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Autore: kiera    05/10/2014    0 recensioni
Un amore, non corrisposto. Un occasione che può aprire le porte al paradiso o aprirle verso una quanto mai amara realtà.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Molly Hooper, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Our secret

 

Sono Molly e sono una sciocca un'illusa e innamorata di un uomo che non mi nota se non quando gli serve qualcosa. Ma non posso farci nulla, sarà sempre così lui resterà l'uomo impossibile. Chi è? Ma è il famoso Sherlock Holmes! L'uomo che svela i misteri impossibili, l'uomo con un viso e un corpo … ehm, ma raccontiamo i fatti.

Si stava avvicinando il mio compleanno e avevo pensato di trascorrerlo a casa con una bottiglia di vino a crogiolarmi nel mio amore non corrisposto. Quando Watson venne a bussare alla mia porta dicendo di presentarmi a Baker Street, il giorno del mio compleanno, alle nove del mattino. Per fortuna i giorni passarono in fretta e finalmente venne il mio compleanno. Ed eccomi li a fissare la porta del 221B con addosso un vestito bianco con le spalline calate e una cinta bianca sulla vita, dei leggeri tacchi, i capelli li lasciai sciolti e mossi e un trucco leggero. Dopo un po' mi decisi a suonare. Fortunatamente la signora Hudson non c'era e neanche Watson: fu Holmes ad aprirmi e a dirmi che per oggi lui era solo per me. Questo era qualcosa di più che un regalo era il paradiso, per ventiquattro ore lo avrei avuto tutto per me. Mentre sognavo a occhi aperti, sono stata riportata alla realtà dallo stesso oggetto del mio desiderio che voleva sapere quali erano i miei progetti, mi aveva colto impreparata così improvvisai. Chiamai un taxi e lo portai in un museo a vedere una mostra su Van Gogh. Per tutto il viaggio non abbiamo spiccicato parola, per me era l'emozione per lui pensavo che era fastidio. Arrivati davanti al museo fu lui a pagare disse che era il minimo visto il giorno. E iniziò la visita, i quadri di Van Gogh erano stupendi, specie se si considera la vita turbolenta dell'autore, ma la passione la genialità, bhè era uno spettacolo che meritava tanto. Ma come era prevedibile Holmes non era della stessa opinione, sbuffava ad ogni quadro non capendone la bellezza. I geni alle volte sanno essere ottusi e un po' mi diede fastidio quel suo atteggiamento. Neanche si sforzava di farsi piacere la mostra. Mentre osservavo rapita il quadro dei girasoli ebbi un'idea: se tanto doveva soffrire, allora lo avrei fatto soffrire per bene. Presi il coraggio a piene mani e agii. Lo presi per mano e lo trascinai fuori la mostra, chiamai al volo un taxi e lo tirai dentro. Ora avevo la sua attenzione, lo sapevo perché cercava di dedurre dove volevo andare a parare. Con un sorriso pieno di soddisfazione gli dissi di lasciar perdere che non avrebbe mai capito. Notai la stizza, sapevo che non si sarebbe mai arreso, per fortuna il tratto era breve e vedere un'espressione sorpresa su Holmes, aveva fatto salire il mio orgoglio personale. Avevo deciso di portarlo in un giardino botanico. Per fortuna il tempo consentiva di vedere le fioriture. Avevo pagato il biglietto di tasca mia, lo feci per orgoglio, non volevo nulla pagato da lui, non dopo il disastro al museo. Volevo andare al giardino da tanto, ma ogni volta che facevo la fila vedevo talmente tante coppie che la tristezza e il senso di solitudine mi avevano spinto a tornare indietro. Ma non oggi. Oggi ero accomapgnata e finalmente mi sarei goduta la fioritura. Appena entrati presi per mano Sherlock e iniziammo a girare. C'erano molti fiori, ma la cosa non sembrava interessare il mio accompagnatore, sapevo che se non erano piante velenose non gli sarebbero interessate. Dopo un po' gli lasciai la mano e mi allontanai. Mi voltai e gli dissi che poteva andarsene che era libero dall'impegno. Alla fine mi diressi verso i roseti. C'erano le rose più belle. Ogni varietà e colore erano in fiore, ma anche i boccioli arricchiavano quello spettacolo, che hai miei occhi era già stupendo. Mentre osservavo i fiori mi fermai davanti alle scarlet carson, una varietà di rosa rossa che mi piace tanto. Mentirei se non dicessi che volevo Sherlock con me. Ad un tratto mi resi conto che la mia messa a fuoco non c'era più e capii, era perché mi stavo per mettere a piangere. Mi odiai, perché non c'era cosa più stupida che potessi fare. Ad un tratto sentii un abbraccio. Sobbalzai per due motivi, il primo era la sorpresa e il secondo … Beh, era che ad abbracciarmi era Sherlock. Mentre mi abbracciava sentivo le sue scuse, mi diceva che gli dispiaceva. Ma che non poteva farci nulla, che quella sua natura lo spingeva a cacciare tutti sia amici che donne. Mi voltai goffamente e mentre ero ancora avvolta dal suo abbraccio, mi accostai al suo petto e gli chiesi di stringermi, lui lo fece ma disse anche di essere sorpreso del fatto che non lo volessi baciare. Io sorrisi leggermente e gli dissi che se lo avessi fatto non sarebbe stato bello, perchè non lo volevamo entrambi. E avvenne il miracolo: con quelle dita affusolate mi prese il viso e mi baciò. Che dire era un bacio che mi ha fatto vedere il paradiso, sentire il suo calore. Alla fine mi abbandonai a lui. Quel bacio mi sembrò durare ore, invece durò pochissimo a livello temporale. Sorrise e mi disse che era ora di darmi il suo regalo, ma prima dovevamo fare tappa a Beaker Street. Lo seguii senza obbiettare e dopo una breve sosta al 221B mi chiese dove abitavo. Era un sogno dentro al sogno. Ed eccoci li davanti casa mia, aprivo le varie porte con anzia e agitazione, ma quando la porta di casa fu aperta notai una certa sorpresa nel volto del mio accompagnatore. Mi voltai e gli chiesi se forse si aspettava un altrare a lui dedicato. Divvenne rosso in volto, è vero che sono innamorata questi si, ma disperata no. Comunque alla fine lo trascinai dentro. Notai che era una cosa che accadeva spesso quel giorno, ma non soffermiamoci sui dettagli. Il mio appartamento non è grande, diciamo che è adatto per una persona. Una camera, bagno, salotto e angolo cottura. Per ovvietà optammo per il divano in salotto. Mi fece accomodare. Aspettavo con anzia, ma lui non si era seduto affianco a me. Posò la custodia sul tavolo, e prese il suo violino, e iniziò a suonare. Non era nulla di noto, era una melodia dolce e a tratti triste. Rimasi rapita, non solo da lui ma anche dalla sua esecuzione, era bellissimo come sembrasse un tutt'uno con il violino e di come la musica parlasse al suo posto. La melodia finì e lui prese un dischetto e lo lasciò sulle mie ginocchia. C'era scritto << Molly Hooper's song>>. Ammetto che gli occhi erano lucidi e lui spiegò che il solo regalo che poteva farmi era la musica, perchè era una cosa che sarebbe rimasta sempre con me. Mi ero commossa, non lo pensavo così tenero. Presa da uno slancio lo baciai e gli sussurrai all'orecchio di restare con me fino alla mezzanotte, dopo sarebbe stato liberi di scappare.

