel genere. Il proprietario del locale è un uomo sulla cinquantina dall'aria non più raccomandabile dei suoi clienti. E' pelato e con il naso a patata. I grossi baffi neri e le folte sopracciglia dello stesso colore contribuiscono a dargli un'aspetto da delinquente. E' ben piazzato, con una grossa pancia e delle braccia muscolose che ne rivelano il passato da pescatore. Indossa una camicia verde stropicciata e sporca di sudore che probabilmente non toglie da qualche giorno. I pantaloni marroni non sono in una situazione migliore e sono strappati in diversi punti. Il grembiule, una volta bianco, è giallo e macchiato di caffè, alcool e sangue come fosse un monumento a ricordo dei giorni passati in quella bettola. Nonostante tutto l'uomo ci si trova bene in quel posto dove ha la possibilità di incontrare persone non migliori di lui. L'uomo, infatti, non è uno stinco di santo, anzi; è stato arrestato un paio di volte per le risse nel suo locale ma la polizia non immagina nemmeno il suo più terribile segreto. La bella cameriera arriva al bancone e fa per parlare all'uomo. La ragazza ha dei lunghi capelli biondi che le scendono sulla spalla sinistra legati in una coda. E' abbastanza alta e ha due belle gambe lunghe e snelle. Gli occhi azzurri e il volto grazioso la rendono una ragazza invidiabile da molte altre persone dello stesso sesso. Costretta dal capo ad utilizzare una divisa a dir poco succinta, il pantaloncino non va oltre il sedere e la camicetta è di qualche taglia più piccola lasciandole in vista tutte le forme, si è pian piano abiutata agli sguardi dei clienti. Anche l'uomo, quando le passa davanti, non resiste a guardarla con occhi da maniaco. Nonostante sia disgustata da quegli sguardi è obbligata a continuare con quel lavoro, l'unico modo per sopravvivere con il suo piccolo figlio e l'anziana madre in quel mondo ingiusto. Balbettando, rivolge la parola al padrone del locale.

- M.. mi scusi. I signori al tavolo cinque hanno chiesto una bottiglia del miglior rum che abbiamo.

L'uomo la squadra ancora una volta mentre un rivolo di bava gli cola dalla bocca. Appoggiando il boccale di birra che pulisce insistentemente da qualche minuto, l'uomo va a prendere la bottiglia per i clienti. Scompare per qualche minuto nella porta dietro di se per poi ritornare con il rum. Dopo aver appoggiato la bottiglia sul vassoio di metallo ammaccato prende quattro bicchieri e li riempie di ghiaccio prima di posare anch'essi sul vassoio. La ragazza afferra il piatto metallico e si incammina verso il tavolo ancheggiando per gli alti tacchi, anch'essi richiesti dalle decisioni dell'uomo. I clienti dalla parte di locale che possono ammirare lo spettacolo non se lo perdono per nulla al mondo e si girano all'unisono con le faccie di qualcuno che, come probabilmente è, non vede una donna da mesi. Quando la ragazza raggiunge sta per raggiungere il tavolo un uomo le tira una forte pacca sul sedere. Lei, in bilico sui tacchi vertiginosi, inciampa e cade a terra rovinosamente rompendo tutto ciò che portava. Il rum si espande in una grossa macchia sporcandola e filtrando nelle assi di legno che fanno da pavimento. Il padrone del locale, vedendo la scena, lascia la sua posizione in fretta e la raggiunge infuriato. Tirandola su per un braccio di peso le tira uno schiaffo in volto. La ragazza è ricoperta di schegge di vetro e legno. L'uomo, noncurante delle sue condizioni, la colpisce con tutta la sua forza facendole un grosso livido su una guancia.

- Puttana che non sei altro! Non hai nemmeno idea di quanto costava quel rum! E ora vattene! Non ti darò altre possibilità di riprenderti il lavoro!

La ragazza scoppia a piangere e, dopo essersi tolta le scarpe incurante dei cocci per terra, corre verso la porta.

- Non la voglio un'altra possibilità! Non farò più la stronzata che ho fatto l'altra volta, non ci sperare! Mi licenzio.

Nel locale regna il silenzio per qualche secondo, poi il barista va verso il suo bancone e rompe un seggiolino con un calcio per sfogare la rabbia. Intanto, fuori dal locale, la ragazza sta scappando verso casa sanguinando dalle piante dei piedi sul lastricato scivoloso. Con le lacrime agli occhi corre senza guardare dove va e finisce per sbattere contro qualcuno. Quando cade si asciuga le lacrime e vede due grossi anfibi neri davanti a lei. Quando alza gli occhi vede un ragazzo particolare davanti a se. Indossa dei jeans neri e una lunga giacca di pelle dello stesso colore che gli arriva fino alle caviglie. I capelli dello stesso colore rendono la sua figura monotona e al contempo spaventosa a differenza del suo volto. Con la mano tesa ad aiutarla e un grosso sorriso in viso le riporta per un secondo la sicurezza che ha sempre avuto. L'unica cosa che la turba in quel ragazzo è il pendente a forma di croce rovesciata che le dondola davanti al viso quando quest'ultimo si piega per aiutarla.

- Ti sei fatta male? Forza alzati.

Lei distoglie lo sguardo e si alza aiutandosi con la mano del misterioso ragazzo. Quando è in piedi nota che non è molto alto e che probabilmente è molto più piccolo di lei.

