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Autore: tenj_98    05/10/2014    4 recensioni
"I loro respiri si affannarono. Quasi senza accorgersene Elle posò una mano sulla calda pelle della nuca di Light spingendolo verso di sé e le loro labbra finalmente s’incontrarono, incatenandosi in un dolce, timido bacio.
I due ragazzi chiusero gli occhi un istante che sembrò durare un’eternità e in un attimo tutto il mondo attorno a loro svanì.
Elle non era più il detective e Light non era più il sospettato.
In quel momento c’era solo quel bacio tanto significativo quanto inaspettato."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: L, Light/Raito | Coppie: L/Light
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Light  non sapeva fino in fondo cosa stesse facendo, né a che gioco stesse giocando Elle.
Il ragazzo aveva accettato la proposta di incatenare il suo polso a quello del giovane detective esclusivamente per provare a quest’ultimo la sua innocenza riguardo il caso “Kira”, ma in quel momento, seduto sulla scrivania a pochi centimetri lontani dal moro, Light stava mettendo nuovamente in discussione se stesso ed il suo atteggiamento prima del suo imprigionamento volontario, per quel poco che la sua mente riusciva a ricordare del suo passato tanto recente.
Era fin troppo strano persino a lui che alcuni degli avvenimenti più drammatici riguardanti il caso e avvenuti prima della sua reclusione fossero come svaniti nel nulla, sicché dopo giorni di lavoro, Light ed Elle erano finalmente giunti alla conclusione – seppur essa fosse semplicemente un’ipotesi – che il reale Kira fosse capace di donare e privare qualunque uomo, a sua scelta, del proprio “potere”: poter commettere omicidi di qualunque genere senza essere presenti sul luogo del delitto e sia Light Yagami che Misa Amane erano stati sfruttati come temporanee pedine quando i sospetti erano cominciati a diventare sempre più costanti e scartati quando non ce n’era stato più alcun bisogno.
Ma se la teoria di Elle era esatta, Light per un certo periodo di tempo era stato Kira: l’assassino più temuto al mondo e questo stava a significare che anch’egli, seppur contro la propria volontà, aveva sporcato le proprie mani del sangue di centinaia di uomini; nonostante Elle avesse ripetuto più volte che se l’ipotesi fosse stata esatta egli non sarebbe stato accusato di alcun crimine, Light non avrebbe mai potuto accettare l’idea di essere andato contro la propria morale ed aver ucciso delle persone.
Il ragazzo non negava a se stesso di aver pensato più volte ad un mondo senza crimine, privo di ogni male. Al contrario, questo era ciò che aveva sempre desiderato e che lo aveva condotto ad intraprendere gli stessi studi di suo padre per poter diventare, in un futuro prossimo, un  poliziotto. Ma non sarebbe mai giunto alla decisione di dover eliminare fisicamente tutti gli uomini che non riteneva, in un certo senso, degni di questo mondo. O almeno così credeva.
-La smetterai prima o poi con quella penna o hai deciso di voler continuare fino a quando non diventerà un inutile mucchietto di plastica ?
La voce pacata e bassa di Elle distolse il ragazzo dai propri pensieri costringendolo a spostare gli occhi sulla penna che picchiettava convulsamente contro la superfice della scrivania grigio-metallica, per il nervosismo, senza rendersene conto.
Light fece un sorrisetto nervoso rivolto ad Elle e lasciò cadere l’oggetto sulla scrivania.
-Caffè?- domandò il detective, tutto intento a gettare nella sua tazza almeno una quindicina di zollette di zucchero.
Light scosse la testa senza proferire alcuna parola, rendendosi strano ed insolito agli occhi di Elle che, comodamente seduto nella sua ambigua posizione cominciò ad osservarlo proprio come uno scienziato ossessionato dal suo esperimento.
Elle era sempre stato certo che Light avesse a che fare qualcosa – indirettamente o meno – con Kira. Tutta la serie di prove a suo carico, seppur incerte, lo dimostravano ed il suo intuito non aveva mai sbagliato prima d’ora. Ma egli non avrebbe potuto fingere di non aver notato l’atteggiamento sincero e gli occhi del giovane ragazzo. Nemmeno il migliore degli attori avrebbe saputo recitare così eccellentemente.
