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Autore: MissGolightly    05/10/2014    4 recensioni
TRATTO DAL TESTO:
"-Jane non ho nulla di grave. Posso assicurartelo-.
-Ah, sì? E da quando sei nella posizione di dire se hai qualcosa di grave o no? Non sei un dottore Lizzie- disse Jane.
-Non ho bisogno di un medico per sapere come mai sono stata male- disse Elizabeth, alzandosi e dirigendosi pensierosa verso la finestra.
Solo in quell’istante, Jane notò un particolare: per tutto il tempo, la mano di Lizzie era rimasta appoggiata sul ventre, quasi a voler proteggere qualcosa."
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charles Bingley, Elizabeth Bennet, Fitzwilliam Darcy, Jane Bennet
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il signor Darcy fece roteare sul tavolo la sua fede nuziale. Lo faceva sempre quando era pensieroso.
Quell’anello era il simbolo della sua unione con Elizabeth. Il simbolo del loro amore.
Ricordava che Elizabeth gli aveva detto più volte che non era il caso di portare un anello al dito per sentirsi legati. I suoi genitori non l’avevano mai portato, eppure erano ancora profondamente legati l’uno all’altra.
Ma lui aveva insistito. Voleva portare su di sé un simbolo della loro unione. Voleva che chiunque lo guardasse, potesse notare che era un uomo felicemente sposato.
Sorrise mentre si rinfilava la fede.
Non avrebbe mai creduto che la vita matrimoniale potesse essere tanto bella. Felice.
Il fatto, poi, che il suo migliore amico fosse sposato con la sorella di sua moglie, rendeva tutto migliore. Lo faceva sentire parte di una grande, accogliente famiglia. Fino a quel momento, aveva solo e sempre potuto contare su sua sorella Georgiana, quando si trattava di famiglia. I suoi genitori erano morti parecchi anni prima e, a differenza di Elizabeth, non aveva mai avuto zii amorevoli che si occupassero di lui.
Forse era proprio questa la causa della sua freddezza nei confronti di chiunque lo circondasse.
E invece, grazie alla sua Lizzie, era riuscito ad aprirsi e a sciogliere il ghiaccio che ormai da troppo tempo avvolgeva il suo cuore.
Si alzò rapidamente dalla sua solita postazione, dietro la scrivania del suo studio, e andò alla ricerca della sua adorata moglie.
Si aspettava di trovarla intenta a leggere un libro o a ricamare, oppure a chiacchierare tranquillamente con sua sorella Jane, la quale si era recata a Pemberley insieme al marito per una breve vacanza.
Di certo, non si aspettava di vederla uscire di casa con un catino pieno d’acqua tra le mani.
-Lizzie, tesoro, che succede?- chiese l’uomo, incuriosito.
La ragazza si guardò intorno prima di rispondere, poi disse: -Mi sono sentita poco bene mentre mi trovavo in giardino. Sto andando a pulire-.
-Abbiamo la servitù per queste cose. Se state male, dovete solo riposare- disse Darcy, prendendole il catino dalle mani.
-Non sto male, mio caro. Ho solo rimesso la colazione- replicò Elizabeth, riprendendo il catino e guardando l’uomo con una punta di rabbia. Sapeva essere davvero insopportabile, a volte.
-Lizzie, non è la prima volta che succede. Forse sarebbe il caso di chiamare il medico-.
Lizzie sbuffò sonoramente e voltò le spalle al marito, dirigendosi in giardino.
-Sto benissimo, Fitzwilliam. Non dovete preoccuparvi per me- disse, sentendo che il marito la stava seguendo.
-Siete mia moglie, è mio dovere preoccuparmi per voi. Se proprio non volete che faccia venire un medico, vorrà dire che rimarrò con voi oggi. Vado subito ad avvisare Bingley che la nostra gita a cavallo è annullata-.
Prima che Elizabeth potesse dire qualcosa, il marito si era già allontanato.
 