- N... no. Sto bene, grazie del tuo aiuto. Scusa l'impertinenza ma che ci fa un ragazzino in giro a quest'ora della notte in questo postaccio.

Il ragazzo abbassa il volto e prosegue evitandola.

- Non sono affari tuoi e ora va.. tu non hai commesso alcun peccato.

La donna rimane a osservarlo senza capire per un attimo poi lo ringrazia un ultima volta e se ne va per la sua strada. Il ragazzino fa qualche metro nella direzione opposta alla donna e entra nel locale. Quando la porta si richiude dietro di lui tutti gli occhi nella stanza lo osservano. Il ragazzo non li degna di attenzione e si dirige verso il bancone, poi si siede su uno degli sgabelli. Il barista vede che è troppo piccolo per bere alcool o comunque entrare in un postaccio del genere ma non gli importa.

- Allora sbarbatello, dimmi... che cosa desideri?

Il ragazzino gli risponde fissando il nulla sulle sue scarpe che non toccano terra.

- La tua testa grazie.

Per un attimo un brivido sale lungo la schiena dei presenti, poi qualcuno incomincia a ridere e si forma un coro di sogghigni. Il barista, infuriato, gli risponde a tono.

- Senti ragazzino oggi ho proprio le palle girate. Perchè non alzi quel tuo bel culetto da neonato e non te ne vai a casa a succhiare il latte dalle tette di tua madre?

Senza distogliere lo sguardo dagli anfibi il ragazzo risponde ancora una volta con lo stesso tono freddo.

- Che sgarbato. Da quando si tratta cosi un cliente? Bene, se non vuole darmi quello che ho chiesto, me lo prenderò da solo.

Il barista fa una smorfia alla risposta del ragazzo. Senza dargli il tempo di rispondere il ragazzino scende dalla sedia e riprende a parlare.

- Questa sarà l'ultima cosa che vedrete nella vostra lurida vita peccatori.

Tra gli sguardi attoniti dei presenti il locale si fa buio come le profondità dell'inferno.

- Ma che diavolo è successo? E' saltata la luce?

La voce del barista è l'unica cosa che si sente nel buio. Tastando nell'oscurita i cassetti sotto il bancone cerca una candela da accendere per raggiungere il contatore e riattivarlo. Sta ancora tastonando quando un urlo strazia le orecchie dei presenti. Un brivido scorre lungo la schiena del barista mentre qualcuno incomincia a chiedersi cosa stia succedendo. Le urla di dolore aumentano di secondo in secondo e si sentono i lamenti di persone sgozzate come agnelli al macello. Qualcuno incomincia a correre per la stanza urlando e si sente il rumore dei mobili cadere nella folle corsa dei sopravvissuti.

*Cosa diavolo sta succedendo. Dove cazzo è la candela maledizione.

Il barista trema di paura mentre muove le mani in fretta in cerca di qualcosa per fare luce. Un bicchiere, cadendo davanti a lui, lo ferisce alle gambe, ma ignorando il dolore continua nella sua ricerca. Quando finalmente trova una vecchia lampada a olio carica le urla strazianti nel locale smettono improvvisamente.

- E... ei..... c'è nessuno?

Dopo aver acceso la lampada si alza in piedi dietro al bancone tremando e cerca di percepire qualche rumore. L'unica cosa che sente è un respiro profondo è affannoso proprio davanti a lui.

- C... chi sei?

L'uomo allunga la mano in avanti cercando di illuminare la fonte del rumore. L'unica cosa che vede sono dei grossi denti di una belva mostruosa, poi essa si apre sputando un fetidio alito di morte per rispondergli.

- Non preoccuparti, sono soltanto il tuo peggior incubo.

Il ragazzino esce dal locale tranquillo come è entrato e alza gli occhi verso la luna e le sorride rivelando i denti sporchi di sangue. Dentro il locale la luce è tornata e i corpi dei clienti giacciono mutilati per tutta la stanza. Il barista, invece, si trova dietro il bancone senza testa come se fosse stata strappata via dal morso di una belva. Il ragazzino incomincia a vaneggiare contro il cielo.

- Sembri felice. Strano eppure il lupo cattivo ha appena mangiato parecchie delle tue pecorelle smarrite. Lo so che non lo vuoi ammettere ma dopotutto è cosi, i miei risultati ti piacciono, dopotutto una volta lavoravamo insieme. Certo, c'è stato quel piccolo screzio visto che non sopporti i miei metodi... ma che ci vuoi fare, sono l'immortale punitore no?

La donna è rimasta nascosta dietro un edificio e osserva stranita la scena. Sta per avvicinarsi al ragazzo per chiedergli cosa fosse andato a fare in quel postaccio quando una nubedi fumo e fuoco, come in un esplosione, circonda l'edificio e il ragazzo davanti a essso. L'urlo della donna irrompe nella notte silenziosa non riuscendo comunque a sovrastare il rumore dell'esplosione. Preoccupata per le sorti del ragazzo corre verso l'ultimo punto in lo ha visto e si incammina in mezzo al fumo chiamandolo invano. Quando finalmente incomincia vederci e la gente del posto spalanca le finestre incuriosita e spaventata lei non trova nessuna traccia del ragazzo. Nulla tranne una strana stella in un cerchio impressa nel suolo davanti ai suoi piedi.
  
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