Lui accettò, li per li ero sicura che lo facesse perchè era il mio compleanno, ma poi fece una cosa inaspettata. Mi prese per mano e mi portò in camera da letto. Mi aveva fatto accomodare sul letto. Lui si era inginocchiato davanti a me e aveva iniziato a slacciarmi e a sfilarmi le scarpe. Mi sentivo come Cenerentola, ma alla rovescia. Lui notò il mio forte imbarazzo e cercò di tranquillizzarmi, mi diceva di fidarmi di lui. E lo feci. Dopo avermi sfilato le scarpe aveva fatto scivolare le sue mani lungo le mie gambe fino a salire fino alla vita, ci rimasi un po' di stucco quando mi slacciò la cinta. Avevo altre aspettative. Continuò la sua salita baciandomi ogni centimetro di me, la cosa fu dolce e sensuale al tempo stesso. Trovò la cerniera e l'abito fu tolto. Rimasi di fronte a lui con il completo bianco con ricami azzurri. Sherlock voleva proseguire, io mi lamentai perchè non era giusto che lui fosse ancora vestito, sorridendo si mise sul letto affianco a me e mi diede il permesso di spogliarlo. Non avrei mai immaginato di sentirmelo dire e con le mani un po' tremanti iniziai. Lentamente gli sfilai la giacca. Anche la camicia seguiva il destino della giacca. Mi soffremai sul petto, l'accarezzavo dolcemente, volevo assaporare ogni parte di lui. Fu lui a far cadere l'attenzione più in basso portando, delicatamente le mie mani verso l'ombelico. La senzazione della sua pelle sotto le mie dita, sentire il calore del suo corpo, era stupendo. Gli slacciai i pantaloni e finalmente eravamo entrambi in intimo. Decisi di accarezzargli il pene mentre indossava ancora i boxer. Difficilmente scorderò come dischiuse le labbra per emettere un leggero gemito di piacere. Dio mio quanto era sensuale, ma anche lui non perdeva tempo e iniziò a giocare con me. Mi sfilò il reggiseno e iniziò a toccarmi il mio seno. Lo accarezzò e appena vide i miei capezzoli sporgere un po' li baciò con estrema cura, facendo aumentare il mio desiderio. Ormai ero preda degli ormoni e lo spinsi verso il mio basso ventre. Mi sorrise, come un bambino a cui è stato dato un giocattolo nuovo, appoggiò le labbra sullo slip e sfergò le sue labbra contro il mio sesso. Brividi di piacere non rende a pieno l'idea, ma era bello questo poco ma sicuro. Scostò lo slip e oltre a baciare aggiunse un po', un bel po', di lingua. Non credo di essermi mai eccitata tanto per un uomo. Ormai eravamo entrambi nudi e tantavamo, o almeno io tentavo in maniera goffa di dargli piacere, ma visto che lui non si lamentava io continuavo. Gli davo piacere tanto con le mani, ma ancora di più con le labbra. A un certo punto lui mi bloccò il viso. Diceva che non ce la faceva più e che mi voleva. Dal cassetto del comò presi un preservativo. In passato avevo provato ad avere altre relazioni, per dimenticarlo, e con uno di loro ero quasi arrivata al sesso. Ecco perchè li avevo. Con imbarazzo misi il profilattico, notai che ebbe un forte gemito di piacere e gli chiesi se era così piacevole. Lui rispose che era strano ma intimo e che gli piaceva. Una volta assicurata la precauzione, Sherlock mi fece sdraiare. Si portò sopra di me, annuendo gli ho dato il permesso di entrare in me. Non scenderò in ulteriori dettagli ma passammo quasi tutta la serata a fare sesso. Non ho il coraggio di dire che abbiamo fatto l'amore, non mi sento così audace, ma è stato bello. Mancava qualche minuto alla mezzanotte e volevo dare la possibilità al mio amante di scappare, così gli dissi che andavo a farmi una doccia. Piansi sotto l'acqua, l'incanto era finito ed era ora che lui andasse via. Era mezzanotte quando decidsi di uscire dal bagno. La porta della camera era accostata, respirai e alla fine decisi di aprirla. Mi cadde l'asciugamano per l'emozione: lui era li sdraiato sul letto e avvolto nelle lenzula. Un gridolino fu tutto quello che riuscii a dire. Mi buttai sul letto e lo abbracciai. Mi strinse e mi disse che mai mi avrebbe lasciato andare, ma che toccava usare un po' di discrezione. Non voleva mettersi sotto i riflettori. C'erano mille domande che volevo fargli, ma lui portò il suo indice sulle mie labbra, mi strinse ancora di più a lui e mi cullò fino a che non mi addormentai. L'indomani mi svegliai. Lui non c'era, ma sul comodino c'era un vassoio che conteneva: un caffè, un cornetto e una rosa rossa a cui vi era stata allegata una lettera. Era una lettera di Sherlock. L'aprii e questo è quanto era scritto:

<< Molly;

non sono bravo a scrivere lettere, di qualsiasi tipo, perciò sarò breve. Quando saremmo in pubblico ti tratterò come sempre, ma non volermene. È solo che voglio avere la mia privacy. Non voglio pettegolezzi intorno alla mia persona. Perciò se è tua intenzione continuare a conoscere lo Sherlock di ieri notte, ci possiamo incontrare una volta a settimana, o anche di più al giardino. Per capire la data basterà mettere un asterisco sul giorno. Il calendario che useremo sarà quello dell'università. Ci scrivono talmente tante cose che nessuno ci farà caso. L'ora sarà più o meno alle sedici se ci sono imprevisti un mio collaboratore provvederà a informarti. Questo è quanto.

 

Sherlock Holmes

 

PS= Mi auguro che tu voglia continuare a conscermi a presto Molly Hooper

                                                             Un bacio dal tuo amante>>.

Capite bene che quando ho letto le parole «Amante» urlai di gioia. Quel giorno corsi al lavoro e controllai il calendario. La settimana dopo trovai un asterisco. Alle mie spalle vedevo Holmes che sorrideva.

Da quel giorno passarono tante settimane e quel roseto era il luogo dei nostri appuntamenti. Non so quando lui rivelerà la nostra storia, ma fino a quel giorno questo è il nostro segreto.

Un tenero e romanti segreto.

 

Fine

   
 
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