 
Arrivato davanti alle scuderie, Darcy incontrò Jane.
Era felice che il suo caro amico l’avesse sposata, anche se all’inizio aveva avuto qualche riserva. Jane era una donna intelligente, graziosa, solare, aveva sempre il sorriso sulle labbra e, cosa ancora più importante, sapeva come rendere felice Bingley.
-Buongiorno, cognata- la salutò cordialmente Darcy.
-Buongiorno, signor Darcy. Charles sta sellando i cavalli. Lo avrebbe fatto il vostro stalliere, ma Charles ha insistito. Sapete com’è fatto- disse Jane sorridendo.
Darcy ricambiò il sorriso e aggiunse: -A tal proposito, temo di dover chiedere a vostro marito di rimandare la nostra uscita. Elizabeth non si sente bene e preferirei non lasciarla sola-.
-Siete un marito molto premuroso. Ma non preoccupatevi, Lizzie non rimarrà sola. Resterò io a farle compagnia- disse Jane.
-Ne siete sicura?-
-In queste condizioni, non posso certo andare a cavallo- disse la donna sorridendo e indicando il ventre gonfio, segno di una gravidanza che ormai stava giungendo al termine.
Darcy sorrise, cercando di mascherare l’imbarazzo. –Mi dimentico sempre delle vostre condizioni, perdonatemi-.
In quel momento, Bingley uscì dalle scuderie portando con sé due cavalli. –Darcy, siete pronto per la nostra passeggiata?-
Darcy guardò un’ultima volta Jane, la quale lo incitò ancora ad andare e promise di prendersi cura di Elizabeth durante la sua assenza.
-Se dovesse sentirsi male di nuovo, non esitate a chiamare un medico. Anche se lei non vuole, voi chiamatelo ugualmente- si raccomandò Darcy, prima di salire a cavallo.
Jane annuì e, dopo aver guardato i due uomini allontanarsi, rientrò in casa.
 
 
-Lizzie, dovresti riposare- disse Jane entrando in biblioteca, dove la sorella se ne stava seduta a leggere.
-Non mi pare che leggere un libro sia un’attività particolarmente stancante, Jane. E poi, non capisco perché dovrei riposarmi-.
-Tuo marito mi ha detto che ti sei sentita male, questa mattina- disse Jane, sedendosi accanto alla sorella.
Elizabeth richiuse il libro spazientita. –Non sto per morire! Quell’uomo ingigantisce sempre le cose!-
-Quell’uomo è innamorato e si preoccupa per te, come è giusto che sia-.
-Jane non ho nulla di grave. Posso assicurartelo-.
-Ah, sì? E da quando sei nella posizione di dire se hai qualcosa di grave o no? Non sei un dottore Lizzie- disse Jane.
-Non ho bisogno di un medico per sapere come mai sono stata male- disse Elizabeth, alzandosi e dirigendosi pensierosa verso la finestra.
Solo in quell’istante, Jane notò un particolare: per tutto il tempo, la mano di Lizzie era rimasta appoggiata sul ventre, quasi a voler proteggere qualcosa.
-Oh mio Dio, Lizzie!- esclamò sorridendo.
La sorella si voltò verso di lei. –Che succede?-
-Tu aspetti un bambino!-
Elizabeth abbassò lo sguardo, sorridendo leggermente. –È tanto evidente?-
-Continui a tenere una mano sul ventre. È un gesto istintivo, lo fanno tutte le donne quando scoprono di aspettare un bambino. Inoltre, questa mattina ti sei sentita male e sospetto che non sia la prima volta-.
-No, non era la prima volta. Va avanti da almeno un mese. È stato ciò che mi ha fatto venire i primi dubbi. Mi ha ricordato come ti sentivi durante i primi mesi di gravidanza- spiegò Elizabeth, tornando a sedersi vicino alla sorella.
-Perché non l’hai ancora detto a Darcy?-
-Non lo so. Siamo sposati solo da un paio di mesi. Insomma, non abbiamo nemmeno avuto il tempo di abituarci alla vita matrimoniale. E se lui non fosse felice?-
Jane le prese la mano dolcemente. –Sono sicura che sarà felicissimo-.
Lizzie non rispose.
-Lizzie, guardami- disse Jane, richiamando l’attenzione della sorella. –Non ti avrebbe mai sposata se non avesse pensato almeno una volta a costruire una famiglia con te. Quindi smettila di preoccuparti e inizia a pensare la modo migliore per dirglielo-.
In fondo, Jane aveva ragione. Non aveva senso preoccuparsi. Doveva solo pensare a come dare la notizia a suo marito.
 