Eppure, il giovane detective era sicuro che Light fosse Kira, seppur avesse mentito sulle sue percentuali di un’effettiva possibilità che quest’ipotesi fosse vera per tranquillizzare chiunque facesse parte della sua squadra. Sapeva benissimo di star conducendo da solo questa caccia al topo pur essendo perfettamente a conoscenza che la scorta di polizia rimastagli accanto fosse una fra le migliori di tutto il Giappone.
Solamente Elle sarebbe stato in grado di scovare il vero Kira, anzi, egli era certo che lo avrebbe trovato… Stava solo aspettando il momento più adatto per posizionare l’esca che sarebbe servita ad incastrare l’astuto roditore, incapace di resistere all’istinto primordiale di cibarsi.
Elle voltò il viso in direzione del suo aiutante  e, ne era certo,  più acerrimo nemico: Light Yagami, che in quel momento sembrava concentrato ad osservare l’incessante aumentare delle morti dei criminali non giustiziati sullo schermo di uno dei computer che circondava l’enorme stanza di lavoro.
Il suo viso dai lineamenti ben definiti era corrucciato e gli occhi a mandorla lasciavano trasparire stupore e timore nello stesso istante. La bocca era schiusa a formare una piccola “O” da cui fuoriusciva una densa nuvoletta di alito caldo.
Il detective incurvò maggiormente la schiena arrivando a toccare le ginocchia con il petto per poter osservare meglio il suo sospettato e dalle sue dita sfuggì l’ennesima zolletta che, con un piccolo tonfo, sprofondò nel liquido scuro e caldo ed immediatamente si sciolse. Prese il cucchiaino d’argento fra l’indice ed il pollice quasi senza accorgersene, continuando a fissare il volto del suo rivale con estrema concentrazione. Solo il ticchettio della posata contro la delicata porcellana di cui era fatta la sua variopinta tazzina e lo strusciare delle manette che lo tenevano legato a Light, riportarono Elle alla realtà.
Il primo pensiero che colpì il giovane dai capelli corvini, osservando il figlio del sovrintendente Yagami, fu che se egli fosse stato realmente Kira, prima o poi, sarebbe stato costretto a fare una mossa falsa ed allora la trappola sarebbe finalmente scattata ed il topo catturato.
Il detective bevve un sorso del suo caffè, abbandonando, poi, la tazza ancora piena su di un tavolino di cristallo da cui prese un biscotto al cioccolato che mangiò lentamente, gustandone ogni ingrediente.
Elle, però, non poteva negare a se stesso che, seppur minime, esistevano possibilità che Light non fosse Kira e lui stesso aveva sempre sostenuto di dover prendere in considerazione qualunque possibilità, anche la più lontana.
C’erano stati istanti in cui Elle aveva dato per scontato che Light Yagami fosse il primo Kira e Misa Amane, la quale si era sempre mostrata a favore di colui che i più scellerati chiamavano giustiziere ed era allo stesso momento implicata in una relazione amorosa con il sopracitato, fosse la sua aiutante: il secondo Kira.
Tuttavia, in quel momento l’intelligentissimo detective non avrebbe potuto vedere in lui il minimo sospetto.
Egli portò un dito alle labbra, mordicchiando per abitudine la sottile unghia .
Ed era proprio a causa di questa mancanza di prove che Elle sospettava che Light fosse Kira e lo avrebbe dimostrato.
Ci sarebbe riuscito. A costo di sacrificare la propria vita!
-Riuscirò a farti cambiare idea, Elle! Noi due insieme riusciremo a trovare Kira, ma dovrai fidarti di me ed è per questo che ho acconsentito a quest’assurdità.
Con questa catena potrai osservarmi in ogni momento del giorno e giungere così all’evidente realtà che io non sono Kira e se mai lo sono stato  in passato ero totalmente incosciente delle mie azioni.
Qualcuno ha giocato con la mia mente, Elle, ed io lo voglio morto almeno quanto te.
Light parlava guardando Elle negli occhi.
L’argomento della sua discussione aveva portato il giovane ragazzo ad agitarsi, per cui,
si era alzato dalla sedia su cui aveva cercato di trovare una soluzione a tutte quelle morti per interi giorni ed aveva cominciato a camminare avanti e indietro per la stanza, per quanto le manette che lo tenevano legato ad Elle glielo permettessero.
Pochi centimetri più indietro il detective fissava con concentrazione il biscotto al cioccolato che reggeva con la stessa mano su chi aveva chiuso  il braccialetto di metallo di sua spontanea volontà e che non riusciva a portare alla bocca per via dei continui movimenti di Light che trascinava con sé il suo braccio.
Elle allungò l’altro arto per afferrare un biscotto simile e questa volta fu lui a trascinare con sé Light che, quasi senza accorgersene, si ritrovò ad un soffio dal viso di Elle che lo fissava con i suoi grandi occhi neri pieni di curiosità.
Light si sentì improvvisamente destabilizzato dall’inaspettata vicinanza con il detective, ritrovandosi a fissare il suo volto e a notare alcuni particolari su cui non si era mai soffermato prima d’ora, come ad esempio il pallore esagerato ed omogeneo del suo viso, contrastante con l’ombra scura delle occhiaie o come la soggezione che suscitava il suo sguardo.
Light afferrò il collo della sua maglia bianca e lo sollevò quel poco che bastava a far sfiorare i loro nasi.
Gli occhi di Elle caddero quasi istintivamente sulle labbra di Light.
-Tu devi credermi!- disse il ragazzo con la mascella serrata.
-Dolcetto?- fu la domanda in risposta di Elle. 
Egli portò alla bocca il suo biscotto e con la mano vuota si liberò dalla presa ferrea di Light dalla sua maglia e tornò a fissare il suo sguardo in un punto indefinito della stanza.
Light sussurrò una parola di scuse che molto probabilmente sentirono solo le sue orecchie e tornò a sedersi rifiutando il dolcetto offerto da Elle.
Come avrebbe potuto convincere il testardo detective a non avere sospetti su di lui?
Light sapeva che nessuno dei suoi atteggiamenti , per quanto naturali  fossero, avrebbero potuto convincere il detective a lasciar perdere le indagini su di lui e allo stesso modo, egli stesso non era del tutto certo della sua innocenza. C’era qualcosa di particolarmente sospettoso nella perdita improvvisa di memoria che sia lui che Misa avevano subito dopo essere stati imprigionati: sembrava quasi tutto…  calcolato.
Sì. Era proprio come se qualcuno avesse saputo fin dall’inizio cosa sarebbe accaduto e tutto stesse andando per il verso giusto.
Ma chi era quel qualcuno?
Sia Light che Elle erano persi nei loro pensieri quando il sovrintendente Yagami entrò nella stanza seguito dai sei poliziotti dietro di lui.
-Elle, abbiamo nuove notizie.
Il detective si voltò lentamente con la sedia e silenziosamente fissò il sovrintendente che, dopo aver lanciato uno sguardo veloce ma carico di preoccupazione al figlio poco distante, ritornò a parlare:
-La “Sakura TV” ha mandato in onda la lista di altri morti nelle ultime due settimane. I deceduti sono tutti criminali morti per arresto cardiaco, nonostante le condizioni di salute della più parte di loro fossero ottime. Non c’è altra spiegazione,  è opera di Kira.
Quando il più anziano degli uomini presenti in quella stanza terminò il suo discorso, sia Light che Elle incrociarono per un momento i loro occhi. Il primo pareva più sollevato mentre, al contrario, il secondo era assalito dai dubbi.
-Questo vuol dire che Light non può essere Kira, evviva!- esclamò Matsuda con il suo solito tempismo pessimo, alzando le braccia al cielo e abbassandole subito dopo lo sguardo severo che gli rivolsero tutti i presenti nella stanza.
-Certamente questo è una prova a vantaggio del nostro Light e della signorina Amane- parlò con calma Elle, non mostrando il benché minimo stupore a quella notizia.
-Ma resta comunque la domanda irrisolta al nostro quesito: chi è Kira?- disse con una nota di sconforto un po’ troppo calcata nella voce che allarmò tutti i presenti.