 
Quando Darcy e Bingley tornarono dalla loro passeggiata, il loro primo pensiero andò a Elizabeth e Jane. Lasciarono i cavalli alle cure dello stalliere e si recarono immediatamente alla ricerca delle giovani mogli.
Le trovarono intente a guardare coperte e abitini da neonati, sicuramente provenienti dai vecchi corredi di Georgiana e Darcy.
-Mia cara, avete deciso di fare qualche regalo a vostra sorella in vista del lieto evento?- disse Darcy sorridendo, mentre si avvicinava alla moglie e le posava un bacio sulla guancia.
-Assolutamente no, signor Darcy. Non potrei mai accettare qualcosa che appartiene alla vostra famiglia e che potrebbe servirvi ancora- disse Jane, lanciando un’occhiata alla sorella.
-Non ci sarebbe nulla di male se Lizzie decidesse di donarvi qualche pezzo del mio corredo o di quello di mia sorella. Dopotutto, è questione di poche settimane ormai. Per noi, invece, ci vorrà ancora un po’ di tempo, presumo- disse Darcy.
Elizabeth abbassò lo sguardo. La voce del marito non lasciava affatto trasparire il desiderio di diventare padre tanto presto.
Jane guardò la sorella e intuì immediatamente i suoi pensieri, così, con una scusa, si appoggiò al braccio del marito e si fece scortare fuori dalla stanza, lasciando Lizzie e Darcy da soli.
Era arrivato il momento, Elizabeth lo sapeva.
-Vi sentite meglio? Avete certamente un colorito più acceso di questa mattina. Spero che anche la nausea sia sparita- chiese Darcy, premuroso.
Elizabeth abbozzò un sorriso. –Certo, mi sento molto meglio-.
Poi, dopo qualche attimo di silenzio aggiunse: -Ma credo che la nausea tornerà nei prossimi giorni-.
Darcy la guardò sorpreso. Come faceva sua moglie a sapere che sarebbe stata male nei giorni seguenti? E poi, la vedeva in ottima forma. Era assurdo pensare che ci fosse qualcosa che non andava.
-Che volete dire, Lizzie? Siete stata dal medico?-
-No, caro. Non ce n’è stato bisogno. Credo di sapere a cosa è dovuto il mio malessere- disse Lizzie, a voce bassa.
Si sentiva agitata per ciò che stava per rivelare. Aveva quasi paura. Paura della reazione di suo marito, paura di non essere una brava madre. L’arrivo di un bambino la spaventava terribilmente.
E se Darcy non fosse stato contento della notizia? No, non poteva nemmeno pensarlo. Si sentiva mancare solo all’idea.
-Tesoro, che succede? Cosa c’è che non va?- chiese Darcy accarezzandole gentilmente la guancia.
Lizzie prese un respiro profondo, poi, finalmente, buttò fuori la verità. –Aspetto un bambino-.
Darcy la guardò incredulo. Sembrava quasi che fosse rimasto pietrificato dalla notizia. –Un bambino? Siete sicura?-
-Ovviamente potrò dire di esserne certa solo dopo aver consultato un medico, ma credo proprio di avere ragione. Anche Jane concorda con me. I sintomi ci sono tutti-.
Darcy annuì distrattamente e si sedette su una poltroncina accanto alla finestra. La notizia l’aveva colpito con la stessa intensità di un fulmine. Non che non fosse felice, ma di certo non si aspettava di diventare padre tanto presto.
-Fitzwilliam, state bene?- chiese Lizzie, preoccupata.
Darcy non rispose; si limitò ad annuire con un cenno. Elizabeth, allora, si avvicinò al marito e disse: -So che è inaspettato. Sebbene la vostra proposta di matrimonio sia arrivata più di un anno fa, siamo sposati solo da pochi mesi e forse avreste preferito godervi la vita matrimoniale ancora per un po’. Mi rendo conto che un figlio potrebbe accelerare e forse complicare le cose. Ma è successo. E credo sia giusto che voi sappiate che io mi sento totalmente inadeguata al ruolo che dovrò ricoprire, quindi avrò bisogno di tutto il vostro amore e tutto il vostro sostegno-.
Solo in quel momento, sentendo la voce spaventata della sua amata, Darcy si riscosse dal torpore che lo aveva avvolto poco prima.
-Lizzie, non dovete preoccuparvi. Certo, è inaspettato, ma che problema c’è? Tra poco saremo una famiglia a tutti gli effetti e voi sarete una madre splendida, ne sono certo-.
E su questo Darcy non aveva dubbi.
Aveva immaginato tante volte a come sarebbe stato avere un figlio. Aveva immaginato la sua dolce Lizzie che si accarezzava il ventre gonfio. L’aveva immaginata mentre teneva in braccio loro figlio. O figlia.
Per quanto le figlie femmine fossero considerate inutili, Darcy doveva ammettere che avrebbe tanto desiderato avere una bambina.
E sapeva perfettamente che Lizzie sarebbe stata la madre perfetta.
 