Light scattò nuovamente in piedi rovesciando la sedia all’indietro e sbattendo le mani sulla scrivania lucida che rifletté il suo viso contratto ed Elle fu costretto ad alzarsi a sua volta per via delle manette che lo avevano attirato nella direzione del giovane ragazzo.
-Cosa ti prende Light?- domandò il sovrintendente, perplesso.
Light fissava lo schermo del computer con i nuovi dati ed i suoi occhi parevano spostarsi prima a destra poi a sinistra con velocità disarmante.
Elle piegò lievemente la testa di lato, turbato da quello strano atteggiamento e cercò d’indovinare i pensieri di Light fissando anch’egli il grande schermo.
Quando finalmente anche il detective giunse alla medesima conclusione del ragazzo, fece alcuni passi indietro.
-La Sakura TV…- pronunciarono entrambi con voce flebile, per poi riprendere a fissarsi.
Gli altri uomini presenti nella stanza si scambiarono occhiate allarmate ed il primo a parlare dopo vari minuti fu proprio il sovrintendente che, spazientito della situazione ironicamente misteriosa, si era fatto avanti per cercare di giungere alla stessa conclusione dei due giovani.
-Potreste rendere partecipi anche noi delle vostre strampalate idee?- domandò quasi con sarcasmo.
Il primo a parlare fu Light che, continuando a fissare il grande monitor, puntò il dito sui grafici colorati che, ora, mostravano le percentuali di tutte le trasmissioni che ogni sera annunciavano le morti dei criminali.
-Osservate i dati! Noterete anche voi che in queste ultime tre settimane la Sakura TV ha aumentato eccessivamente le percentuali di annunci di morte dei Criminali assassinati da Kira, in proporzione a tutte le altre trasmissioni del Giappone e, come ricorderete bene, sono passate esattamente tre settimane dalla mia reclusione e quella di Misa- terminò il ragazzo con voce seria, dando poi la parola al detective di fianco a lui.
-Sembra quasi che, in qualche modo, la Sakura TV riesca ad ottenere le informazioni prima di tutte le altre televisioni, anche prima della stessa polizia. Come se…- Elle fu interrotto da Light.
-Come se Kira lavorasse alla Sakura TV o avesse uno stretto contatto con chi vi lavora- il ragazzo pronunciò quelle parole con assoluta certezza a dispetto degli sguardi sempre più perplessi che gli altri agenti presenti nella stanza si rivolgevano sempre più spesso.
-Matsuda, chi conduce ultimamente il telegiornale della sera? È questa l’ora in cui vengono annunciati i criminali assassinati da Kira- domandò Elle rivolgendosi al più giovane ed impulsivo degli agenti nella stanza.
Il ragazzotto moro, colto alla sprovvista per quell’improvviso richiamo, si mise sull’attenti.
-La signorina Kyomi Takada, signore. E’ stata recentemente promossa al ruolo di giornalista dopo la scomparsa della precedente giornalista di successo.
Light  ebbe un sussulto.
Ricordava quel nome e l’intelligenza della ragazza che aveva frequentato il suo stesso liceo non molto tempo prima.
Elle si  accorse dell’improvviso cambio di umore del giovane di fianco a lui e piegò nuovamente la testa di lato per cercare di indovinare i suoi pensieri.
-La conoscevi?- domandò con sospetto.
-Era una compagna del liceo di Light.
Fu il sovrintendente Yagami a rispondere alla domanda di Elle, con naturalezza, aumentando senza volerlo i suoi sospetti sull’implicazione di Light riguardo il caso Kira.
Light inghiottì un pesante groppo, conscio dei pensieri del detective al suo fianco, ma non fece notare il suo sgomento.
Non era possibile! Questa doveva essere tutta una coincidenza… lui non era Kira.
-Sospetti che lei sia Kira?- domandò con cautela uno dei sei agenti nella stanza, rivolto ad Elle che, in risposta, allungò ancora una volta il braccio per afferrare una caramella a forma di orsetto colorato che inghiotti rapidamente.
Il detective si succhiò le dita.
-Se non lo è… sarà certamente implicata in qualche modo in questa situazione- rispose semplicemente.
-Possiamo provarlo!- propose Light, più per dimostrare la sua innocenza che per catturare un possibile Kira o un probabile indizio.