 
UN ANNO DOPO
Elizabeth posò la piccola Victoria nella culla e la osservò per qualche secondo. Era bellissima, non c’era dubbio.
-Eccole qua, le mie donne!- esclamò Darcy, entrando in camera.
La moglie lo zittì immediatamente, posandosi un dito sulle labbra e sussurrando: -Shhh! Si è appena addormentata!-
-Chiedo scusa- sussurrò a sua volta l’uomo, avvicinandosi alla culla e osservando la figlia.
-Oggi non voleva proprio saperne, di dormire. Ci ho messo più tempo del solito per farla addormentare- disse Elizabeth.
-Non dovrebbe essere compito vostro-.
-Sì, invece! Non lascerò che un’estranea si occupi di mia figlia, soltanto perché la gente non reputa normale che una donna in condizioni economiche agiate possa anche fare la mamma. Su questo punto sono irremovibile, Fitzwilliam- disse Elizabeth, uscendo dalla stanza.
Il marito si assicurò che Victoria stesse dormendo, poi seguì la moglie. –Io vi ammiro per quello che fate. È davvero molto bello che abbiate deciso di occuparvi personalmente di nostra figlia. Quello che intendevo dire, però, è che quando siete in difficoltà potreste chiedere una mano-.
-Non voglio che mia figlia si affezioni di più a qualcun altro, piuttosto che a sua madre. Sarebbe assurdo- replicò Elizabeth.
Darcy sorrise. Adorava vedere sua moglie nelle vesti di madre amorevole. La rendeva ancora più bella e amabile.
-Quando avremo un altro figlio, sarete obbligata a chiedere aiuto. Non potete pensare di occuparvi contemporaneamente di due bambini- disse l’uomo, mentre porgeva il braccio alla moglie.
La donna si appoggiò al marito e riprese a camminare. –Un altro figlio? Vorreste avere altri figli?-
-Bè, sì. È un problema per voi?- chiese Darcy.
Lizzie scosse la testa. –No, certo che no. Solo non pensavo che voleste altri figli. Non ora, almeno. Credevo che una piccola peste fosse abbastanza, per il momento-.
L’uomo sorrise. –Non sarà mai abbastanza. Voglio una casa piena di bambini che assomigliano voi, voglio sentire la casa riempirsi di risate e vederli correre per i corridoi. Voglio che Pemberley abbia finalmente un po’ di vita. Quindi, mia carissima e stupenda moglie, voglio dare al più presto un fratellino o una sorellina a Victoria-.
Elizabeth sorrise con le lacrime agli occhi.
Darcy non dava l’idea di essere un uomo affettuoso. Anzi, sembrava burbero e scontroso. Lei ci aveva messo mesi a capire come fosse in realtà, a scoprire quali fantastiche qualità si nascondessero dietro quella maschera. Aveva scoperto quanto potesse essere altruista, affettuoso, romantico. E la sua voglia di avere altri figli, di costruire una famiglia con lei, le faceva capire di aver davvero sposato l’uomo giusto.
-Forse potremmo pensarci. Credo che a Victoria farebbe piacere un po’ di compagnia- disse Lizzie sorridendo maliziosamente.
-O forse,- cominciò Darcy stringendola in un abbraccio. –potremmo non pensarci affatto, ma metterci subito al lavoro. Victoria sta dormendo e noi non abbiamo nulla di meglio da fare-.
Lizzie sorrise sinceramente e, senza dire altro, prese per mano il marito, conducendolo verso la loro camera da letto, ansiosa di poter creare un’altra vita.
 
 
 
 
NOTE:
Salve a tutti!
Per prima cosa ci tengo a specificare un piccolo dettaglio: ho letto il libro parecchi anni fa e ho scritto la storia dopo aver visto il film, quindi mi sono basata molto più sul film che sul libro. Insomma, è possibile che ci siano dei particolari non molto fedeli alla trama di Jane Austen.
Questa è la mia prima storia su “Orgoglio e pregiudizio” e non ho davvero idea di come sia uscita. Non mi sembra proprio da buttare, ma aspetto le vostre recensioni!
Baci,
MissGolightly
   
 
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