Tutti puntarono lo sguardo su di lui ed egli si voltò lentamente, sentendosi osservato.
-Io e Kyomi eravamo ottimi amici al liceo. Basterà che mi presenti “casualmente” da lei e cominci a frequentarla per estorcerle informazioni importanti riguardo il caso Kira. Mi fingerò sostenitore accanito del “paladino della giustizia” ed elogerò le sue doti lavorative per convincerla ad aprirsi.- propose il giovane lasciando chiunque a bocca aperta eccetto Elle, come ben sapeva.
-Come possiamo sapere che tu non sei il vero Kira e che la giornalista sia semplicemente una delle tue pedine a cui spiegherai come comportarsi ora che è indagata?- domandò l’astuto detective aspettandosi la proposta di Light e fissando il ragazzo – che sostenne il suo sguardo con aria di sfida - con sospetto.
-Matsuda e altri tre agenti collocheranno alcune cimici nella casa di Kyomi, dove tenterò di far avvenire la maggior parte degli incontri e porterò sempre con me un microfono collegato a questo studio quando inevitabilmente dovremmo incontrarci al difuori delle mura per non destare spiacevoli sospetti, di modo che voi tutti possiate sentire ciò che verrà detto durante il corso della serata.
Elle non smetteva di fissare il suo indagato con un’apparente sospetto, ma con segreta ammirazione per la logica con cui collegava ogni minimo particolare e per la velocità con cui giungeva ad una momentanea soluzione.
Gli somigliava molto più di quanto volesse ammettere.
Di certo sarebbe stato il primo dei suoi eredi nel lavoro, nel caso in cui Elle fosse morto in questa operazione, se egli non avesse sospettato di lui.
-Fantastico! Sì, in questo modo riusciremo a trovare Kira e lo distruggeremo per sempre.- fu un altro dei soliti commenti a sproposito di Matsuda che venne prontamente ignorato da tutti.
Light incrociò le braccia poggiandosi alla scrivania metallica, soddisfatto dell’idea appena partorita.
-Cosa ne dici, Elle? In questo caso, però, dovrai togliermi le manette- disse sarcasticamente il ragazzo mostrando il polso circondato dal braccialetto di metallo. Strappando un lieve sorriso al detective.
-Non posso far altro che approvare la tua idea, Light. In questo modo saremo sempre in costante contatto e potremo sapere in tempo reale ciò che accade senza serbare sospetti.- calcò quest’ultima parola più delle altre, lasciando sottintendere che, al contrario, di sospetti ne custodiva ancora tanti, ma Light lo ignorò e proseguì con l’esplicazione del suo piano.
-Mi attiverò domani sera stesso, di modo che non si perda altro tempo prezioso. Kira ha i minuti contati!
 
 
-Oh andiamo Elle… se liberi Light e lo lasci dormire qui per questa notte ti do un bacio, va bene?- squittì la stridula voce di Misa all’interno della sua stanza.
I due giovani erano appena rientrati per cercare di comprendere in che condizioni fosse la ragazza, dato che stranamente, non si era lamentata per tutta la giornata destando sospetti sia nel detective che in Light stesso.
Il ragazzo scosse la testa, accogliendo noiosamente la biondina fra le braccia, ma non ricambiò alcuna smanceria.
-Mi dispiace signorina Amane, ma io e Light abbiamo un patto che potrà essere sciolto esclusivamente nelle condizioni che le abbiamo appena esplicitato- fu la risposta secca di Elle.
Misa sbuffò piagnucolando e si strinse ancora di più al corpo di Light, sporgendosi per riuscire a lasciargli un bacio sulla guancia.
-Non trovo giusto che venga liberato per andare ad incontrare un’altra ragazza! Non t’innamorerai di lei, vero amore mio?
Light si separò dal corpo della giovane, rimanendo impassibile alla sua preoccupazione.
A dirla tutta, non era innamorato nemmeno di Misa. Non aveva idea del perché ci usciva assieme. Sentiva di provare un certo affetto nei suoi confronti, qualcosa di più simile alla protezione, ma nulla che potesse c’entrare con l’amore.
-Fra non molto tornerai a casa, Misa, non preoccuparti. Ci libereremo ben presto di Kira e sarai libera. Buonanotte.- disse e così facendo si sporse per lasciarle un bacio a stampo sulle labbra, sperando di riuscire a distrarla almeno per un po’.
-La mia casa è dove sei tu, Light! Oh, non vedo l’ora di poter vivere assieme a te amore mio. Buonanotte anche a te Elle!- urlò Misa quando i due furono già sulla porta.
Light ignorò completamente le sue fantasie sul futuro, mentre Elle le rivolse un cenno di saluto con la mano per poi chiudersi la porta alle spalle.
 
 
-Per quanto ancora dovrai sospettare di me, Elle?- domandò Light esausto, abbandonando il suo corpo inerme sul letto in cui avrebbero dormito assieme; dimenticandosi per un solo istante di essere ancora legato ad Elle e trascinandolo con sé sull’enorme materasso.
Il detective cadde in silenzio, quasi come se non si fosse accorto di nulla, poi lentamente si voltò in direzione di Light, fissandolo mentre scoppiava a ridere divertito dall’ambigua situazione venutasi a creare improvvisamente, come se fosse la prima volta che vedeva nascere una risata così spontanea dopo tanti anni, ma seppur anch’egli fosse divertito, non lasciò trapelare alcuna emozione e si limitò a mantenere lo sguardo fisso sul ragazzo di fianco a sé, quasi come incantato dalle sue labbra…  Ancora una volta.
Quando Light si calmò, si rese conto di dove fossero caduti gli occhi di Elle ed arrossì visibilmente, per la prima volta.
C’era qualcosa negli strani occhi del giovanissimo detective che lo incuriosivano.
La perenne aria di sfida che accompagnava il loro rapporto – se così si sarebbe potuta definire una relazione fra un sospettato ed un detective – rendeva le loro giornate cariche di competitività, qualcosa a cui entrambi non sapevano rinunciare.
La sua intelligenza lo rapiva come lo avrebbero rapito pagine di articoli sul diritto di ogni uomo e l’alone di mistero che circondava il suo nome o persino la sua postura incuriosiva Light al punto da esserne diventato ossessionato.
Egli voleva dimostrare di essere migliore del detective più famoso al mondo o quantomeno dimostrare che anche lui avrebbe potuto sbagliarsi, come con il caso Kira di cui il principale sospettato era Light stesso.
Elle si sedette assumendo la sua solita postura e prese a fissare la porta davanti a sé.
-Smetterò di sospettare di te quando Kira verrà alla luce o, in un’altra ipotesi, la mia preferita, quando ti rivelerai al mondo- sussurrò pacatamente.
Light si sedette al suo fianco costringendosi a mantenere la calma.
-Il punto è che tu non accetti di perdere, Elle- sussurrò al suo orecchio con rabbia facendo stranamente rabbrividire il ragazzo al suo fianco che faticò a mantenersi distaccato e freddo.
Cosa gli stava accadendo?
Egli si voltò e avvicino piano la sua bocca all’orecchio di Light che, nello stesso modo e con la medesima confusione, fu scosso da un brivido caldo che percorse la sua spina dorsale.
-Lo so.- lo provocò, per poi ritornare nella sua posizione iniziale.
Entrambi i ragazzi erano scossi, confusi e accaldati ed entrambi rifiutavano quel pensiero.
Light scosse la testa. A lui piacevano le ragazze e ad Elle la cioccolata. Niente di quanto stava accadendo in quella stanza aveva alcun senso.
-Parlami di Misa.- propose Elle dopo alcuni minuti di sgomento e di silenzio, mentre osservava il riflesso sfocato di Light proiettato sul lucido vetro delle finestre alla sua sinistra, spoglie e rese opache dalla sporcizia accumulatasi col tempo.
Light deglutì rumorosamente.
Misa? Cos’avrebbe potuto dire di lei? Ne conosceva a stento il nome ed una parte del suo passato.
Effettivamente avrebbero potuto sembrare di tutto eccetto che una coppia di innamorati, ma in quel momento Light non pensò ai sospetti di Elle e nemmeno alla sua complicità riguardo il caso Kira.
Il ragazzo si sentì stranamente compiaciuto e sollevato dal non aver lasciato trapelare nulla del suo rapporto con la giovane agli occhi del detective.
E, nello stesso istante, Elle sentì una strana fitta prendergli lo stomaco, diversa dal bisogno ormai costante che aveva di assumere zuccheri, questa era più dolorosa, più profonda. Il solo pronunciare il nome di Misa lo aveva infastidito o, meglio, il solo pensare al rapporto che avrebbe potuto esserci fra Misa e Light lo aveva turbato al punto da fargli assumere una postura corretta che non gli permetteva di pensare lucidamente.
Atteggiamento che non passò inosservato agli occhi di Light che non aveva mai visto Elle così rigido e composto da quando aveva avuto il “piacere” di fare la sua conoscenza.
-Misa? Non so nemmeno il motivo per cui esco con lei, Elle- confessò, ma il tono dolce con cui vennero pronunciate queste parole sembrò in qualche modo un vago tentativo di rassicurare il detective al suo fianco che, invece, non fece altro che irrigidirsi di più, modificando ancora una volta la sua postura.
Egli si schiarì la gola e si fissò i piedi nudi e pallidi, proprio come il resto del corpo.
-Io si…- disse poi, spostando lo sguardo sul soffitto.
Light trovò il coraggio di guardarlo in volto e finalmente comprese ciò che finora non aveva ancora capito. Sorrise all’idea ed osservò il suo strano volto cereo ed i suoi contrastanti capelli corvini.
-Dimenticalo Elle. Dimentica questa storia, per favore- sussurrò Light con premura ed esasperazione nella voce.
Elle fissò dritto negli occhi il ragazzo seduto a pochi centimetri da sé e questa volta toccò a lui inghiottire il pesante groppo in gola.
Le loro dita si sfiorarono impercettibilmente ed entrambi percepirono una scossa, ma nessuno dei due ebbe più il coraggio di ritirare la mano, continuando a fissarsi intensamente.
-Lei è il secondo Kira e tu sei riuscito a capirlo prima di noi, te lo concedo.
Hai dovuto trovare un modo per far sì che lei ti obbedisse, essendo tu il primo Kira, ed hai fatto sì che s’innamorasse di te, utilizzando la via più semplice: raggirandola- spiegò per l’ennesima volta il moro.
Light rimase impassibile davanti a tale ipotesi. L’aveva sentita così tante volte che ormai non ci faceva più caso, né tentava di spiegare ad Elle che la sua versione era completamente errata.
Se c’era una cosa che il ragazzo aveva capito era che il detective non cambiava mai idea.
-Oppure ci ho semplicemente fatto sesso- volle invece provocarlo.
D’stinto Elle strinse la mano di Light nella sua, colto da una bizzarra gelosia, scostandosi subito dopo e facendo sorridere il ragazzo.
-Probabile- rispose con un tono di voce tanto freddo da non sembrare nemmeno più il suo: caldo e monotono.
Light scosse ancora la testa e rinunciò una volta per tutte all’idea di convincerlo, abbandonandosi finalmente a ciò che avrebbe voluto fare da tempo, perché così affascinato, ma che aveva così abilmente nascosto e represso persino a se stesso.
Il ragazzo si sporse verso il detective che, al contrario, rimase immobile ed afferrò il suo viso, portandolo ad un centimetro dal suo.
I loro respiri si affannarono. Quasi senza accorgersene Elle posò una mano sulla calda pelle della nuca di Light, afferrando una ciocca dei morbidi capelli chiari, attirandolo a sé e le loro labbra finalmente s’incontrarono, incatenandosi in un dolce, quanto timido, bacio.
Chiusero entrambi gli occhi un istante che sembrò durare un’eternità e in un attimo tutto il mondo attorno a loro svanì.
Elle non era più il detective e Light non era più il sospettato.
In quel momento c’era solo quel bacio tanto significativo quanto inaspettato.
Elle fu il primo a staccarsi.
-Se speri che dopo questa notte i miei sospetti su di te possano cambiare...
-Sta zitto, dannazione- lo interruppe Light, ritornando con le labbra su quelle del ragazzo, che si lasciò baciare senza più alcun freno.
  
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